LA VITA DI CARLO MAGNO IMPERADORE, Scritta in lingua Jtaliana da PETRVCCIO ƲBALDINO Cittadin Fiorentino.
LONDRA Appresso Giouanni Wolfio Inghilese, 1581.
PROEMIO.
HAVENDO io non senza matura consideratione deliberato di ridurre in memoria delle genti nellamia materna lingua la vita di Carlo primo Jmperadore Occidentale; dalquale poi successiuamente hanno hauuta dipendenza tutti gli altri Imperadori Latini, come da vn chiaro, & singulare splendor di vera gloria riacquistato alle nostre nationi; Io mi son proposto di cauar delle attioni di esso dalle piu honorate historie quel, che sia per poter meglio seruir al proposito, & all'intention mia; & il tutto sotto forma di breue commentario ridurre; accioche in poco volume e' si possa da chi leggerà considerare ogni sua opera piu Illustre; la qual cosa (s'io non m'inganno, potrà piacer ancora à tutti coloro, i quali non pur son partiali dell'honorata fama di quel nobilissimo, & Christianissimo Heroe: Ma à gli altri ancora, che desiderosi d'operar bene si propongono innanzi la lettione de i famosi Principi, & de i chiari capitani de gli antichi tempi, per potergli con l'opere propie imitar quanto dalla natura, & dall'industria propia sia lor concesso: Conciosiache Carlo per il giudicio di qualunque huomo sauio non sia stato punto inferiore in ciascuna degna, & desiderabil parte à qual si voglia altro, che da gli Historici, & Latini, & Grecisia stato ne i passati secoli lodato. Et questo ho io inirapreso à far tanto piu volentieri, quanto, che hauendo io veduto le tante vanità, fauole, & sogni, che i Poeti, n'hanno scritto; m'è parso debito d'huomo discreto, & nato all'altrui giouamento di rimostrar quel, che piu di vero se ne ritroua; come che ancor non si disdica punto à me il farlo; poi, che essendo io Thoscano, & hauendo conosciuto per l'antica memoria de gli scrittori quanti oblighi hauessero gia quelli della mia Patria anticamente ad esso Carlo; io vengo [Page 6] in vn certo modo ad esser grato in qualche parte de i benefici, che la prouincia dou'io son nato riceuè da lui: Et cosi cercando di fuggir honestamente vn neghittoso, & mortal otio, & di vincer con vna diletteuol fatica i grauosi pensieri della mia humil fortuna da chi meno far lo douerebbe pur troppo dispreggiata, priuo d'ogni partialità mi son messo à scriuer queste cose, accioche il tempo douesse anche essere speso al profitto, & al piacer de gli altri piu, che per propia ambition di lode, ch'io ne sia per riceuere; Della quale nondimeno io farò honorata stima, quando io conoscerò, che la mi venga da gli huomini giudiciosi, & priui d'ogni torto pensiero verso le cose mie:
LA VITA DI CARLO MAGNO IMPERADORE.
E's 1 legge, I Baioari sono i popoli, ch'hoggi sichiamano Bauari, ò di Bauiera. che Vtilone Baioario di nation Germano figliuolo di Theodone Illustre Signoi fra i suoi popoli aiutò Theodoperto figliuolo di Thedorico Re de i Franchi à scacciar Cochē lario Re di Dania, Danemarche. ò Dacia dalle marine della Francia, & de i paesi, ch'hoggi si dicono Bassi della Fiandra; in modo, che doppo diuerse battaglie hauendo vinti, & del tutto rotti i Dani, ò Daci, & ammazzato il Re loro, gli scacciaron al fine di quei paesi con singular lode d'Vtilone, per la buona opera da lui prestata, & dalle sue genti in quella guerra: Onde Theodorico volendo mostrarsi grato del beneficio riceuuto: come ben ad vn magnanimo Resi conueniua; diede ad Vtilone per moglie vna sua sorella; Ʋtilone premiato. Et lo prepose al gouerno, & alla guardia del Brabante, & delle riue del fiume Schelda, doue hoggi è Anuersa, & altre terre vicine, i successori del quale furon poi detti Duchi di Brabante. Da quello Vtilone adunque, & dalla sua moglie di Reale stirpe nata, per varij gradi di discendenza, di huomini valorosi, i quali s'acquistarono stati, & degnità grandi per la Germania, & per la Francia venne à nascere [Page 8] Carlo Martello, il quale riuscì poi grandissimo, & Illustrissimo Capitan di guerra, & gran Maestro del Palazzo Reale de i Franchi, Perche vennero di Frā conia. i quali noi piu communemente diciamo Franzesi. Scriuesi, che'l padre di Carlo Martello fu detto Pipino, huomo di molto credito, & gouernator sotto i Re delle cose de i Franzesi; & che questo Carlo fu da lui generato bastardo d'vna certa Alpiade nobil concubina; per il nascimento del quale non deue gia parer punto strano à gli speculatori delle cose Politiche, che concorressero le stelle cosi benigne, ch'ei potesse poi esser vn fortissimo scudo di tutta la Christianità contra gli infedeli, & la vera radice della grandezza del Regno di Francia, Nota. & dell'Imperio Occidentale; Percioche appresso de i piu nobili historici antichi, & moderni noi possiamo ancor legger con indubitata fede; Molti di coloro, ch'hanno hauuta dal Cielo larga, & abbondante Fortuna, per la piu parte esser nati, ò di padre, ò di madre oscura, ò bastardi, ò ritrouati per i boschi; quasi, che i Cieli voglin mostrar cosi la lor potēza maggiormente col mezo della Virtù, & della Fortuna in tali, & cosi fatti strumenti stranamente prodotti alla luce nostra. Questo Carlo dicono, che fu cognominato Martello, Perche fusse derto Martello. per il suo assiduo essercitio delle cose belliche, & sempre fortunato; ò per la gran mortalità, & vccisione fatta de i communi nemici in diuerse battaglie: Percioche egli non solamente ridusse le cose Franzesi in molta buona riputatione, essendo prima per la dappocaggine de i loro Re molto scadute, & da i vicini poco apprezzate; ma in ral modo virtuosamente s'adoperò à profitto della Religion Christiana, & particolarmente in vna gran rotta, ch'egli con poca gente delle [Page 9] sue, & con la morte solamente di 1500. Christiani tagliò à pezzi Abdiramo Re de i Saracini con trecento ottanta mila persone, Notabile vittoria. che haueuano assaltata la Guascogna a i conforti d'Vdone Aquitano ribello de i Franzesi. Et dipoi contra Athima vn altro Re de i Saracini, ilquale teneua Auignone, & l'altre vicine prouincie; & contra di Amorreo vn'altro de i Re loro, che di Spagna passando per aiutar Athima haueua occupata la Linguad'oca, & la città d'Arli, i quali vinti da lui con l'aiuto d'vna buona banda di soldati Italiani, & di Germani, & distrutti i loto esierciti; & scacciatone Mauronto Duca prestantissimo di quella natione, non senza però qualche lode dell'Aquitano Vdone, ilquale al primo pericolo, che gli soprastaua dall'illuuione di tanti Barbari ritornò in ceruello, & à i suoi. Carlo Martello ristorò le prouincie Christiane nella lor solita pace, & tranquillità: Per le quali honorate pruoue l'vfficio ch'egli haueua di gran Maestro della Corona di Francia venne à crescer in suprema dignità, & stimatione, perdendone altratanta i Re propij; à i quali per la lor negligenza, & otiosa vita, & del tutto abietta, & vile, Indegna vita d'vn Principe. non rimaneua altro, che'l nome, & l'insegne Reali; essendo in effetto Carlo quello, che operaua il tutto, & che in se stesso riceueua il pregio, & le lodi delle cose felicemente successe; le cui attioni non hauendo noi tolte à discriuer particolarmente si lasceranno nella penna; Dicendo solo, che doppo, ch'egli hebbe scacciati i Saracini; pacificate tutte le prouincie, che sono intorno alla vera Francia, & hoggi sottoposte à quella Corona; Domatiin Germania i Sueui, & i Baioari hoggi detti Bauari, & i Sassoni, ch'adorauano gli Idoli, s'acquistò all'hora il cognome di Martello; & meritò le lodi [Page 10] dateli da tutti gli altri Principi: Percioche il Papa ancora, il quale in quei tempi era hauuto in somma veneratione, ne i negotij di grand'importanza nella Francia faceua capo à lui; & il titolo, che gli daua nelle sue lettere (ch'hoggi si dicon Breui) era tale. Domino Glorioso Filio Carolo Duci &c. Morte di Carlo Martello. Percioche non solo egli era detto Duca di Brabante, ma de i Franchi anchora. Morì egli dipoi ripieno di gloria, & di nobilissima fama intorno all'anno. 740. della nostra redentione; hauendo amministrato il Regno de i Franzesi anni venti sette, con tutto quello, che essi haueuano da far in Germania. Lasciò tre figliuoli Carlomanno, Pipino, & Grifone, & vna figliuola detta Hildruda, la quale in vita sua gli fu rubata da Vtilone Duca de Baioarij nobilissimo; il quale seruendo nella sua Corte per cagion di creanza, d'honore, & di guerra innamoratosi di lei, che non men di se stessa amaua lui, se la trafugò nel suo paese; doue sposatala; come ben si conueniua al grado dell'vna, & dell'altra persona fece riuscir quell'amoroso furto vn nobiliscimo parentado. Carlo Manno ha il gouerno. Ma perche Carlo Manno era il maggiore, à lui anche vennero in mano i negotij del Regno, & tutta l'autorità nella nation Franzese; Et tanto piu, che in quel tempo morì il Re Theodorico, Morte del Re Theodorico. Hilderico p [...]. succedendo nella Corona reale per ordine, & gouerno di Carlo Manno, & di Pipino, Hilderico suo fratello: Nel qual tempo si ribellarono i Sassoni, & Theodoualda Duca de i Sueui, & Hunoldo Duca d'Aquitania, i quali nondimeno da quei duoi Illustri fratelli con l'ainto d'Vtilone di Bauiera lor cognato furono ridotti all'vbbedienza in tal maniera, che ritruouandosi lo stato de i Franzesi in gran prosperità, tanto nella Francia, quanto nella Germania. [Page 11] Parue à Carlo Manno di riordinare, Carlo Manno ordina & corregge le cose Ecclesiastiche. & di corregger le cose Ecclesiastiche, le quali erano molto trascorse in disordine; pero col consiglio di huomini prudenti fece alcune leggi; formate pero da persone atte, & propie per sar taie effetto. Il principio delle quali fu tale. ‘IN NOME DEL SIGNORE NOSTRO IESV CHRISTO. Carlo Manno Duca, & Prencipe de i Franzesi; l [...]anno di Christo nato nostro Saluatore, & autore 742. alli 21. d'Aprile. Per essortatione, & consiglio de i Sacerdoti di Dio ottimo massimo, & amici comuni; Ʋesvoui del mio gouerno grandi, & piccoli, & Freti. &c.’ Per il qual titolo si puo conoscer assai bene quant'autorità s'haueuan guadagnata i suoi antecessori in quel' Magistrato; L'insing [...]rdaggine de i Prencipi torna in gloria spesse volte de i loro accorti ministri. & in particular Carlo Martello per la virtù loro, & per la sua propia; merce, ò piu presto colpa della neghittosa vita de i Re di quelle nationi: Poi, che non si vergognauano di voler regnar al voler d'altri; scandosi essi per i cantoni ascosti senza lasciarsi veder; attendēdo solamente, quasi altri Sardanapali, alle caccie, & all'otio; non comparendo giamai, che vna volta lanno nel mese di Maggio a farsi veder dal popolo; dal qual giorno ritirandosi sino al seguente dell'anno auuenire; Vita Sardanapalesca. se ne stauano essi sequestrati; pasciuti solamente con la lor famiglia fra l'otio, & fra le delitie. Lasciando del tutto la cura delle cose presenti, ciuili, criminali, & belliche a i lor Maiordomi; in modo che la cosa era venuta à tale, che essi Re non haueuan piu da spender, che quel, che dal Maiordomo gli era assegnato. Per lo qual disordine. Vtilone il Bauaro, il quale haueua per se stesso spirito nobilissimo & fomentato dal torbido ingegno, & ambitiosa natura della moglie, & dalle propie ricchezze; veduta la poca virtù di quei Re, ardì di prendersi [Page 12] anch'esso il titolo, & il nome Reale. Nota.Ma per cio che quella licenza non tornaua bene per diuersi rispetti à Carlo Manno, & à Pipino, ne fu egli assaltato di poi, che eglino hebbero fatti tornar à segno i Sueui, & i Sassoni, che per amor suo s'erano ribellati; si, che ristretto dentro di Ratisbona, & assediato da Pipino, sopportò qualche tempo la strettezza dell'assedio. Venne all'hora nel campo Bertha moglie di Pipino, Costei era Greca figliuola di Heraclio Imperatore. la quale gli partorì in quei luoghi appresso nella Rocca di poi detta perciò, Carlomonte, vn figliuolo, al quale fu posto nome Carlo, per la felice memoria dell'auolo, il quale poi per le grā cose fatte da lui fu detto Magno; & il quale ha da essere il nostro suggetto, & il principale scopo della nostra intentione: essendo cio auuenuto l'anno 741. della nostra salute. Mostrasi ancora questa Roccameza rouinata nella Bauiera superiore quindici miglia sopra la citta di Monaco; mostrandosi quel luogo come vna cosa sacra da i paesani insieme con altri edifici edificatiui da Pipino, & sacri, & seculari. Hora seguitando l'assedio d'Vtilone, & essendo Carlo Manno tornato vittorioso dalla guerra de i Sassoni in Bauiera, ad vnirsi con Pipino, fu trattata la pace fra loro, per mezo di Hildruda lor sorella, & sua moglie; in tal modo, che rimesse tutte le cose passate, Vtilone si rimanesse Duca de'suoi popoli, lasciando il titol Reale; & congiunte insieme le forze di tutti tre, diedero vn vltimo fine, alla debellatione de i Sassoni, de i Sueui, & poi degli Aquitani, i quali popoli ad ogn'hora per poca occasione si ribellauano, tirandosi dietro per tali cagioni anche alcuni Signori Ecclesiastici, si per essersi di gia inescati, & accesi di quelle partialità, come per poter attendere sciolti da ogni rispetto piu liberamente alle [Page 13] cacce, à vita piu libera, & non punto permessa in quei tempi à i sacerdoti. Accadde, che non molto di poi, quel che se ne fusse la cagione, che cio da gli scrittori non è stato lasciato in nostra memoria. Carlo Manno rinuntiò ogni sua parte, & autorità à Pipino, & andatosene à Roma si fece Monaco, ritirandosi à tener vita solitaria nel mō te Soratte, hoggi detto di San Siluestro luogo posto nella Thoscana fra i Falisci. Doppo la qual rinuntia, vedendosi Grifone d'esser rimasto, come piu giouane, & quasi nō hauuto in nessun rispetto, senz'alcuna autorità, & percio ripieno di grauissimo sdegno, se ne passò à i Sassoni, nemici capitali de i Franzesi, & di tutti gli altri Germani, gente feroce, & bellicosa, & che continouamēte staua pertinace, nell'adoration de gli Idoli: Et hauendogli esso facilmente prouocati contra i Franzesi. Pipino & Vtilone, con vn potente essercito fattisi loro incontro fecero in modo, Grifone huomo inquieto. che Grifone diffidatosi di quell'impresa, si fuggì in Bauiera, & souuertendo Hildruda sorella commune, fece si, che la gli diede, non solamente se stessa in mano, ma anchora vn piccol figliuolo, che l'hauea del marito detto Thessalone; & hauendo il fauore d'vn certo Suitogerione, huomo in quelle parti di molta stima, & di Landofrido Duca di Sueuia, s'occupò la Bauiera; hauendo percio molti fautori de i Bauari medesimi, percio che la madre di esso Grifone era nata di quel la natione; & egli di natura scandolosa essendo, trouò presto molti, i quali per desiderio di viuer licentiosamente, gli diedero il lor giuramento: Ma il fine di tale impresa, fu tale, che hauendo Pipino & Vtilone, spedite le cose di Sassonia, ritornati in Bauiera, superaron Grifone, & lo mandaron prigione con Landofrido in Francia; Et [Page 14] Hildrudra, & Thessalone furon liberati dalla sua tirannide, & la Bauiera da Vtilone racquistata. Ma Grifone huomo inquietissimo, non volendo aspettar la clemenza del fratello, fuggitosi di prigione alla volta d'Italia, nella sua fuga fu sopraggiunto da huomini mandatigli à posta dietro da Pipino; Morte di Grifone. & necessariamente per il ben publico fu fatto morire. Occorse, che doppo queste cose felicemente successe, per procacciar nuoui honori à Pipino; Befario nuouo Duca de gli Aquitani, & di Linguad'oca ribellatosi da i Franzesi, comincio à far molti dāni nelle prouincie vicine; mentre, che Hilderico se n'andaua per le selue alle caccie, intento solamente à i suoi piaceri, & à i seruitij feminili; Prouerbio. viuendo (come si dice) fra i topi, & le tignuole; come se nessuna di quelle cose appartenessero à lui. Egli non teneua cura d'altro, che del suo corpo, hauendo del tutto abbandonata la Republica; senza volersi in modo alcuno lasciar vedere, se non da i suoi satelliti, & adulatori; in modo, che non essendo buono, nè dentro, Huomo inutil [...]ssimo. nè fuori; nè per pace, nè per la guerra, nè valendo per consiglio, ne per mano, & lasciando il tutto nella cura di Pipino; & solamente contentandosi, che le cose fussero spedite in suo nome, diede occasione, che si cominciò finalmente non poco à mormorar di lui: Intorno alle quali cose questo s'ha da considerar, Auuertimento. che quando vn Prencipe è cosi neghittoso (come fu Hilderico) & si troui hauer vn Ministro solerte, & suegliato, & di qualche riputatione (come fu Pipino) sempre douerrà rouinargli sotto, perche la sua negligenza ogn'hor piu sarà accresciuta dalla solerte astutia del Ministro, che si voglia mantener grande, ò far maggiore; presupponendo, che'sia anche accompagnato da vna naturale ambition di regnare [Page 15] (come ben douena auuenir in Pipino. Quel moto di Vtilone fu sol per [...]agione d'inuidia. Et però essendo fra i grandi il primo à pailar liberamente di questo disordine Vtilone cognato di Pipino; parendogli pur troppo strano; che non hauendo lui, che tanto valena, & tante ricchissime prouincie signoreggiaua in Germania, potuto ottenere il nome Regio, douesse vbbidir ad vn Re, che non valesse nulla; & che il sopportar cio era vergogna di tutta la Germania, & della Francia; poi che Hilderico era vn huomo cosi dappoco; & che piu presto egli era atto à vestirsi della vita monastica, che à sostener la Reale. Percioche, diceua egli, il Principe è eletto dal popolo, A qual proposito sia il Prencipe eletto. Vfficio del Prencipe. accioche in pace, & in guerra, egli possa, & sappia consigliar la Republica come padre comune à tutti, & alquale ciascuno senza differenza di sta to, ò di qualità possa ricorrer per la giustitia, per la gratia, & per la misericordia. Queste cose diceu'egli, & nel vero il Re della gente è chiamato secondo la lingua Romana Re, Re perche cosisia detto. perche egli debba reggere, & gouernare gli altri; & il medesimo anchora i Germani in lingua Franca interpretano, chiamandolo Chinigo, cioè ardito, & prudente nel gouernare, & nel consigliare. Et queste, & altre cose simili spargendosi fuori per la bocca di Vtilone, & d'altri suoi seguaci, ò che solamente e' fussero mossi dal zelo del publico bene, ò pur per fomentar il desiderio di Pipino. Et si come la plebe, & leggiermente, La plebe non si contenta mai delle cose presenti. & presto riceue nausea delle cose presenti, & desidera delle nuoue; fu ancora nel generale homai cominciato ad esser dispregiato Hilderico; chiamandolo alcuni Re, per ombra; alcuni Re, sotto la nutrice: & alcuni, Re de i fanciulli; inalzando dalla altra parte Pipino sino al Cielo con le lodi loro, cosi come non è alcun mezo ne gli impeti populari, [Page 16] dicendo, Lodi di Pipino. & predicendo, che lui solo era sauio, & ch'egli solo sapeua quello, che ad vn Re s'apparteneua; & che in lui, la fortuna, la vita, la gloria, & l'honor di tutti, si riposaua. I popoli Franconi soli originali di quella tanta Real potenza, Hilderico cominciò il Regno de i Franchi, & in vn Hilderico sinirono di regnare, doppo 290. anni. si doleuano grandemente, che Hilderico Re loro, il quale riteneua il nome di quel grande Hilderico, che hauendo di Germania passato hostilmente il Reno; & superati i Romani, & altri nemici, & posta la sua Real sedia per la sua natione nella Gallia; perilche, tramutatone, il nome in quel della sua gente, s'haueua acquistata fama di perpetua lode; hauesse tāto degenerato dalla virtù de i suoi antichi; che doppo, che essi haueuan regnato nella Francia per lo spatio di 290. anni, fussero costretti per rimediar al comun honore & profitto, di pensar ad vna nuoua elettione; onde essendo tutti i principali, mal disposti verso l'infingardo Hilderico, ragunarono vn Parlamento in Franchfort; nel quale fu fra di loro concluso, che'si mandasse à Zaccheria Pontefice Romano Ambasciadori in nome comune, facendogli conoscer le qualità d'Hilderico, Si richiede il consiglio del Papa in vna cosa, che haueuano diterminato di fare. & il bisogno, & il desiderio vniuersale della nobiltà, & de i popoli, & domandando dalla sua autorità aiuto & consiglio sopra tal cosa, & di tanta importanza. Furono percio mandati à Roma vn certo Volorado huomo di Chiesa familiar di Pipino, & Burchardo Vescouo di Wirtzeburg, hoggi Herbipoli, città dell'antica Francia, il cui Vescouado sin'ad hora ingioisce il titolo di Duca de i Franconi. Costoro hauendo diligentemente fatto l'vfficio loro col Papa, secondo le lor commessioni; hebbero da lui vna cosi fatta risposta in forma di breue, ò di lettera, come appresso si dirà, & accompagnati al ritorno da vn certo Bonifatio [Page 17] Vescouo di Maganza huomo di gran riputatione in quel tempo; raccomandò Zaccheria à lui ancora quel negotio; & il tenor del breue Papale era tale.
Consiglio del Papa per la dipositione di Hilderico. Noi ritrouiamo nell'historie delle sacre lettere, che il popolo, che ha hauuto il Re otioso, negligente, lasciuo, dappoco, & che ha dispregiato il consiglio de i prudenti, & che percio ha mancato à i suoi popoli, & à Dio; esso popolo n'ha eletto vn'altro del suo corpo stimato prudente, & atto al gouerno della Republica. Il Regno certo è, & ogni Potestà da Dio, & i Prencipi non son' altro, che ministri de i Regni. I Duchi adunque son eletti sopra il popolo, accioche essi debbano vbbidir al lor principale, che ò Dio: & che' non si gouernino come la lor fantasia scioccamente gli guida; & quello è finalmente vero Re, Queli sieno i veri Prencipi. il quale gouerna il suo popolo concedutogli da Dio secondo la diuina legge, accioche, & il Re co i popoli, & i popoli col Re ottenghino vna vniforme felicità di contentezza, & di salute. Et certo ogni Prencipe, che ha potenza, gloria, Quel, che debbe far vn buon Prencipe. ricchezze, honore, & degnità; ha tutte quesie cose per il popolo; & però egli è ancora necessario, che doppo Dio, ne ringratij il popolo, & che per il popolo le conserui. Il popolo costituisce, & ordina il Re; & il popolo lo puo rimouere, & priuar di quell'vfficio. Per la qual cosa, egliè cosa giusta, & lecita, che i Franzesi, & i Germani ripudiato vn talmostro, come è quello inutile huomo Hilderico, se n'elegghino vn nuouo, il quale in guerra, & in pace con la sua prudenza possa, & sappia consigliare, aiutar, & difendere i padri, le madri, i figliuoli, & le vite finalmente de i suoi popoli, & i lor beni.
Data il sesto giorno d'ottobre. Imperante ilnostro pijssimo Augusto Costantino Imperatore; l'anno del suo Imperio trenta tre; Indictione quinta l'anno del Signore 752.
Et questo fu il tenor del rescritto all'hora, di Papa Zaccheria, dal quale essendosi spediti gli Ambasciadori se ne ritornarono in Germania; & [Page 14] [...] [Page 15] [...] [Page 16] [...] [Page 17] [...] [Page 18] hauendo presentato nella publica Dieta di Maganza le lettere, & dimostro le commissioni ò vero opinione di Zaccheria, fu appuntato vn general Parlamento nella citta di Suessone; la quale è stimata cōfine della Germania, & della Francia; Hilderico Re diposto, & fatto monaco Infelicità d'vna Prencipessa. nel qual Parlamento fu diposto Hilderico per i voti di tutti, & ridotto priuato, tosato, & fatto monaco; & Gisala Regina sua moglie per lui veramente infelice, & indegna di tanta disgratia similmente fu priuata della Real degnità, & fatta monaca; & ambidue furon dati nelle mani di Vtilone, & di Thessalone suo figliuolo Principi di Bauiera, i quali hauendogli menati nel lor paese; egli fu confinato nel monasterio di Santo Hemerano di Ratisbona; & ella in vn monasterio di Monache detto di Cochilia, vicino all'Alpi nella Bauiera superiore. Pipino creato Re. Pipino in tanto per i frequenti voti, & applauso di ciascuno fu gridato Re, & vnto dal sopra detto Bonifatio; Onde egli è nato l'vso (s'io non m'inganno) che quell'Arciuescouo ha di poi sempre tenuto il primo luogo fra gli Elettori Imperiali. Perchel'Arciuescouo di Maganza sia il primo Elettore Imperiale.
Hauendo in tal modo ottenuto Pipino la degnità Reale, la qual sola mancaua alla sua grandezza, ritirò il Bauaro Thessalone suo nipote in Corte; & ad Vtilone suo padre diede in gouerno tutte quelle Alpi, doue hanno origine i fiumi Draua, & Saua, & che foprastanno alla superiore Vngheria, & ne i confini di Dalmatia, Liburnia, & Schiauonia. Hauendo anche rassettate del tutto alcune cose tanto temporali, quanto spirituali di quei Regni; Et di gia sperando qualche pace, & tranquillità à i suoi popoli, soprauuenne vna nuoua cagion di guerra, ma di gloria perlui; Percioche Hathaulfo altrimenti da i rimatori detto Astolfo, Re de i Longobardi, hauendo assediata [Page 19] Roma, & prese per cagion d'ambitione molte città, & castella; & mandando il Papa per soccorso à Costantino Copronimo figliuolo di Leone Conone Isaurico Imperadore, & da lui non l'hauendo ottenuto per i molti difetti, ch'erano, & publichi, & priuati all'hora nell'Imperio; Il consiglio dell'Imperador Greco partori cattiuo effetto per lui. I primi Organi veduts in Germania ottenne in luogo d'aiuto alcuni Ambasciadori Imperiali, & lettere, & doni per Pipino; pregandolo à voler far l'impresa de i Longobardi, accioche ei s'astenessero dalle cose Imperiali, & della chiesa. Dicono, che fra doni erano Organi di lauoro eccellente, i quali furono i primi, che furon veduti in Germania. Per le persuasioni di costoro, & per i conforti del Papa adunque, ò forse piu per desiderio di gloria, & per impiegar i suoi popoli in qualche guerra lontana, doue gli animi loro s'occupassero lontani dal desiderio, & dalla memoria de i loro antichi Re, Cagioni per le quali'Pipino prese la guerra contra de i Longobardi. si mosse Pipino all'impresa d'Italia; mostrādo nondimeno di muouersi per zelo verso la Chiesa, & verso l'Imperio: Ma innanzi, che ei passasse l'Alpi, venne à lui Carlo Manno, lasciata la sua solitudine per disluader lo da quel passaggio, non si sapendo gia da che cagione, egli [...] fusse mosso à dargli vn tal consiglio. Ma Pipino, Quando la fortuna è prospera non si deue lasciarla. che haueua la fortuna per le chiome, fattolo rimanere in Vienna del Delfinato (doue ancora si morì poco di poi) egli se ne passo in Italia con Bertha sua donna; hauendo superato ne i gioghi dell'Alpi Hathaulfo, & per tutto combattutolo sin, che fattolo rinchiuder per forza d'arme in Pauia sua Real Città; quiui l'assediò strettamente; nel qual tempo Vtilone di Bauiera ricuperò la valle dell'Adice, & l'altre vicine valli, Trento città gia suggetta alla Bauiera onde ancora il contado di Tirolo tutto era incorporato in quella prouincia. & la Città di Trento da i Longobardi, i quali molto prima à i Bauari l'haueuano occupata; & da quel tempo in qua [Page 20] Trento è stato sempre suggetto à i Germani. Onde al fine costretto Hathaulfo dalla forza s'accordò col vincitore ricomprando la pace col restituire ogni cosa mal presa, & col contentarsi dell'antico suo dominio, fermando la pace col giuramento, Pace fra i Longobardi, & Pipino. & con gli ostaggi; con i quali ritornandosene ne i suoi Regni Pipino, perdè nondimeno gran parte dell'essercito veterano per difetto, & distemperanza dell'aria; talche gia s'apparecchiaua di romper la fede Hathaulfo; quando sopra la caccia, Cagione accidentale del la morte di Hathaulpho Re de i Longobardi. ò ferito à caso da chi cercaua di ferir alcuna fiera, ò da se stesso ferendosi per tal cagione, & cadutoli il cauallo sotto; che in certa fu la maniera, & il caso della sua morte; rimase nel mezo del suo piacer priuo della vita: Succedendogli nel regno Desiderio suo figliuolo, la figliuola del quale Litopirga moglie di Thessalone Bauaro fu al marito cagion di molti mali. Litopirga cagione di molti mali al marito. Origine de i Turchi. Hiltegarda, & Brigida Prophetesse. Colonia pronosticata douer esser sedia de i Turchi. In questo tempo si cominciarono ad vdir l'armi de i Turchi, l'origine de i quali hauendo altri largamente scritta non è hora mia intentione di parlarne, se non ridurre in memoria, come da Hiltegarda, & da Brigìda Sibille della Germania furono lasciati alcuni vaticinij; che Colonia Agrippina, hoggi nobilissima città del Reno, sarebbe vn di sedia de i Turchi: Brigida nondimeno da me è stata stimata Scozzese, & per tale l'ho io descritta nel mio libro delle donne Illustri di quel paese; ma può esser, che passando per Germania ella profetizasse quel tanto, che se n'è detto; Ma perche di queste cose l'huomo se ne debbe del tutto à Dio riportare, noi ancora lasceremo tal proposito per ritornar alla nostra propia intentione.
Hauendo di poi questa vittoria Pipino ridotte le cose sue in gran tranquillità, accadde, che' [Page 21] morì Vtilone il Bauaro suo cognato; & prima era morta Hildruda sua moglie; nella morte del quale partendosi della corte Thessalone senza dimandar licenza; benche da Pipino suo zio ei fusse stato accarezzato, & accresciuto di degnita, & d'honore, & che seco hauesse militato contra i sassoni, Aquitani, Guasconi, & in linguad'oca, & in Italia contra i Longobardi; diede vn principio di cattiuo frutto; percioche morti, che furono alcuni pochi buoni consiglieri del padre (come si dira) rimanendo egli del tutto senza freno con huomini nuoui intorno à se, dipendenti da Litopirga sua moglie, Cagioni per le quali Thessalone s'alienò da Pipino & figliuo la di Desiderio, & nemicissima di Pipino; & della quale Thessalone per distemperato amor si trouaua oltra modo suggetto; cominciò egli per instigation di lei à poco poco à mancar del suo debito con esso Pipino; in modo che cominciando ad essere al Re le sue riechezze, & le sue forze, ch'eran molte) & il suo ingegno in qualche sospetto. Ordinò Pipino vna Dieta in Vormatia, nella quale trattandosi qualche appuntamento honesto perambe le parti: nacque in quel mezo la nuoua ribellione di Befario Duca d'AAquitania, per la quale Pipino fu sforzato di tralasciare ogni cosa per andar à gastigar colui: Temerità, et perfidia di Befario Duca d'Aquitania gastigata. Morte di Pipino. onde passato in Guascogna, & con l'armi hauendo vinto, & fatto morir Befario insieme con Remispone suo padre, acquistò del tutto la prouincia libera alla corona: & ritornatosene vittorioso verso Parigi, si mori sei miglia vicino à quella città, tre anni doppo la morte d'Vtilone suo cognato: & fu egli sepolto in San Dionigi fuori di Parigi appresso à Carlo Martello suo padre. Figliuoli di Pipino. Hauen dolasciati due figliuoli maschi Carlo Mano & Carlo, che poi fu detto Magno, del quale io ho promesso [Page 22] di scriuer; & essendo tocca à Carlò nostro (diro cosi per esser egli il nostro suggetto, nella diuisione la parte del Regno volta piu verso Ponente, hebbe ancora molto da far con i Guasconi, & altri loro vicini; nelle quali imprese egli rimase molto mal satisfatto di Carlo Mano suo fratello; Mala satisfattione. ma dissimulando sopportò il tutto con patientia; ottenendo da per se senza l'aiuto d'altri la vittoria de i suoi nemici, & de i ribelli della corona. Et Bertha lor madre in tanto passata in Bauiera, Litopirga figliuola di Desiderio maritata à Carlo; che fu poi detto Magno. Litopirga ripudiata. Hiltegarda maritata à Carlo Magno. Carlo Mano fratello di Carlo Magno si muore. Paulo Pisano maestro di Carlo Magno. & poi in Italia, nel ritorno menò seco Irmogarda sorella di Litopirga figliuola di Desiderio per darla per moglie à Carlo suo secondo figliuolo, accioche con quel mezo ogni rancor fra quei Prencipi si spegnesse; la quale nondimeno non molto dipoi, che che se ne fusse la cagione fu da lui repudiata, in luogo della quale egli prese Hiltegarda figliuola d'Histeprando duca di Sueuia, & di Rugarda Bauara dōna nobilissima. Ma quattro anni doppo la morte di Pipino morì Carlo Mano, & rimanendo doppo la sua morte Signor del tutto Carlo suo fratello giouane all'hora di anni venticinque, & per la singular cura del padre ben ammaestrato nelle buone lettere, & honorati costumi da Paulo Pisano huomo dottissimo di quei tempi; comandò vna Dieta à Vormatia, doue interuennero i primi baroni de i suoi Regni, & gli Ambasciadori dell'Imperator, & del Papa; & di quiui si mandò ambasciadori à Thessalone à trattar qualche buona concordia. Gli Ambasciadori mandati fecero cosi buon frutto, che lo disposero à sotto mettersi al giudicio della Dieta; Thessalone si riconcilia con Carlo Magno. & però riceuuto in gratia, & hauendo dati dodici hostaggi à Carlo, le lor cose si quietarono. Ma di poi essendo Carlo di natura inclinato alla guerra, per ogni cagion, che se [...]gne ne [Page 23] porgesse, si risolué di far l'impresa contra Desiderio Re de i Longobardi: Quando i Principi voghono ricoprir le cagioni delle loro imprese, non mancano loro scuse apparenti. Guerra determinata da Carlo Magno contra di Desiderio Re de Longobardi, & per quali cagioni. Qualifussero le vere cagioni di quella guerra. Desiderio ingiuriato. la ragion della quale (tanti bei colori sanno trouar i Prencipi à i lor disegni) pareua esser fondata sopra due capi. Vno, perche Desiderio era molto nemico alla crescente riputatione de i Papi di quel tempo. Et l'altro, che gli Imperadori Greci temeuano la potenza de i Lombardi, & de i Franzesi: & desiderando, che fra loro si battessero, accio che le cose, che l'Imperio haueua in Italia fussero piu secure ci spronarono Carlo, il quale per se stesso era inclinato à quella impresa; & volendo però esso dimostrar di tener protettion della Chiesa, & dell'Imperio, haueua quelle apparenti ragioni di muouer l'armi. Ma'le vere cagioni, che penetrauano piu adentro erano, che lui giudicaua (& non in vano) che se Desiderio hauesse hauuto alcun vantaggio sarebbe stato il primo egli à muouerle, si per appetito d'honore, come per abbassar vn emulo cosi grande: oltra che ei portaua odio à Carlo, per il ripudio della figliuola Irmogarda. Hora essendo ben Carlo consapeuole dell'animo del Re Lombardo verso di se, & dolendosi, che da lui fussino stati riceuuti i figliuoli di Carlo Mano suo fratello, & altri partiali huomini grandi, & sostenuti, & subornati à muouer tumulti, & seditioni nei suoi Regni. Ragunando vn nobil Parlamento de i suoi stati, propose la cosa in publico, per il che essendo varie le sentenze de i padri, al fine furono quasi di tutti di parere, che non si douesse cosi alla cieca muouer vna guerra di tanta importanza: non apparendo loro, La guerra de i Longobardi non piaceua à i Baroni di Carlo, & le cagioni. Il Papa, & l'Imperadore primi colori, & confortatori della guerra Longobarda. che da Desiderio s'hauesse da temer di nessuna forza, & che tutto quel, che ei potesse sopra di lui guadagnare, tornerebbe piu à profitto dell'Imperio, che loro: ma poterono al fine tanto [Page 24] i prieghi de gli Ambasciadori Imperiali, & di quei del papa ben consapeuoli della mente di Carlo, ch'egli fermatosi nel suo proposito ottenne pur poi largamente la buona volontà di tutti gli Ottimati in conformità del suo desiderio. In modo, che essendosi auuiato all'Alpi con vn buono essercito, che di gia era in ordine, & quelle hauendo superate, espugnati i nemici à ciascun passo per le Cinisie, & per le Cottie, ò di Gioue passò in Italia menando seco Bernardo suo zio huomo valoroso. Et di poi hauendo rotti in piu luoghi gli esserciti del nemico assediò lui con la moglie, Assedio di Pauia. Carlo à Roma. & con i comuni figliuoli in Pauia, doue hauendolo ristretto con forte assedio; lasciatoui capi sufficienti per seguitar l'impresa, egli se n'andò à Roma à far riuerenza al Papa: nell'arriuo del quale fu da i Romani riceuuto come vn Angelo dal cielo, Honori conferiti à Carlo. Papa Adriano. come ancora da gli Ambasciadori dell'Imperio, & da esso Papa; & però fu fatto Patritio, Tribuno, Consule, & Dittator perpetuo: Hauendo conuocati all'hora Adriano Papa cento cinquanta tre Vescoui, da i quali fu vnitamente giurato in sua mano, che nessuno da quel giorno innanzi non sarebbe Vescouo di Roma, Nota questo atto. ò di altro luogo de i suoi Regni, se non colui, che fusse appuntato da Carlo, ò da i suoi successori: la qual vsanza, Nota questo tempo. Nota questa vsanza. & giurata fede fu di poi osseruata insino ad Henrico quarto in questo modo: Che morto il vescouo si mandauano gli ornamenti Episcopali: cioè il pastorale, & l'anello all'Imperadore, & colui à cui esso gli donaua, s'intendeua che fusse pronuntiato Vescouo: In modo, che le corti de gli Imperadori abbondauano all'hora d'huomini di lettere, & di chiesa come fa hora quella di Roma. Alcuni scrittori hanno lasciato, che Carlo menasse la moglie à Roma, & ch'egli [Page 25] ve'n'hauesse vn figliuolo, il quale fu poi pur in vita del padre Re d'Italia; & che similmente ei menò seco il Bauaro Thessalone con la sua moglie Litopirga, Pipino figliuolo di Carlo nato in Roma. la quale anche vi partorì vn figliuolo, il qual dal Papa pur battezzato fu detto Theodone. In quel tempo seguitandosi l'assedio di Pauia furon vinti, & fatti morir alcuni Duchi Lombardi, Rudegaudo del Friuli, & Roberto nella valle di Trento, & altri huomini illustri di quella natione. Però ritornato Carlo à quello assedio, & soprafatto Desiderio dalla fame, Desiderio vinto con la fame, & col tradimento de i suoi: & è futto prigione con la moglie, & con le figliuole. Adalogiso figliuolo di Desiderio solo della Reale stirpe scampa in Grecia. Adalogiso costantissimò contra la sua ingiuriosa fortuna. Oppinione che' s'haueua dellà cagione delle disgratie di Desiderio. & circondato dal tradimento d'alcuni suoi, venne insieme con la città nelle mani del nemico con tutta la sua famiglia; scampando di tanto pericolo con nō piccola marauiglia delle genti Adalogiso suo solo maschio; il quale fuggito in Grecia all'Imperadore, da lui fu raccolto con degna, & conueniente commiseratione del suo stato, & della sua disgratia; & accioche lui, ch'era nato alla speranza della Corona, non stesse del tutto priuato di qualche degnità; l'Imperator l'ornò del grado del Patritiato, ò Prothospatario ilqual grado è secondo nell'Imperio; & cosi egli senza voler altrimenti rinouar prole alla ingiuriosa fortuna si morì in quell'vfficio senza maritarsi. Desiderio in tanto con la moglie, & con le fagliuole mandato à Liegi, & separatamente tenuti sotto stretta, & secura guardia diedero con la morte loro vn miserabil fine alla Realissima stirpe di quei Re; essempio noteuole della riuolutione della fortuna. Credendosi da molti, che quelle miserie auuenissero à Desiderio per hauer egli molte volte dispregiata la fede data al Papa, il quale gli era stato cagione, che dal Ducato di Thoscana egli haueua ottenuto il Regno; & per [Page 26] hauer piu volte messo sotto sopra l'Italia per la sua ambitione. Et cosi hebbe fine il Regno de i Longobardi in Italia doppo dugento trenta due anni, La fine del Regno de i Lougobardi. La Cognata & i nipoti di Carlo m [...]gno fattiprigioni. che v'haueuano cominciato à regnare. Carlo hauendo anche in quei giorni presa Verona, & quiui hauuti nelle mani Anthario di Franconia, & la moglie di Carlo Mano, & i figliuoli, gli mandò tutti in Germania sotto buona guardia; & volendo ordinar quella prouincia habitata da essi Longobardi di gia con gli antichi Italiani per la piu parte mescolati, con leggi conuenienti; & considerando, che non era possibile spegner però del tutto le popolationi di quella gente hormaifatta Italiana; si contentò, che tutto quel paese, ch'essi prima haueuano occupato fra l'Alpi, Qual sia detta Lombardia. & l'Apenino, & i confini della Flaminia, hoggi detta Romagna fusse chiamato con vna sola voce Longobardia, che poi noi per commodità della pronuntia habbiamo detta Lombardia; & diede loro ordini propij accioche' fussero gouernati con buona giustitia; gratificando nondimeno il Ducato di Spoleto, & quel di Beneuento ad alcuni della medesima natione, Quali prouincie fussero date al Papa. Romagna Prouincia, perche eosi detta. Tassano Carlo d'inhumanità verso i vinti d [...]lla Reale stirpe de i Longobardi. da i quali non s'era ancor veduto nessuno atto nemicheuole; & al Papa confermò tutto quello, che da Pipino era stato donato prima, cioè Rauenna, la Marca d'Ancona, Vrbino, & tutta quella parte, che gia fu detta l'essarcato; & volse che per honor dell'Imperio, ò in gratia de Romani, la Flaminia fusse detta Romagna; cosi hauendo Carlo domata & ridotta à nulla quella di gia potente natione, & soggiogata tutta quella parte d'Italia se ne ritornò in Francia, & in Germania trionfante, lodato molto, & non à torto, se nō che' par pure, ch'egli hauesse douuto esser piu benigno verso le figliuole di Desiderio; il che se hauesse fatto, gli [Page 27] sarebbe stato senza dubbio d'ornamento singulare fra tutte l'altre sue giuste lodi; come che ei paia, Tassano Carlo d'inhumanità verso i nipoti. Nessuna eo sa puo piu ne i petti de i principi, che'l desiderio di regnare. Sassoni nemici. Saracini di Spagna nemici. Carlo in Hispagna. Rotta di Roncisualle della quale tanto si vae fauoleggiando. che non poco ancora ei denigrasse della sua gloria per hauer priuati del tutto i nipoti figliuoli del fratello dell'heredità paterna; tanta forza ha ne i petti humani il desiderio di regnare. Ma non si restò egli in Germania molto quieto, percioche egli hebbe molte guerre contra i Sassoni assidui nemici, & contra il Prencipe loro Vitechando gia mosso à i danni de i suoi Regni quando egli era in Italia; & contra gli Spagnuoli ancora, essendo nel suo tempo occupati quei nobilissimi Regni per la piu parte dalla nation Saracina; nientedimeno in tutte queste guerre ei riusci vittorioso, & degno di quello, & di maggior Imperio; quantunque nel fine di tali imprese ei ne riceuesse vn danno assai notabile; conciosia, che doppo, che egli hebbe superati i Pirenei, la Nauarra, & ogni altra prouincia sino all'Hibero, facendo rouinar per tutto le mura delle città, nel ritornar in dietro fra i Pirenei fu assaltata, & rotta da i popoli del paese vna parte del suo essercito doue morirno virilmente combattēdo Echardo Ciamberlano, Anselmo capo della sua guardia, Rolando gouernator di Brettagna, & Hamo di Bauiera con altri non pochi huomini nell'armi illustri; la quale strage però fu ricompensata col parto in quei giorni di Lodouico suo figliuolo, Lodouico nasce à Carlo nato con vn altro in vna portata da Hildegarda sua moglie, il quale pur bambino si morì. Da questa strage riceuuta fra quei monti nella valle forse, ch'hora fi dice Roncisualle, hanno preso di poi il soggetto i Poeti de i nostri romanzi di fa uoleggiar po [...]tando cose piu tosto ridicule che vere, come che qualch'vno d'essi ancor in cose vane habbia dimostro largamente l'eccellenza [Page 28] dello ingegno propio. Carlo di nuouo in Italia. Non molti anni di poi Carlo passo ancora in Italia, & à Roma, per vdir gli Ambasciadori di Leone Imperadore, & di Irene Imperatrice d'Oriente; doue hauendo menati i suoi figliuoli maschi, & femine, promesse Ruthruda la maggiore à Costantino loro primo genito, & successor nell'Imperio. Ma percioche gia s'appressaua il principio de i mali, ch'auuennero à Thessalone Principe di tutti gli antichi, & nobilissimi della Germania quasi solo rimasto grande, Cagicni per le quali Thessalone s'aliena da Carlo. & potente, & che dominaua à i Bauari, i quali in quel tempo occupauano molto maggior parte di quella Regione, ch'hora non fanno: & trouandosi ricchissimo, gonfiato di vana, & superflua ambitione, & spinto da Litopirga sua moglie figliuola (come s'è detto) di Desiderio Re, à vendicar l'ingiurie fatte al padre gia morto nella prigione, & alla infelice di lei madre, & grandemente ingiuriata per il ripudio della sorella Irmogarda cominciò egli à dar fede à gli adulatori, & à gli huomini inquieti, & ad alienarsi in vn certo modo dall'amicitia, & dall'amistà di Carlo. Discorrendo fra di loro, che si come Carlo Martello prima: poi Pipino s'haueuano leuati à poco à poco dinanzi tutti coloro, i quali gli poteuano esser ostaculo alla lor grandezza: cosi anche Carlo seguitando le vestigie dell'auolo, & del padre farebbe vn dì non meno verso di esso Thessalone, che s'hauesser fatto quelli verso i parenti loro, & verso il Re Hilderico: onde egli era tempo di risuegliarsi innanzi, che le forze de i Bauari mancassero, ò che gli animi loro fussero corrotti dall'astutia, & da i doni di Carlo, il quale se essi volessero esser huomini, & ricordarsi del loro antico valore, & considerar la potenza lor presente: non hauerebbe gia contra di [Page 29] essi quel vantaggio, che si credeua; & tanto piu, che la sua potenza essendo per la piu parte violenta, Vane imaginationi. egli non poteua far gran fondamento sopra i popoli delle prouincie acquistate; percioche esse nationi gli sarebbero nemiche pur che si trouasse qualch'vno, che desse principio à cercar armata mano di liberarsi da quella seruitù, la quale sotto nome d'vna palliata amicitia teneua esso Thessalone, & la nation Bauara in vn continouo timor delle cose comuni. Con queste, I Principi poco saui si lasciano consigliare spesse volte al poggio. & altre simili maniere di procedere prouocando il poco sauio Principe lo trassero nell'opinion loro; onde ei fece lega con gli Vngari, & con gli Auari popoli nemici dell'Imperio, & della Religion Christiana; & cerco di spegner alcuni; ch'ei sapeua esser d'oppinion contraria à cosi fatti maneggi; Vn buon con sigliere mal volentieri sarà sopportato da i molti cattiui. Ambasciadori del Bauaro à Roma, contra di Cnrlo. fra i quali Athone Vescouo di Frussinone era per tal cagione odiato grandemente da Litopirga, & per amor di lei dal marito ancora; ma accioche la loro impresa hauesse qualche color ragioneuole; Mandò il Bauaro quando Carlo era à Roma due Ambasciadori al Papa, l'vno Arnone vescouo di Saltzburg, & l'altro Henrico Abbate Menense, accioche essi accusassero Carlo al Papa come principe sospetto, & che esso apparecchiasse gia l'armi contra i Bauari, come huomo, che insuperbito dal successo felice delle cose passate, non si curaua anche di rispiarmar Thessalone suo cugino, Querele de i Bauari. che sempre gli era stato amico; & che i Bauari benche mal volentieri prendessino l'armi contra di coloro, i quali altre volte haueuano con molta lor gloria aiutati; niente dimeno per difender l'honor della lor natione, le lor donne, i figliuoli, & le lor sustanze, cosi prouocati dall'ambition di Carlo, non resterebbon di difender le cose loro, come ben si conueniua [Page 30] all'honor della lor natione. Dimandando percio Thessalone al Papa, che lui voglia come padre comune essergli buon consigliere, & fauoreuole nella sua causa tanto necessaria, & tanto giusta. Le quali cose vdite da Papa Adriano, & conferitele con Carlo presente, gli fu da lui risposto, che tutto quel, che Thessalone gli haueua fatto intendere, La moglie di Thessalone fu cagione della rouina del marito. à lui era nuouo; ma, che ben credeua, che quel giouane Principe fusse stato corrotto dall'altrui maluagio consiglio, & da quel della moglie; & che percio quando cio far si potesse, ch'ei si riducesse in ceruello, egli per la sua parte rimetterebbe ogni cagion di differenza in esso Adriano, & nel sagro suo Senato. Hauendo però da Carlo riceuuto Adriano libero arbitrio per la sua parte di assettar quelle differenze; rimostrò à gli Ambasciadori quel, che pareua à lui, che far si douesse; i quali dicendo, che non haueuan cō messione di fermar alcuna cosa, & che senza espressa commessione del lor Principe non si poteua parlar d'alcun certo accordo. Il Papa all'hora conoscinto per le loro cauillationi l'inganno, & che in effetto eglino erano stati mandati non per altra cagione, che per calunniar Carlo; onde e' paresse poi à i popoli il principio della guerra, che s'era per muouere giusto, & necessario; diede loro questa risposta.
Risposta, & protestatione di Adriano Papa à gli Ambasciadori del principe Bauaro. Quali sieno i frutti delle guerre. ‘Andate, & rispondete al vostro Duca, che osserui la fede promessa à Carlo, accioche cosi come egli è mal consigliato, s'ei cercherà d'impedir Carlo Christianissimo Principe dalle guerre in seruitio della Religione per tirarlo à combatter co i medesimi Christiani, lo auuertiamo, che le forze fatte alle vergini, la vergogna delle maritate, la rouina delle città, i saccheggiamenti de i popoli, la distruttion de i templi, il dispregio della Religione, & tutti gli altri pericoli publichi, & danni propij, frutti delle guerre [Page 31] torneranno sopra il capo suo, permettendolo Dio ottime massimo, & noi pronuntiandouelo; percioche egli non andra senza pena debita delle sue male opere, & cattiui persieri.’
Con tal commessione licentiati gli Ambasciadori ne furon rimandati poco contenti à casa. In tanto speditosi Carlo da Roma, Carlo ritorna in Germania. Dieta di Vormatia. se ne passò ne i suoi Regni, doue per metter ordine alle cose di Thessalone ei comandò vna Dieta à Vormatia; nella quale, oltra gli ordinarij Principi, vennero gli Ambasciadori de i Daci, & quegli degli Auari per riportarne qualche honesta condition di pace per le lor nationi; & hauendo Carlo col comun consenso di tutti fatto citar Thessalone, non volse lui comparire, nè ancora pur rispondere, nè scusarsi in parte alcuna; tirando, & nominando in quel tempo Theodone suo figliuolo per compagno nell amministration dello stato, Contumacia di Thessalone. & apparecchiandosi alla guerra. Carlo conoscendo homai che s'haueua à venir alle mani; & percio deliberando d'essere il primo innanzi, Prouidenza necessaria di Carlo in preoccupar il nemico ne i suoi paesi con la guerra. che il Bauaro fusse del tutto proueduto, mandò contra i Bauari dalla banda del Danubio Carlo suo figliuolo con vno essercito di Franconi, Sassoni, & di Thuringi; & Pipino vn'altro figliuolo con vn'essercito d'Italiani fece venire dalla patte di Trento, occupando à i Bauari quella città, & la maggior parte di quella valle; & esso Carlo con vn'altro essercito dalla parte doue con la Bauiera confinano i Sueui, & i Suizzeri spinse auanti à i danni dell'inimico. Thessalone adunque vedendosi circōdato da tre esserciti, & forte stretto, & conoscendo ancora i suoi popoli non proceder seco di buono animo, Instabilità de i popoli. ma piu tosto fauorir à Carlo, & che' lo cominciauano ad abbandonare; per preuenir il soprastante pericolo, volse de i molti [Page 32] mali eleggere il minore; Rimedio necessario. & però postposte le speranze della guerra, se ne passò nell'essercito di Carlo come supplicante, & confessando d'hauer errato domando perdono; presentandogli in segno d'humiltà, & di suggettione vna imagine cō vno scetro d'oro in mano, la qual rappresentaua la Bauiera; rimettendó nella sua clemenza se medesimo, Benignità di Carlo. la moglie, & i figliuoli. Carlo percio mitigato, considerando il pentimento del giouane, & che pur egli stretto parente gli era, gli perdonò liberamente, & gli lasciò ancor libero il suo stato; riceuendone nondimeno tredici hostaggi, l'vno de i quali fu Theodone suo figliuolo, ilquale noi di sopra habbiamo ricordato. Ma in questo tempo, Greci inuidiosi muouono contra de i Franzesi. che Carlo era occupato in Bauiera, i Greci gia molto inuidiosi della grandezza de i Franzesi mossero la guerra in Italia à i loro amici, i quali sotto la guida d'Ildebrando Duca di Spoleto, & di Grimoaldo Duca di Beneuento scacciarono per tutto i Greci con grande vccision di quella natione. Hora hauēdo accordate Thessalone le sue differenze con Carlo, ei si rimase nel suo stato; hauendo in tanto Carlo licentiati gli esserciti si ritirò piu adentro nella Francia; in modo, che essendo gia vicino il Natale di Nostro Signore, ei si fermò per quelle feste con la sua Corte in Ingelhaim luogo vicino à Maganza à dieci miglia. In questo luogo è stata oppinione di alcuni, ch'ei fusse nato; ma cio per poca certezza, Oppinioni del doue Carlo Magno fusse nato. se non per coniettura; conciosia che Carlo vifece di bellissimi edificij dilettandosi della situation del luogo; come altri anche si persuasero, che ei non fusse nato altroue, che in Brabante, perche quiui hauessero regnato tutti i suoi antecessori; ma come s'è detto nacque egli à Carolosburg in Bauiera, & si stima che fusse nutrito di [Page 33] poi ad Ingelhaim. Ma Thessalone ritornato in Bauiera, & à Ratisbona sua principal residenza libero (secondo lui) da quel presente pericolo di guerra; & però fuori di paura; Thessalone ritorna di nuouo ne i suoi pensieri erronei.hauendo chiamato poco tempo di poi vn Parlamento de i suoi suggetti, fece loro vna cosi fatta oratione.
Note: Oratione di Thessalone à i suoi popoli. ‘Io dal principio del mio Principato sino à questo giorno (fedelissimi compagni) & giorno & notte con ogni mio ingegno, & forze, & buon desiderio mi sono ingegnato d'impetrar da Dio gratia, che tutto quel, ch'io fussi per fare, fusse per profitto, & piacer vostro; Parendomi che colui è solo buon capo degli altri, il quale il tutto gouerna à profitto comune. In modo, che [...]l [...]i procaccia la pace, la quiete, & la tranquillità à i suoi suggetti à se medesimo procura le sollecitudini, la fatica, i pericoli, il sudore, & le vigilie, cose veramente sostentate non da altro, che dal desiderio della gloria. Vfficij del Principe per i quali egli è ordinato da Dio. Et per questo per dir il vero sono i Principi nel mondo dal sommo Principe del Cielo ordinati, quasi in terra suoi Luoghitenenti; & è permesso anche che sieno chiamati Iddij, poi che per vn certo fatale ordine e' par, che in lor poter sia il donar le ricchezze, & le grandezze mondane, non si riseruando per sestessi altro che l'honore, & la gloria delle loro attioni. Ma io mentre, ch'io mi sono affaticato in complir tutti questi vfficij conuenienti ad vn Principe giusto, con ogni mia diligenza, & ancora con pericolo della vita mia, & de i mieifigliueli, solo per giouar à voi, io mi trouo (misero me) per la sceleratezza d'alcuni pochi tradito, & abbandonato; per il che io ho conosciuto esser verissimo, che il ferro per necessità ancor si spezza. Et cosi io non volendo sottoper voi à gli vltimi pericoli della guerra sono stato sforzato d'accordar le cose mie, anzi pur le vostre, il meglio, ch'io ho potuto. Considerando nondimeno, Si scuopre di voler pensar à nuoui dissegni. ch'à Dio dispiacciono i giuramenti forzati, i quali ancora dalle leggi son dichiaraeti vani, & di nessun valore. Ma che piu? Debb'io percio abbandonar voi, le donne vostre, i figliuoli vostri, [Page 34] & le vostre facultà con tutte le quali cose voi da Dio mi siate stati dati in custodia? Certo gia non farò io tal cosa, & non sopporterò, Parole per cattar beneuolenza. che quei fedelissimi suggetti, i quali dal Culo mi sono stati dati in gouerno se ne vadino in seruitù delle straniere nationi, & dell al [...]ui ambitione, certo questo non sarò io gia mai; nè gia mai vi abbandonerò, anzi piu presto sopporterò di per [...]r dieci figliuoli, la libertà, & ogni piu cara ricchezza hereditata da i miei maggiori, se pur al mondo l'huomo alcun'altra piu cara ne possiede, & la vita propia finalmente, ch'io sopporti, che voi riceuiate alcun torto da gli insolenti nostri comuni inimici. Et non s'ha gia da dubitar (siate pur certi) del fin dell'imprese nostre, se voi vorrete hauer l'animo, & le forze vnite meco per vostra diffesa, come l'hauerò io sempre per la vostra protettione. Intende degli Vngari, & degli Auari suoi confederati. Noi habbiamo ricchezze assai da mantener gli esserciti; habbiamo in lega con noi armigere nationi, & bellicose, alle quali à gran pena potranno resistere nel primo affronto i nemici nostri, se vnitamente noi ci ponghiamo in ordine. Voi adunque carissimi fratelli, & amici ricordandoui, che da Dio, & dal diuo Haimerano protettor della nostra patria appresso di lui nel Cielo hauete da riceuer ogni fauore, ritornate alle case vostre con gli animi quieti, & tranquilli; percioche io nel resto prouedrò bene, che voi possiate goder vna lunga, & tranquillae pace à voi stessi; & alle famglie vostre.’ Licentiato il Parlamento; da i popolari furono riceuute le parole del Principe loro con bonissimo animo, parendo lor, Altro è il giudicio della plebe, & altro quel de i nobili. che lui solo fusse stato virile, & forte, & che in somma ei fusse stato da tutti ingannato, & abbandonato; ma i piu considerati, & piu prudenti huomini altrimenti l'interpretauano; come quegli i quali gia si persuadeuano di conoscer à quale scopo dissegnasse di peruenir Thessalone; & però non piaceua lor punto la guerra piu, che la pace pur all'hora con fatica impetrata; & tanto meno perch'essi conosceuano, & sapeuan meglio [Page 53] misurar le forze dell'uno, & dell'altro Principe. Ma non hauendo nessuno ardir di rispondere in contrario; Quei sudditi, che non possono contradire al principe in aperto gli proccurano contra insegreto, qua [...]io non sieno ben [...]isposti verso ai lui. Thessalone poco accorto. Perfidia de i Bauari contro il principe loro. Oratione de i Bauari innanzi à Carlo. I Bauari inducono necessità à Carlo di leuar Thessalone di gouerno. Mostrano che Carlo hauesse alcuna certa maggioranza sopra la Bauiera. hebbero nondimeno animo di rar intender segretamente il tutto à Carlo, il quale si ritrouaua pur ancora ad Ingelhaim; per il che ei fece subito congregar in quel luogo vna Dieta tanto di Principi, & mediocri, ecclesiastici come de i temporali, nella qual Dieta andarouo ancora Thessalone, & Litopirga sua moglie, non sapendo pūto à che fine la fusse stata chiamata; & doue an che fu comandata di douer comparir vna legatione in nome del comune della Bauiera; I capi della quale essendo introdotti nel Concilio co i compagni parlarono in questa maniera. ‘Noi non siamo tanto impudenti, ne tanto ostinati, ò Padrisapientissimi, che noi vogliamo negare à guisa d'huomini sfacciati quelle cose, che soa piu chiare, che'l sole, si che ad ognuno son manifeste. Di questo tanto preghiamo noisolamente questo sacro santo Senato, che i peccati de i pochi non sieno attribuiti all'uniuersale; essendo, che la maggior parte për insino ad hora sirimane incorrotta: Gli huomini della qual parte mentre, ch'hanno desiderio di resistere, & di ritrarre in dietro la corrottione de gli altri, sono stati à gran pericolo di perder la vita, & i beni. In modo, che ancora per l'auuenire se le cose s [...]guiteranno cosi, ò che essi saranno sforzati ad accrescer con le lor persone il numero de i contumaci, & de i reprobi, ò ad andarsene in essilio priui, & spogliati d'ogni lor facultà; abbandonando la patria, le mogli, & i figliuoli; ò vero con essi cari pegni della natura andar peregrinando per l'altrui contrade scoperti all'ingiurie, & all'insidie della lor nemica fortuna; Poi, che hoggi fra noi si stima esser piu sicuro il mancar di fede à quel Re, che cifu dato dal Cielo, che seguitarlo, amarlo, & riuerirlo. La Pace s'e bandita dalle nostre paterne sedie, l'armi s'apparecchiano; co i comuni, & crudelissimi nemici della religione, & della natura s'e [Page 36] fatta confederatione; & à gli amici, & à i bene meriti si menacciaguerra; & i beni di ciascun huomo buono in sommagia son posti in compromesso Che si ha da far adunque? Dio solo il cognosce. Accusa manifesta. Di tutti questi mali presenti, & d'auuenir à noi infelicissimi è cagione lo stesso nostro Duca Thessalone. Ma che? noi ci vergognamo à dirlo, & pur dir lo bisogna; La colpa si rigitta sopra di Litopirga. Che Litopirga sua moglie, donna inquieta, vendicatiua, & di animo insolente infuriando è cagione di tutti questi disordini. Per li di costei conforti ha il nostro Duca rotto gia piu volte la data fede; per costei ha egli fatto lega con gli Ʋngari, & con gli Auari della fede Christiana, & di noi nemicissimi, & però sitibondi del Christian sangue; Per costei gli ha egli concitati con strano essempio contra di voi Carlo pietosissimo principe; Per i consigli di costei sono stati perseguitati gli huomini giusti sino alla morte, & senza lor colpa; poi, che tutti i buoni ancora sono stati cōtrari à i di lei peruersi consigli; & tanto di gia è trascorsa la cosa innanzi, che nell'ultima cōcione della nostra prouincia, non libera gia (come esser soleua) matutta sotto posta all'autorità del poco saggio Duca, & alla perfidia dell'odiosa Donna, Modo di essa sperare, & di concitar ad odio. habbiamo vdito con l'orecchie nostre propie esser meglio perder dieci sigliuoli che rimaner sotto l'ubbidienza del Re, & esser tenuto in scruitù; cosi chiamano essi vn giusto imperio.’ Hauendo gli Ambasciadori de i Bauari parlato cosi fatte cose, & in tal senso; & non potendo Thessalone per il vero risponder loro, & però quasi conuinto tacendosi, & sospirando i suoi errori, fu per ordine del Re, & col consenso del Concilio recitata la legge Salica; Legge Salica. Chirompe la fede al Principe è reo di pena capitale. per la quale si dichiara che ciascuno, che rompe la fede al Principe, & che faccia alcuno accordo con i comuni nemici sia degno di pena capitale: & per la legge fu condennato nella vita Thessalone, & la Bauiera applicata alla Corona: La qual sentenza essendo solennemēte publicata; Eccoti, che'l misero Principe Thessalone lasciandosi [Page 37] cader ginocchioni dinanzi à Carlo lo supplica nel miglior modo, Humiltà di Thessalone. che lo spirito della necessità gli detta per impetrar la vita. Carlo adunque facendolo leuar dritto gli dimandò, che cosa ei si disponeua di far, se gli fusse donata la vita; Et esso, mi contento (disse) & riceuerò in somma gratia d'esser lasciato viuere in vn monasterio di Monaci, doue io sia lontano da ogni ambitioso desiderio à pianger i miei peccati; Onde Carlo mosso à pietà di lui, concessali la gratia, lo fece radere, & vestir da Monaco nel monasterio di san Nazario nel territorio di Vormatia, Thessalone priuato dello stato, & fatto monaco. & nō senza vna cōueniente commodità hauuto pur rispetto al suo primo stato; nel qual luogo mutando egli costumi, & i suoi soliti desiderij (come volse Iddio, i cui giudicij à noi sono ascosti) visse, & morì in tal modo di poi, Thessalone mori santamente. Theodone suo figliuolo fatto prete. Fine della stirpe nobilissima di Bauiera. Litopirga fatta monaca. I peccati de i cattiui consiglieri nō trouano pena sufficiente per il gastigo loro. che sin'ad hora s'ha non piccola oppinione, & diuotione nella sua santità fra quelle gē ti: Theodone suo figliuolo ancora forse indegno di tal sorte fu fatto prete, & fra i preti fatto habitare, doue anche si morì senza prole, accioche il figliuolo patisse la pena procacciatagli da i suoi poco prudenti genitori. Et cosi hebbe fine quella nobilissima stirpe, chiara fra tutte l'altre della Germania, per colpa d'una Donna guidata sol dall'appetito dell'ambitione, & della vendetta. Et la scandalosa Litopirga cagion d'ogni male fra le monache fu confinata, & come ben la meritaua strettamente tenuta, accioche vn luogo serrato fusse la sua stanza, poi che tutta la Bauiera non l'haueua potuta capire; & i tristi lor Consiglieri furon mandati in essilio; pena troppo leggieri certamente à quelli, che col peruerso consiglio guidano i lor Principi ne i pericoli, & nei biasimi; stimar douendosi vn tal peccato degno d'ogni aspro gastigo, cosi come i consigli loro son cagion [Page 38] d'infiniti mali. Di poi mandò Carlo persone honorate à prendere il possesso di Bauiera; essendo lor dato il giuramento quasi, che à gara da quei popoli; La Bauiera sotto Carlo. Nell'essecutione delle quali cose parue, che in Carlo apparisse non minor ambitione di accrescer i suoi Regni, che di fortificaruisi con la sicurtà di si nobil prouincia; perche si conobbe piu in lui la seuerità della legge, Ambitione di Carlo. che la pietà, che richiedeua la loro stretta congiuntion di sangue; della quale, se non si poteua tener conto col padre, se ne doueua hauer al meno con l'innocente figliuolo, come non atto per la sua giouentu à conoscer la grandezza di quei pericoli; & però non lodcuole in questo (s'io non ni'ingāno, come non fu anche nel caso delle figliuole di Desiderio da me ricordate, & innocentemente afflitte, pur sorelle di Litopirga. Qual sia il costume de i Principi. Ma qual' è quel Principe, il quale non sia molestato dal desiderio di maggior dominio? o che non stimi superchio ogni sospetto benche minimo dell'altrui valore, ò grandezza? Ma certo di Thessalone par, che fusse vn grandissimo errore, quando ei non seppe misurar le forze propie, Poco giudicio di Thessalone. & quelle di Carlo; ne meno, che non seppe considerar la fede, & la volontà de i suoi popoli, nè quale speranza ei potesse hauer in loro; Quando vn Principe vuole intraprendere alcuna impresa ei debbe saper misurar le sue forze, & quelle di colui che ei si troua per inimico. le quali cose debbono esser da qualunque Principe bene essaminate sempre innanzi, che cosa alcuna di grande importanza ei debba intraprendere. In questo mezo gli Vngari, & gli Auari (come prima haueuano accordato con Thessalone, furono in arme, & vna parte di loro assaltò l'Italia dalla parte del Friuli; & l'altra la Bauiera. Ma da Gramatio, & da Odoacre Luoghitenenti di Carlo furon le lor genti rotte, & disperse si, che furono sforzati per vēdicarsi di rifar nuoui esserciti, & vnitamēte assaltar di nuouo la Bauiera; [Page 39] Ma ancora la seconda volta furon rotti in tal maniera, che la maggior parte ne furon tagliati à pezzi, & molti nella fuga s'annegarono nel Danubio, onde pochi si ripatriaro no con molta lor vergogna. Doppo queste cose parendo bene à Carlo di trafferirsi in Bauiera ragunò in Ratisbona il Concilio di quella natione, doue nessuno ricusando andò à prestar il giuramento di fedeltà; & perche egli conobbe, che quella prouincia poteua esser vn certo, & sempre stabil propugnacolo contra gli Vngari, & Auari, vi lasciò vn grosso presidio con Geroldo Sueuo suo cognato Capitano, & gouernator della Prouincia; come quello, che meglio poteua esser amato da quei popoli, per esser anch'egli figliuolo di: Hildebrando Duca di Sueuia, & di Rugarda Bauara gia da noi disopra ricordati: essendo accadute queste cose intorno all'anno settecento ottanta otto; non si douendo gia lasciar indietro di dir alcuni prodigij auuenuti in quei tempi; Prodigij. imperò che in Germania mancò il sole; piouue sangue; fontane di sangue furono vedute vscir della terra; apparuero nelle vesti di molti huomini le croci; in alcuni luoghi essendo l'aria serena, caddero dal Cielo pezzi di legno; & molti altri segni furon veduti, i quali si lasciano à dietro per non esser prolissi, & per non voler noi dar à creder altrui, che l'historia consista piu nella narratione di simili cose (come che le fussero ancor naturali, che ne le operationi de gli huomini. Di poi contra i Sassoni si rinouò la guerra, percioche ogni anno e'si ribellauano, & non mancauano loro i capi à i lor desiderij, i quali hauendo data vna rotta alle genti di Carlo, e'furono assaltati poco doppo da lui con tanto impeto di guerra, che vinti, & fracassati ei ne fece morire (oltra la strage fattane in cā pagna, [Page 40] anche à sangue freddo in vn giorno, Carlo si vendica bene de i Sassoni. Morte di Hildegarda. & in vn luogo quattro mila cinquecēto. Mori ancora in questo anno Hildegarda sua moglie, alla quale egli fece l'essequie alla grandezza, & all'amor d'ambidue conuenienti, & proportionate. Poi ritoruato alla guerra Sassonica con la sua solita felicità afflisse grandemēte quella natione; & circa il fine della guerra morì Berta sua madre; Morte di Bertha. Fastorada mog [...]ie di Carlo. onde Carlo maritò Fastorada figliuola di Ridolfo Principe di Franconia; doppo le nozze della quale egli se ne tornò verso la Sassonia alle reliquie di quella guerra, nella quale egli haueua ancora per inimici i Frigioni, & i Westfali; ma egli con duoi esserciti, gouernandone lui l'vno, & l'altro Carlo suo figliuolo n'ottenne vittoria dall'vna parte, & dall'altra; Ma sempre, ch'egli si ritiraua, essi ribellandosi gli dauano cagione di nuoue fatiche, Spesse ribellioni de i Sassoni. nutriti, & aiutati da i Daci, & altri popoli marittimi, à i quali non piaceua punto la sua potenza; in tanto, che l'anno sequente Carlo entrato per tutte le lor prouincie hostilmente le distrusse in tal modo, che e'bisognò, che e'procacciasse ancora à se stesso vettouaglia da paesi piu lontani; ma al fine rouinato il paese per tutto; disperati i popoli; & abbandonati i lor Principi si contentarono con miglior fede di mantener la Religione quei, che gia furon battezati, & di riceuerla quei, Sassoni riceuono la fede. che sino all'hora non l'haueuano riceuuta; & cosi si restò per alcun tempo la Sassonia in pace. Pur accioche non mancasse da pensar al suo nobile, & valoroso ingegno egli accadde, che doppo la vittoria di Sassonia si ribellò Harthorado nobilissimo signor in Franconia conspirando contra di Carlo, percio che'e pareua, che i Franconi fusser mal trattati fuor della loro speranza à contemplation di Fastorada donna partiale, Fastorada superba. & [Page 41] odiata da loro, & forse troppo amata da Carlo suo marito; accusandola d'essere imperiosa, & crudele; ma scoperta la congiura furon presi i complici tutti fuori, che tre; i quali volsero morir con l'armi in mano; Fatti adunque priuar della luce i piu colpeuoli, & poi fattigli insieme con gli altri bandire fu sopita la congiura, & oppresso il nascente tumulto di quella prouincia. Di poi nacque la ribellione della piccola Brettagna, cō tra i popoli della quale fu mandato Adolfo nobil Capitano con l'essercito, & da quello furono essi ridotti all'vbbidienza.
Hora passando alle cose d'Italia, noi ci dobbiamo ricordare, Diuisione dell'Italia. che l'era diuisa in due principali parti; cioè, che tutto quello, che si contiene dall'Alpi sino à Rauenna da vn mare; & sino al Vulturno dall'altro mare; che s'intendeua essere stato del Regno de i Longobardi, & all'hora posseduto da i Franzesi; saluo la citta di Roma con quelle parti gia dette, che furon consegnate alla chiesa; tutto il resto era de Greci; Ʋenetia libera. benche Venetia città marittima fu lasciata di mezo fra l'vno, & l'altro Imperio libera del tutto da ogni obligo dell'vna, & dell'altra potenza. Hauendo adunque Carlo pacificata la Germania; & la Francia; stimò, che fusse à lui di poco honor, & di manco sicurtà il lasciar à parte il Ducato di Beneuento sotto la medesima nation Lombarda; Nuouo appetito di Carlo contra le reliquie de i Longobardi sotto vn honesto colore. hauendo noi di sopra detto, che quello con l'altro Ducato di Spoleto furon lasciati liberi à i lor principi; Conciosiache Aregisio Duca di Beneuento molto potente continouamente trauagliasse i confini de i Romani, & del Papa. Però egli diterminò di ridur quello stato, & incorporarlo nel medesimo titolo, & Regno del nome della nation Longobarda; & tanto piu volentieri, perche gli [Page 42] pareua, che quel Principe, come armigero, & inquieto non gli potesse esser lungamente fedele; Carlo desidera discacciare i Greci d'Italia. & ancora per esser à i confini de i Greci suoi emuli, i quali haueua pensato di gia Carlo di scacciar d'Italia, nō comportando (come si dice) il Regno compagnia alcuna, à di quali se Aregiso si fusse accostato, harebbe potuto arrecar à Carlo non piccolo incommodo, & danno ancora. Onde determinata quella impresa quanto prima s'auuiò alla volta d'Italia nel mezo dell'inuerno; & in Fiorenza facendo il Natale non senza beneficio di quella Città (come si dità) passò à Roma, Carlo in Firenze, & à Roma. doue dal clero fu nobilmente riceuuto, come anche dal Senato, & doue ei si fermò per parecchi giorni. In questo mezo Aregiso Duca di Beneuento, cognosciuto, che contra di lui s'apparecchiaua tanta furia di guerra, & per cio spauentato mandò il suo figliuolo Rumoldo, & Ambasciadori honorati con doni singulari per placar l'animo di Carlo, & per promettergli ogni vbbidienza. Ma Carlo per altro begnigno, Il Papa segretamente cōsiglia Carlo contra del Duca di Beneuento. & cortese assai, auuertito dal Papa, che à modo nessuno non si douesse fidar di quello insidioso, & doppio huomo (cosi l'vsaua egli di chiamare) spinse auanti le sue genti, & ritenendo il figliuolo di colui seco, l'assaltò in tal modo, che al primo impeto gli tolse la Citta di Capua, & altri luoghi d'importanza. Poi riuoltatosi verso Beneuento ne fece fuggir Aregiso, il quale si ritirò à Salerno fortificandosi in quel luogo (tanto s'allargaua all'hora lo stato di quel Principe) mandādo nondimeno Grimoldo suo secondo figliuolo con noui doni à Carlo, & supplicādo di pace, & offerendo ostaggi, offerendosi ancora di giurar per sempre qualunque pace piu piacesse ad esso Carlo; Giuste sospetto di Aregiso. con questa sola conditione, ch'ei non fusse costretto di venir innanzi [Page 43] à lui, ne à nessun'altro Franzese. Carlo ragunato li Concilio, trouò sopra tal cosa i pareri diuersi; Percioche il Papa consigliaua, Il Papa insiste contra il nemico. che si seguitasse l'impresa sino al fine per leuarsi quel timor dal viso; gli altri prelati quasi tutti, & i baroni cōsigliauano in contrario, percioche considerauano la cosa piu difficile, che la non appariua; & che s'harebbe potuto dar non piccol sospetto à i Greci delle cose loro; Oppinione de i Prelati, & de i Baroni prudente, & ragioneuole. & cosi di quella far nascer vn'altra guerra pericolosissima à tutta l'Italia; oltra le stragi, & i danni, che ne potrebbon seguir à tutti i popoli: Onde Carlo accostatosi per all'hora al parer di questi, giudicādo, ch'Aregiso assai ben do mato, douesse mantener la fede, si cōtentò di dargli la pace, & d'accettar tredici hostaggi, vno de i quali fu Grimoldo suo figliuolo; & i doni come da amico; & giudicando il suo timor esser giusto si contentò di non lo chiamar à se; imponendogli vn tributo di venti cinque mila scudi l'anno, & hauendo ancora giurato fedeltà à Carlo i Beneuentani: Doppo quella speditione egli ritorno à Roma à tener quiui la Pasqua; doue si trouarono ancora gli Ambasciadori dell'Imperadore per cōfermar la pace, & gli accordi antichi, Confermatione di pace fra i Greci, & Carlo. da i quali ancora furono trattati alcuni matrimonij; per cio, che egli è oppinione d'alcuni scrittori, che il matrimonio della figliuola con Constantino figliuolo dell'Imperadore fusse accordato in questo presente passagio; il che se cosi fù, venne ad esser doppo la morte d'Hildegarda madre del la fanciulla; ma come si fusse, ò prima, ò poi, il ma trimonio nō hebbe effetto, nè la fanciulla non si partì gia mai dal padre. Essendosi morto in quei giorni Aregiso, Grimoldo fatto Duca di Beneuento. fu da Carlo dato à i Beneuentani Grimoldo suo hostaggio per Duca, & Principe, ò fusse cio fatto, perche il primo fusse di gia morto, [Page 44] ò per altro cagione. Ritornandosene Carlo in Germania, ne menò seco ogni altro barone della nation Longobarda, Le reliquie de i baroni Lombardi cauati d'Italia. à i quali egli diede luoghi, & stati nella Franconia, accioche in Italia non s'hauesse piu à dubitar delle lor forze. Hora perche egli è qualche varietà fra gli scrittori de i viaggi fatti da Carlo in Italia, & à Roma; e'par, ch'in questo viaggio venissero gli Ambasciadori di Thessalone à Roma à lamentarsi di lui; il che se fusse vero, auuerrebbe, che la retentione, & priuatione del Ducato di Thessalone fusse stata, come anche la guerra di Bauiera, molto piu tardi, di quel, che noi l'habbiamo messa secondo l'ordine dell'historie piu certe; ma perche ciò importa poco, lasceremo questo dubbio nella penna. Hauendo Carlo assettate le cose d'Italia felicemente, cominciò ad esser sospetto à Constantino Imperadore; I Greci rompono l'accordo. & però ordinò colui à Theodoro gouernator della Sicilia, che egli assaltasse il Ducato di Beneuento; la qual cosa ci fa credere, che quel matrimonio, del quale s'è di sopra fatto mentione, fusse stato solamente trattato da i Greci per fermar l'impeto di Carlo armato, & non per altro, conciosiache bene spesso la nation Franzese è stata in gran parte ritenuta ne gli affari di grandissima importanza dall'altrui astuto consiglio, Isaui consigli dell'altre nationi spesso hanno frenato in gran parte la furia, & l'impeto della natiō Franzese nel principio delle sue impresi. quando la forza dell'armi non sarebbe punto stata sufficiente à vietarle diuerse nobilissime vittorie. Ma Hildebrando Duca di Spoleto, Grimoldo Duca di Beneuento, & Vinogiso Luogotenente di Carlo vnite le forze loro di Franzesi, & d'Italiani combattendo co i Greci in Calabria gli ruppero, & del tutto gli scacciarono da i confini de i loro stati, hauendone guadagnati molti prigioni, & molta preda; accadendo queste cose nel tempo, che ancora Carlo riordinò [Page 45] le cose di Germania piu quiete, & piu ferme, che prima, edificando per cio come grato di tāti benefici riceuuti da Dio vna nobilissima Chiesa al fiume Isara nella Bauiera inferiore; di poi se ne passò à riposarsi ad Aquisgrana: Doue poco di poi egli hebbe auuiso, Che gli Schiauoni popoli valentissimi haueuano congiurato contra di lui, & ch'haueuan di gia assaltati i confini de gli amici suoi. Per il che trasferitosi in Colonia ragunò vn potentissimo essercito di Sassoni, Franzesi, & Frigioni, & chiamò à se Lodouico suo figliuolo, il quale di gia era stato dichiarato Re d'Aquitania; & hauendo passato il Reno s'auuiò al fiume Albi, sopra del quale ei fece duoi ponti, fortificādogli con bastioni, & torri, & lasciandoui presidio sufficiente passò innanzi à i danni de i Boemi, Carlo contra de i Bohemi, che sono Schiauoni. & d'altri popoli della natione Schiauona seruendosi della guida di Bizzone Abrodita amico, & Signor in quei paesi circonuicini. I quali popoli essendo stati superati, Dragouito Rede gli Schiaui fusforzato di dimandar la pace, & dargli ostaggi; cosi essi vinti per tutto sino al fiume Vistula, egli sene ritornò in Sassonia, di poi à Vormatia, doue si fermò il Natale, & la Pasqua sequēte attēdendo alla quiete, Carlo haueua secondo l'vso de i Principi d'al l'hora la cura delle chiese. & alla cura della Chiesa come persona curiosa non meno del buon ordine nelle cose Ecclesiastiche, ch'ei si fusse di quelle del Regno, accioche ei douesse esser in parte essempio à gli altri, che doueuan poi succeder nel luogo suo. In tanto che fu marauiglia ch'ei si quietasse quell'anno senz'alcuna occasion di guerra; & però lo spese egli in alcuni progressi per la Germania, da i quali ritornato à Vormatia, hebbe innanzi di se gli Ambasciadori de gli Auari, & de gli Vngari, Vngari, & Auari sono i medesimi. i quali duoi popoli sono in effetto vna nation medesima; & essi eran venuti per terminar fra di loro [Page 46] le differenze, de i cōfini, che gli haueuan con i Bauari. Ma non si potēdo accordar; quei Barbari aiutati da tutta la lor natione cominciarono à far crudelissimi danni à sudditi di Carlo, in modo, che ei fu forzato di bandir lor la guerra; & fu questa veramēte difficilissima di tutte l'altre doppo la Sassonica; Guerra difficile contra gli Vngari, & Auari. percioche essi eran bellicosi, & oltra modo efferati, & crudeli; & haueuano per il paese loro molti serragli cresciuti naturalmente di piāte di giouani alberi intortigliate, & intrecciate insieme in modo, che era cosa difficilissima l'espurgnargli; cosi come quasi per trecento anni ei s'eran diffesi dall'altrui forza con quei ripari; non lasciando però di predar, & di spogliar con insolenti correrie i paesi de i vicini: Et però Carlo ci messe tutta la sua cura, gouernando vna parte della guerra lui in persona, & il resto facendo gouernar à Pipino, & à i suoi Luoghitenenti; in tanto, che innanzi, che l'hauesse fine passarono otto anni; nella quale doppo molta mortalità d'huomini distima honorata dalla banda di Carlo morirono Geroldo gouernator di Bauiera, & Henrico gouernator del Friuli; ma questo ben se ne acquistò, che sino all'hora à i soldati di Carlo non pareua d'hauer conosciuto altro, che ferro, Ʋittoria con molte ricchezze. & pouertà delle lor vittorie, & di quella ritornaron tuttti ricoperti, & carichi di oro, & d'altre prede ricchissime; percioche hauendo tolto à quei Barbari in otto anni tutto quel, ch'essi haueano depredato dell'altrui prouincie in dugento; portarono alle case loro non piccolo vtile del trauaglio lungo, & pericolo sopportato in quella tediosa militia; & essendone per ciò distruita, & spenta tutta la nobilità Vngara, & perdutene le lor ricchezze, si potette dire in vn certo modo, che le genti, & l'armi di quella natione [Page 47] fussero del tutto annullate, ò al meno per vn lungo tempo domate. Ma poi per dar à quelle speditioni vn'vltimo fine, & liberar i suoi suggetti dal timor delle reliquie di quei popoli inquieti, volse per tutto assicurarsi de gli altri all'intorno; & però ritiratosi à Ratisbona con Fastorada sua moglie, & có i figliuoli Pipino, Lodouico, & Carlo, Ponte portatile & sua costruttione. quiui per seruitio di guerra ordinò vn ponte di naui portatile per potersene seruire al passar de i fiumi; il quale era in modo composto, che con funi, & serrami di ferro legandosi le naui, & con ancore tenendosi ferme faceuano sicuro il passo alle genti, & sosteneuano qualunque peso piu necessario. Prouedde nuoui soldati, & molte vettouaglie, & munitioni; Et lasciata la moglie in quella Citta, egli con Lodouico, & Carlo suoi figliuoli se n'andò con l'essercito al fiume Anasso; doue ponendo il campo, ei comandò, che si tenesse il digiuno per tre giorni, Prima si deue dimandar l'aiuto da Dio. & si facessero orationi per ottener gratia da Dio per la vittoria; la qual cosa haueu'egli in vsanza di far sempre nel principio dell'imprese sue; come quello, il quale essendo principe christianissimo, non si voleua punto presumer delle sue forze, Quelche deue far vn Principe nel pigliar vna guerra. ò scienza militar (come bene ad ogni pio & ottimo Principe si conuiene) se prima ei non si rendeua propitio, & fauoreuole l'aiuto diuino. Di poi partito l'essercito in due, ne diede vna parte à Theodorico suo figliuolo bastardo, & à Magofrido suo Ciamberlano, accioche essi con i Sassoni, & Frigioni passasero dalla parte Settētrionale di quel fiume; & egli se ne restò dall'altra banda con i Franconi, & Sueui; venendo al pari loro Pipino partito da Ratisbona con vn'armata per il Danubio, ripiena di Bauari, & d'altre gēti profitteuoli per quello essercito; portandosi sopra l'armata tuta la [Page 48] vettouaglia, & munitione; & hauendo egualmente proceduto cosi sino à i primi confini de i nemici, & combattuti alcuni loro luoghi, & presigli gli fecero ritirar nelle piu lontane, & piu profonde selue; onde hauendo egli acquistato vn largo paese, Nuoue Colonie per guardia de i paesi acquistati. vi messe Colonie sufficienti per la guardia di esso; diuidendo, & compartendo à i nuoui habitatori la miglior parte de i terreni guadagnati; & ancora vi ordinò alcuni sacerdoti, & prelati per dirizzarui la religion Christiana; per la quale occasione hebbe all'hora principio il Vescouado di Patauia. Chiamando tutto quel paese Austria, Vescouado di Patauia quando cominciò. Austria prouincia qual sià. Insolita contagione de i Caualli. cio è parte, & confine della Bauiera Orientale, come ancora si ritiene il nome, ma suggetto à particulari Principi, & hormai patria di chiarissimi Imperadori. Hora in tutte quelle guerre, come ch'ei ne riportasse vittoria, non fù però, che ei non vi perdesse assai de i suoi; oltra, che ei n'hebbe la perdita di molti caualli, per vna contagion, che venne in quelli animali, in tanto, che à gran pena ne campò la decima parte. Doppo queste speditioni egli ne rimandò à casa i Sassoni, & i Frigioni comandati da i sopradetti Theodorico, & Magofrido, imponendo loro, che douessero passar per la Boemia; & egli se ritornò à visitar la consorte à Ratisbona, doue ei fece la Pasqua di quell'anno. Auari inquieti di nuouo guerreggiano. In tanto gli Auari di nuouo impatienti dell'otio, nè gia mai vinti, ò vincitori, nè quieti, nè cōtenti del loro stato, vsciti delle lor cauerne si affrontarono con i Bauari, i quali eran grossi, & ben armati à i confini, & hauendone il peggio, furono sforzati ritornarsene indietro, nella fuga de i quali per l'impedimento del Danubio ne furono ammazzati vn gran numero. Et intorno à questo tempo in Oriente Irene imperatrice, & madre di Costantino quinto essendo [Page 49] prima stata disturbata dal figliuolo dal gouerno Imperiale, Ingiu [...] & emp [...] [...] tentione fra la madre, & il figliuolo. ritornato poi in stato con cieca ambition di regnare priuo lui della luce degli occhi, con miserabile, & crudele essempio d'iniqua matrigna, & non di madre; & hauendo preso in se stessa tutto il peso dell'Imperio confermò la pace fra i Greci, & i Franzesi; nientedimeno ella con Greca leggerezza fece poco di poi assaltar da i suoi il Ducato di Beneuento, Irene donna leggieri. onde esso mandò in Italia Pipino, & Lodouico suoi figliuoli per reprimer cosi fatta insolenza; i qualicon essercito sufficiente maneggiando la guerra contra i Greci, gli combatterono in diuersi luoghi con varia fortuna, & gli scacciarono al fine dentro à i lor consini assai ben battuti. Carlo però in quel mezo se ne restò à Ratisbona, doue egli bebbe molti domestichi fastidij per cagion di alcuni huomini di chiesa, & d'altri ancora; & particolarmente per colpa d'vn suo figliuolo bastardo, detto pur Pipino il gobbo, perche cosi era in effetto. Insolenza di Pipino gobbo figliuolo bastardo di Carlo. Congiura del' gobbo. Costui impazzato per vana oppinion di se stesso, & malignamente persuaso da altri fingendosi malato, cercaua di tradir il padre essendo desideroso d'occuparsi col mezo de i suoi scelerati complici vna parte, dell'Imperio nella assenza de i fratelli, parendogli, che si gli porgesse anche all'hora grande occasione di tentar vna tale impresa, per ciò che non hauendo Carlo appresso di se soldati; & in Corte essendo piu Donne; In quai pericoli incorrino i principi per non si tener appresso soldati di guardia. che huomini per il rispetto della Regina, & delle figliuole; pareua loro, che il condurre à fine i lor maluagi pensi eri non fusse punto da indugiare; onde eglino appunterono vn giorno per complir il lor dissegno, & per opprimere il Re, & però il di precedente i congiurati si ragunarono nella Chiesa di San Pietro simulando d'andarui per far [Page 50] orationi per la salute del Re, & de i figliuoli. Ma come volse Iddio, il quale essendo presente à tutte le nostre attioni le dispone bene spesso in contrario di quello, che noi ordiniamo; & specialmente par, che cio auuenga, quando da i nostri cōsigli potrebbero riuscir dannosi effetti, se i nostri appetiti fusser del tutto satisfatti co i desiderati mezi; egli era in vn canto assai oscuro d'vna capella di quella Chiesa, Come la congiura del gob bo fu scoperta à Carlo. doue e's'erano ritirati à maneggiar quella sceleratezza, vn certo prete pouero Lombardo à dormire; il quale desto dal sopra venir di coloro; & non hauendo ardir d'vscir fuori in lor presenza per vergogna del suo pouero stato, & da loro non essendo veduto, come che egli alcuni di loro hauesse di gia conosciuti, se ne rimase quieto; si, che lui vdì tutti i loro ragionamenti; & hauendo conosciuto di quanta importanza e' fusse, che Carlo sapesse subito la cosa; doppo, che loro su la sera si furon partiti di la, egli nell'oscurità della notte per diuersa via arriuò alla Corte; & battendo le porte, & facendo grāde instanza di esser ammesso al Re, fu con gran fatica fatto entrare, si per esser egli in apparenza molto meschino, come per non voler egli dir à i guardiani cosa alcuna della cagione, per la quale egli venisse à quell'hora à turbar la Corte; ma pur al fine menato innanzi à Carlo gli mostrò cio, che lui haueua vdito, & in che modo, & da quali persone con non piccola ammiratione, & sdegno di esso Carlo; Onde fatti pigliar i congiurati la medesima notte à man salua; & conosciuta la verità del consiglio per la lor cōfessione: Congiurati prigioni. Pipino il gobbo empio figliuolo, & meritamente in disgratia del padre per pena della sua perfidia fu fatto monaco, Il gobbo fatto Monaco. & guardato nel monasterio di San Gallo in Sueuia; & glialtri conosciuti rei di quella ribalderia [Page 51] furon per all'hora ritenuti prigioni. Ma Pipino, & Lodouico vdita quella congiutatione, & dubitando di maggior commouimento, se ne tornarono in Germania per esser presti all'aiuto di Carlo lor padre, & essendo incontrati da lui à Salsburg, con esso se ne vennero à Ratisbona, doue si fermarono vn'anno; nel qual tempo desiderando Carlo d'hauer piu larga notitia di quella congiura, mandò alcuni huomini sufficienti ad eslaminar il gobbo, il quale per sorte fu trouato da loro, in vn giardino, che toglieua via le cattiue herbe dalle buone piante; & quiui hauēdogli fatta l'ambasciata del padre, egli rispose loro. Modo tenuto dal gobbo monaco per risposta verso i mandati da Carlo suo padre. Cosi deue far ogni principe nella sua corte di quei, che hanno piuvitij, che virtù. ‘Se il Remio padre hauesse giafatto quel, ch'io fo hora, io non harei sopra di me alpresente questo peccato, nè questa miseria;’ Et senza piu altro dire seguitaua pur di nettar il suo hotto; ma i mandati pregandolo, che parlasse vn poco piu chiaramente, accioche e'potessero riferire alcuna cosa al Re: Pipino percio adirato. Non bisogna piu parole (diss'egli) io leuo via le cattiue herbe, perche le buone possin crescere, andate, & riferite al Re quel, ch'iofacio, perch'altro non hauerete da me. Essi per cio ritornati à Carlo quasi al parer loro senza risposta & beffati, accusando Pipino di superbia, ch'ei non hauesse voluto risponder lor cosa alcuna; disser solo quel, ch'ei faceua, & quel, ch'esso haueua detto. Nientedimeno Carlo piu di loro sensato, hauendo bene inteso la mente del Gobbo, fece dar il supplicio conueniente à quei congiurati di gia conosciuti, & ben ricercar di tutti gli altri huomini scandalosi, & sospetti, & tutti gliscacciò, & bandì dal commertio, & vso della sua Corte, Huomini di cattiuo animo scacciati di Corte da Carlo. & dal seruitio de i suoi figliuoli: Il pouero prete per la riuelation fatta, essendo per altro huomo di lettere, & virtuoso n'hebbe in tanto la maggioranza di San Dionigi [Page 52] di Patigi in premio della sua fede; Premio verso i benemeriti è sempre giusto. conoscendosi però, che in qualunque maniera, che si sia, e'bisogna, che la virtù sia riconosciuta, ancornegli huomini bassi, ò per elettione, ò per caso. Et il gobbo poi per commiseration paterna fu tramutato al monasterio di Prumia nel paese di Treueri luogo amenissimo, Commiseratione di Carlo verso il Gobbo suo figliuolo. & ricchissimo, doue ei potesse viuere, se non liberamente, al meno molto cō modamente, & come figliuolo di Re. Mentre, che queste cose passauano cosi; alcuni maestri di architettura, & bene intendenti della situatione della terra, hauendo considerati molto bene i siti di quelle prouincie; desiderosi d'honore, & di guadagno, proposero à Carlo vn'impresa degna della gloria sua, & di grandissimo profitto, & cō modità alla Germania; & era, che gli mostrarono; Che tirandosi vna fossa, Nuouo dissegno proposto à Carlo per suo honor, & per comodità di tuttà la prouincia di Germania. ò gran canale de trauerso per i luoghi, che sono fra il Danubio, & il Reno, si potrebbe far vn commodo passaggio dall'vna all'altra di quelle grandissime riuiere; & che cio non solamente sarebbe di gran giouamento, & alleggerimento dispesa, & di fatica à i popoli; ma ancora à se medesimo, per la cōmodità, ch'ei n'era per riceuer nel traiettar le cose da guerra nelle continoue speditioni, ch'esso haueua necessariamente da fare contra de i Barbari, & infedeli: Nota tutto questo consiglio. Et che la fossa si poteua cominciar dal fiume Rhedonesso, & tirarla sino al fiume Alemanno, percioche per tutto vi si trouaua la valle bassa, & palustre, & capace per riceuer ogni forma di lauoro, l'acque della qual valle farebbero per loro stesse sufficiente canale per le nani di mediocre grandezza, & che congiugnendo quei duoi fiumi, veniua anche à congiugnere il commertio del Danubio, & del Reno; Percioche il Rhedonesso entra à Bamberga nel fiume Meno, & il Meno [Page 53] all'incontro di Maganza si scarica nel Reno; Et l'Alemanno mette nel Danubio vicino al Castello Kelham. Considerato Carlo insieme con altri prudenti huomini il consiglio di costoro, & parendogli sicuro, vtile, & honorato; desideroso egli per se steslo di honorata lode; fece dar principio all'opera; facendo tirar vna fossa da vna parte all'altra delle gia descritte larga trecento piedi, & di tanta profondità, che bastasse alla loro intentione; cominciandosi col lauoro da vn villaggio detto Grabe verso Wessemburg; nella qual fatica si spese tutto l'autunno, affaticandouisi cō tinouamente vn gran numero di persone, & hauēdone di gia lauorato circa duoi mila passi, harebbe hauuto Carlo l'intento suo, non vi rispiarmando nè denari, nèfatica, se la fortuna, & i fati inuidiosi in quella parte della sua gloria non hauessero disturbato il lanoro; percioche quādo l'opera comincio ad essere in qualche apparenza di douer ben riuscire; cominciarono adapparir dal Cielo prodigij, La cagione perche il canale cominciato da Carlo fu intralasciato. La natura molte volte non vuol patir forza. & segni stranissimi dimostrando quanto alcuna volta e'dispiaccia alla natura d'essere sforzata, & alterata dall'esser suo naturale. Nasceuano in diuerse parti di quella prouincia all'intorno le biade si pestifere, che le bestie mangiandone sene moriuano di subito; la farina, che n'era fatta se ne spariua fra le mani de gli huomini; la notte vi s'vdiuano all'intorno voci di persone mughianti, & che fra di loro si prendessero sollazzo, & gioia delle fatiche degli huomini; & dalla parte superior della fossa strepiti di diuerse sorti per tutto risonauano; & nel lauoro stesso la notte piouendo, & tempestando con subitane pioggie, faceua la furia dell'acqua caderà basso di nuouo tutto quel, che era cauato il giorno, & lo distemperaua con l'acqua della palude, [Page 54] & cosi rendeua ogni lor lauoro vano, ò piu difficile assai; per i quali incommodi fu Carlo ammonito da i Cieli, ò pur per dir il vero sforzato ad intralasciar vna cosi lodeuole opera; forse perche egli hauesse ad esser piu pronto con tutte le forze dell'animo suo à resister à i nuoui accidenti, che eran per nascere; non essendo sempre la fortuna à nessuno de i mortali gia mai vgualmente propitia; La fortunae non è gia mai del tutto propitia à i mortali. Sassoni solleuati di nuouo. Percioche i Sassoni, i quali per otto anni erano stati quieti, & haueuan seruito nelle guerre honoreuolmente, pentiti del lor bene operare mentre, ch'eglino erano guidati & comandati per la Frigia da Theodorico da noi di sopra ricordato solleuatisi intorno al fiume Visurgo, & leuate le bandiere (quel che la cagion se ne fusse) dalle mani de i lor capi, & abbandonato il principal capitano se ne ritornarono abottinati ne i paesi loro ad adorar gli Idoli, riempiendo di romore, & di solleuatione ogni cosa. Et nel medesimo tempo i Saracini della Spagna passati con gran numero di loro per il Narbonese sino al Rodano, Saracini scor rono sino in Francia, & al Rodano. scorsero, & abbruciarono, & distrussero cio che trouarono, tagliando à pezzi alcuni presidij, i quali per la fede verso di Dio, & del lor Principe ardirono di contraporsi loro: Et per cio hauendo i Barbari fatta vna preda incredibile se ne ritornarono ne' lor paesi senza, che vi si potesse rimediare. Per le quali nuoue Carlo transferitosi à Francford, & volendo (essendo gia passata l'estate) innanzi ad ogni altra cosa corregger le cose trascorse nella religione (come ben ad vn Christianissimo Principe si conueniua) vi ragunò quell'inuerno vn conciliò, ò dieta vniuersale, doue concorsero ancora gli ecclesiastici d'Italia con quei di Germania, Dieta di Franchford. & di Francia, & insieme gli Ambasciadori del Papa, nel qual concilio furono [Page 55] condannati i Feliciani, Feliciani, & Elipandani condannati. & gli Elipandani per la peruersa oppinione dell'adottione del vero figliuol di Dio. Ma riconoscendo Feliciano, & Elipando i loro errori furon perdonati, & conseruati. Greci condē nati per la priuatione dell'imagini. Morte di Fastorada. Impresa di Sassoni. Et vi furono ancora rotte le leggi de i Greci fatte contra la veneration dell'imagini. Et in quel luogo morì Fastorada Regina la qual fu seppellita di poi con Real pompa nella Chiesa di Santo Albano in Maganza. Accommodate le cose della Religione, & le Politiche; Carlo diterminò di nuouo di far l'impresa di Sassonia; onde Carlo suo figliuolo per sua commessione dalla parte di Colonia mouendosi andò alla volta de i Sassoni per assaltargli da Ponente; & egli da mezo dì per il paese de i Turoghi spigneua innanzi con vn'essercito non men potente dell'altro; ma poi, ch'egli intese, ch'i Sassoni eran grossi, & risoluti di combattere, accio che non si riceuesse qualche graue danno da quei disperati huomini s'accostò all'essercito del figliuolo, & cosi spingē do auanti in cosi sicura maniera, che riserrati i nemici, & quasi rinchiusi da quei duoi vicini, & grossi esserciti, si risoluerono à supplicar del perdono, onde furono comandati tutti i loro capi à comparire innanzi à Carlo; & cio essi fecero diligentemente, & dissimularono Religione, humiltà, & vbbidienza, dando al Re la fede, ch'egli volse, & però per l'inuerno, che di gia s'appressaua se ne tornò ad Aquisgrana, doue cōsiderando, che la natione de i Sassoni era ferocissima, & che con ogni poco di occasione la si solleuaua, nè si poteua ritenere in vfficio; Diterminò la Primauera futura di passar di nuouo nel lor paese; Onde per tempo vscito dalle stanze, Nuouo viaggio in Sassonia. & andato à Magāza passo quiui il Reno, & nella villa detta Ruestain sopra il fiume Meno tenne parlamento particolar [Page 56] di quella Prouincia; di poi si partì con l'essercito per la volta di Sassonia facendo il suo alloggiamento al fiume Albi: doue venendolo à trouar Bizone principe de gli Abroditi da noi ricordato (questi si crede, che sieno i popoli di Mechelburg) nel passar di quel gran fiume fu da i Sassoni assaltato, Thudurno Principe degli Auari si vuol battezzare. & ammazzato. Ma si gli presentò nondimeno Thudurno Principe degli Auari, & costui non solamente gli prestò vbbidienza, ma anche promesse di battezzarsi con buon numero de i suoi; & però gli diede Carlo huomini sufficienti perche e'fussero ammaestrati nella nostra Religione. In questo tempo egli hebbe ancora querela di alcuni disordini, ch'erano per seguir in Germania per cagion delle decime ecclesiastiche fra alcuni prelati d'importanza, Disordini in Germania per cagione delli ecclesiastichi. Carlo moderatore de gli ecclesiastichi. & di autorità, à i quali Carlo hauendo dati i giudici, comandò, che secondo il giudicio loro si procedesse, nè altrimenti se ne facesse piu parola. Rimanendosi adunque per quella estate Carlo nella Sassonia attendendo sempre à i danni di quei popoli gli costrinse di venir à piu stretta vbbidiē za, & riceuuto maggior numero di hostaggi, se ne ritornò à suernar in Aquisgrana. Doue rimanendosi hebbe nuoua della morte di Adriano Papa, Morto di Papa Adriano. Leone terzo Papa nuouo māda gli ornamēti pontisicali à Carlo con quei dell'imperio. & come egli era stato dal Clero, & dal popol Romano Eletto Leone terzo il qual subito mandò suoi Ambasciadori à Carlo con le Chiaui insegna del Pontificato, & con l'Aquila insegna dell'imperio, raccomadando se, & la Citta capo di esso Imperio nelle sue mani; dimandando per cio che fussero mandati alcuni huomini à riceuer dal popol Romano la fede, & il giuramento; Doue fu mandato Engelberto sacerdote, & Presidente di San Richario. Pipino in questo mezo con Bonomaro Luogotenente del Friuli mosso [Page 57] con l'essercito de i Bauari contra di quegli Auari, i quali habitauano oltra il fiume Arabone, & che fra di loro erano in discordia, ammazzati alcuni lor capi, & presa la lor citta principale, & saccheggiato il paese, ridusse quei Barbari all'vbbidienza; Il Re degli Auari si fa battezzare. & all'hora il Re loro (come haueua promesso l'anno innanzi) si presentò con gran numero de i suoi, & con vn gran Thesoro à Pipino per farsi battezzare; ma fu comādato di andar al suo padre Carlo, dal quale essendo stato riceuuto honoratamente, & tenuto à battesimo, & di nobili doni honorato, ne fu rimandato nel suo paese. Ma egli non molto doppo non s'essendo scordato della sua natural perfidia, quasi lupo cambiato di pelo, & non di vitio, si ribellò, & oppresso da Pipino, & da i Bauari, Il Re degli Auari dimenticatesi della religion presa è gastigato. Chaia Re degli Auari. Chaia ammazzato in battaglia. i quali teneuano buone guardie all'intorno, fu come mal Christiano, & infedele amico fatto morire. Di poi gli Auari creando lor Re Chaia huomo armigero, & bellicoso rifacendo l'essercito, & venendo alle mani con Pipino, & con gli altri Luoghitenenti di Carlo fu combattuto fortemente da ambedue le parti per la salute comune; & al fine preualendo Pipino, & essendo Chaia stato ammazzato nella battaglia, furono i Barbari forzati à voltarle spalle, in tal modo, che per tutto quel paese, che si contiene fra l'Arabone, & il lago d'Oedemburg sino alla Draua, & all'Histro, essendo fuggite le reliquie di quei Barbari oltra il fiume Tissa, Pipino, & i Bauari messero buone guarnigioni di soldati valenti, & bene meriti, accioche non si riceuesse qualche subito danno da quelle gēti non mai dome à bastanza; & ritornossene Pipino ad Aquisgrana dal padre carico d'honore, di preda, & di thesoro. Et quasi ne i medesimi tempi (accioche ad vn Principe che haueua à dar l'essempio [Page 58] di se à tutti quei, che di poi nella Francia, & nella Germania doueuon regnare, non mancasse l'occasione de i militari essercitij, ò nella sua persona, Lodouico sigliuolo di Carlo in Hispagna cōtra de è Saracini. ò ne i suoi, Lodouico suo figliuolo dall'Aquitania mouendosi dalle stanzo passò in Hispagna con l'essercito à i danni de i Saracini per vendicar l'ingiurie da loro riceuute, doue ei fece molti danni, espugnando alcuni lor luoghi, & saccheggiando, & distruggendo per tutto ogni cosa. L'estate dipoi Pipino ritornato in Bauiera si mosse con l'essercito cōtra le reliquie degli Vnga ri, Impresanuoua contra gli Vngari, Auari, & Sassoni. ò Auari; & Carlo suo padre contra i Sassoni; hauendo per quell'impresa fatto tirar per terra lungo spatio di via alcune naui per potersene seruir à passar i gran fiumi, che sono nella Sassonia. Onde scorsa tutta la prouincia sino al mar Oceano la ridusse assai humile, in tanto, che se ne tornò in Aquisgrana alquanto piu presto del solito, per vdir quiui alcuni Ambasciadori di Principi grandi, che v'eran comparsi. Fra i quali v'era Abdella Saracino figliuolo di Ibinomanga Re, Ambasciadori de i Saracini. Ambasciadori de i Greci. il quale essendo stato scacciato dal fratello del Regno veniua à raccomandarsi à Carlo. Et vi era Thertisco mandato da Niceta Luogotenente di Sicilia con lettere d'Irene Imperatrice; le quali legationi vdite, & datoui l'ordine conueniente, secondo la condition de i tempi, se ne ritornò nel mese di Nouembre à suernar in Sassonia; & al fiume Visurgo ponendo il campo, deliberò di fondar quiui vna Città, che fusse come vna briglia à quei popoli, Città fondata da Carlo al fiume Visurgo nella Sassonia. & la chiamò Herestallo, quasi station di soldati, secondo la lingua Franca, ò Theutonica; & quiui chiamò à se Lodouico da i cōfini di Spagna, & Pipino d'Italia, & doue gli Auari, ò Vnni, o verò Vngari i quali (come dicemo, son vna cosa medesima vennerò finalmente anche [Page 59] loro ad humiliarsi, Vngari, & Auari si humiliano. & à porger doni amicheuoli. Et di poi fu da lui fu rimandato Lodouico in Spagna, & seco il detto Abdella, con la risolutiō di quel, ch'e' doueuano esseguir per dar buon principio all'impreso in fauor dell'amico Principe; nella qual guerra Carlo ridusse poi nel suo potere, & vbbidiēza nella Prouincia di Spagna tutto quello, Quāta della Spagna venisse sotto Carlo. che è serrato da i monti Pirenei da vn lato, & dall'altro dal fiume Hibero. Et Pipino anch' esso fu spedito in Italia al suo gouerno dandogli commessione, che nel viaggio ei douesse visitar tutti i confini fra i Bauari, & gli Vngari. Ma Carlo se ne restò tutto le inuerno à domar quella ferocissima nation de i Sassoni; Doue gli fu mandato à donar da Haldefonso Re di Galitia, Padiglione mirabile. & d'Asturia per Floro suo Ambasciadore vn padiglione di artificio incomparabile, & degno ben della grandezza di chi lo riceueua non men, che dell'animo di chi lo donaua. In questo mezo i Sassoni settentrionali ribellatisi ammazzarono, Sassoni ribellati. & imprigionarono i giudici, & i magistrati di Carlo, & le lor guardie; in modo, che mosso egli da Herestallo con lo essercito intorno al fiume Albi per tutto fece lor grauissimi danni, vendicando i suoi in tal modo della perfidia Sassonica; & tanto gli afflisse, Sassoni per tutto afflitti. che' potette per qualche tempo assicurarsene; onde ei se ne tornò verso Aquisgrana; al quale vi vennero Michel Frigio, & Theophilo huomini di Chiesa mandati da Irene Imperatrice (essendo di gia morto Costantino suo figliuolo) con lettere per confermar l'antica amicitia fra di loro, & per i loro Imperij. Irene manda ambasciadori à Carlo. Et ancor quasi in quel tempo furono da i Saracini saccheggiate l'Isole di Maiorica, & di Minorica, dalle quali vennero à Carlo huomini à dimandar aiuto per i lor popoli. Et accioche per tutto si sentisse [Page 60] arme, Haldefonso Re da noi ricordato fece l'impresa di Lisbona principal sedia in quelle par ti de i Saracini, & hoggi famosa città, & prima del Regno di Portogallo, Lisbona città presa da Haldefonso. Doni mandati à Carlo della preda di Lisbona. & doppo varij auuenimēti la prese, & la saccheggiò; & della preda di quel saccò mandò à donar à Carlo sette muli bellissimi carichi di diuersi ricchissimi presenti; & sette mori Schiaui de i piu scelti, & sette corazze di richezza Reale, & di singular lauoro: Troia, & Basilisco suoi amici furon mandati à far quell'vfficio amicheuole; huomini della sua natione honorati; i quali furono anche gratamente riceuuti, & con le leggi dell'ammista reciproca intertenuti, & licentiati. Di poi Carlo mandò in Italia, & à Roma dodici huomini di grado, La legge, & gli abusi di quella son corretti in Italia per ordine di Carlo. & periti delle leggi Sagre, & Canoniche, accio che da loro fussero emendate le cose malfatte decorse sino à quel tempo; & che fussero per cio vdite le supplicationi de i popoli, assolute le pene; finite le cause, & terminate le liti tutte, & in somma con intera autorità di giustitia, & di misericordia; essendo capi, & principali di questa compagnia Paulino d'Aquileia, & Arnone Vescouo di Saltsburg. Solleuatione de i Romani contra di Papa Leone. Ma l'anno, che venne di poi in Roma nacque vna gran solleuatione; percioche i parenti d'Adriano gia morto si solleuarono per i loro odij particulari, & rancori, & con essi fecero solleuar il popolo contra di Leone; calunniandolo di cose diuerse; sino à tanto, che facendo contra di lui impeto nel mese di Maggio nel mezo de i Sagrificij, Il Papa prigione in catena. hauēdolo fatto prigione lo messero in catena nel monasterio di Santo Erasmo; Ma vna notte liberato da quel pericolo per opera di Albino suo cameriere, fu da lui trafugato, & condotto à San Pietro à Virundo, & à Vinogiso Duca di Spoleto l'vno, & l'altro Luogotenente di [Page 61] Carlo; i quali eran venuti à Roma per l'occasion di quei tumulti. In quel mezo Carlo, il quale s'era partito per tempo doppo l'inuerno d'Aquisgrana verso la Sassonia, si fermò à Badebruma, Carlo in Sassonia. doue volse tener cōsiglio della prouincia, accioche tutti i primi di quella natione douesser venir alla loro vniuersal Dieta. Et in mentre che queste cose si trattauano. P. Leone per opera de i Luoghitenenti di Carlo hauendo sicura guardia per la sua persona passò con circa dugento Senatori in Germania, Papa Leone in Germania accompagna to da molti Senatori. doue da Carlo in Sassonia furon riceuuti con ogni decoro, & riuerenza possibile ad vsarsi verso d'vn huomo Sagro, & verso di quei nobili huomini; da i quali doppo i primi congressi di cerimonie Carlo fu strettamente pregato à voler del tutto prender la cura della città di Roma, & à volersi contentar di visitarla, & riordinarla, percioche gia mai (diceuano eglino) non auuerrebbe, che la potesse esser quieta, se esso Consule, Tribuno, & Dittator perpetuo non ci rimediasse con la sua presenza, & che à lui hormai s'apparteneua di proueder, che la fusse sicura da ogni danno, & da ogni seditione; poi che non si poteua sperar aiuto alcuno da vna femina, intendendo essi per Irene; Aqueste, Carlo è confortato dal Papa, & d i Romani passar in Italia biasimā do Irene. Risposta di Carlo. & altre simili essortationi di Leone, & di quei Senatori rispose benignamente Carlo, che quanto prima gli fusse concesso di poter quietar, i suoi naturali nemici in quelle parti, egli passerebbe in Italia, & à Roma; Et in quel mezo doppo i trattenimenti di qualche settimana, si per cagion de i negotij, che s'haueuan da trattar tra loro, come per honor, & piacer d'ambiduoi, Carlo ordinò che Hippoldo, Hildeualda Arciuescouo Palatino, & Arnone Arciuescouo di Saltsburg per la via di Bauiera riducessero con forze conuenienti (se le bisognassero, Il Papa è ri mandato in Italia. [Page 62] Leone, & quei Senatori à Roma. In tanto hauendo Carlo con la sua industria, & de i figliuoli accommodate le cose di Sassonia, se ne ritornò in Aquisgrana, doue vdì, & spedì Daniele ambasciador d'Irene mandato da Michele gouernator di Sicilia. Auari si solleuano. Ma gli Auari gente piu presto sempre vinta, che gia mai à bastanza doma, solleuandosi di nuouo gli diedero nuoui pensieri; percioche ricalcitrando eglino contra la seruitù, come quei, ch'eran soliti à dar le leggi altrui & à taglieggiar i vicini, & non à riceuer nè legge, nè ordine alcun da altri; non poteuan punto sopportar di esser sottoposti à Carlo principe nondimeno giustissimo; ne i principij adunque di questa guerra morirono alcuni de'principali condottieri di Carlo; Onde Arnone, che di gia haueua spediti i negotij di Leone à Roma, dalla banda d'Italia insieme con Pipino, hauendo ragunato vn potente essercito passaron contra gli Auari, & gli afflissero in modo, che distesoro, & allargorono i confini di Bauiera sino alla Draua; percioche quanto dà loro fu preso volse Carlo, che fusse aggiunto à qúella prouincia; Sin doue s'allargasse la Bauiera. doue ei lasciarono alcune Colonie di soldati Bauari; & vi ordinarono ancora per la chiesa alcun capo, il quale però fusse suggetto all'Arciuescouo di Saltsburg; onde egli accadde, che in processo di tempo quelle Colonie imbastardite de i rimescolamenti degli Vngari, & de i Bauari riuscirno vna nation mescolata fra le due; i paesi de i quali popoli poi Henrico secondo Augusto Duca di Bauiera concesse à Stefano Re d'Vngaria, accioche quella natione piu amoreuolmente abbracciasse la nostra fe de, al quale Stefano Henrico haueua maritata Gisala sua sorella (come ne i nostri Comentarij delle Donne Illustri habbiamo ricordato) ma queste cose auuennerò [Page 63] molto di poi. Nel medesimo tempo furono portate à Carlo dall'Isole Baleariche alcune insegne de i Saracini, Vitttoria cō tra de i Saracini. percioche hauendoui Carlo mandato soccorso (come dicemmo che gli era stato richiesto) & con quello hauendo scacciatii Saracini, mandarono à Carlo come à lor benefattore quei segni, che furon testimonio del valor degli aiuti suoi, & della lor gratitudine. Et Vidone anch'egli suo Luogotenente in Brettagna, Ʋittoria in Brettagna. hauendo domi i ribelli di quelle terre, che gia furon dette Armorice, mandò ad Aquisgrana le piu pretiose spoglie della preda. Comparì in Aquisgrana ancora in quell'anno vn Ambasciador del Patriarca di Ierusalem con alcuni doni Sagri; Ambasciadori del patriarca di Ierusalem. Ambasciador del principe d'Osta. Ambasciador mandato in Oriente. & da vn'altra diuersa banda vi venne vn Ambasciador d'Azano principe d'Osta città di Spagna con doni honorati, & con le chiaui della sua città per render vbbidienza à Carlo; le quali legationi ben riceuute, & spedite; egli mandò Zaccaria huomo esperto, & sacerdote in Oriente con buona somma di denari, per che fussero distribuiti à i poueri Christiani di quei paesi. Dipoi partitosi di Marzo d'Aquisgrana se n'andò alla volta dell'Occeano, doue visitate quelle marine, che'erano della sua giuriditione; Carlo visita le marine dell'Oceano. ordinò vn'armata contra i Normanni, che in quel tempo attendeuano à i latrocinij di mare, & trauagliauan molto tutte le riuiere del la Francia; & hauendo egli riueduto il tutto sino à Roano; di quiui attrauersando la Francia passò à Torsi, doue ei si fermò qualche giorno per l'infermità di Luitgarda sua quarta moglie, Morte di Luitgarda quarta moglie di Carlo. la quale morendo quiui fu anche quiui sepolta. Dipoi tor nandosene per la via di Orliens, & di Parigi ad Aquisgrana, vi si fermò per alcun mese, nel qual tempo fu tanto freddo, & giaccio (quantunque e' fusse di state, Giaccio grā dissimo. che vniuersalmente ne fece nascere [Page 64] vna carestia miserabile. Ma esso nondimeno il mese d'Agosto passato à Maganza ad vna publica Dieta messe insieme vn essercito di veterani, & pronuntiò il passaggio d'Italia; lasciādo Lodouico alla guardia delle parti Occidentali, il quale per appetito d'honore anch'egli penetrò in quel mezo nella Spagna per lungo spatio di paese vittoriosamēte. Lodouico in Hispagna. Carlo passa in Italia. Carlo però passato in Italia hebbe seco gli altri duoi figliuoli Pipino, & Carlo, & essendosi fermato sette giorni à Rauenna, passò ad Ancona, doue licentiato Pipino, che se ne passasse con parte dell'essercito verso Beneuento, & in Campagna; esso con Carlo suo figliuolo per la via diritta se ne andò verso Roma; Carlo à Roma. & essendo arriuato à Lamentana gia detto Homento, & hoggi luogo degli Orsini nobilissimi baroni Romani fu incontrato, & visitato da Leone Papa, & dal Senato Romano; & il di doppo caualcò verso la Città, doue ei fu riceuuto con ogni spetie di honore, & di letitia; hauendo i Romani ornate le strade quanto lor piu possibil fusse, cantandosi dal popolo, & da nobili donzelle le sue lodi, & i suoi honorati gesti aspettādolo il Papa, (che licen tiatosi prima da lui per altra via v'hauea caualcato) alla porta della Chiesa di San Pietro con il clero. Et certo, che forse per molti secoli quella Città non haueua veduta tanta letitia; tanto era il desiderio ne i Sacerdoti, Carlo amato in Roma da ogni grado di persone. ne i Senatori, ne i mediocri, & nella plebe d'honorarlo; parendo lor, che fusse risuscitato vn di quegli loro antichi Heroi. Arriuò Carlo in Roma del mese di Nouembre intorno à Santa Caterina; & passando egli per le strade tanto ornate, & doue d'ogni cosa soprabbondaua vna larga commodità peri suoi soldati, & peri cortigiani; aggiuntaui la begnità dell'aria di quella regione pareua loro di rientrar [Page 65] in vna lieta Primauera; & cosi seguitando sino à San Pietro, fu riceuuto dal Papa, & dal clero con cerimonie, & orationi conuenienti à tanta letitia; & per tutte le chiese ne furon rendute gratie à Dio, & fattine segni publichi, & priuati per tutta la città. Di poi sette giorni consumati in piaceri, feste, & cerimonie, Carlo ragunò il Concilio nella Chiesa di San Pietro, & quiui mostrò la cagion della sua venuta, & mostrò, Carlo vuolfinirlae querele ch' erano nato contra del Papa. ch'el suo desiderio era, che piu tosto si disputassoro le lor querele con le leggi, che le s'hauessero à diffinir con l'armi; rimostrando, che cosa alcuna non gli era piu à cuore, Che Roma città di tutte l'altre la prima; essendo lui Consule, Patritio, & Dittator perpetuo di essa; riceuesse la sua prima mae [...]tà; & accompagnando con queste altre parole al preposito degne dell'eloquenza sua; Desiderò, che se alcun doueua accusar Leone si facesse innanzi; percioche egli era venuto per vdir qualunque si fusse benche minimo, & sicurar ognuno, Equità di Carlo. che hauesse hauuta giusta cagione di lamentarsi del publico Pastore. Ma al fine non si facendo nessuno innanzi, ò per conceputo timore, ò per rimorso di coscienza; Leone da alto luogo parlò largamente sopra il caso suo, & delle calunnie, che gli erano state date; & concluse finalmonte; che poi, che non compariua alcuna contra di lui; egli per satisfar maggiormente al popolo non gia per obligar i suoi successori, nè altri di tal grado à tal atto non vi si conoscendo obligato se medesimo; protestaua innanzi à Dio, & con giuramento si scioglieua de quelle calunnie dategli: nè che gia mai non fu, nè era consapenole, Leone Papa si scarica da ogni calunnia col giuramento. non che attore di cosi fatte colpe attribuitegli da i suoi nemici. Di queste cose, per la cognition, che s'habbia dell'historie di quel tempi non s'è egli [Page 66] gia mai potuto conoscer quail fussero le querele tra Leone, & il popolo Romano. Hor le parole del Papa furon riceuute con il consenso comune dalle orecchie di tutto il Concilio, & furono ancora accettate da Carlo per buone, & per sufficienti al discarico della cōscienza di esso Lione; & però dando luogo à nuoua allegrezza, furono riceuuti quel giorno nel Concilio Zaccaria sacerdote gia mandato da Carlo in Ierusalem, & seco duoi monaci di quei paesi oratori del loro Patriarcha, I Chiodi, & la lācia strumenti della passione di nostro Signore portati à Roma à Carlo, di Ierusalem. i quali portauano i chiodi, & la lancia gia stati strumenti della passion di Iesu Christo, & segni di quella città, & del suo sepolchro, i quali doni da Carlo furono accettati con non minor allegrezza, che riuerenza, & i monaci largamente rimunerati furon licentiati, & rimandadati nel lor paese; lasciando à noi, che siamo successi qualche dubbio del come s'habbino da intender, ò accordar l'historie, che parlano diuersamente dell'inuentione, & del trasporto di quelle reliquie, degne nondimeno di riuerenda memoria per la consideration di colui, il quale essendo del tutto creatore, volse col mezo di esse patir per le sue creature. Hora volendo restar Carlo tutto quello inuerno in Roma, s'andaua parlando vgualmente da tutti gli ordini Ecclesiastici, Senatorij, & altri; Come e' fusse fallace l'aspettar aiuto da i Greci nelle publiche occorrenze; l'Imperio de i quali gia per piu di trecento anni (hauendo essi dispregiata l'Italia) era ridotto à tale, che vna otiosa femina ne teneua le redine in mano. Cio è Irene. Et per l'altra parte si consideraua come contra l'astutia de i Greci, & alla lor vanità si contrapponeuano la simplice natura de i Germani, & de i Franzesi; il valor loro; la lor fede: Et le virtù di Carlo contra la pusillanimità [Page 67] d'Irene; Onde mossi da questi pensieri, & in essi riscaldati, & fra di loro hauendo diterminato di donar quello, che'conosceuano di non poter contra gli altri diffendere; tuttti d'accordo. Papa, clero, Senato, Misterioso consenso de gli ordini. & popol Romano segretamente fecero vn partito, ò Senato consulto, per il quale essi concedeuano secondo la forma antica à Carlo, & à i suoi successori l'insegne, & l'autorità dell'Imperio Romano: Onde il giorno di Natale essendo Carlo à gli vffici sagri in chiesa innanzi all'altar di San Pietro, Carlo è creato Imperadore de i Romani. senza saper alcuna di queste cose accompagnato dal suo figliuolo Pipino, ch'era ritornato dall'essercito per interuenire à gli honori del padre, eccoti, che alla sprouista nel corso dell'altre sagre cerimonie il Papa gli pone in capo vna Diadema Imperiale; & il popolo, che di gia era à cio preparato, cominciò à gridar ad alte voci. ‘A Carlo Augusto coronato da DIO, Grande, & pacifico Imperador de i Romani vita, & vittoria.’ Il che fatto, il Papa voltatosi à Pipino vnse ancor lui, Pipino coronato Re d'Italia. Gli Imperadori soleuano esser riueriti ancora da i pontefici Romani. Imagine di Cesare. Quelche s'in tenda adorare. Diuerse sorti di adorationi. & Coronollo Re d'Italia, cosi come era stato vnto Carlo per l'Imperio.
Di poi il Papa riuerì Carlo com'era il costume di riuerire gli altri Imperadori; & la sua imagine fu messa innāzi all'altar di San Pietro, & alla quale s'vsaua di far riuerenza, & adorarla; Percioche ancora Ieronimo dice, che le statue de gli Imperadori si soleuano riuerire, & adorare: non s'intendendo gia adorar come l'intendono alcuni superstitiosi ingegni; percioche non si adora con le parole, ò con l'animo, ma con la dimostration del corpo; la qual cosa i Persi vsarono in vn modo, & altre nationi in vn altro; & hora il Papa s'adora bacciandogli il piede; à i gran Principi s'abbraccia il ginocchio; à i minori si bacia la mano; [Page 68] & i piu comuni s'adorano col cauarsi la berretta; in tanno, che tutti questi son modi d'adoratione; come auuiene anche, che cio si vede piu particularmente vsato in Inghilterra, doue l'huomo sa riuerenza à i piatti, à i coltelli, alla saliera, & in somma à tutti quei seruitij, cheson portati con qualche ceremonia per seruitio del Principe; & che ancora sempre si sta col capo scopetto nella sala principale, benche il principe non vi sia presente. Et potrebbesi ancor dir, che il baciar delle Donne, quando vien da cerimonia di buona creanza fusse vna spetie di adoratione, se non paresse, che ci fusse vn certo che piu di libero, & d'almor piu domestico. Questo par marauiglia, che ei non lo sapesse innanzi. Ma tornando à Carlo, il quaile so prafatto da vna non aspettata dimostration di comun beneuolenza, & però lasciato il nome di Patritio, & gli altri titoli, ch'egli haueua, fu di poi chiamato Imperador & Augusto de i Romani, & da lui hebbe principio, che l'Imperio rimanesse ne i Franzesi, & ne i Germani; & che gli Imperadori fusser coronati dal Papa; Carlo primo Imperador Latino cagione, che di poi i nostri Imperadori sisanno coronar da i Papi. hauendo gli Imperadori Latini (che cosi si posson anche chiamar) posseduto da Carlo sino ad hora l'Imperio circa di anni settecento nella nation Germana, & quel, che è piu mirabile à dire, natione da gli antichi Romani stimata barbara, & del nome Italiano nemicissima, & del suo Imperio; essendo questi riuolgimenti cosi dati à noi dalla natura per dimostrarci, che qui non è regno, ò stato per noi cosi stabile, che col tempo non sene possa sperar, ò temer la riuolutione. Donò Carlo vn presente nella Chiesa di San Pietro di cinquecento libre d'oro; Doni honerati di Carlo. & vi messe dinanzi all'altare vna Corona d'oro di cinquanta libre con diuerse pietre pretiose, la qual con vna Catena del medesimo metallo fu appesa in alto per memoria del fuo animo [Page 69] grato; & al sepolcro di San Pietro presentò tre calici forniti in nome suo, & de i figliuoli di peso di ottanta libre d'oro, i coperci de i quali pesauano libre ventidue d'oro. Donò ancora a i poueri tre mila libre d'argento.
Di poi spedite quelle feste si venne à dar vn vltimo fine all'essamination di quei, ch'haueuan cospirato contra del Papa, & che gli haueuan potuto prouar contra cosa alcuna; & di loro fu preso il supplicio condegno, cio è furon fatti morir i capi, Essecutione di quei che furono trouatirei contra di Leone. & gli altri circa trecento furon mandati in essilio; accioche l'essempio loro hauesse ad esser ammaestramento à gli altri del popolo mal a [...] [...]o per sua natura ad vna quieta vbbidienza. Accommodate le cose di'Roma, & rimandato Pipino Re verso Beneuento; Carlo Imperador se ne andò à Spoleto, doue rimanendo per qualche giorno vene vn tremuoto vniuersale, Tremuoto generale marauiglioso. che non pur quiui tremò la terra, ma in Roma, & verso Napoli, & per tutta l'Italia, Germania, & Francia con horribil danno di molti luoghi notabili. Di poi per la dolcezza dell'aria fuori del costume dell'inuerno sopra venne vn a pestilentia vniuersale forse mandata fuori per qualche putrido humore essalato dalle viscere della terra per quel gran commouimento di essa. Pestilenza vniuersale nata per i diuersi commouimenti della terra. Ambasciadori Tersiani. Ma l'Imperador partito da Spoleto, passò à Rauenna, & di quiui à Pauia, doue hauendo hauuta nuoua, che à Liuorno erano arriuati Ambasciadori d'Amaromurmulo Re di Persia, & d'Abraamo ammirante de i Saracini, & Re d'Affrica; egli mandò in contro huomini honorati, che gli menassero, & accompagnassero à se; i quali lo trouarono intorno à Vercelli. Da costoro egli intese come Isaco giudeo mandato da lui quattro anni prima Ambasciador in Persia con Lanfrido, & [...] [Page 70] ritornaua, & era in dietro con vn Elefante, & altri presenti; ma che gli altri duoi eran morti nel viaggio. Menandogli, & portandogli ancor essi diuersi doni da parte de i Re loro; le quali cose si rimaneuan pur sotto la guardia del predetto Isaco. Doni Persiani à Carlo. Scimie, gatti, maimoni, Lioni Affricani, orsi di Numidia; Nardo, oppobalsamo, odori di diuerse sorti, & altre cose strane da vedere, & parte di grādissimo pregio. Carlo vdita la lor proposta, mandò Erchinoualda vno de i segretarij al mare perche e' trouasse commodità, che quegli animali si potesser condurre à lui salui; & esso menandone seco gli Ambasciadori seguitò il suo viaggio. Hauendo per all'hora accommodate assai felicemente le cose d'Italia, & ancora quelle di Spagna per mezo de i suoi Luoghitenenti; Poi che Barzalona, ch'era stata assediata duoi anni da i Christiani fu forzata à rēdersi loro col suo Signor Zatuno; Italia pacificata. & in Italia hauendo le sue genti vinto Rothelino, & espugnata la sua città di Rhieti; reliquie d'ogni passata seditione & discordia; non pareua, che vi rimanesse altro da fare. In modo, che in vn medesimo dì, Prigionieri à Carlo. & Zatuno, & Rothelino prigionieri furon menati innanzi à Carlo; dal quale e' furon confinati in Luoghi diuersi sotto buone guardie. Di poi verso l'Ottobre arriuò à porto Venere Isaco giudeo con i doni da noi raccontati, & se ne passò à Vercelli per trouar Carlo; ma bisognò rimanersi quiui sopraggiunto da i maluagi tempi; Conciosia, che Carlo essendosene prima passato in Aquisgrana; egli per l'asprezza dell'inuerno non potette passar l'Alpi. Carlo adunque ritornatosene in Germania, Visitatione della Giustitia per tutta la Germania. mandò à riueder per tutto l'Imperio suo come la Giustitia fusse stata in sua assenza ministrata; mandando ancora i suoi Luoghitenenti con l'essercito per [Page 71] gastigar i Sassoni oltra l'Albi, i quali mentre, che egli era in Italia haueuan fatti di molti danni à i vicini loro. Ma in questo tempo hauendo inteso Irene tutti i maneggi di Roma, & come di gia l'Imperio Romano sitrouaua diuiso; dubitandosi che Carlo non si voltasse all'acquisto del resto; mandò à lui Leontio suo capo generale della militia; Dubitatione, & sospetto d'Irene. per confermar seco nuoua amicitia, & pace come con huomo, & Principe ornato di nuouo titolo, & grado; Il qual Leontio essendo stato gratiosamēte riceuuto, vdito, & spedito; furon mandati seco Iesse Vescouo Ambianense, Ambasciadori ad Irene. Speranza di matrimonio di Carlo, & d'Irene. & Helmogaudo vno del suo Consiglio per Ambasciadori ad Irene per trattar seco matrimonio, essendo lei vedoua, come ancora lui: accio, che con piu felicità della Christiana Religione per l'auuenir si ricongiugnessero insieme quei duoi potentissimi Imperij in vn sol corpo, di poi che per piu di quattrocento anni erano stati separati, & sinembrati con grauissimo pregiudicio di Christianità; & che cosi la maestà Romana potesse ancor risplender come prima. Ella vdì volentieri quelli Ambasciadori, & si contentaua del partito, Irene si contentaua di maritarsi in Carlo, ma i Grecisi solleuarono cōtra di lei. Irene prigioniera, & monaca. Niceforo Imperador d' Oriente. parendole quanto à se medesima di douer crescer non poco in cōtentezza, & in honore. Ma i Greci inuidiosi della potenza di Carlo, & sempre all'vsanza lor maligni conspirando contra Irene, & facendo capo fra loro vn certo Etio patritio la fecero prigioniera, le fecero rinuntiar per forza l'Imperio, & la fecero monaca, confinandola nell'Isola di Lesbo, & creando Imperador Niceforo; dal quale furono vditi gli Ambasciadori di Carlo. Percioche hauendo essi vedute le cose d'Irene andar in contrario, fecero quei generali vffici col nuouo Imperador, che i prudenti Ambasciadori debbon far in simili casi, ò come richiede [Page 72] la necessità per honor del lor principe. Vssicio necessario d'vno Ambasciadore. Vanità di Niceforo. Hora e' non è da tacer vna Greca vanità, che auuenne nella conuersatione, che si teneua fra l'Imperador Greco, & gli Ambasciadori di Carlo; però che dimandando Nicephoro con simili parole; Che fa hora Carlo mio figliuolo? (forse il buon Nicephoro stimādosi per la sua leggerezza esser solo Signor degli altri, chiamaua Carlo figliuolo come suo suggetto, ò minore; perche per l'età non era punto verisimile, che lo douesse chiamar figliuolo) ha egli i suoi Regni hora in pace? al qual proposito Helmogaudo rispose: Ogni parte de i suoi Regni sta quieta, saluo vna natione di Germania, che si dice Sassonia, i popoli della quale per vsanza mal volentieri si posson tener à freno; ma sempre con latrocinij, & incursioni fanno danno a i lor vicini; Al quale l'Imperador pur con iattanza Greca replicò: Et perche il mio figliuolo Carlo contra cosi pochi nemici priui di virtù, & di valore consuma tanto tempo, & tanta fatica? Io che tengo l'Imperio del mondo, & à cio sono eletto dal Cielo, Ʋana liberalità. & son Signor delle cose; & posso far grande chi mi piace, ti dono la Signoria di coteste genti. La qual risposta riportata dipoi dal medesimo huomo à Carlo; egli sorridē do rispose. Meglio haurebbe fatto il Re Greco à farti Re delle sue femine. Alludendo forse alla lasciua vita del Greco, & alla festeuol natura di Helmogaudo. Dal cui essempio si conosce quanto deue vn Principe esser circospetto nel parlar con gli Ambasciadori. Riguardo, che deue hauer vn Principe con gli Ambasciadori. Ma nella state seguente fu ron condotti i doni Orientali à Carlo; & in Italia nel medesimo tempo per qualche differenza occorsa fra i Greci, & i Latini per cagion de i cōsini, Ortona posta sopra il mar Adriatico fu espugnata dalle genti di Carlo, scacciatine i Greci; & fu [Page 73] consegnata in guardia al gouernator di Spuleto; il quale essendo di poi caduto in vna graue malattia, la città fu assediata da Grimoldo Longobardo Duca di Beneuento di gia riuscito poco fedele à Carlo, & meno amico de i Greci, & da lui fu presa, & occupata; Ma di poi hanendo quell'huomo poco stabile, considerato il pericolo, ch'ei si tiraua addosso per quell'atto insolente, ricorse all'humiltà, restituendo la città à Carlo, & pagando i tributi decorsi, & molti doni appresso per placar l'animo suo giustamente sdegnato. Et i Bauari anch'essi non si stando in otio assaltarono quel resto de gli Vngari, che restauano non domi; & hauendo con loro la felice fortuna di Carlo, Quando la fortuna è fauorcuole ad vn principe e'par, che i suoi popoli intraprē dono sia lor felice. Capano Re degli Vngari battezzato, & detto Theodoro. Ambasciadori Greci, à Carlo. guidati da i suoi Luoghitenenti ruppero in Campagna Capano Re di quelle genti; & lo fecero condescender alla fede Christiana; onde battezzato fu chiamato Theodoro. Ma Carlo poi non molto visitando quei paesi sino alla Draua, gli incorporò, & applicò allo stato di Bauiera nel temporale; nello spirituale all'Arciuescouado di Saltsburg, raccomandando il gouerno à i nobili, & leuando l'armi alla plebe; parendoli di poter meglio, & piu sicuramente cosi ritener in vfficio, & al segno della Religione quei popoli per se medesimi sempre desiderosi di nouità, & dell'altrui prede. Di poi ritornatosene à Saltsburg hebbe quiui gli Ambasciadori dell'Imperador di Costantinopoli, il capo de i quali era il Patriarca del medesimo luogo. Con loro adunque si cominciò à trattar della pace, la quale doppo molte disputationi s'accordò in tal modo. Che dall'hora innanzi Carlo, & i suoi successori fusser chiamati Imperadori Romani, Latini, & Occidentali. Accordo f [...] i duoi Imp [...] radori. Et Nicephoro, & i suoi successori fusser detti Imperadori di Costātinopoli, di Grecia, & d'Oriente. [Page 74] Roma capo del mondo; Diuisione de i duoi Imperij. Tutta Italia sino al fiume Aufido, & al fiume Vulturno; mettendo questo nel mar Thosco, & quello nell'Adriatico, & in sino à i confini del Ducato di Calabria, & del Regno di Napoli (come prima) sia dell'Imperio Romano. Possegga Carlo oltra di cio l'vna, & l'altra Vngaria; Datia; Histria; Liburnia, & Dalmatia fuori d'alcune terre marine lasciate all'Imperador d'Oriente. La prouincia del Norico; d'Augusta; la Rhetia; la Bauiera; la Sueuia; tutto il rimanente della Germania; tutte le Gallie, ch'hoggi sotto vn sol nome son dette Francia: l'Isole Baleariche, & le prouincie della Spagna sino al fiume Hibero gia s'intēdeuano del dominio di Carlo, nè v'haueua l'Imperador d'Oriente da far cosa alcuna; & però si rimanessero all'istesso Carlo, & à i suoi successori, & heredi. Tutto quello di poi d'Europa, che guardaua all'Oriente, & à mezo di s'appartenesse all'Imperador Orientale, con tutto quello, ch'egli, o i suoi successori potessero ritener, & guadagnare fuori d'Europa sotto mezo dì & Leuante. Questo ben trouo io in molti altri scrittori d'historie, che appresso gli historici Alamanni non ho ancora ritrouato. Che i Venetiani sino all'hora di non piccola consideratione sul mare posti nell'vltimo seno del Mar Adriatico, non hauendo dominio in terra ferma d'Italia furon lasciati prima, & all'hora confermati da questi duoi Monarchi fuori della lor predetta diuisione liberi, Ʋenetiani rimangono liberi nella diuisione del li duoi Imperij. & franchi con la beneuolenza di ciascun di loro. Et perche la ragion di tal cosa non appare, si dee creder, che cio da Dio fusse proueduto, accioche quella Città fondata in Republica hauesse à crescer poi, come la fece sin'ad hora con essempio non solamente di vnione, & di religione, ma d'vna rara qualità di gouerno, col quale [Page 75] ell'ha vissuto piu lungamente, che nessuna altra mai. Queste conditioni di pace, & diuision di Prouincie scritte, & messe in tauole publiche furono da Papa Leon terzo come testimonio delle loro volontà sottoscritte. Pare, che'l Papa fusse fra quei duoi Monarchi come testimonio, & cō seruator della pace publica. Nota tutto questo discorso. Di poi gli Ambasciadori Greci largamente festeggiati, & donati da Carlo, hauendo da lui presa licenza se ne ritornarono ne i loro paesi. Qui par à noi di ridurre à memoria à chi legge; che dal tempo che Costantino Magno traportò la sedia dell'Imperio da Roma à Costantinopoli, onde l'Italia cominciò à mancar del suo splendore gouernandosi, per vfficiali, & Luoghitenenti, & vedendo rare volte gli Imperadori in faccia, corsero sino à Foca Imperador huomo perfido, & principe vile annj. 276. Percioche Costantino passò ad habitar in Grecia l'anno di Christo 328. & Foca visse intorno all'anno 604. Et nel suo tempo l'Italia cominciò à prouar tutte le miserie senza mai veder l'Imperador suo sino à Carlo, che furono anni 198. percioche Carlo fu eletto Imperador l'anno 802. non inutile memoria, L'elettione degli Imperadori Latini è stata la conseruatione della Christianità, & della religione. per poter meglio cō siderar quanta vtilità ritornasse all'Italia, & all'Europa & quanto splendor ne risultasse à tutte queste Christiane prouincie per l'elettione all'Imperio Occidentale di Carlo, & de i suoi discendenti ma torniamo al nostro proposito. Carlo hauendo assettate le cose sue co i Greci se ne rimase nella Bauiera, doue ei si prese qualche ricreatione nelle cacce, nella voleria, & nelle pescagioni; hauendo nondimeno qualche fastidio per i giudicij, & differenze delle persone ecclesiastiche della Germania (come spesso gli auueniua) ma hauendo dati loro giudici competenti se ne spedì honoratamente. L'anno seguente, il quale fu il trentesimo terzo della guerra Sassonica dal [Page 76] principio di essa; I Sassoni Orientali subornati da i Dani, Di Danemarche. ò Daci, & per se stessi essendone desiderosi si ribellarono. Erano i Dani, & gli altri popoli piu settentrionali molto sospetti della grandezza di Carlo; Godofrido Repotentissimo. & Godofrido Re loro potentissimo regnando à i Dani, Suenoni, Finni, Nordouici, & Gotti; & possedendo la Cimbrica Chersonesso, Scandauia, Scandia, Gottia, & l'altre Isole del seno Codano, & Venedico, & però Reveramente molto potente, affermaua, ch'à lui s'apparteneua il Regno di Germania, come à huomo nato della vera stirpe, & natione de i Germani; Inuettiua contra di Carlo. & che riteneua la disciplina, la Religione, & i costumi degli antichi suoi padri; & non à Carlo, il quale hauendo abbandonato l'amore, l'habito, la Religione, & le maniere della patria, & prese quelle delle vinte nationi da lui, Francesi, Italiane, & Spagnole, & del tutto scordatosi dell'esser nato fra i Germani non era degno di dominare à quella natione i costumi della quale egli haueua abbandonati; & che se tutti i popoli di Germania volessero considerar ben queste cose, & di quanta ignominia e' fusse loro di restarsi nella feruitù d'vn Principe digenerato, & tralignato dal natio valore della sua antica patria, & propia natione; Et che volesser seco congiugnersi, per ch'egli farebbe bene con l'armi comuni in modo, che la lor comun patria farebbe liberata dalla tirannide degli Italiani, Prudenza di Carlo. & de i Franzesi. Ma Carlo intendendo cosi fatti andamenti, passò quanto prima in Sassonia con l'essercito, & fece i suoi alloggiamenti al fiume Albi; Et Carlo, suo figliuolo con vn altro essercito hauendo passato il Reno à Himega andò à congiugnersi col padre, & à loro arriuò anche Lodouico dall'Aquitania con vn'al tro essercito; Onde i Sassoni sopraggiunti dalla [Page 77] celerità di Cesare, & de i figliuoli, & quasi circondati da tre campi doppo l'esser stati in due battaglie à bandiere spiegate rotti con gran mortalità; porsero le mani supplicheuoli offerendo di far quel che lui volesse. Onde leuandone lui tutte le popolationi, ch'erano di la dall'Albi lūgo quella gran riuiera come sempre sospette, le fece passar ne i luoghi vacui della Francia, Vtile pronisione degna d'essere imitata. Nota. & della Germania; & quiui messe Colonie di quei popoli, ch'esso haueua per proua conosciuti piu fedeli, & da i quali egli haueua riceuuto seruitio. Hauendosi memoria per gli scrittori, che dieci mila capi di casa con tutte le lor famiglie, & serui furon quelli, che furon fatti passar da quella ad altre prouincie; de i quali alcuni pochi nondimeno se ne fuggirono in Dania. Et per tutto il resto della prouincia, & per Westfalia messe vn magistrato di cinque huomini di bonissima fama, Nota la natura d'vna nuoua inquisitione; tanto per la politia, quanto per la religione. Autorità grandissima. & di scelto valore, i quali attendessero, & segretamente, che non si mancasse in cosa alcuna, tanto circa la Religione, quanto intorno alla Politia del bene, & rettamente viuere; & à costoro diede autorità libera di poter gastigar qualūque si fusse alla lor coscienza; il qual modo d'inquisir segretissimo ha di poi durato lungamente fra quelle genti, come necessario alle loro scandalose nature. Per mezo adunque di questo vfficio fu ritenuta quella ferocissima natione à freno; percioche per piccola cosa chiunque si fusse sospetto era fatto da lor morire; in tanto, Seuerità notabile. che costretti dalla paura, cominciarono ad hauer piu riuerenza della Religione, & della giustitia; La paura qualche volta si conuerta in vso. & la paura loro si conuerti in vso ne i loro figliuoli; tanto, che'si fecero col tēpo vn corpo stesso con gli altri Germani. Godofrido in questo mezo con vn'armata potentissima, & con molta Caualleria essendo [Page 78] venuto per mar, & per terra à confini della Sassonia dalla parte di Dania suo Regno, & trouandoui le cose de i suoi amici disperate, cominciò à trattar della pace; & egli promesse d'abboccarsi con Carlo; Godofrido diffidente. Sdegno di Carlo. ma di poi da i suoi dissuaso dal far tal cosa si ritirò con l'essercito alla Citta di Slesuuick, luogo principal di Dania; Per la qual cosa Carlo sdegnato gli mandò à far intender, che douesse ristituire i prigioni, & i fugitiui, offerendogli per cio la pace, & il perdono delle ingiurie paslate, altrimenti gli annuntiaua la guerra. Et al fine fra di loro le cose furono accommodate cosi; Che ciascuno si rendesse l'vno all'altro i prigioni, & i fugitiui, Accordo. La coscienza libera. con patto però, che'potessero essi fugitiui viuer secondo la lor coscienza; & che ciascun di loro si tenesse amico degli amici, & nemico de i nemici l'vn degl'altri. La quale speditione accommodata, Carlo se ne ritornò ad Aquisgrana, & mandò l'essercito alle stanze. Accadde all'hora che si scoperse per fama del popolo vn certo miracolo del sangue di nostro Signor Iesu Christo in Mantoua città nobilissima nella Lombardia, Miracolo à Mantoua. ch'ancora sino ad hoggi come vna macchia grande quanto vna moneta si vede; della qual cosa volendosi chiarir Leon Papa, passò da Roma à Mantoua, Il Papa in Germania. & poi in Francia all'Imperadore, il quale lo mādò ad incontrar sino al Rodano ne i confini di Sauoia per Carlo suo figliuolo, & egli l'andò ad aspettar nella città de i Remi, menādolo poi per le feste di Natale ad Aquisgrana; Doue venne Theodoro Principe de gli Auari, il qual pregaua d'esser leuato con le sue genti di quei paesi doue prima egli era stato lasciato; percioche i Venedi nemici antichi della sua natione non restauano d'ingiuriarla come quella, Venedi popoli. che per le molte guerre era grandemēte stata abbattuta; [Page 79] onde ei desideraua, che l'Imperador gli desse le stanze fra i suoi Bauari huomini piu ciuili; Della qual cosa Carlo si cōtentò, & diede à lui, & à i suoi le stanze sopra il fiume Arabone verso la Carnia, doue habitarono quieti; & à Theodoro successe Abraamo suo figliuolo, che si battezò, & fu fedel suggetto dell'Imperio. Ma Carlo Imperadore commosso dalle querele, & dalle informationi di Theodoro, nè stimando esser cosa degna di se, nè sicura per lo Imperio, che i Venedi molestassero i suoi confini, fece passar Carlo suo figliuolo con vno essercito di Bauari, & di Sueui contra di loro, Impresa contra de i Venedi, & altri. & contra gli Sclaui, & Bohemi; & hauendo assaltati i loro paesi in vna battaglia gli ruppe, & ammazzò Zecone Re loro, il quale s'affatticaua per vietar il passo à gli Imperiali nella selua Hercinia grandissima di tutte le selue d'Europa; Hercinia selua grandissima. Onde essendo Carlo il figliuolo felicemente penetrato nella Bohemia; & per tutto hauendo sparso ferro, & fuoco l'afflisse tanto, che la ne rimase domata ben assai; con la qual vittoria egli se ne ritornò à Cesare, il quale di gia haueua appuntata vna Dieta Imperiale nella città di Diethēhouen; nella qual Dieta, ò Concilio Imperiale Carlo magno Augusto Cesare volendo come Christianissimo Principe proueder, che doppo la sua morte non hauesse à nascer tra i figliuoli alcuna dissensione; volse, che ciascun di loro sapesse quel, ch'egli hauesse da possedere di poi, che lui fusse passato all'altra vita; Et però egli assegnò à Lodouico l'Ispagna sino all'Hibero, la Guascogna, Carlo diuide per via di assegnatione à i figliuoli i suoi stati doppo la morte. & l'Aquitania sino al fiume Ligeri, fuori che'l cō rado di Torsi, & quel di Narbona; & gli assegnò da vn'altra parte tutto quel tratto dell'Alpi doue è la Tarantasia, & la Segusiana. A Pipino assegnò con l'Italia, che egli haueua prima, l'Istria, la Liburnia, [Page 80] la Dalmatia, la Pannonia, il Norico, la Rethia, la Sueuia (saluo Augusta, & quanto bagna il fiume Lico) la Vindelicia, la Bauiera sino al principio del Danubio, Inghelstat, & Lauthershouen, che sono di la dal Danubio. Et il resto cio è la Gallia Lionese, i Celti, i Belgi, la Germania, la Franconia, detta all'hora Francia antica, la Thuringia, la Sassonia, la Frigia, i Venedi la Sueuia oltra il Danubio, cio è verso Settentrione, & la Bauiera Settentrionale di là dall'Istro furono assegnate à Carlo; & gli fù dato il Contado di Torsi ne i consini di Lodouico; & à Pipino Augusta di Rhetia, & quelle due terre di là dal Danubio come è detto: accioche fatte le diuisioni, ciascun di loro hauesse qualche parte, Prudenza di Carlo. che penetrasle ne i confini dell'altro fratello; perche in ogni caso di guerra e' si potesser meglio aiutar l'vn l'altro; & accioche e'vi fusse fra loro vno sproneda douerlo fare. Ordinando, che loro, & iloro successori fussero heredi l'vno dell'altro & che nessuno di loro riceuesse i fugitiui, ò i ribelli dell'altro. Nota. Fu prohibita à i loro popoli la permutatione, ò cambiamēto della patria per li huomini; ma per le Donne fu concessa. Et di piu fu ordinato, che s'egli auuenisse, che Carlo, ch'era il maggiore, morisse innanzi à i fratelli senza figliuoli: Pipino douesse hauer la Germania, & Lodouico la Gallia. Ma se Pipino morisse in tal modo, Augusta di Rhetia con tutto quello, ch'è fra il Lico fiume, Vercelli, Pauia, Modena, & sino al fiume Pò da man manca di esso; Et il seno Adriatico, & il contado di Spuleto peruenisse à Carlo. Masopra il fiume Lico la Rhetia, & la destra parte d'Italia con l'lsole del mar Thosco toccassero à Lodouico. Ma se Lodouico casualmente morisse (come è detto) senza figliuoli innanzi à i fratelli. [Page 81] Pipino Re ottenesse la Gallia Narbonese, & l'Hispagna sino all'Hibero; & Carlo l'Aquitania, & la Guascogna. Tutte queste cose accommodate col consiglio di huomini prudenti, & col consenso del Concilio furono scritte, & ferme dalle parti, & mandate à Roma al Papa, che di gia se n'era ritornato in Italia, dal quale furono sottoscritte. Il Papa sottoscriue la diuision fatta da Carlo. Di poi l'Imperadore rimandando Pipino in Italia, & Lodouicò in Aquitania; ritenùto seco Carlo se ne andò per il Reno à visitar l'Holanda, & quei paesi piu bassi: Poi ritornato ad Aquisgrana mandò Carlo con l'essercito contra i Bohemi, Nuoua impresa contra i Bohemi, & altri. & contra quei di Misnia, co i quali egli combattēdo gli vinse in campagna piu volte, & ammazzo Miloduco lor Principe, si che' ridusse quei popoli doppo molte ribellioni ad vna stabile vbbidienza. Haueua Carlo il figliuolo nel suo essercito (come hebbe anche Cesare suo padre, al suo soldo vn gigante detto Enothero nato in Durgia villaggio di Sueuia; costui era tanto grande, Enothero gigante. & valorolo, che si metteua à passar à guazzo ogni gran fiume trahendosi dietro il cauallo per la briglia; Costui faceua de' nemici con vna lancia come si fa de i ranocchi, però che ve ne infilzaua come per gioco combattendo (intendendo noi però huomini disarmati) cinque, & sei, & otto innanzi, che volesse gittarli da se. Et se egli era dimandato nel ritornar dalla guerra da gli amici come la fusse andata contra i suoi nemici, & come e' si fussero portati. Egli ridendosene. Et che credete voi (diceu'egli) di quei ranocchietti; se' fusser buoni à qual cosa io ve ne vorrei ogni giorno far hauer vna filza; & mi marauiglio, che'l Signor nostro stia à far tanta spesa contra questi vermicelli. Andaua egli nondimeno armato, & era accorto nella guerra, & però degno, che se ne facesse [Page 82] mentione. Noi certo l'habbiamo rappresentato, come da gli antichi scrittori delle cose di Carlo c'è stato dimostro; nè vogliamo punto negar, che cio non potesse essere; perche anche nelle terre nuoue furon ritrouate reliquie d'huomini cosi fatti; I Giganti sono stati, & non sono fauolosi. & noi in Londra habbiamo veduto vn dente humano cosi grande, che non può esser, che' non fusse stato d'huomo di statura gigantea. Ma ben ci par piu duro da credere che la natura douesse anche hauer proueduto di vn cauallo al bisogno, & proportion di colui; ma lasciamo hor questo nell'altrui credenza. Il Re Pipino in questo mezo mandò al soccorso di Corsica vn'armata, Corsica assaltata. la qual' Isola era stata assaltata da i Saracini, i quali ritiratisi non vi fecero molto danno; ma nella loro ritirata vi fu morto Adomaro Franco gouernator di Genoua percioche volendo egli perseguitari i nemici troppo piu di quel, che si conueniua ad vn, che tien gran carico sopra gli altri, fu da loro tolto in mezo, Nauarra, & Pampalona ritornano all'vbbidienza. Niceforo rompe la pace. Ambasciadori Orientali à Carlo. Timor degli Orientali. & fatto morire. Et in Hispagna quei di Nauarra, & di Pampalona, i quali prima s'erano ribellati à i Saracini, ritornarono in ceruello, & da Lodouico furon perdonati, & riceuuti in gratia. Et Nicephoro Imperador di Costantinopoli rompendo la pace mandò Niceta Patritio à ricuperar la Dalmatia, & ritrouandosi Cesare in Aquisgrana, hebbe nuoua, che gli veniuano Ambasciadori del Re di Media, & di Persia, insieme con altri di Palestina; tanto terrore haueua posto la fama di Carlo à i popoli d'Oriente, che' temeuano, che la fortuna, & la virtù di Carlo non hauesse à riuscir tale, che gli paresse poco l'hauer acquistato l'Occidente, ma che' volesse penetrar ancora nell'Asia, & nell'Affrica; & però quei Re di barbare nationi, & nemiche affarto del nome Christiano desiderauano d'intertenerlo; mossi [Page 83] anche à far cio in parte dalla marauiglia delle gran cose fatte da lui. Et esso percioche conosceua, che di tal cosa gli ritornaua vn chiaro honore, & che in particolar tornaua molto à proposito per quei Christiani, La cagione per che Carlo manteneua l'amicitia con i Principi Infedeli d'Oriente. Nota. che praticauano in Asia, ò che vi eran prigioni nutriua quell'ammistà con ogni conueniente vfficio di honore, & di amoreuolezza. Onde egli auuenne, che' si vedde ne i suoi tempi il Tedesco amicheuolmente bere dell'acqua dell'Eufrate; & il Medo ber di quella del Reno. Essendo adunque i detti Ambasciadori stati incontrati honoratamente, & condotti à Cesare in Aquisgrana vi arriuarono la settimana santa, & il giorno di Pasqua furono ammessi all'audienza Imperiale; essendo all'intorno dell'Imperador vna gran turba di prelati in habito puro, & venerando; & vn gran numero di baroni ornatissimi de i loro habiti; poi i Caualieri, & i Capitani principali, & riguardeuoli non meno per il ferro, che per l'oro. I Persiani commossi grandemente dalla vista di tanto veneranda, & Heroica mostra, & quasi che per cio spauentati; & riguardando nel volto di Cesare vna virile, & natural seuerità, con vna graue Maestà; quasi, che non hauesser prima veduto alcun Re, si stettero per vn pezzo stupefatti, & immobili; Ammiratione degli Ambasciadori Orientali. Lodi di Carlo. & al fine sciogliendo la lingua alle parole dissero; Che l'habito, & la qualità de i corpi non eran punto contrarij alla fama di lui, & della sua gente. Noi habbiamo veduto sino ad hora huomini di terra, ma hora noi neveggiamo vno aureo, & pretioso. Di poi vno di loro esponendo la cagion della lor venuta parlò in nome del Re loro gratiosamente la sua intentione. Carlo hauendogli amoreuolmente riceuuti, & ringratiatili della buona loro oppinione, diede lor luogo honoratissimo, & [Page 84] nelle ceremonie, & ne i conuiti; facendo lor poi adagió veder tutte le cose degne della lor vista, si per conto de costumi; & vsanza di pace, come di guerra. Ma ancora menandogli seco alle Cacce de i Bisonti iubati, & de gli Vri (questi sonospetie di buoi saluatichi terribili. Ficre saluatiche. I Parthi all'aspetto di cosi fatte fiere s'andauan ritirādo, ma Carlo benche homai fusse di tempo graue volse mostrar il suo primo valore, Valor di Carlo. & però spingendo il suo Cauallo, & con la spada in mano andādo per affrontar la fiera con animo di tagliarle il collo, nello stesso corso essendo stato scansato il colpo dall'animale, fu lui in vna gamba offeso col corno; ma non gia molto per la bontà dello stiuale, Pericolo di Carlo. come che il quoio ne rimanesse rotto dalla violenza del colpo. Isenobando figliuolo di Varino Principe di Sueuia in tanto vedendo il pericolo di Cesare, tirando vna saetta ferì la fiera tra'l collo, & la spalla in modo, che per il colpo mortale la si distese in terra, & cosi leuò del tutto il pericolo al suo Signore. La qual caccia finita, ma con qualche timore de gli amici, & anche de forestieri per il pericolo del Principe; hebbero altre volte nuoue occasioni di trattenersi in diuersi piaceri, doue veddero in piu d'vn luogo huomini desiderosi d'honore, Quādo i sug getti amano il Principe, non ricusano alcun pericolo per lui. Loquacità degli Ambasciadori. & della gratia di Cesare mettere in pericolo le lor vite per il suo piacere, la qual cosa diede occasion di danno à qualch' vno percioche vn giorno parlandosi fra loro nella presenza di Carlo simili cose; Gli Ambasciadori sicurtà di parlar liberamente, quasi che si mouessero per gioco dissero; che pareua lor gran marauiglia, che vn tanto Imperadore, di tanta forza, & di tanto Imperio fusse solamente stimato in presenza tanto, che ciascun s'esponesse con la vita ad ogni pericolo per lui; & che in assenza [Page 85] nessuno si mouesse pur con vna sola parola per suo honore. La qual cosa non essendo bene intesa da Cesare, ei desiderò di saper da loro, perche gli hauesler parlato cosi; All'hora essi rimostraro (& fu Asiatica malitia la loro) come venendo à lui, per tutti i suoi Regni, Malitia Asiatica. & Imperio sino à che furono incontrati per suo ordine, duraron gran fatica à trouar per i lor denari alloggiamento, ò commodità alcuna; per la qual cosa risentitosi grauemente l'Imperadore, Giusto sdegna. priuò de i loro gouerni tutti quei, che si trouauano al gouerno di quei luoghi per doue eran passati quelli Ambasciadori; & i prelati di quei paesi quasi corruttori d'vna debita hospitalità condennò in denari. Debitapena. Et alla lor partita gli presentò honoratamente, & gli fece à sue spese accompagnar per tutto il suo Imperio liberalmente; & al Re di Persia mandò à donar Caualli di Spagna, Muli Spagnoli, Magnanimita Reale. Vesti d'armare di diuerse sorti, Cani valentissimi per la caccia, Armature bellissime, & altri pretiosi doni; de i quale dilettatosi grandemente il Re Persiano, desiderò di prouar i Cani, & però facendo vna caccia, ne ammesse alcuni ad vn Lione, contra del quale andando, & abboccandolo in tal maniera, che nō lo voleuano à modo alcun lasciare, Cani mirabili. i Germani, che erano stati mandati con quei doni ammazzorono il Lione, & i cani all'hora lasciarono la preda. Però quel Re esclamando disse; Lodi di Carlo. Felice Carlo mio fratello, che signoreggia à cosi forti huomini; Certo, che la fama è grande, ma l'effetto è maggiore. La virtù si fa conoscer ancora da lontano, & appresso de i naturali nemici. Hora il Re Asiatico per la buona relatione, che lui hebbe da i suoi Ambasciadori delle qualità, virtù, & potenza dell'Imperador Carlo; ò pur, che altra se ne fusse la cagione, ei si contentò di ristituire à i Christiani, & à esso Carlo la prouincia di Palestina, ò vero Giudea con [Page 86] essa Citta di Ierusalem. Magnanimità veramente notabile. Ma percioche Cesare n'era lontano; nè poteua secondo la condition di quei tempi conseruarla piu di quel, che i medesimi Orientali s'hauesser voluto, la prouincia si restò come prima nelle mani di quel Re, non vi volendo mandar gente per quell'effetto; il qual volse nondimeno magnanimamente operando, che l'entrate fuslero di Cesare, ò di quei Christiani à chi egli l'assegnasse; Et però Catlo vi mandò un Thesoriere à sopra veder tali cose. Et di qui son nate le fauole, che Carlo magno passò in Asia, & ch'egli acquistò la Palestina, Carlo non vsci maid'Europa. & vinse, & guadagnò Ierusalem. Percioche lui non vscì mai d'Europa, nè de i suoi Regni, se non ne i confini de i nemici per far guerra; quantūque alcuni monaci del monte Oliueto foslero all'hora mandati da quel Re ad offerir quella prouincia, & à porger vbbidienza à Carlo magno, i quali poi furono rimandati honoratamente à casa con l'appuntamento, & ordine, che di sopra si è detto. In questo tempo i Saracini corsari assaltarono di nuouo la Sardigna, Saracini assaltano l'Isole d'Italia. Tregue fra i Greci & Pipino. & la Corsica; i quali da i Luoghitenenti di Pipino furono scacciati, & gastigati per qualche tempo si, che ne fu purgato per all'hora il Mar Thirreno. Ma Niceta Luogotenēte di Nicephoro, il quale noi habbiamo detto, che assaltò la Dalmatia, trouandoui difficultà, facendo tregua con Pipino per alcuni mesi, ritirò l'armata nel golfo di Venetia, Venetiani naturali amici de i Greci. hauendo i Venetiani per cagion delle lor mercantie vna certa ammistà co i Greci. Et l'Imperadore pendendo alcuna controuersia in Bauiera per conto delle Decime, vi ragunò vn Concilio nationale, nel quale egli accordò le cose; & volse, che fussero l'entrate ecclesiastiche partite in quattro eguali parti; vna delle quali fusse del capo della Chiesa di qualunque [Page 87] grado ei si fusse, l'altra de i sacerdoti, Nota la partitione de i beni ecclesiachi. Nota questo Eclipse. l'altra de i poueri della parrocchia, & l'vltima fusse conseruata per la restauratione della Chiesa, & altre sue necessità. Et fu fatto quello anno l'eclipse della Luna tre volte, & del Sole vna sola, & l'inuerno fu oltra la sua natura dolce, onde l'annata fu ripiena di pestilenza. L'Imperador partito la Primauera d'Aquisgrana se ne andò à Niumega, Ariodulso Re degli Inghilesi. doue lo venne à trouar Ariodulfo Re degli Inghilesi scacciato del Regno; il quale essendo stato amoreuolmente da Cesare riceuuto, & intertenuto per qualche giorno se n'andò poi à Roma per cagion di diuotione; d'onde essendo ritornato, & hauendo hauuto il fauor dell'Imperadore fu da lui fatto accompagnar in Inghilterra per Haudofrido, & per Hauthario monaci; il primo segretario dell'Imperadore, & l'altro Abbate di Santo Otmaro; accompagnati da vn' Ambasciador del Papa Adulfo Diacono, & nato pur in Inghilterra, doue arriuato col fauor della parte amica, & con la riputation, che gli daua l'Imperadore, & il Papa, egli accommodò le cose sue. Ma ritornato Carlo in Aquisgrana si scoprì vna nuoua guerra: Percioche Godifredo da noi ricordato, Go lifredo Re in quieto. non sapendo star quieto, cominciò per mare à far predar tutte le marine della Germania, & della Frā cia; Et di poi prendendo maggior ardire, assaltò i consini dell'Imperio; percioche nè ancora quegli vltimi popoli piu simili à se stessi, che à chi ben gli gouernaua, non si contentauan molto di restar nell'vbbidienza; onde alcuni di essi facilmente fecero deditione. Iattanza di Godifredo. Vantauasi costui pur ancor di nuouo di voler liberar la Germania dalla tirannide di Carlo; il quale farebb'egli ben ritornar nella sua Francia; della quale, & dell'Italia ei si doueua contentare, & lasciar la Germania libera [Page 88] à i veri Germani; Percioche come due galli son superslui ad vna casa; & come non piu d'vn Sole è necessario al mondo; cosi la Germania non poter capir due Signori. La onde essendo esso Godifredo vero Germano; era ben cosa honesta, che Carlo adulterino, & imbastardito ne i costumi delle strane nationi, se n'andasse à gouernar i suoi Franzesi, & i suoi Italiani; queste parole cosi fatte diceu'egli fra isuoi; minacciando di voler ben presto dar vdienza (come assoluto Signor di Germania) nelle amenissime valli del fiume Mosella, & d'assediar esso Carlo in Aquisgrana, s'ei fusse cosi temerario d'aspettarlo. Con tali, & altre simili ostentationi, & con le forze ancora ei messe sotto sopra tutte le prouincie conuicine, & fece di molti danni à gli Imperiali. Ma come prima l'Imperador potette gli mandò contra Carlo suo figliuolo, il quale, come, che vsasse celerità, trouò nondimeno, Battaglia fra gli Imperiali, & Godifredo. che s'era fatto vn gran fatto d'arme fra quegli Imperiali, che haueuan fatta testa, & l'inimico; nella qual battaglia, dalla parte Imperiale vi rimasero molti morti de i quali il piu Illustre fu Godebelo principe in quei paesi; ma ne ancora il nemico n'hebbe da ridere, ò rallegrarsene, perche vi perdè molti de i suoi migliori soldati, & fra gli altri Reginobaldo suo nipote. Hora arriuato Carlo il figliuolo al fiume Albi; & quello hauendo passato, & attrauersata la Sassonia pacificamente; come egli entrò ne i paesi ribellati, accendendo quiui vn graue incendio di guerra, Godifrido si ritira. distruggendo ogni cosa fece si, che Godifredo diffidato di poterli contrastare si ritirò ne i suoi confini antichi della Dania: Spogliando anch'esso nel ritirarsi, & distruggendo ogni luogo per tutto fra terra, & alla marina; lasciando nondimeno in ogni luogo del suo Regno damare, [Page 89] & da terra continoue guardie, & facendoui spessi ripari. Di poi cambiando oppinione mando alcuni mercāti ben conosciuti in Frigia al gouernator Imperiale, Godifredo si riconosce. col quale egli haueua qualche cagion d'amicitia, à scusar le cose fatte; percioche lui daua tutta la colpa à i vicini, ch'haueuan cominciato à contendere; & però ei dimandaua, che'si potesse venir à qualche ragionamento d'accordo. Essendo state vdite queste cose da colui, & fattele conoscere à Carlo generale dell'Impresa, fu riferito per presti messaggieri il tutto all'Imperadore, il quale si contentò, che alcuni diputati amici comuni conuenissero ne i loro confini per parlar di quei negotij; & per accordar tutte le lor differenze. Cesare dimandaua, Si tratta l'accordo fra Carlo, & Godifredo. che le cose tolte fussero ristituite, ò i danni stimati, & ristorati: gli hostaggi renduti: i tributi rilasciati & che Godifredo non trauagliasse piu con guerra, ò in altra maniera gli amici, & i suggetti dell'Imperio. Che non riceuesse i Rubelli, & i riceuuti gli desse in suo potere; Che rendesse tutti i fugitiui; nè subornasse i popoli dell'Imperio. Che se Godifredo facesse quelle cose, l'amicitia loro sarebbe buona, & santa. Ma il Re Godifredo à queste cose rispondeua, che lui non s'era mosso per far ingiuria, ma per diffendersi da quella; & che essendosi gli Imperiali vicini mossi contra de i suoi, egli per diffender le cose sue gli haueua soggiogati, & per ragion di guerra gli haueua fatti tributarij; il che non era disdiceuole appresso di nessuna natione; & che quantunque esso hauesse riceuuto in tal modo in fede degli altri, esso non intendeua di abbandonargli, riputando cio douer esser suo gran dishonore, & ch'egli desideraua, che l'amicitia dell'Imperador gli fusse d'ornamento, & di sicurtà, & non di biasimo, [Page 90] & di pericolo. Et perche l'oppinioni, & i desiderij di quei duoi Principi erano dirittamente contrarij, Non si potē do accordar quei duoi Principi, la guerra si seguita. non si potettero accordar; onde si seguitò la guerra. Però Trasicone vno de i baroni imperiali insieme con i Sassoni diede gran danni all'inimico, espugnando per forza vna delle principali città ribellate; ma costui non godè molto della vittoria; percioche essendo stato inuitato dal nemico à parlamento, Notabil perfidia. Notabile essempio. fu da lui fatto ammazzare à tradimento, temendone Godifredo molto per il suo gran valore; essempio ad ogni altro, ch'adagio fidar si debba senza gran cautela del nemico suo. Hora hauendo l'Imperador veduto quanto Godifredo si presummeua, & la sua temerità, & perfidia; & hauendo Carlo il figliuolo per forza d'arme racquistato quel, che s'era perduto; egli deliberò di mettere à quelle frōtiere vna forte, & numerosa Colonia per tener in freno i Dani, & gli altri popoli settentrionali; però conferita la cosa con i suoi, & con Egoberto Principe maggior fra i Sassoni, si contentò Carlo Cesare di dar à lui il carico, & à gli altri nobili di Sassonia di elegger vn luogo con quanto spatio fusse bastato al nutrimento di essa Colonia. Nuoua Colonia contra i Dani. Però fatti dare i nomi per tutta la Germania, & Francia di chi voleua con le sue famiglie andar à star in quei paesi, ne furono scritti vn grandissimo numero; i quali tutti con buon ordine fatti passar per la Frigia, & oltra ilfiume Albi; sino al fiume Sturia, quiui in vn luogo commodo per la fertilità del paese, & per il sito, come Egoberto guida di quell'impresa giudicò esser proposito, fu ferma la Colonia. Il luogo era detto Eysouelt, il quale fu prestamente di fosso, & di bastione ben fortificato; & ben fornito di ogni sorte di munitione da guerra; & di vettouaglie per viuere, & [Page 91] di bestiami; diuidendo à tutti i padri di famiglia alla proportione della loro qualità, & del lor carico il terreno all'intorno.
Mentre, che queste cose passauano nel Settentrione, In Italia, & in Dalmatia non fu punto di quiete; Percioche Paulo capitano dell'armata Greca, hauendo assalita la Dalmatia, fu doppo diuersi accidenti ribattuto, Greci ribattuti dai Latini in Dalmatia. I Principi di Ʋenetia impediuano la pace fra i duoi Imperij ma pur adheriuano à i Greci nel generale, ma odiauano Pau lo lor capo per che ei cercaua la pace. Pipino mosse guerra, ài Venetiani per cagione d'alcuni loro fuor vsciti. & scacciato da quella prouincia; Onde ritiratosi à Venetia Città neutrale, di quiui tentaua di venir à qualche appuntamento di pace, la qual cosa Villerio, ò Obelerio, & Beato fratelli all'hora principi della Città cercauano d'impedire; non giudicando, che fusse à proposito della lor patria, che quei duoi grandissimi monarchi fussero vniti: In tanto, che, tesero alcune insidie à Paulo il quale per cio se ne ritornò in Constantinopoli; la qual cosa se fu vera, ò pur, che Paulo ne dubitasse, si lascia per incerta, perche non era verisimile, che i Venetiani, ch'all'hora non erano molto potenti volessero irritar l'Imperador Greco; douendo essi per cagion di mercantia nauigar in Oriente; se gia quei, che reggeuano la Città in quei tempi non hauessero hauuto animo d'occuparla publica libertà col fauor dell'Imperador Latino: Perche nel vero il Re Pipino à i conforti di tali fuor vsciti haueua mossa guerra à i Venetiani; Et l'harebbe seguita, & forse con lor danno, se da Dio, il quale haueua dissegnato nella sua mente quella Republica all'eternità, non fusse stato impedito. Ma qual fusse il color, ò ragione di quella guerra, nessuno l'ha ben descritto à bastanza; se non che, par, che la gelosia, che i Franzesi doueuano hauer, che quella Republica non fusse piu affettionata all'Imperio Orientale, ch'allo Occidentale ne fusse stato la prima cagione. Et i Saracini dell'vltima [Page 92] Spagna hauendó assaltata in quei tempi alla sprouista l'Isola di Corsica, Cersica assaltata. Lodouico assalta la Spagna. vi fecero molti danni, & si ritirarono alle case loro; Per la qual cosa Lodouico quasi vendicator della causa comune entrato con vn essercito in Spagna fece loro anch'esso di grandissimi danni; benche non hauendo apparecchio sufficiente, & però non potette espugnar Tortosa città ben guardata da loro sul fiume Hibero; se ne ritornò in Aquitania. Ma gli vennero dietro gli Ambasciadori di Amazoro vno de i Principi Infedeli, il quale hauendo occupato il Principato del morto Aureolo, mandaua per timor de i suoi emuli à rimettersi nella fede di Carlo Imperadore; il qual Carlo accio che da nessuna banda gli mancasse da fare, fu forzato à far ragunar vn Concilio nationale, percioche i Greci Theologi haueuan seminato vna loro erronea oppinione intorno all'intendimento dello Spirito Santo. Oppinione erronea de i Greci intorno allo spirito Santo. Saracini di nuouo sul mare. Normanni assaltano la Erigia. Et i Saracini la state, che seguitò di nuouo assaliron la Sardigna, & la Corsica, come berzagli commodi alle lor rubberie; & se ne ritornarono in dietro. Attendendo in tanto il Re Pipino alla ricuperatione de i luoghi, che nella Dalmatia erano rimasti in mano de i Greci; & douendo Paulo soccorrerli, nè potendo si, che l'altro non hauesse il suo intento, ciascuno si ritornò alle case sue. I Normanni in quel mezo con dugento naui assaltando la Frigia in tre battaglie superarono in modo i Frigioni, che non solo e' furon forzati à ricomprar la pace à denari contati, ma ancora à farsi lor tributarij: Et il Castello Hohemburg alle ripe dell'Albi, & guardato dal presidio Imperiale, & da Oddo Luogotenente fu da loro espugnato, & distrutto. Cesare hauendo inteso tutte queste cose, con quanta piu di prestezza ei potette, mandò per tutto à far genti; [Page 93] & egli in quel mezo con quei soldati, che furon piu presenti si parti d'Aquisgrana; & hauendo passato il Reno, si fermò al fiume Luppia, Nuoua speditione contra di Godifredo. per far quiui maggior masla di gente; doue essendo arriuate molte bande di Caualleria, & di fanteria di Francia, di Germania, & d'Italia, egli in battaglia ordinata procedette nel suo viaggio fine al fiume Albi, & all'Alara contra Godifredo, deliberando con la prima occasione di venir seco alla giornata; con questo consiglio, che se l'armi, & la fortuna l'hauessero fauorito di traportar le sue insegne nel mezo della Dania: Percioche'conosceua per esperienza, che non si era mai per hauer sicura pace con quei barbari, si per la diuersità de i costumi; Deliberatione vltima di Carlo. come per la differenza della Religione; Onde hauendosi conceputa nella mente di gia vna nobil vittoria de' i Dani, Cimbri, Suinoni, Finni, Nordouici, Goti, & Geti, entrò anche in questa guerra con singular virtù, & con nobil disposition d'animo; Onde ei fece apparecchiar, & ragunar i soldati à piè, & à cauallo in gran numero, tanto de i suoi quanto degli aiuti; Vettouaglie, munitioni; danari; strumenti da guerra; armi, & tutte quelle cose finalmente, che si potessero desiderar da vn prudentissimo Capitano per vn' impresa importantissima, come era per esser quella. Ma al suo singular valore, & magnanimo desiderio s'oppose la volontà del Cielo; Impedimento fatale. venendo in vn subito tanta pestilenza fra gli animali, che' non si potette far piu fondamento alcuno sopra l'aiuto di essi: tanto sopra quelli da soma, quanto sopra gli altri di maneggio; notandosi per caso raro, che in vna sola notte morirono ad vn solo huomo cento buoi. Per cosi fatto danno, & ancora in vn certo modo prodigio l'Imperador, non volendo tentar la diuina volontà, s'astenne [Page 94] da quell'impresa; Che di gia era prefisso sit nel Cielo, che l'Imperio Romano non hauesse piu à ritornar nel pristino suo splendore. Accadendo ancora per contra cambio, che dall'altra parte; che gli vltimi Dani, & i Cimbri (hauendo vdita la venuta di Carlo Cesare, & di cosi potente essercito, Dani & Cimbri si ritirauano. si ritirarono dalla Frigia, abbandonando del tutto quella prouincia; Et Godifredo essendo à far volar vn giorno i suoi vccelli alle anitre marine fu ammazzato à tradimento dal propio figliuolo, Godifredo ammazzato à tradimento dal figluiolo; & la cagione. Nota. Hemingo Re. Hemingo Re fa pace & cōfederatione con Carlo. percioche esso Godifredo haueua ripudiata la sua moglie madre del giouane à contemplation d'vna meretrice; Onde e' fu incontinente salutato Re di quelle nationi Hemingo nipote di Godifredo per suo fratello; Il quale ò per assodarsi nel Regno, ò perche non fusse stato del oppinion del Zio; hauendo mandati Ambasciadori all Imperadore ottenne la pace, & la confederatione; Percioche da ciascun di loro furon mandati dodici huomini principali al fiume Egidura luogo comune, & con termine per confermar quanto prima da i loro Principi era stato accordato. Queste cose auuennero l'anno ottocento dieci della nostra salute, nel quale Carlo magno hauēdo ferma la pace co i popoli Settentrionali, & però acquistatone non poco piacere à i suoi dell'Imperio, comincio à sentir de i trauagli domestichi, Morte di Ruthrude sua figliuola. Morte di Pipino. concio sia, che gli morisse Rothrude sua figliuola maggiore; & poco doppo lei morì ancora il Re Pipino lasciando di se Bernardo, & alcune femine; la morte de i quali fu da lui (benche spiaceuole la sentisse) sopportata con singular fortezza d'animo. Hora accordate, & ordinate le cose di Saslonia, & delle prouincie vicine, & sopita la guerra Cimbrica, egli se ne ritornò ad Aquisgrana; doue vennero à lui diuersi [Page 95] Ambasciadori; Ambasciaderi diuersi à Carlo. quelli di Nicephoro Imperador d'Oriente, & quelli di Abulazone Re della Spagna di la dall'Hibero, & della granata; con ciascuno de i quai Principi fu fatta la pace, & vna certa sorte di confederatione. Il Re Saracino rimandò à Cesare vn certo Henrico barone, & Cō sigliere, ch'egli haueua prigione; & da esso Cesare fu accordato il gouerno di alcuni luoghi di Spagna à Abdiromano, & ad Amorozo figliuoli di Abulazone. Et à Nicephoro furono renduti alcuni luoghi, che nell'vltima guerra gli erano stati tolti dalle genti di Pipino; Et col suo Ambasciador ne furon mandati altri in Constantinopoli da Carlo per confermar la pace accordata, per i quali egli rimandò ancora alcuni nobili fugitiui perdonati, & ad instanza di Carlo riceuuti in gratia. Nicephoro vinto da i Bulgari & tagliato à pezzi. Ma in questo mezo essendo Nicephoro combattuto da i Bulgari gente feroce spesso da lui vinta; fu alla sprouista da loro assaltato vna notte oltra il fiume Saua, & tagliato à pezzi con tutto il suo essercito; in modo che Stauratio suo figliuolo ferito nella spalla à pena ne scampò fuggendosi ad Adrianopoli, Stauratio Imperadore. doue ei fu da Greci salutato Imperadore. Costui subito ruppe l'accordo, che'l padre haueua fermo con Carlo magno; & però alla sprouista assaltando con armata di mare la Thoscana (quasi) ch'ei volesse in tal modo ristorar la perdita riceuuta co i Bulgari, prese Populonia città nobile di quella prouincia, Populonia distrutta da i Greci. & la saccheggiò, & la distrusse, in modo, che gli Ambasciadori Germani, arriuando per terra ne i suoi paesi in quel tempo, ignoranti di quel, che quel perfido Principe trattaua dall'altra parte per mare, furono mal veduti, & stratiati, & finalmente con fatica, & con vergogna se ne ritorn [...] rono à Cesare. Ma Stauratio non fu lungamente [Page 96] allegro delle sue maluagie attioni, & della sua perfidia; Percioche Michele Curoplate genero di Nicephoro, Srauratio di posto deli Imperio, & fatto monaco. Michele Curoplate occupa l'Imperio d'Oriē te. Ambasciadori Greci à Carlo. & suo cognato lo priuo dell Imperio, & lo rinchiuse in vn monasterio di monaci; prendendo eslo con la moglie il gouerno dell'Oriente; & questi mandarono à Carlo magno loro Ambasciadori vn certo Michele Vescouo, & Theognosto Capitano della Caualleria, i quali essendo arriuati à i confini dell'Imperio di Carlo. Hedone, & Vgone gia stati Ambasciadori in Grecia, & mal trattati trouandosi in Corte, & ricordando quante ingiurie, & quali scorni essi haueuan riceuuti da i Greci in dispetto de i Latini; fu data commessione da Carlo, che quelli Ambasciadori fussero menati tanto à torno per tutte le montagne, & Alpi dell'Italia, Ambasciadori Greci di leggiati secō do i loro meriti. Nota come furon trattati da i Latini in pagamēto di quelche fecer loro patir in Grecia. & di Francia, & di Germania (facendo lor far à posta la cerca maggiore) che fussero molto ben consumati de i loro arnesi, & stracchi delle lor persone; & di poi al fine fattigli condurre ad Aquisgrana, & quiui anche con quattro finte vdienze, fatto creder loro altri esser egli, gli fece aggirar in modo, che sino à i fanciulli dauan lor la baia. Poi che e'furono adunque ben ricompensati della moneta che loro haueuan prestata à i nostri Latini, fu lor data la vera vdienza da Carlo stesso; sedendo esso Cesar Augusto Imperadore nel mezo di Lodouico Re d'Aquitania, & di Carlo Re di Germania suoi figliuoli per innanzi stati in vestiti di quei Regni; coi quali era ancora Bernardo suo nipote figliuolo del Re Pipino; le figliuole, le Regine nuore, & nipoti, & le nipote di Cesare; assistendo il Senato de i Baroni, & de i prelati, & doue Hedone, & Vgone Sedeuano fra i primi. Per la qual cosa spauentati i Greci dall'insolita Maestà di Cesare, & quasi attoniti non ardiuano di fiatar, ò pur d'alzar [Page 97] gli occhi; ma con l'animo abbatuto da vna gran vergogna caddero inginocchioni à i pie del trono Imperiale. Ma l'Imperador dicendo loro, Timor de gli Ambasciadori Greci. che si drizzassero, gli accettò cortesemente, & benignamente parlo loro; In tanto, che ricuperando essi l'animo, & lo spirito; quando e' vollero cominciar à parlar, di nuouo nel veder He lone, & Vgone honoratissimi fra gli altri, & da loro prima tanto mal trattati; di nuouo conturbati nell'animo cadder quasi confusi dal timore in terra con cerimonia Greca di nuouo ginocchioni; Giusto timere. Et dubitando nel vero, che non fusse presa vendetta di quel, ch'era stato vsato in Grecia cō tra quei duoi huomini Illustri, non fu mai possibile di farli rizzar, se prima Cesare stesso non giurò per lo Dio viuente, che tutto quel'ch'era passato non sarebbe punto ricordato; & che'sarebbero trattati amicheuolmente; & che'partirebbero con la lor commodità, & piacer sicuri da ogni ingiuria. Cosi hauendo riceuuta la fede Cesarea, rizzatisi in piedi fecero l'vfficio loro, come Ambasciadori, ch'essi erano, & secondo il costume delle genti; Mostrando nondimeno per il grado, che teneuano indegne adulationi verso d'Augusto; Adulationi Greche. baciandoli il ginocchio; chiamando Carlo Rettor della terra, & Signor del mondo; si come quei, che solo nell'adulare haueuan posto ogni loro studio; pregando felicità, & prosperità à lui, & à i figliuoli. Di poi la pace, ch'era appūtata con Nicephoro prima fu con Michele confermata, La pace fu confermata. & scritta & ne fu mandata la copia à Roma, accioche vi si conseruasse come testimonianza dell'animo loro. Et essendo stati gli Ambasciadori in effetto ben trattati, & largamente donati, & però assai contenti furon licentiati. Doppo la partita di costoro Cesare ragunò la Dieta dell'Imperio, [Page 98] nella quale si trattò molte cose à profitto comane come richiedeua la cōdition de i tempi; & quella licentiata egli di aidendo l'essercito de i suoi veterani in tre parti lo mandò alle stanze in altri tanti luoghi piu importanti dell'Imperio; Et esso se n'ando à visitar l armata, la quale per sao ordine s'era cominciata à matter insienie nelle marine di Fiandra, Torre sul mare à Bologna di Piccardia rifatta da Carlo, gia opera di Giulio Cesare. & di Francia; & à Bologna rifece vna torre, che serue sin ad hora per veletta à i marinai; questa torre hoggi si dice di Cesare, percioche egli è fama, che Giulio Cesare, la facesse edificare; accendendoui egli il primo fuoco. In questo tempo alcuni di quei popoli Settētrionali, i quali prima s'erano ribellati à i Dani; essendo di gia da loro stati abandonati per virtù della pace fatta, & da noi ricordata di sopra; ritornarono in tutto all'vbbidienza; & il castello all'Albi, che fu da loro rouinato, da i medesimi fu ristorato. Et nella Brettagna s'hebbe la medesima fortuna contra di alcuni di loro, i quali si preparauano à cose nuoue, & alla ribellione. Ma dalla parte di Bauiera, doue la riguarda il Leuante; Hauendo Michele Imperador Greco mal combattuto con i Bulgari intorno alla Saua; Battagliafra i Greci, & Bulgari. & hauendo perduto gli alloggiamenti, per il dolor di quella rotta ei s'andò à nasconder in vn monasterio di Monaci lasciando l'Imperio à Leonte ò vero Leone Pardo figliuolo di Patritio. L'Imperador Greco per dolor si fa Monaco. Onde i Bulgari diuisi da i Bauari dal fiume Saua, & insuperbici per le lor vittorie cominciarono ad esser di qualche timore alla Bauiera; & principalmen [...]e, perche ne i confini vi erano dissensioni, & discordie fra le reliquie de gli Auari, & de i Venedi; parendo, che cio potesse esser vn'occasione d'aptire il passo à i Bulgari: Vtile prouisione. Però Cesare mandò in quelle bande Carlo Re suo figliuolo con lo essercito; il [Page 99] quale accordò la prima cosa quelle nationi, mandando al padre, il quale era di gia dalle marine ritornato ad Aquisgrana Canizauco Principe de gli Auari, & Thudune de gli Vrmi, con i piu nobili della natione de i Bohemi, & de i Venedi; Doue ancora vennero quasi in vn medesimo tēpo Ancouino, & Hebbio legati di Hemingo Re di Dania con doni honorati. Per questo egli vdì, & spedì gli Ambasciadori, & quei mandatigli dal sigliuolo. Ma Carlo, il figliuolo mentre, che queste cose si faceuano in Corte si morì in Bauiera, Morte di Carlo il sigliuolo. Constanza di Carlo. Morte di Hemingo. Segifredo, & Anilone concorrenti alla Corona. & fu il terzo dolore, che penetrò grandemēte al cuore del padre per il paterno affetto; nientedimeno sostenuto egli dal suo naturale, & prudēte giudicio, lo soppresse con virtù marauigliosa. L'anno di poi essendo morte Hemingo Re di Dania senza figliuoli; i competitori alla Corona erano duoi Segifredo, & Anilone piu prossimi parenti; per la qual cosa si consigliarono di partir il Regno, & non vi si accordando, cosi come gli humori eran diuersi, cosi fecero ancora diuider gli animi de i lor popoli in diuerse oppinioni, & desiderij; tal che venendosi all'armi, i duoi concorrenti combattendo furono ammazzati; Nota. ma la parte d'Anilone fu superiore, & col fauor della vittoria tiraron dal lor voler l'altra parte; & d'accordo incoronarono Re i figliuoli di esso Anilone Reginofrido, Reginofrido, & Heroldo incoronati. Numero incredibili di morti. & Heroldo. Egli è fama appresso di quelle genti, che nella giornata, che seguì fra quei duoi concorrēti morissero nouecento quaranta mila huomini, il qual numero noi crediamo, che sia stato alterato nelle scritture, & che voglia dir nouanta quattro mila; & sarebbe ancora appena credibile, se non fusse, che quei paesi sono stati sempre abbondātissimi di popolo, cosi come auuiene in ogni regione, che sia verso la Tramontana. Questi [Page 100] duoi fratelli adunque hauendo ottenuto il Regno mandarono Ambasciadori all'Imperador Carlo per confermar la pace; & gli mandarono vn lor fratello detto Hemingo per hostaggio; ma lui cortesemente lo rimando loro, Pace fra Carlo, & i Dani. & mandò in Dania sedici huomini honorati per confermar, & prender il giuramento di quell'accordo. Ma essendo quei Re à domar i Nordouici, i quali sono i Noruegi nell'vltima parte de i loro Regni; doppo quell'impresa ne vennero à i confini della Sassonia per abbocarsi con gli Ambasciadori di Car lo; mandando ancor essi innanzi sedici huomini de i loro piu scelti, per dare speditione à quanto s'era cominciato; come e' fecero rimanendo tutti da ogni parte d'accordo. Hauendo ancora non poco da far quei Re con certi fuor vsciti, & banditi, & mal contenti de i loro vassalli, sino à che in vna battaglia per forza d'arme e' loro rubelli furon disfatti, & dispersi. Main Italia soprauenne dal mar Thoscano vna nuoua procella, percioche i Saracini d'Affrica, Saracini assaltano le marine d'Italia. & di Spagna assaltaron tutte quelle riuiere; onde l'Imperador Carlo vi mandò con gran diligenza Bernardo suo nipote, & Vallone nobilissimo capitano con vn'essercito; & però i Saracini si ritirarono dall'Italia in Sardigna, & in Corsica. Quei, ch'andarono in Sardigna furono da i Sardi mal trattati, & tagliati à pezzi. Ma in Corsica i Saracini rouinarono, saccheggiarono, & depredarono ogni cosa, robe, & persone; Della qual cosa essi pagaron la pena nel ritorno loro; percioche Irmigerione Luogotenente dell'Imperadore nell'Isole Baleariche essendo loro addosso con vna armata spedita, & ben fornita per cōbatter, gli assalì cosi gagliardamente, che (essendo eglino impediti per la preda, parte de i loro legni sommerse & gran numero [Page 101] di loro tagliò à pezzi, & otto galere ne prese, Saracini scacciati. liberandone i prigioni Christiani, & ricuperando non piccola portione de i beni, che gli infedeli haueuano rubbati. Ma non per questo volendosi i Saracini quietare, anzi desiderando di render il cābio à i Christiani de i danni riceuuti; con vna nuoua armata assaltarono Nizza di Prouenza, & Ciuita vecchia in Thoscana, Saracini assaltano Nizza di Prouenza, & Ciuita vecchia in Thoscana. & le Saccheggiarono; & di nuouo vincitori passarono in Sardigna, d'onde essendo da i popoli dell'Isola ben proueduti stati battuti, & scacciati se ne ritornarono pur con gran preda ne i loro paesi. I Bulgari in questo mezo (accioche, nè l'vno, nè l'altro Imperio fusse quieto) insuperbiti, & gonfi di nuoua ambitione per le vittorie ottenute contra i Greci passarono allo assedio di Costantinopoli; Bulgari assediano Costantinopoli. la qual'impresa hebbe non altro fine di quel, che meritaua la lor temerità; percioche il Re loro caualcando intorno alla città, come per riconoscere il sito di quella, piu sicuramente di quello, che si gli conueniua, Leone Imperadore, il quale dentro era proueduto ad ogni caso facendo eruttione da duoi luoghi con due gagliarde bande di soldati, scelti l'assaltarono, Eruttione de i Greci sopra i Bulgari. & lo combatterono in modo, che mettendosi l'essercito de i Bulgari in disordine, & il Re essendo nella battaglia malamēte ferito se n'hebbe à ritirare, Bulgarisi ritirano. Ambasciadori di Carlo in Grecia. & cosi partitisi di là se ne ritornarono ne i loro paesi hauendo pagata la pena della lor vana confidenza. A questo Leone furono secondo la cōsuetudine mādati da Carlo magno Ambasciadori Amalaria Arciuescouo di Treueri, il quale poi scrisse quel viaggio, & Pietro monaco di Nouantula, il quale icrisse del suo Principe per anni quaranta sette. Hora hauendo noi sino à qui scritto i gesti politici, ò piu presto Heroici di Carlo Magno con quella [Page 102] maggior breuità, che c'è stata possibile; per non cader nell'adulation de i Greci; Attioni particulari di Carlo. passeremo à raccontar alcune cose sue piu particolari, la cognoscenza delle quali serue pur all'vna, & all'altra sorte di vita, cio è ciuile, & militare; & però degna d'esser considerata, poi che nessun Principe puo senza essa non pur salire à nuoui honori, ma ne anche mantenersi ne gli hereditarij. Carlo non fu inferior ad alcun altro de i passati principi. Considerandosi adunque per la grandezza delle cose fatte da Carlo magno, che ei non fu inferior à nessuno de i piu Illustri, de i quali s'habbia cognition nell'historie; se'si fonderà il giudicio nostro sopra il consiglio, & principio delle sue imprese; & nell'operationi sue nel mezo, & nel fine di quelle; si trouerrà ancora essere stato in lui vn animo veramente capace dell'Imperio del mondo; Virtudi Carlo. mantenendosi sempre temperato nelle prosperità, & costante nell'auuersa fortuna; fuggendo sempre l'otio; pronto à combattere; forte à fostener le fatiche della guerra; prudente nel comandare; benigno, & quieto nella pace; hauendo hauuto nondimeno à far sempre con nationi feroci, & indomite; & in somma ornato d'ogni necessaria virtù. Accrebbe il Regno riceuuto dal padre grā demente, come si può conoscer per le nationi comprese nel suo Imperio, & come noi in questi breui commētarij l'habbiamo dichiarato. Tanto valse la virtù, & il valor d'vn solo, & tanta felicità da Dio gli fu concessa. Però noi diremo hora sotto breuità quale ei sia stato verso i Principi forestieri, si nello studio della guerra, come in quello della pace, & delle cose diuine. Et rimostrerremo in parte la vita sua priuata, & familiare, & quali fussero i suoi costumi, Come Carlo si trattenne co i Principi forestieri. & quali egli gli comportasse ne gli altri. Con i Principi forestieri adū que ei si portò in modo, che la maggior parte [Page 103] di essi per diuersi tempi desiderarono la sua amicitia, & con lettere, & con doni. I Re, che nel suo tempo regnarono in Inghilterra lo stimarono quasi loro arbitro; col Re di Scotia Achaio fece amicitia, & confederation perpetua, Lega fra Carlo, & gli Scozzesi. percioche conoscendo Achaio, che gli Inghilesi cresceuano ogni di in riputatione si volse assicurar per se, & per i suoi successori nel suo Regno; la qual cosa fu non senza vrgente necessità d'ambedue le parti; quando e' si vede ancora durar inuiolata l amicitia fra la nation Franzese, & la Scozzese. I Re della Spagna vlteriore chiamarono ancora Carlo magno nelle lor lettere, Padrone. I Re di Persia, d'Egitto, I Principi forestieri amarono Carlo, & gli hebbero rispetto. Honorò il Papa, & il Senato di Roma. Seuerità & gratitudine nella militia, è cosa necessaria. Ess [...]mpio. & d'Affrica lo mandaron à visitar, & à presentare; Et quel di Persia (come è detto) gli rendè l'entrate di Palestina; & per suo rispetto i Christiani di quei paesi erano securi. Gli Imperadori dell'Oriente da lui ricercaron sempre la pace, & la confederatione. Del Papa, & del Senato Romano tenne sempre vna singular cura, con perpetua vigilanza, come fece ancora di tutti gli altri principi minori raccommandati à lui. Essercitò seueramente la militia, dando premij à chi si portaua bene; & publicamente biasimaua, & gastigaua chi faceua il contrario; essendo sempre, & per tutto consapeuole della virtu, & del vitio di ciascun soldato. Nella guerra di Sassonia due soldati ordinarij nell'aslalto d'vna città ess [...]ndosi portati valorosamente si, che per la lor virtù si prese vna porta, & con quel mezo fu espugnata la Città; esso diede loro honorate lodi in cospetto dell'essercito; poi diede ad ambidae honori & gouerni ne i paesi che sono fra il Reno, & l'Alpi. Essempio. Et due altri soldati nuoui perche si portarono in alcune fationi honoratamente, meritarono d'esser fatti di lui de gli ordinarij della [Page 104] guardia della sua persona; il qual luogo non si concedeua se non ad huomini molto prouati, & benemeriti di lui. Due altri figliuoli di certi baroni, Essempio. essendo di guardia vna notte al suo padiglione, & per troppa negligenza addormentati; & esso (com era suo costume) vscendo per riueder le sentinelle hauendogli trouati à dormir, senza dir lor altro; Chiamato il giorno seguente il Consiglio, pose in campo vna dimanda. Richiedendo qual douesse esser la pena à chi desse il Principe ò il suo Capitano nelle mani del nemico. Et quei duoi giouani i quali furon i primi dimandati, da per loro stessi si condennarono. Humanità di Carlo. Però Carlo portandosene humanamente gli notò di vergogna cassandogli, & gli mandò fuori del campo. Egli vsaua di prender il giuramento da i fuoi soldati, che'sarebber fedeli a Dio, Giuramento de soldati. & di poi à lui (nessun caso eccettuato, & che non sarebber per ricusar di morir per la Republica. Modestia comandata à i soldati. Ordinò, che'soldati non potesser prender d'alcun luogo amico altro, che herba, legne, & acqua; Et che altro non douess [...]ro ricercar per bere, nè che gli amici meno douessero per altro prouocarli, ò costrignergli. Se lui hauesse trouato, ò saputo alcun'imbriaco soldato lo costrigneua à ber sempre acqua, Contra gli imbriachi. & però fece egli vna legge di tal cosa per tutto il popolo. Faceua morir tutti coloro, che si partiuano dal campo ò dalle insegne senza licenza. Contra i soldati fugitiui. Contra i soldati spergiuri. Charità versi i soldati vecchi, & infermi. Quelli, che dispregiauano il giuramento dato erano priuati delle lor terre, & de i doni, & de i priuilegi militari, & quelle cose eran' concedute ad altri. Prouedde sempre à i soldati vecchi, & à gli ammalati benignamente: ma gli altri con le leggi, & col premio continuamente gli spronò, & prouocò à tutte le fatiche della militià; dando gli honori, & i gradi alla virtù loro, & non alla sola [Page 105] nobilità del sangue. Non volse, Sacerdoti non obligati à pagar denari al fisco. Sacerdoti non poteuan goder piu di quel, che fusse loro necessario. Stabili, & mobili obligati à pagar le decime al Fisco; & la cagione. Quali cose non si potessero alienare. Salica, che cosa significhi. che i Sacerdoti contribuislero denari al Fisco; ma ben volse, che' viuessero della lor portione; cio è con tanto à punto, che bastasse loro moderatamente secondo la proportione di ciascuno al viuere, & al vestire. Et tutte l'altre cose tanto mobili come stabili sino à i bestiami volse, che fussero sotto poste alla publica grauezza per le molte spese, che gli conueniuano fare, & perche ancora ei potesse trar frutto di quelle cose, per le quali se non vigilasse il Principe, accio che le fusser salue, in vano s'affaticherebbero i popoli per guadagnarle; Ma queste grauezze non eran pagate tutte in denari; ma in armi, vettouaglie, munitioni per la guerra, & altre cose, che produceuano i paesi d'onde le si riscoteuano. L'armi, & i Caualli da guerra non era lecito di alienare à modo alcuno. Aggiunse alcuni capi alla legge Salica, la qual legge hoggi è vn certo fondamento, perche i Franzesi sostengono l'heredità de i loro Regni nella successione de i maschi; & gia questo nome Salica non è altro, che Aulica; onde noi diciamo Sala quel luogo doue si suol ragunar il Parlamento de gli stati; & noi Fiorentini chiamiamo Sala la principal parte della casa doue si tien la tauola; & questa voce è della lingua Thedesca. Monete, misure & [...]esi vguali. Cinque parlamenti in Francia. Altri parlamenti. Ei corresse le monete, le misure, & i pesi, accioche si vsassero per tutto il suo Imperio con vn medesimo ordine, & methodo. Ordinò cinque Parlamenti in Francia: Vienna, Lione, Parigi, Roano, & Rems; & che ogni prouincia hauesse il ricorso al suo Parlamento. Poi n'ordinò alcuni altri, à Bisenzone, à Maganza, à Treueri, à Colonia, & à Cambrai; doue ogni anno tre volte i Vescoui, & i gouernatori di quei luoghi, ciascun nel suo paese douesse render publica giustitia l'Aprile, l'Ottobre, [Page 106] & il Gennaio. Come si douesse procederne i parlamenti. Che i poueri, le Vedoue, & i pupilli fussero i primi vditi, & che quegli tutti hauessero auocato publico; Che si douesse far inquisition delle discordie de i particulari, & le gare, & dissensioni che fussero state trouate, & se non si fussero potute accordare, fussero à lui riferite: Presidēti de i parlamenti, & loro ordine. Christiana vsanza. Legge religiosa. Catholica institutione. Politia riguardeuole. Ordine necessario, & commodo. Ordine degno d'imitatione. Et per quei giorni egli assegnò al Vescouo, & al pretor, ò gouernator di ciascun di quei luoghi le spese limitate per loro, & per la lor famiglia, oltra le quali essi non hauessero ad esser di carico al popolo. Volse, Che si frequentassero le Chiese da tutte le case. Leuò, & tolse d'vsanza delle Fiere, & i mercati de i giorni festiui, parendoli, che non fussero altro che Baccanali. Ordinò che i secolari riceuessero al meno tre volte l'anno il Sagramento della Chiesa; Comandò, che i Sacerdoti preti, & monaci attendessero alle lettere; & che i fanciulli fussero nè i conuenti loro, & nelle case de i Vescoui insegnati. Non volse, ch'i poueri vagabondi fussero aiutati fuori del lor paese; ma che ciascuno fusse proueduto nella propia patria: Et però vols'egli, ch'i poueri sani fusser proueduti di lauoro, col quale essi guadagnassero il viuere; & per questo vna parte dell'entrate ecclesiastiche fu assegnata à quell'effetto. Che i Sagrificij non potessero esser interdetti al popolo per la prohibition fattane à i particulari. Che fussero gastigati i Sacerdoti per cagion di lasciuia, Quali vitij piu biasimeuoli nel Sacerdote. Vescoui obligati al predicare. & d'auaritia; & ancora per il sospetto di quei duoi vitij, parendogli enormi in simili huomini, che debbono esser casti, & chariteuoli. Volse, che i Vescoui vsassero di predicar nelle lor chiese. Se alcun Sacerdote fusse stato cōuinto nel peccato della gola, & della consuetudine dishonesta delle donne, & di negotij mercantili fusse priuo del Sacerdotio, ò al meno del benefitio, ch'egli [Page 107] hauesse hauuto, stimando egli, che quei tre vitij douessero ancora impedir del tutto il seruitio ecclesiastico. Che i ladri, & gli homicidi, Contra i Ladri, & homicidiarij. & altri simili non potessero esser sicuri nelle Chiese; & se i Sacerdoti, doue e'fussero riffuggiti non gli volessero concedere, non potessero essere sforzati, ma douessero pagar per il reo saluato tutti i danni da lui al prossimo commessi; & se detti rei si fuggissero di quel luogo, ò franchigia; i Sacerdoti, che l'haueuano saluato l'haueuano à riconsegnare, ò à giurar, che'non fusse fuggito di lor volontà, ò con loro aiuto. Ʋdienza di Carlo quotidiana. Ogni giorno daua vdienza, & la cominciaua à dar quando ei si vestiua; tanto gli dispiaceua la perdita del tempo. A nessuno gia mai diede piu d'vno stato, ò piu d'vn gouerno, ò piu d'vn beneficio; dicendo, A nessuno dette mai piu d'vno stato, ò piu d'vn beneficio, ò piu d'vn gouerno. Elettione de i Vescoui. Essempio. che le molte parti legauano gli animi di molti benemeriti; il che non poteuan fare le poche. Nelle elettioni de i Vescoui andò sempre consideratamente riguardando in loro i costumi, le lettere, la fama, & la gratia: In modo, che gia mai egli non concesse alcun luogo, se prima ei non hauesse conosciuto, ò per se stesso, ò per sicura via non hauesse hauta informatione, dell'huomo à chi si cōcedeua. Alla moglie Hildegarda, la quale dimādaua vn beneficio per vn suo prete nō troppo sufficiente; & benche ne fusse pregato dalla Corte tutta in gratia della Reina; rispose, ch'ei l'haueua destinato per vn piu sufficiente, benche piu pouero. Essempio. Riprese grauemente l'Arciuescouo di Maganza, di superbia; percioche esso s'haueua fatto far vn bastone episcopale, (che noi chiamiamo volgarmente pastorale) ornato d'oro, & gemme, & gne ne fece por giu, non sopportando, ch'ei l'vsasse; Dimandandogli, se ei sapeua, che i primi Vescoui della religion Christiana hauessero [Page 108] vsati cosi fatti ornamenti. Vn'altro prete dissegnato Vescouo nel giorno di San Martino; Essempio notabile; ma non grato. & per forte hauendo in quel giorno forse all'vsanza del sua paese) mangiato, & beuto bene, & fatta buona cera; la notte di poi impedito da quel dis'ordine, non essendo andato nella Chiela al seruitio consueto del Choro, Carlo lo rimesse dal Vescouado. Ʋn altro essempio non men gentile. Vn'altro hauendo pur da lui ottenuto vn Vescouado, & hauendone spedite le scritture secondo il costume; & partendosi di Corte tutto allegro, & nel montar à cauallo vsando per allegrezza piu presto termini gagliardi, & da soldato, che da Sacerdote quieto; Carlo, ch'era in luogo, che ben lo poteua vedere, fattoselo chiamar indietro. Andate (disse) & prouedeteui d'armi, & di cauallo da guerra, percioche voi siate gagliardo assai per seruir piu tosto la Republica fra i soldati, che Vescouo all'anime de' Christiani; & cosi gli riuocò quella gratia. Edificò diuersi edificij, Tepio d'Aquisgrana edificato da Carlo. fra i quali è il tempio d'Aquisgrana, la situatione, & disposition del quale noi habbiamo di gia ne i nostri viaggi di Germania descritta largamente; hauendo da Roma, & da Rauenna le colonne per esso, con altre nobilissime pietre, & marmi finissimi. Fra i Sueui il tempio, & conuento di San Gallo fu sua opera. Tempio di San Gallo, opera di Carlo in Sueuia. Ponte sopra il Reno à Maganza distrutto dalla Saetta. Fece vn Ponte di legno fortissimo à Maganza sopra il Reno di lunghezza di cinquecento passi, che tanto è largo quiui il fiume; il qual ponte l'anno innanzi la sua morte, dalla Saetta in tre hore fu distrutto si, che non ve ne rimase segno alcuno; & desiderando di rifarlo di pietra gli fu rotto il dissegno dalla morte. Edificò ancora oltra il palazzo d'Aquisgrana da noi descritto col tempio di quel luogo, duoi altri palazzi Reali, vno in Ingelhaim, & l'altro in Niumega. Fece lastricar la via reale [Page 109] da Colonia sino à Parigi. Via Reale lastricata per opera di Carlo. Beneficij cō feriti à Carlo alla Città di Fiorenza. Edificij di Carlo in Fiorenza. Terreni donati da lui alla Città con giuriditione. Fiorentini generalmente son grati de i benefici, che riceuono. Fiorentinti amici costanti. Riparatione delle chiese. Et in Fiorenza città antichissima, & principale di tutta la Thoscana nel passar per essa ne i suoi viaggi di Roma ridusse gran numero di nobili famiglie, le quali prima eran disperse per le guerre passate aiutandole di molti fauori, & ornando la Città di alcuni edificij, & chiese fra le quali fu quella di Santo Apostolo, in memoria della sua liberalità; & magnanimamente donò alla medesima Citta vn certo spatio di territoria all'intorno di essa, che fusse il suo Contado; Ond'egli auuiene, che sin' ad hora è vna certa oppinione, che quella citta fusse edificata da lui; come che la non fusse altro, che in gran parte ristorata ò per dir meglio ripiena. Ma questo bene ha causato il suo antico beneficio verso quella natione ricordeuole non poco delle gratie riceuute da gli altri; Che i Fiorentini per la piu parte sono stati publicamente, & priuatamente adherenti, & partiali de i Franzesi, & de i Re loro, quando però cio non habbia hauuto piu che violente contrasto. Quanto alle riparationi delle chiese, ei volse, che tutti i Vescouile procurassero diligentemente, & che i minori preti cosi hauessero la cura delle loro. Ma conquesto misura, che i ricchi preti spendessero dell'entrate loro; & i poueri per simil rispetto fussero aiutati da i popolari; & il simile studio volse, che s'hauesse de gli spedali. Conuersione verso gli spedali. A i gouernatori delle prouincie fu sempre commessa la cura, & la diligenza del conseruar i Ponti, i Porti, & le vie, & à costoro erano ancora commesse le fabriche dell'armate; l'altre cose minori ad altri minori huomini erano comandate. Armate di mare, & lor cura. Quante armate, & in quai luoghi. Ordinò diuerse armate per la guardia della Germania, Fiandra, & Gallia, & Italia, per vietar à tutto suo potere le violenze, che sempre eran pronte de i Normanni nell'Oceano, & de i [Page 110] Saracini nel Mediterraneo; Percioche in tutte le foci de i fiumi, & porti buoni per le stanze di nauilij in ciascun di quei mari ei volse hauere certi, & fermi presidij, in modo che nel suo tempo non si riceueron notabili danni per mare da i Barbari, nè da i Greci piu di quel, che di sopra s'è ragionato. Egli hebbe quattro mogli: la prima fu Irmogar da figliuola di Desiderio Re de Longobardi procuratagli dalla madre, Irmogarda Lombarda ripudiata, & la cagione, prima moglie. Hildegarda Sueua, seconda moglie. Fastorada Francona terza moglie. Luitgarda Germana quarta moglie. Concubine di Carlo & loro figliuoli. Bertha madre di Carlo honorata da lui grandemente. Cura di Carlo verso de i suoi figliuoli. con la quale ei fece diuortio col consenso del pontifice; stimandosi, ch'ella fusse sterile. La seconda Hildegarda Sueua della quale egli hebbe Carlo, Pipino, & Lodouico, & Rothrude, Bertha, & Gissala. Morta questa seconda, egli hebbe la terza Fastorada, ò Fastrada di natione di Françonia prouincia antica della Germania gia patria de i Franchi, i quali occuparono la Gallia. Di costei hebbe due femine Hildruda, & Rothaide; doppo la morte della quale ei maritò Luitgarda pur Germana, della quale non hebbe alcun figliuolo. Di concubine n'hebbe alcuni, percioche di Gersuinda di Sassonia gli nacque Adeldruda. Di Regino pirga Drogone, & Hugone; Costei da alcuni scrittori fu chiamata poco auuedutamente Regina. Et d'Adeluida Theodorico; Fu officiosissima verso la madre Bertha la quale fu sigliuola d'Heraclio Imperadore d'Oriente; & però mentre che la visse sempre l'honorò, & la tenne in alto credito; & di poi morte, con esseguie conuenienti al suo grado la fece riporre nella chiesa di San Dionigi in Francia appresso al suo padre Pipino, & verso la sorella Gisala fu del continouo amoreuolissimo. Si prese gran cura, che i suoi figliuoli fussero bene ammaestrati, nè gia mai fuori della guerra volse esser senza loro, ne pur andar à tauola senza essi; nè mai volse far alcun viaggio, che [Page 111] non menasse seco; Cocci vsati al tempo di Carlo. Suoi figliuoli maschi, & femine diedero opera all'arti liberali. Essercitij feminili son conuenienti ancora alle donne illustri. Hauendo per le Donne Cocci spediti, & presti, accioche le potessero piu cō modamente seguitar la Corte. Volse, che i maschi, & le femine dessero opera all'arti liberali, come anche lui vi poneua grande studio; & come i figliuoli furono atti à potersi essercitar à cauallo, volse, che cominciassero à trattar l'armi, & ad vsar la caccia; & volse ancora, che le femine imparassero gli essercitij feminili come l'altre donne; come cucire, & filar lana, & lino, & altre cose simili, accioche e' paresse, che lui hauesse ben proueduto; che con le virtù, ch'egli fece loro imparar da gli studij delle scienze le si potessero mostrar degne fue figliuole; & con la conoscēza de gli essercitij donneschi, & essercitio di esse le si mostrassero piu vguali all'altre per fuggir l'inuidia, & l'odio della fortuna. Di questa cosa sola par, Carlo non si sa da che cagione ritenuto, non maritò nessuna delle sue figliuole, nè nessuna de i nipoti. Carlo sidilettaua della familiar conuersatione delle figliuole, quando e' non haueua occupationi. Costumi delle figliuole di Carlo non sinceri. che noi ci possiamo marauigliare, che come che le fussero belle, virtuose, & figliuole di si gran principe, egli nondimeno non ne maritò nessuna; & però quella ancora, la quale fu promessa al principe Greco Costantino (come habbiamo detto) non andò altrimenti al marito rompendosi quella pratica. Solleua egli dilettarsi molto della couuersation loro ritirato da i negotij piu graui, quasi, che per ricreatione. Et certo, che in questa cosa fu egli per nostra oppinione degno d'esser alquanto biasimato; ò che dandone la colpa alla fortuna, che non lascia esser vn huomo gia mai del tutto felice, volse in quella parte essergli poco amica; come si legge esser anuenuto di Ottauiano Augusto, & d'altri grand' huomini innanzi, & doppo di colui. Onde le figliuole col tempo detter qualche cattiuo odore de i loro costumi si, che le furono generalmente, & publicamente notate di poca honestà; Ma tal cosa egli sofferì patientemente, [Page 112] dissimulando il tutto. Viuendo egli perdè Carlo, & Pipino, & Rothrude; Et Pipino il gobbo (la madre del quale concubina non c'è nota) si morì ancora in vita del padre. Trattò, & alleuò con charità paterna i figliuoli di Pipino; Charità verso de i suoi nipoti figliuoli di Pipino suo figliuolo. percioche à Bernardo concesse il Regno paterno d'Italia; & Adelhaide, Atala, Gundrada, Berthaide, & Thedrada figliuole del medesimo egli ritenne in Corte appresso delle sue. Riceuè gli Ambasciadori, & i Signori forestieri, con ogni sorte di amoreuole accoglienza, & di pompa; Amò grandemente i forestieri di qualche valore, Amò i forestieri virtuosi d'ogni natione. & di qualunque natione e' si fussero in modo, che per il gran numero, che sempre ne seguitaua la Corte, & per i gran doni, ò profitti, che ne riceueuano pareua, che'l fisco ne patisse, & che la sua propia natione se ne dolesse; Come anco sino ad hora egli è propio vitio, che appresso d'ogni natione si porti vn certo odio, & inuidia à i forestieri, Quai son quelle persone, che hanno in odio i forestieri. benche e' sieno ornati di virtù, & di meriti lo deuoli; ma cio gli auuien loro per il piu da quelle persone, che men vagliono per la bassezza de gli animi loro; i quali non s'hanno punto da musurar con quei de i Principi, à i quali s'appartiene, & è necessariò, che per il mezo de glistessi forestieri si sparghino honoratamēte le lodi loro per tutto. Come le lodi de i principi son conosciute. Ʋssicio d'vn Principe, per il suo honore. Carlo misericordioso verso de i poueri. Ma tutte queste cose erano ricompensate appresso di Carlo dalla contentezza, ch'esso riceuena dell'honor, & della fama della sua liberalità, & della grandezza del suo animo, alle quali cose deue sopra tutto riguardar vn magnanimo Principe lontano dalle querele de i plebei. Fu misericordioso de i poueri, & verso di loro chariteuole molto per tutto it suo Imperio, percioche egli soccorse, & aiutò con denari largamente i poueri Christiani di Soria, d'Egitto, & d'Affrica; [Page 113] & in ciascun altro luogo, doue ei seppe, che fussero bisognosi d'aiuto. Nè per altra cagione cercò egli, di conseruar l'amicita de i Rè intedeli (come s'è detto) se non per profitto de i Christiani, che eran natiui di quelle prouincie, ò che per varij casi vi capitauano per cagion di viaggi, òper disgratia di guerra. Era parco nel suo mangiare, Temperanza di Carlo. & nel bere parcissimo, non vsaua di desinare, ma prendeua alcuna cosa à sostentamento dello stomaco; Nella cena poi non patiua, che il suo seruitio fusse di piu, che di quattro piatti soli, ò vogliamo dir quattro sorti di viuande, dilettandosi per il piu di cose arrostite, & specialmente di venagione; nè beeua piu di tre volte, & quelle temperatamē te; & se nella state gli veniua sete fuori di pasto vsaua di mangiar qualche pomo, nè vi beueua sopra, se non rare volte. Non vsaua far conuiti se non di raro, ma quelli, Conuiti rari, & con occasione. che faceua erano sontuosissimi, & ripieni d'ogni abbondanza, & di piaceri; & cio accadeua ne i piu noteuoli giorni dell'anno; ò per cagion de i Principi forestieri; nelle quali occasioni egli sempre voleua interuenir con gli altri à tauola. Quando ordinariamente ei sedeua à tauola, voleua, Ʋsanza vtile di Carlo nel sedere à tauola. che per vn certo spatio di tempo e' si leggesse da vno che per cio era appuntato qualche historia, ò i fatti de gli antichi huomini illustri; sopra la qual lettura moueua poi, ò faceua muouer diuersi dubbi. Egli haueua nel generale annoia la crapula (come s'è detto) hauendoui sopra fatte leggi seuere; ma nelle persone di riguardo l'odiò oltra modo; Percioche hauendo egli inteso, che vn certo Vescouo, Essempio cō tra la crapula degno de'i mitatione, & di riso. che seguitaua la Corte anticipaua sempre il tempo del dir la sua messa, & il suo vfficio, per poter piu presto andar à mangiare; egli lo fece star vn giorno intero sino alla sera digiuno, nè volse, ch'ei mangiasse [Page 114] prima, che tutta la nobiltà, & le famiglie della Corte non hauesser cenato. Nell'andar à letto ei voleua hauer sotto il capezzale vn libretto di tauolette per poterui notar dentro, Ʋsanza d'huomo solerte, & accurato. Nota. se qual che cosa gli fusse fra l'vn sonno, & l'altro venuta nell'animo; perch'ei dormiua interrottamente; in modo, che non solamēte ei si destaua tre, & quattro volte, ma ancora si leuaua andando tre, ò quattro volte per la camera. La state doppo desinare dormiua vn poco per raguagliar la breuità della notte. Nel vestirsi non solo lasciaua entrar à se gli amici, Nota. ma ancora i supplicanti, & i negotianti piu dimestichi, stimando piu che troppo la perdita del tempo, Nessun danno in vn Principe è maggiore, che la perdita del tempo. Qualità, & proportion del corpo. Capo alla Germana. & se non vi compariuano tali persone, egli attendeua alle cose della scrittura, dilettandosi d'vdir leggere, & di leggere egli medesimo l'vfficio sacro (& altre cose simili. Fu di corpo grande, largo nelle spalle, pieno di carne, & di forte ossatura, & però molto robusto; la sua grandezza non era però straordinaria, perche non passaua sette piedi (come Eginhardo suo Segretario, che scrisse le sue cose, ci lasciò in memoria.) Hebbe il capo al modo Germano piu presto ritondo, che nò, & gli occhi cerulei, grandi, & chiari. Fu di volto tranquillo, & allegro. Di naso aquilino al quanto grande, Naso grāde, & aquilino dinota magnificenza d'animo. il che è lodato ne i Principi, percioche dinota magnificenza d'animo; Nella sua vecchiezza fu di bianca capigliatura, & di venerando aspetto; & hebbe in ogni membro vna vniforma corrispodenza con l'altre membra, in modo, che il suo corpo non patiua eccettione alcuna, per la quale ei non apparisse all'occhio d'ogni huomo ottimamente proportionato. Era di passo saldo, & graue corrispondente all'habitudine del corpo, Grauità di Carlo. & alla temperanza dell'animo. Di voce chiara, & sonora, ma al [Page 115] quanto minor di quel, che s'aspettaua dall'apparenza della persona. Non gli mancò in andar, in star, in seder, & in caualcar gratia, & degnità corrispondenti all'opere sue. Sanita naturale di Carlo sino presso al tempo della sua morte. Fu sempre sano per tutta la sua vita sino alli quattro anni vicini alla sua morte. Che all'hora ei cominciò ad hauer delle febri, & spesse volte: Et nell'vltimo anno cominciò à zoppicar da vn piede; il che fu prodigio, che ancora l'Imperio zoppicherebbe; Percioche i Christiani non hanno poi hauuto vn simile à lui, non che si gli sia appressato se non vn solo Carlo quinto d'Austria (se si debbe sinceramente dir il vero) come, Carlo quinto d'Austria. Federigo Barbarossa oscurò il suo valore con le partialità. Carlo non volse mai vsar la medicina. che Federigo Barbarossa fusse sempre stimato di valore Illustre, & forse degno d'esser connumerato fra i primi, se ei non hauesse macchiato la gloria sua con l'odio, & con le partialità, che lui seminò per tutta Italia, & Germania. Ma torniamo à Carlo; Egli non volse gia mai sin'all'vltimo suo giorno confidato nella sua buona complessione vsar l'aiuto de i medici; mostrandosi in effetto contrario alle loro irresolute contentioni, burlandosi di loro, i quali gli detestauano, il mangiar cibi arrostiti, & preferendo gli i bolliti, come piu commodi (diceuan' eglino) alla sua complessione; delle quali oppositioni egli si rideua dileggiandogli delle loro superstitioni, & facendo à suo modo; & fu egli per questo sempre sano. Vsò di vestir alla Germana, Semplicità de i suoi habiti prositeuoli. & non molto meglio del generale de gli altri nobili. Portaua sempre la spada cinta à canto ornata d'oro, & d'argento. Ma ne i giorni principali, & quando haueua forestieri si mostrò nel suo vestire splendidissimo. Due volte sole vsò l'habito Romano, & cio fu à Roma à i prieghi di Adriano, Splendidezza vsata à tempo. & poi di Leone pontefici, & in gratia del Senato Romano, & del popolo; Et perche lui haueua [Page 116] graudemente in odio la superfluità, & la lussuria de i vestimenti ei cercò con ogni forza, & ingegno di ridurre in vso i semplici habiti Germani; i quali eran grandi, & vtili, ma semplici. In modo, Essempio cō tra la vanità de i tempi nostri. che vedendo egli vna volta, che vna buona banda di Francesi venuti in campo haueuan portato vna certa diuisa di vestiti corti, & stretti; egli se ne cominciò fortemente à ridere, ma si ben con qualche sdegno; & gli domandò, come e'si diffendessero con essi dalla pioggia, & dal freddo; al che non sapendo lor, che si rispondere; ei fece vna legge, che tal sorte di habiti non si potesser vsar da nessuno; Il Principe deue considerar, & prouedere al pro fitto dell'vniuersale. Habito di Carlo. Nota questo essempio. come cosa, che per se non haueua, nè decoro, nè commodità alcuna. Concio sia che il giudicioso Principe debbe non sol guardar à quel, che puo piacer à i particulari, ma ancora à quel, che sia honoreuole, & commodo per il generale. L'inuerno vsaua per il piu vn mantello coperto di pelli di Lupi; & però essendo vn anno alle stanze nel Friuli, & hauendo veduti molti della sua Corte vn giorno (quasi che à gara l'vn dell'altro) essersi vestiti nobilmēte di pelli di gran pregio, & di seta, & di altri cosi fatti drappi, con oro, & altri ornamenti compri da i mercanti Venetiani con caro pregio; subito vna mattina veduta quella bella mostra comandò la Caccia, & vscito fuori con essi, non lasciando, che alcun di loro si prouedesse di nuoui habiti, benche minacciasse pioggia (& era d'inuerno) gli menò attorno per molti boschi, fra spine, & pruni, & altri impedimenti, sino à che eglino hebbero consumato il giorno; Onde ritornati tutti bagnati, infangati, & stracciati de i vestimenti, & laceri delle membra, & tutti graffiati per gli impedimenti della Selua; ei volse, che'cenassero co i medesimi habiti tutti seco. Et benche per il gran [Page 117] freddo ogn'vno desiderasse d'accostarsi al fuoco; fece egli durar la cena molto à lungo. Poi data lor licenza, comandò strettamente, che la mattina di poi si douesser rapprensentar co i medesimi habiti innanzi à lui. Il quale quando gli vedde tutti ragunati; & che i loro vestiti eran rotti, guasti, & laceri dalla caualcata passata, & dal fuoco poi della sera; ei mostrò lor la sua veste, ò mantello di lupo, dicendo loro. Conuenient [...] correttione, & paterna. Pazzi sopra tutti gli altri, che voi siate; qual vestimento è piu pretioso, & piu vtile di questo? questo ho io comprato per pochi denari, & voi per comprar i vostri, molti, & piu, che troppi n'hauete spesi; & forse ch'hauete ancora impegnate le vostre entrate per poterui cauar i vostri pazzi desiderij, accioche con la vostra pazzia s'hauesse à prender vn essempio di lasciua superfluità da gli altri. In questa pozzia hoggi è occupata la gente. Onde coloro per le sue giuste riprēsioni corretti, furono ancora norma à gli altri, che non douessero impazzare, come gia siamo impazzati ancora noi, Che non ci bastando ritrouar ogni dì vane, Giusta indegnatione contra l'abuso de i nostri tempi. & inutili inuentioni, ancora andiam cambiando gli habiti; prendendosi le Donne quei de gli huomini, & gli huomini quei delle Donne con perpetuo vituperio del nostro corrotto secolo, & con ingiuria della natura. Ma lasciādo tal cosa da parte doue giusto sdegno haueua tirata la penna, torniamo al nostro proposito. Sempre, che il nostro Carlo potette senza danno della Republica si di lettò del maneggiar caualli, & della caccia, Carlo si diletto molto de i caualli, della caccia, & del notare. Aquisgrana perche cosi si chiami. & del notar ne i fiumi. Vsaua anche spesso i bagni caldi, & segli trouaua sani; & cio fu in gran parte cagion della sua lunga, ò spessa residenza in Aquisgrana, & della prosperità di quella Città; la qual trasse il nome da Sereno Granio Legato, & Luogotenente in quei paesi di Adriano Imperadore [Page 118] (come ne i nostri viaggi di Germania habbiamo dimostro. Familiarità sua ne i hagni.) Et non solamente nel propio bagno ei riceueua i figliuoli, ma i baroni, & gli amici, & alcuna volta quei della sua guardia; in modo, che tal volta si trouò esser nel bagno con canto huomini, Commodità di Aquisgrana. tanto gli piaceua il ritrouarsi familiarmente fra i suoi. Ma quella città era ancora molto commoda à i suoi negotij per esser posta quasi, che nel mezo de i Regni, che lui Signoreggiaua, se noi riguarderemo bene alla situatione di essi, & alle speditioni, che gli bisognaua far hor da vna parte, Carlo eloquē tissimo. hor dall'altra. Ei fu nel suo parlar eloquentissimo, copioso, accorto, & ornato in qualunque suggetto, che gli venisse alle mani; & tanto pronto, che alla sprouista fece alcune orationi necessarie in campo, Di quali lingue piu si dilettasse. Si dilettò dell'arti liberali. Albino huomo dotissimo amato da Carlo. & altroue. Vsò nondimeno la lingua Latina, & la Germana. Imparò la Greca ancora, ma piu l'intese, che' la potesse esprimere. Si diletto dell'arti liberali grandemente, & in quelle vdì Albino Sassone, ò Inghilese, & l'vno, & l'altro può essere; perche i Sassoni regnauano in quel tempo in Inghilterra, & si diceuano Angli Sassoni; come da altri è scritto, à costui portò Carlo grand'amore, & lo tenne sempre honorato. Dal quale à sua contemplatione fu scritto vn volume della Rhetorica, & della Dialectica, Cosmographia del mō do. Si dilettò dell' Astrologia, & della musica. Amaua la lettione di S. Agostino. che sino ad hora è in luce. Hebbe Carlo la Cosmographia intera del mondo (cosa rara in quei tempi) in vna gran tauola d'argento. Si dilettò d'intender l'Astrologia piu, che mediocremente, come ancora la musica; nella quale hebbe tanto diletto, & cognitione, che vi aggiūse, ò vi fece aggiugnere alcuni gradi, & modi, ò generi per ampliarla; accioche i Greci non fussero in essa punto à i Latini superiori. Si dilettaua dell'opere d'Augustino, & principalmente di [Page 119] quelle, che egli scrisse della Citta di Dio. Fauorì gli ingegni illustri de i suoi tempi in ogni miglior modo. Ond'egli stimò, Fauoriuae i virtuosi. & honorò molto i Dottori dell'arti liberali facendo loro gran beneficij. Dicesi, che essendo vsciti de gli studij alcuni dottissimi huomini furono da lui riceuuti in Corte, & donati di magistrati, Nota questo essempio poco imitato. & di honori ecclesiastichi; & che lui lodando la loro dottrina esclamò. O felice me s'io potessi hauer dodici Augustini, & dodici Ieronimi, alle quali parole Albino suo maestro quasi sdegnato rispose. Et come. Voi ne domandate dodici, Che Dio potētissimo in tanto tempo non ha hauuti piu che duoi? Acrebbe la sua lingua materna cio è Thedesca di molti vocabuli; Nota. come sono i nomi de i mesi, & de i venti, & altri. Scrisse ancora vna Grāmatica di essa lingua sforzandosi di pulirla da ogni scabrosità ad imitation de i Greci, & de i Latini; Carlo eloquente nella sua lingua. & scrisse ancora in quella lingua versi heroici; & però egli diede grand'opera, che gli studij d'humanità quasi perduti fussero ristorati; & però fu chiamato da lui vn'altro Albino (secondo alcuni Scozzese, & però cognominato Scotto) il qual fu mandato à Pauia; Et vn certo Clemente d'Irlanda, anch'egli huomo dottissimo, che fu ritenuto in Parigi; ne i quali luoghi Carlo aprì lo studio publico. Ʋniuersità di Parigi, & di Pauia aperte da Carlo, & la cagione. Da i Franzesi nacque la grandezza dell'Imperio di Carlo. In Italia per gratificarsi i Lombardi, & tutti gli Italiani; Et in Parigi per vna singular affetttion, ch'ei portò sempre à quella natione, & per mostrarsele grato de gli honori riceuuti per quella; percioche da quel Regno hebbe principio la grandezza del suo Imperio. Assegnando in quei duoi luoghi entrate, & prouisioni largamente; & ordinando, che'vi fussero riceuuti tutti i fanciulli, & giouanetti poueri per esser quiui insegnati, & ammaestrati. Ma Albino l'Inghilese di sopra da [Page 120] noi nominato ritenn'egli appresso di se; Dandogli vn luogo ne i Turoni commodo, & honorato detto San Martino doue ei potesse pitirarsi, & insegnar quando ei non era in Corte. Vn'altro huomo Sueuo detto Valdone molto dotto ei volse, che residesse in San Dionigi vicino à Parigi, pur per conto d'insegnare; & hauendo dato tali buoni ordini. Ei si dice, che doppo alcun tempo visitando lo studio di Parigi, Ʋisita di Carlo fatto alli scolari di Parigi. ei volse, che fussero essaminati in sua presenza gli scolari, & hauēdo trouato, che tutti, ò la maggior parte de i poueri, & ignobili haueuano imparato, & profittato benissimo; & che il contrario era auuenuto de i ricchi, & de i nobili. Hauendo chiamati tutti dalla sua man destra quei primi disse loro publicamente; Nota questo essempio di premio, & di pena, ò di vergogna. Che seguitassero i loro studij con la loro vsata diligenza; perche ei riserbaua lor gli vffici, & i benefici, & le prefetture, & le degnità dell'Imperio. A gli altri, i quali dalla man sinistra erano stati lasciati disse con turbata cera; Voi per esser gloriosi dell'esser vostro non hauete voluto attender à gli studij; & però conoscendo io, che non potete esser vtili alla Republica, non harete da me luogo alcuno d'honore: Però restateui con la vostra ignoranza dis honorati, sino à tanto, ch'io vegga in effetto il pentimento della vostra negligenza passata. Ei volse, che fusse corretto il vecchio, Testamento Sagro corretto per sua opera. Diuoto, & Catholico. & il nuouo testamento, gia per l'altrui negligenza, ò malitia in gran parte scorretto, & ripieno di errori. Fu diuotissimo della Chiesa; & sempre, ch'ei potette fu in essa all'vfficio sagro, mantenendoui grauità, & seuerità lontano al tutto dall'ostentatione del fasto Reale; & volse, che da Paulo Warnefrido suo huomo di Chiesa fussero fatti, & ordinati alcuni versi sagri, i quali si cant [...]ssero in Chiesa, che ancor di poi sono stati [Page 121] in vso lungo tempo. Questo Paulo ridusse ancora in Compendio l'opere di Pompeo festo della significatiō de'verbi, & dedicò il libro à Carlo suo Signore. Et perche Carlo si dilettaua tāto (come s'è detto) della musica; Nota curiesità. ritrouandosi appresso di lui in Aquisgrana gli Ambasciadori Greci, i quali haueuano il loro vfficio in lingua loro con musica conueniente; & stando Carlo segretamē te ad vdire i lor canti, se ne dilettò in modo, ch'egli volse, che'fussero poi osseruati quei numeri, & quelle misure da i suoi musici ancora. Et in fine egli amò tanto l'osseruation del culto ecclesiastico, che piu volte da lui in Germania, & in Francia furon fatte far congregationi nationali à modo di Concilij per regolar i costumi de i Cherici, & per correggere i loro abusi, & vitij; Singular diligenza accioche la Religione non fusse corrotta da i cattiui costumi. accioche, ne nelle chiese, nè fuori di esse e' non mancasse, che lodar nella vita loro; cosi come essi doueuano esser essempio del ben viuer à tutte le genti. Gia noi habbiamo descritto quanto piu c'è stato possibile breuemente i fatti di Carlo magno piu noteuoli, & degni di memoria; la sua vita, publica, & la familiare, & domestica. Hora douendo noi dar l'vltima mano (come si dice) à questo breue Comentario, noi parleremo della morte sua; lasciando indietro, oltra il prodigio del ponte distrutto dalla saetta sopra il Reno poco innanzi la sua morte, molti altri, i quali noi non pensiamo, che importino punto per l'essempio della Filosophia Christiana, Prodigij non importano per la filosophia de' Christiani. Carlo s'appressa al fine vltimo. Carlo appressandosi hor mai à quel fine, dal quale gia mai huomo viuente non potette fuggire; l'anno otto cento tredici della nostra salute, essendo egli aggrauato dall'età, & dall'infermità, che noi habbiamo detto, che gli era soprauuenuta, & però conoscendosi vicino all'vltimo termine, & di non [Page 122] poter viuer molto piu tempo; accioche'non nascesse nel suo sangue alcuna dissēsione; Lodouico suo figliuolo fu da lui fatto venir d'Aquitania, & col consenso del Consiglio Imperiale lo chiamo Cesare, & Augusto, & dichiarò la citta d'Aquisgrana capo del Regno, Aquisgrana capo del Regno. & dell'Imperio; come ancora sino ad hoggi quiui si costumano di coronare gli Imperadori della lor prima corona. Hauendo di poi rimandato Lodouico in Aquitania egli si prese al quanto di solazzo seguitando la caccia per il resto dell'autunno, dalla quale essendo egli ritornato nel principio di Dicēbre in Aquisgrana, Carlo simette nel letto per l'vltima febre. intorno alla metà del mese di Gennaio cadde in vna lente febricinala quale mētre, ch'egli pensò di potere scacciar con la sua solità astinenza l'aggrauò da vātaggio, & con quella gli sopraggiunsero dolori di fianco. Dolori di fianco. I quali dolori volēdo ancora rimediar nel medesimo modo di viuere, senza punto aggrauar lo stomaco di alcun cibo; solamēte si sostentaua con alcuni liquori in tāto, Carlo muore il settimo di della sua febre, & del dolor di fianco alli, 28. di Gennaio, haueua. 72. anni. Regno anni. 47. la sua morte fu nel 814. della nostra salute. che il settimo dì della sua febbre piu graue, & del suo dolor di fianco ei passò alla celeste vita alli ventiotto del medesimo, dell'età sua anni. 72. & del Regno quaranta sette, & del Signor. 814; & quantunque egli hauesse con tanta cura atteso in vita sua, che la Republica fusse cosi ben gouernata (come di sopra s'è largamente dichiarato; nientedimeno in due cose ei parue d'hauer mancato; cioè nel non hauer gia mai maritato le sue figliuole; & che non hauesse secondo l'vsanza prouueduto alla sua sepoltura, benche questo secondo mancamēto (se mancamento fù) forse prudentemente fu da lui tralasciato, accioche i posteri ne facessero quel che piu lor piaceua; non dubitando, che da gli Historici non gli hauesse ad esser proccurata di gran lunga piu nobil [Page 123] fama d'ogni altra piu pomposa sepoltura; come di Pompeo magno, & d'altri grandi huomini è auuenuto, il che solo douerrebbe esser scopo de i principi; conciosia, che la lor buona memoria non consista nelle imagini, La lunga memoria de i principi non consiste nelle statue, ò nelle pitture, ma nelle grandi, & buone opere loro scrit te da gli huomini chiari. Scusatione del suo primo errore. Sepoltura di Carlo. nè nelle pitture, ma solamente nelle buone opere; le quali se saranno al contrario, & le imagini, & le tombe, & le pitture saranno riguardate con ischerno, & con infamia dispregiate; & però le penne veramente son quelle, che illustrano gli huomini, & dalle quali Carlo magno pensò bene assai di douer esser illustrato. Ma del primo mancamento stimato forse come d'huomo negligente non si risponderà altro, se non, che la fortuna inuidiosa della virtù, quando ella ha conosciuto l'huomo esser salitò al colmo d'ogni honore sempre gli ha proccurato vn (non so che) da farlo parer men di quel ch'egli è; Egli fu nondimeno sotterrato in Aquisgrana da Lodouico suo figliuolo; doue noi habbiamo veduto il suo sepolchro esser riuerito quasi cosa sagra. Noi non vogliamo restar di dire, che passando per Insbruk città principale del Contado di Tirolo in Germania vi ritrouamo fra molte altre statue di bronzo quella di Carlo magno grande, & nobilmente lauorata; la quale stando dritta teneua nella sua destra vna torcia accesa, forse volendo dimostrar la sua charità verso il Christianesimo, ò pur la gloria delle cose fatte da lui; Et nella sinistra haueua vno scudo, che si posaua in terra, nel qual [...] [...]ano dalla man destra scolpite tre rane, ò botte, & dalla sinistra tre gigli, come vsa hora la Corona di Francia. Lui haueua fatto testamento innanzi, Diuisione pietosa nel suo testamento del suo mobile. ch'ei morisse; & tutto il suo Thesoro, & qualunque altra cosa mobile tanto per ornamento, quanto per profitto ei diuise in dodici parti delle quali [Page 124] vna egli lasciò al figliuolo; vna à nipoti; vna à i Cortigiani; & l'altre noue parti in diuerse prouincie à chi l'haueua ben seruito nella militia, & à i poueri. Vna tauola d'oro, & tre d'argento di grandissimo valore ei comandò, che fusser vendute, Altra diuisione per i poueri. Arciuescoui. 21. nel suo Imperio. Lodouico eletto Imperadore in Aquisgrana con Bernardo Re d'Italia. Riformatione della Corte. Lodouico Coronato Imperadore. Fine di questo opera. Intention dell'autore. Diuersi hanno scritte molte fauole di Carlo. Dubbioquā do Carlo hauesse il titolo di Magno. & per gli Arciuescoui del suo Imperio fusse diuisò il pregio à i poueri; & perche gli Arciuescoui erano venti vno, di quei denari furon ancora fatte altrettante parti per le distributioni, che si doueuan far da loro. Doppo la morte di Carlo magno Cesare Augusto venēdo in Aquisgrana Lodouico suo figliuolo eletto Imperadore; & d'Italia Bernardo Re suo nipote; ambidue d'accordo diedero ordine alle cose publiche, & alle priuate; hauendo prima nondimeno fatte le debite essequie al lor gran padre; & riformata la Corte per quel, che l'haueua di bisogno; & principalmente per il gouerno, & honestà delle Donne, che di cio haueuan necessità. Et essendo di poi stato Lodouico Coronato della Corona Imperiale; & con quell'atto hauendo traportato ogni publico affare da quel di Carlo nel suo nome▪ farò ancor io fine à questa presente mia fatica; & stimerò di non hauer fatto poco s'io harò dimostrato la sincera verità dell'attioni di vn tanto grande, & immortale heroe nella mia lingua propia per cognoscenza, & rauuedimento de gli sciocchi popoli; i quali s'hanno creduto, & credono ancora le molte baie, che messe ne sono state fuori da i nostri poeti (per altro chiari assai) per lor piacere, & per ostentatione de i loro ingegni. Ma se il cognome di Magno fusse stato dato à Carlo piu per vn' occasione, che per vn'altra; non par, che gli historici s'accordino bene; cioè, se ei fusse cosi chiamato nella sua coronatione, ò prima dalla concorrenza del popolo; ò da qualche [Page 125] Principe; Perche ancora noi habbiamo veduto, Carlo quinto fu detto Massimo. Christianissimo perche, & quando. I Re di Frā cia furō detti Christianissimi. che Carlo Quinto doppo la sua vittoria Germanica fù chiamato Massimo da Paulo terzo pōtefice Romano. Et cosi ancora non si sa bene s'ei fusse stato chiamato dal Papa Christianissimo nella medesima Coronatione per le gran cose operate à profitto della Religion Christiana, ò pur in altro tempo dal qual titolo poi sono stati detti Christianissimi tutti i Re di Francia. Ma perche queste cose importano horamai molto poco; Bastandone solamente d'hauer dimostro, che lui fu meriteuole di quei titoli, Desiderio dell'autore. si lasceranno ancora adietro; & si prenderà licenza con l'vltima impennata d'inchiostro: desiderando solamente dal discreto lettore, che'sia piu tosto giudicato l'animo, & l'intentione, con la quale io mi messi à scriuere, che le parole veramente poche, & poco atte forse à rimostrar l'illustri virtù di tanto Imperadore; Nessuno Imperador doppo Carlo ha pareggiata la sua gloria. il quale cosi come fra i Latini ei diede vn chiarissimo principio col suo valore all'Imperial degnità cosi non ha trouato poi nessuno, che gli si sia potuto agguagliare, per la cattiua nostra fortuna, & con vn continouo, & irremediabil danno della Religion Catholica, & di tutti i popoli Christiani.