DESCRITTIONE del Regno di Scotia, ET DELLE ISOLE SVE AD­iacenti di Petruccio Vbaldini Cittadin Fiorentino.

NELLA QVALE SI DESCRIVO­no i confini di ciascuna Prouincia, & i luoghi che visono, & le cose piu degne di memoria, che vi si trouano tanto naturali, quanto marauigliose.

‘VBIQVE FLORETE’

ANVERSA IL DI PRIMO DI GENNAIO. M.D.LXXXVIII.

ALLI ILLVST mi. ET EC­cell mi. Sig ri. & sempre osser mi.
  • IL SIG or. CHRISTOPHORO HATTONE gran Cancelliere del Regno d'Inghilterra. &c.
  • IL SIG or. RVBERTO DVDLEIO CONTE DI Leicestria Gran Maestro della casa Reale. &c.
  • ET IL SIG or. FRANCESCO VVALSINGHAMO CAVA­lier, & Segretario Principale di sua M . & Canc. della Ducea di Lancastria. &c.
PETRVCCIO VBALDINO DESIDERA LODE PERPE­tua d'ogni loro honorata attione.

LA trauagliata qualità del nostro graue secolo ne­mica di quelli, i quali quietamente cercano di sol­leuarsi, ò di mantenersi appresso de gli huomini studiosi delle scienze, & dell'arti liberali; proccu­rando di giorno in giorno inuidia, Nessun vitio è piu noceuole altrui dell'In­uidia, la qùa­le ancora nel­le calamità ci perseguita. & maliuolen­za contra le lodeuoli opere loro (come proprio è de gli huomini, ò volgari, ò maligni il biasimar, ò l'impedir, ò al tutto cercar di spegnere l'altrui profitteuoli vigilie) mi sforza hora di procacciar à me medesimo vno scudo sufficiente per ricoprire, & diffender la piu debil parte del mio tenue ingegno (ò tale forse stimato) contra la maledicenza, & prauo animo de i peggiori. Et però per molte conuenienti ragioni, La nobiltà de gli animi no­stri è il piu ec­cellente sug­getto di che noi ci possia­mo gloriare. tutte dalla nobiltà de gli ani­mi loro dipendenti, ch'io voglio hora tacere, poi che chiare le so­no assai; confidato nelle bontà, & ne i voleri, che son conditioni proprie della lor natura, & vere radici all'vno della suprema auto­rità, [Page] nella quale hoggi per il singular, L'esser buo­no, & voler operar bene è proprio di noi per gratia superiore. Lodi proprie d' vn perfet­to giudice fa­cendo le liti corte, & si in­tende del Si­gnor Gran Cancelliere. Si dimostrano le qualita del Sig. Conte di Leicestria or­namento del­la Cort [...]. & fortunato giudicio di Eli­sabetta Regina Sereniss. presente risplende in questo nobilissimo Regno; & che con talluce risplende, che la Giustitia stessa comin­cia anch'ella, rischiarata da quella (dileguandosi à poco, à poco per la sua virtù le scure nubi dell'auaritia altrui, che la teneuan rico­perta) à rallegrarsi, & riuestendosi di nuoui, & odoriferi fiori, & di vaghi ornamenti, à mostrarsi à tutti sincera, & amabile. Al­l'altro della singular lode dello splendore, & della magnanimità quasi Reale, & della mirabile prudenza potuta vsar, & vsata sem­pre con la gentil destrezza dello ingegno suo accorto in tutti gli affari di grandissima importanza (doni sino dalle fasce recati seco, & con la gratia accompagnati) si, che riuscito facilmente il pri­mo della Real Corte, bilanciare, & ponderar può l'oppinioni, & la ragion delle cose come piu, ô meno i meriti altrui, & la Giusti­tia insieme ricercano. Et all'altro finalmente della esquisita, & in­comparabil diligenza da molti principi ricercata, Ci si ricono­see l'vfficio di vn Segretario fedele, & so­lerte nelle at­tioni del Si­gnor Wal­singhamo. & da pochi ri­trouata ne i loro ministri di conoscere, di preuedere, & d'indiriz­zar le cose tutte, come solerte Segretario si, che tra le maggiori, & piu torbide onde delle sollecitudini politiche sempre desto, & vi­gilante ha meritato lode di perfetto Consigliere insieme con gli altri. Ardisco (dico di nuouo) di raccomandar alla loro Illustre, valorosa, & sicura protettione questa breue mia, ma non poco (s'io non m'inganno) profitteuole, & piaceuole opera, sino dal tempo del buon Re Eduardo Sesto, da me (seruendo S.M. in Sco­tia) messa insieme, & sino ad hora tenuta in mano; sperando io, che per vn sol cenno, I cenni de i grandi fauo­reuoli sono frutti dolcissi­mi à chi gli riceu [...] che hor dall'vna, & hor dall'altra delle S.S.S. V.V V. Illustrissime si mostri tal'hora, che la sia loro stata grata; l'inuidia altrui sara abbattuta, & ogni crudel tempesta di tempo contrario del tutto sarà tolta dall'animo mio afflitto hora mai pur troppo per la continouata procella della mia nemica fortuna. Sup­plicole adunque, humilmente à farmi gratia, ch'io possa consolar­mi del loro nobil patrocinio in questa parte; Cio è dal Si­gnor Conte di Leicestria. Dal Signor Gran Cancel­liere. Dal Signor Segretario Walsingha­mo. come io sempre mi son rallegrato della lor benigna inclinatione verso di me dimo­stra piu volte, ò in diffender le cose mie dall'altrui malignità op­pugnate; ò in riguardar alcuna volta lo stato mio con libera ma­no; ò in aiutarlo con chariteuole opera; ma non gia da me riceuu­ta cosi gentile inclinatione pet che io per le mie opere, & ossequio [Page] verso di esse me ne sia stimato gran fatto meriteuole: Vfficio debi­to del mino­re verso del maggiore; et riconoscen­za debita da Dio de i fauo­ri, che da i su­periori si rice­uono. ma il tutto riferendo alla loro honorata clemenza l'ho sempre (come io doue­ua) per singular dono quasi da istrumenti di Dio riconosciuta▪ Et però io ancora parimente con ogni riuerenza le supplico à volersi degnar di conseruar me loro humil clientulo nelle loro stabili, & eccellenti memorie; accioche tal'atto di humanità illustre porger possa all'animo mio quiete, & contentezza, per lode, & per serui­tio di quelle; alle quali il grande Iddio conceda per solleua­mento delle genti, che all'incorrotto giudicio di cia­scuna di esse ricorrono, lunga vita, & felici­tà singulare. &c.

Errori scorsi nella stampa. Il primo numero significa la faccia, & il secondo la linea.

1. 15. Proment: Promont. 1. 16. Nauag: Nauig. 2. 31. Maglie: Moglie. 5. 8. al: col. 5. 27. Ebba: Ella. 10. 2. parto: porto. 10. 37. Mirtheo: Mirthoo. 12. 9. Caretta: Caritta. 12. 11. Carett: Caritt. 12. 23. Lunghi: lungi. 12. 28. mede­sime: medesimi. 14. 1. i liti l'Argadia; i liti si vede &c. 14. 4. Loguho. Loquho. 14. tra 9. & 10. Clenarguhart: Clenurquhart. 14. tra 17. & 18. Garboil: Gar­loil. 15. 2. Loguhabria: Loquhabria. 16. 20. Houbùon: Houburn. 16. 31. et 17. 3. et 17. 12. & 17. 24. Hessa: Nessa. 17. 4. Loathea: Louthea. 17. 12. Emuernes­gia: Emuernes gia. 17. 25. meglia: miglia. 17. 26. Salmatichi: saluat. 18. 8. spina: Spina. 18. 31. vsazza: vsanza. 19. 6. fiore: fiere. 19. 14. rimam: riman. 20. 12. Dounotio: Dounotir. 20. 13. Iorduno: Forduno. 20. lin penult. & da me le: & darne le. Et lin. vlt. al: a. 21. 24. brauerie: bruerie: cio è braccierie di birra. 22. 9. et lin. 29. & 40. 22. & 44. 8. par: per. 23. 4. Kiloaldo: Kilcaldo. & Kilgora: Kilgorn. 28. 8. Orna: Erna. 29. 6. Stratsbraim: Strathbraim. & lin. 19. Glemeres, Glemo­res. 31. 31. hauendo gli altri: hauer de gli altri. 32. 1. con: vn. & lin. 23. tetra: ter­ra. 33. 28. parle: perle. 34. 26. genernatione: generat. 35. 4. Periuola: Perimo­la. & lin. vlt. conto: cento. 36. 9. quele: quale. & qual: quel. 37. 16. Cemarin: Comarin. & lin. 18. da gli: de gli. 38. 28. col mezzo rotto: col riso &c. 40. 31. vn: con. & 33. alla fiaminga: alla turba &c. 41. 19. Cumbea: Cumbra. 44. 17. ac­cu: auui. 46. 8. Scothl: Scethl. 53. 34. impagoiate: impacciate.

PROEMIO.

ESsendo i nostri ingegni diuersamente dalla natu­ra industriosa madre comune, quasi instrumen­to del grande Iddio, stati prodotti con diuersasor­te; introdussero essi anchora sin da in primi tem­pi della crescente creata generatione differenti modi di procedere tra gli huomini; ondeco'i lunghi secoli di poi scorsi si son ritrouate, oltra le scienze nobili, tante arti, & tanti essercitij, non solamente per se stessi differenti, ma spesse voltetra se medesimi per accidente contrarij; ancora, che in ogni modo vtilissimi, percioche da quella contrarietà loro giustamente contrappesata dall'esperienza è nata vna ciuil neces­sità nelle genti, che i popoli co'i popoli, & l'huomo con l'huo­mo cambieuolmente contrattando, si seruono gli vni gli altri di quelle cose, che piu lor fanno di bisogno. Però io, Per tutte que­ste cagioni è auuenuto, che l'huomo sia chiamato animale soci­abile hauēdo tali conditio­ni. che nacqui con tale inclinatione ò forza delle stelle di hauer à peregrinar le prouincie lontane, ho semprestudiato, che tal mia fatica (ancor contra la volontà della mia nemica fortuna) non hauesse da far riuscir vana l'intention di chi tal sorte mi diede; da poi, che con essa mi fù anche conceduto il volere, & il non volere libero assai in proportion delle mie forze. Et però n'è auuenuto, L'intention del nostro pri­mo fattore fu sempre buo­no; però il male nostro da noi proce­de. che per compiacere anch'io peregrino ciuilmente à chiunque piacer ne potrà prendere standosi fermo nella sua patria; ho deliberato di dar fuori vna minuta, diligente, & chiara descrittione della Scotia Regno antico, & per molte cagioni ricordato nelle historie. Per­cioche hauendone io veduta vna buona parte, & del resto hauen­do hauuta sincera informatione da huomini per ciuilità di costu­mi, & per honor di sangue, & per ornate lettere degni d'ogni lode; [Page] gia piu anni sono sino al tempo del Re Eduardo VI. non dubitai punto di farne vna certa, & ferma memoria; quanto però gli in­chiostri bastano à perpetuar le cose; Il propio de­siderio d'vn­huomo ami­cheuole e di giouar altrui in quelle cose nelle quali esso prouale. & di donarne la copia à qual­che amico. Ma hauendo di poi considerato quanto le carte semplicemente scritte sieno caduche; & che quella ancora essendo piaciuta a i pochi, si faria ingiuria a i molti, se non si cercasse di compiacere ancora ad essi: ho risoluto, che la sene venga hora in publico per mia mano, & di piu ampliata, & con le sue annota­tioni a i luoghi loro poste a vostra maggior intelligenza, accioche voi lettori honoratamente curiosi riconoscer possiate, che il talen­to dalla natura concedutomi in qualche parte ha vsufruttato al­cuna cosa, se non molta, per la contentezza di voi altri, a i quali io ho sempre desiderato di compiacere, per il medesimo instinto, che io debbo creder, ch'habbiate voi secondo la medesima inten­tione di essa nostra madre natura. Voi trouerrete in essa Descrit­tione ogni minima cosa degna di memoria, in tanto, che oltra l'apparente dissegno delle linee, & de i colori delle tauole publi­che, che se ne veggono; non si può aggiugner punto (s'io nō m'in­ganno) al desiderio di chiunque conoscenza di quel Regno voglia hauere. L'essortar al­trui al bene operare non è presuntione, & specialmen te quando per la qualita de i tempi n'ap­parisce il bi­sogno. Accettate adunque (io vi prego) questa mia fatica in buona parte; & come voi ancora con gli ingegni vostri diuersi nasceste per compartire l'vno con l'altro di quei doni, de i quali piu per la vostra industria vi trouate abbondanti, cosi verso di me siate benigni, non dispregiando la mia buona intentione. Per­cioche ancora le cortesi parole altrui, & amicheuoli son grato nutrimento all'animo di chi le riceue, quando gli effetti riescono per colpa dello infingardo, & neghittoso secol nostro, ò lenti, ò storpiati fuori di modo.

DESCRITTIONE.

L'Isola di Brettagna è hoggi diuisa in due Regni, & co­me da gli scrittori Greci, & Latini elle'è stata molto ce­lebrata, cosi da noi poi è stata piu largamente conosciuta. Ell'è in gran parte volta verso la Francia, & verso i paesi bassi di Fiandra; & è tutta all'intorno cinta dal­l'Occeano; in talmodo, che da Leuante sidice Germa­nico; da Mezo giorno Gallico, & Britannico; da Ponente Hibernico, ò Vergiuio; & da Tramontana Deucallidonico.

Distendesi nondimeno per lungo spatio, Positione del­l'Isola, & sua misura secon­do gli Scoz­zesi. & per dritta linea da Mezo giorno sino à Tramontana, essendo quella sua lunghezza di miglia 600. ó secondo altri 700. & con tal forma, che la sua maggior larghezza è da vno angulo posto tra Leuante, & Mezo giorno ad vn'altro angulo, che è tra Mezo giorno, & Ponente, di miglia 330. andandosi poi quella à poco à poco ristrignendo sino à Tramontana, tal, che il suo intero circuito viene ad es­ser miglia 2000. in circa con varij seni, porti, & promentorij, quanti in nessuna altra Isola trouar si possino, commodi, & vtili alla nauagatione; in modo, che la riesce quanto alla forma quasi triangulare, quantunque gli an­guli suoi habbino in se qualche inequalità, & specialmente quello, che guar­da verso il Settentrione.

Il nome, che questa Isola hebbe da gli scrittori Greci di Albione hebbe o­rigine secondo l'oppinione d'alcuni dalle bianche rupi, & di roccamenti della terra, che quasi di bianca calcina ò gesso si mostrano allo intorno della sua costa à coloro, che di Francia, & di Fiandra vi nauigano. I Grecl primi scrittori delle cose sono sta­ti ancora in­uentori di molte nouel­le. Altri hanno vo­luto, che la si dicesse Albione per la memoria d'vna certa donna detta Al­bina, della quale i poeti Greci fingendo loro nouelle dissero, che hauendo cinquanta figliuole di Danao Re de gli Argiui, ammazzati i loro mariti: lei con le sue sorelle partitesi di Grecia, & nauigando per lo stretto d'Her­cole, [Page 2] doppo, che hebbero circondato tutta la spagna, al fine capitarono in questa Isola, doue senza alcuno impedimento posero in terra, facendo fine alla lor fuga, & al lor viaggio: & che di poi colcongiugnimento de i Dimo­nij, che esse hebbero generarono huomini distatura di Giganti, i quali tenne­ro questi paesisino alla venuta di Bruto progenitore de i Britanni, il quale nipote, ò pronipote di Enea (perche in questo variano gli autori) essendosi par­tito per necessaria cagione d'Italia; L'vbbidire al­la celeste vo­lonta è cosa necessaria. cio è ammonito dall'oracolo di Diana, & hauendo con armata di naui nauigato in Grecia, & hauendoui ragunate le reliquie di quei Troiani, che vi potette ritrouare gia stati fatti prigioni nel­la distruttion di Troia, Doueuano gli huomini viuer pur as­sai sino al­l'hora. per trouar piu certa stanza si parti di la, & naui­gando per ilmedesimo stretto d'Hercole sino in Aquitania, l'a cquistò tutta; ma ammonito poi quiui, etnō prima in Italia, pur dall'oracolo di Diana, passò in Albione nell'anno del mondo 4027. Et che giunto quiui, i Giganti habi­tatori dell'Isola gli combatterono l'entrata, et che furono da lui, et dalla sua gente à poco à poco tutti spenti: Si seguita lo­pinione co­mune, anco­ra che la si sti­mivana, leg­gi Guglielmo Camdeno. & che hauendo cosi distruttili primi habi­tatori, egli pose le stanze sue dalla parte di Mezo giorno, & chiamò il paese Britannia, & i popoli menati seco Britanni per memoria, & in honor di se medesimo. Et questo è quanto se ne può in vn certo modo ritrouare quan­to al generale da questa parte, che hoggi con piu nuouo nome si dice Inghil­terra. Ma perche la nostra intentione è di descriuer particolarmente il Re­gno, che appartiene à gli Scozzesi, in maniera tale, che quasi chiara, & di­stinta pittura si rappresenti innanzi à gliocchi di chi leggerà piaceuolmente qualunque parte di quel paese. Noi lascieremo da parte per hora (hauendone in altra occasione assai parlato) tutto quello, che noi comprēdiamo sotto il no­me d'Inghilterra: & che da gli Inghilesi è gouernato; & parleremo sola­mente della Scotia. Il nome Scozzese secondo gli scrittori fauolosi assai di quella natione, hebbe il suo principio sino dal tempo di Moise, et venne dall'E­gitto; Scota figliuo­li di Farao­ne original madre de gli Scozzesi se piace altrui di crederlo. percioche Gatelo Greco di stirpe Reale, & marito di Scota figliuola, ò sorella di Faraone il reprobo, hauendo veduti i tanti segni da Moise fatti sopra di esso Faraone, & l'ostinatione di quel Re, non pur à danno suo, ma publico ancora; egli, et Scota sua maglie imaginandosi, che quel Regno n'ha­uesse ad esser distrutto, d'accordo deliberati di partirsene, ragunati huomni à bastanza per il bisogno loro; & compagnia tanto di Greci, quanto di Egit­tij, In questa e­spositione si seguita l'opi­nione de gli Scozzesi, ma leggasi Gu­glielmo Camdeno. & messisi in mare, doppovarie, & diuerse peregrinationi finalmente passarono tra le Colonne d'Hercole; & s'andarono à porre in quella parte di Spagna, che piu guarda la Tramontana: & arriuato, & fermatosi in quella terra, chiamo il popolo, ch'haueua menato seco Scoto, dal nome della [Page 3] moglie; accioche hauendo lei per lui suo fidel marito abbandonata la patria, & hauendo anche de i suoi Egittij buon numero, Vfficio ragio­nenole di ma­rito amoreno­le, et di Signo­re prudente per legarsi con essi in vn piu stretto, & per­petuo nodo diamore, & di sicurta. ei potesse ancora con quel­la dimostratione meglio obligarsi lei, & loro, & però da essi esserne piu a­mato. Ma la lingua tra di loro vsata volse egli, che la fusse detta Gathelia, come ancora il paese doue e' s'eran posti, cio è Gathelio, che à noi si dice Gali­tia; come ancora nelle Historie dell'altre nationi par, che si riscontri. Hora essendo quelle genti non solamente confermate, & cresciute col tempo in quelle parti; come auuiene, che la natura pare, che aiuti sempre i primi prin­cipij delle cose sue; & essendo per ciò augumentate di forze, & di valore di guerra, mandarono vna Colonia in Irlanda all'hóra detta Hibernia; & per il valore, & per la prudenza loro n'occuparono la maggior parte. I popoli di Galitia in Ir­landa. Ne molto di poi, Rothesao figliuolo d'vno di quei Reguli ò Signori principali d'Irlanda, con desiderio di scoprir nuoue terre, con vna compagnia di gioua­ni passò in quelle Isole le quali poste tra l'Irlanda, & la Scotia furono dette Hebride dal nome di Hibero figliuolo di Gathelo sopra detto, ò vero da Hi­berina sua figliuola; se pur sia vera l'Ethimologia del nome di queste Isole; le quali da altri sono state dette Ebonie. Irlandesi in Scotia. Da quelle Isole per diritto vento se ne passò di poi in Albione in quella parte apunto, che è opposta ad esse Hebride, la quale era diserta, & doue i Britanni per il mancamento de gli huomini non s'erano sino all'hora potuti allargare. L'anno adunque quando gli Scotti popoli di Galitià, et Coloni d'Irlanda passarono in Albio­ne fù del mondo l'anno. 4617. cio è. 590. anni doppo la venuta di Bru­to. I Re loro non furon chiamati da principio del nome della lor natione Scotti, ma del nome della terra conquistata Realbani, quasi Albioni; Consiglio as­sai prudente & però assai sicuro. accio­che dalla voce commune di tutta la prouincia e'venissero à conciliarsi mag­giormente gli animi de gli altri popoli, che nell'Isola prima erano arriuati; & à fuggir l'inuidia di quei, ch'essi haueuan lasciati prima in Ispagna & poi in Irlanda; ma al fine il nome Scozzese preualendo in Iscotia, nella Spagna, & nell'Irlanda s'andò col tempo annichilando. Se le coniet­ture sole ser­uano a pro­uare le cose veggasi nel Camdeno. Della certezza di quelle cose è restata sino ad hora non piccola coniettura, per che in quei luoghi montuosi, & saluatichi, doue gli Spagnuoli, ò Hibernici, si fermaro­no; & doue per l'asprezza del paese, ò per la pouertà di quella gente i Ro­mani non penetrarono, ancora parlano quei popoli lingua molto simile à quella loro antica, che in Galitia gia parlauano i medesimi popoli, & parlano hora. Et cosi riusci non piccola la differenza tra gli Scotti, & i Britanni nella sorte della terra acquistata: hauendo (come si dice) gli Scotti preso terra nelle parti settentrionali, & però men fertili, & piu [Page 4] ripiene di sterili monti, & d'aspre balze: & i Britanni molto prima (co­me s'è detto) nelle parti di Mezo giorno in terra per ogni rispetto fertilissi­ma, & commodissima, per li molti, & buoni porti, & di molto maggiore in proportione. Doppo questo tempo vennero i Pitti Agathirsi di Sarma­tia nella Cimbrica Chersonesso, la quale hoggi noi diciamo Dania, ò Da­nemarca, ciò e prouincia de' Dani, che si douerebbe dir Dacia; come terra, che fù de i Daci, Vedi come si­no è quel tempo quei po­poli comin­ciarono a de­siderare stato in questa Iso­la, il che di poi sianno sempre desi­derato, & ot­tenuto. che furono i medesimi, che i Goti, occupata; mentre, che i Dani si rimasero ne i loro paesi doue hog gi è la Valacchia; & essendo que­sti Pitti, ò Dani per parlar come gli altri, stati per al quanto tempo in quei luoghi marittimi; & forse moltiplicatiui molto; hauendo fatta vna gran­de armata passarono anch'essi in Albione, ò vero Brettagna per il mar Ger manico, ò piu presto (come creder si deue) vna parte ve ne passarono per publico decreto per discaricar la lor patria de'troppi, che doueuano essere. Questi Pitti adunque occuparono all' hora quei luoghi, che' trouarono vacui tra i Britanni, & gli Scotti; attendendo ciascuno de i primi popoli à difen­dere, & à tener larghi i suoi confini da i nuoui forestieri, i quali pur ferma­ron le sedie loro nell' Isola. 250. annj doppo la venuta de gli Scotti. Cosi tut­ta l'Isola in tre tempi fù occupata, & popolata; & ciascuna popolatione da cōtrada per lungo spatio lontana dall' altre due traheua l'origine. Essendo dub­bia l origine de i nomi del­le prouincie, ciascuna natione si propone vno Dio per suo autore. Di Bret­tagna adunque riceuette il nome quella parte, la quale (come si è dimostro) da Bruto, et da i suoi compagni fù acquistata, ò che da altra occasione rice­uette tal nome, lasciādo il rimanēte di tutta la regione col suo nome antico, il quale non dispiacendo à i primi Scotti, fu da loro ritenuto per le cagioni di sopra dette. Ma i Pitti venutiui poi, per il commertio, & cōla pratica, & familiarità, che'presero con gli Scotti si contētarono di conseruare il mede­simo nome, che gli Scotti haueuan conseruato di Albione. Conciosia, che ra­re volte egli accadesse, che gli vni, & gli altri popoli fussero chiamati per i loro proprij nomi; Consiglio politico, & degno di lo­de se ciò su vero. ma si ben sempre Albioni; & Albiani piu presto, che Scotti ò Pitti; per leuar via tra di loro, & non punto barbaramente (se cosi si dee credere) ogni occasione di dissensione, ò differentia. Onde si po­trebbe pensare, & non senza ragione, che Cornelio Tacito, il quale scrisse l'historia delle cose fatte da Romani nella Scotia, & nella Pittia, non si fusse assicurato di attribuire vn nome commune alle due nationi, Tacito scrit­tor Romano. perche non gli fusse ben chiara la verità della cosa, per l'ambiguità; che'n'haue­ua, non essendo sino all'hora state conosciute quelle parti interamente da i Romani. Et però lasciando à parte quel nome generale Albioni, ò Albia­ni, egli scrisse di ciascun popolo di prouincia, in prouincia il suo pro­prio [Page 5] nome, quando le Legioni, & l'armate de Romani passarono in quelle parti; come Tegeni da Tegena, Horestij da Horestia; Caledonij da Ca­ledonia; Briganti da Brigantia: benche egli mostra ancora doppo i Britan­ni, diuerse genti differenti di costumi, & d'ingegno, & di natura hauer ha­bitata la parte settentrionale dell'Isola, conosciute, che l'erano da diuersi paesi quiui venute, come i Pitti dalla lūga chioma loro, Pitti perche conosciuti d'onde veni uano. Scotti, & lo­ro costumi da gli Spagnuo­li. et da i costumi Ger­manici si riconosceuan dalla Germania essere vsciti. Et gli Scotti perche se ne andauan sempre alcapo tosato; & perche nella fronte portauano i capelli intorti, et inanellati per quello reseruati, et per i loro costumi loro Spagnuo­li, si conosceuano dalla Spagna essere venuti. Ma hora ne i nostri tempi l' Iso­la è habitata da due soli popoli, Inghile si cioè, et Scozzesi, quelli al Leuante, et al Mezo di opposti alla Fiandra, et alla Frācia; questi verso il Settentrio­ne. Et io dico in questo proposito Inghilesi tutti que primi, perche vbi disco­no sotto tal nome ad vna sola Real potestà diuersi popoli per diuersi nomi distinti, ò molto, ò meno antichi, che' si sieno, I popoli di Wallia sono i medesimi Britanni. perciochetra essi sono ancora i VVallesi i quali non sono altri, che gli antichi Britanni. Ma lasciamo di par­lar di questo, che in altri luoghi habbiamo à bastanza parlato; & diciamo, che l'Isola in tutto il suo ambito, ò circonferenza è intorno à due mila mi­glia, et in lunghezza come è detto intorno di settecēto; et doue ell' è piu larga ell' è di miglia trecento cinquanta; cio è dalla parte, che guarda il mar Gal­lico, ò Britannico (come vien detto) la quale viene ad esser basa di tutto il resto; Tutto questo proposito è intorno alla misura dell'I­sola nel gene­rale. dalla qual basa distendēdo si per lo lungo sino à i cōfini tra gli Inghile­si, & gli Scozzesi, si troua quiui larga tra il Promontorio di Gallouidia, che guarda il mare Hibernico, & il Promontorio di Ebba sopra il mar Germanico miglia cento sessanta; & di poi, & piu, & meno stretta con incerta misura procedendo la sua costa da i duoi lati sino al fine, quiui non è piu larga di miglia trenta. Ebba è abbondante di huomini, di caualli, di frumenti quasi d'ogni sorte, di pecore, & di buoi largamente, se non in alcu­ni luoghi, ne i quali Iddio l'ha proueduta di vene distagno, Doti natura­li della Bri­tannia. & di piombo ec­cellentisimi, & sempre abbondanti, & di rame, & di ferro non poco; ol­tra la ferma opinione d'hauerui ancora delle vene d'oro, & d'argento, tra­lasciate forse, & non tentati, ò per la pusillanimita de gli ingegni humani, Natura de i popoli. ò per la infingardaggine de i popoli, i quali morbidamente nati; et alleuati nel­l'abbōdanza di tutte le cose pare, che di ogni fatica laboriosa siano nemici; bastando loro di cōseruar quelle che dalla natura sono state discoperte à be­nefitio di tutta Europa; percioche vi è tanta abbondanza di queste cose, che per diuersi mari in diuerse prouincie ogni anno quātità grande da i mercāti [Page 6] ne vien traportata. Hanno ancora, oltra la grande abbondanza della cac­ciagione grossa, & minuta; & la diuersa, & copiosa vccellagione, vna in­credibil quantità di pesci da tutte le parti dell'Isola, Abbondanza di vettouaglia in Britannia. & specialmente quan­to più si va verso Tramontana; in modo, che non bastando il popolo dell'Iso­la à consumar tanto pesce, se ne forniscono, & caricano infinite naui ogni anno per la Francia, Fiandra, Zelanda, Holanda, & Germania, & per i loro mediterranei ancora, & ancora per altri paesi piu lontani, non solamen­te per la loro necessità, ma per delitie de gli huomini piu ricchi, ò piu golosi. Ma che diremo noi della lana, Lana, & sua stima, & ab­bondanza. la quale appresso di tutte le genti è in pregio grandissimo, & che per l'vso suo in qualunque luogo la si sia portata è sti­matissima? Ma quello, che non bene è noto ad ogniuno, non piccola parte di quella dilicata, & gentile; della quale si fanno i panni scarlatti, & di color di porpora, & di altri colori finissimi di contestura eccellentissima, et calze, & camiciuole, & guanti, commodità & ornamento d'Illustri, & gran Ma­donne non era da tacere. In modo, che se fusse dato dal Cielo, che questi due Regni potessero sempre viuere insieme in buona concordia, Discorso di quello, che potrebbe a u­uenire se la Britannia fus­se concorde. & amore, come buoni vicini & come di gia tutto il tempo, che ha regnato Elisabetta hanno amicheuolmente vissuto, non solamente hauerebbero ogni cosa piu necessa­ria al viuer loro senza ricercarla da altri; ma potrebbero ancora diffender­si senza molta difficultà da i nimici loro. Percioche quanto alla forma, & disposition del corpo (si parla nel generale) non sono à gli altri popoli inferiori; Inclinatione de i popoli dell'Isola. come ancora sono atti alle lettere, alle scienze, all'armi, & all'ar­ti tutte per via dell'imitatione, circa la quale gli ingegni loro assai curiosa­mente sono inclinati; non hauendo gia lor dato lanatura con tanti altri doni quello della temperanza intorno al modo del viuer loro dimestico; perche per vna nata, & cresciuta vsanza con essi, cercano di viuere in compagnie piu per cagion di gioia, & di sollazzo, che per altra consideratione consu­mando allegramente bāchettando le ricchezze loro. La natura preuede delle cose sue quel­che auuenir deue, & ci re­media come amoreuol madre. Onde ben si deue cōside­rar quanto bene Dio disponesse, nel compartir le sue gratie alle genti, secon­do la natura di quelle, che le doueuano vsare; conciosia che non hauendo da­to à questi popoli, che potesse nascer vino ne i loro paesi, fece però il lor me­glio, hauendogli in tanto arricchiti, di tante, & cosi fatte altre commodi­tà, che non hanno d'hauere inuidia à coloro, i quali per cagion di guadagno portan loro non solamente il vino, ma l'olio, & altre cose assai, ò ne­cessarie gia fatte alla lor vita, ò superflue del tutto; ma piaceuoli al lusso de gli huomini insatiabili. Percioche se vifusse il vino nascente, & co­mune come à molte altre prouincie, & nationi si ritroua: tanta voracità di [Page 7] viuande diuerse accompagnata da quel liquore, Però diricta­mente fu det­to che la Golà piu huomini ammazzaua che non sace­ua il coltello. che per se stesso è potentis­simo; senza alcun dubbio gli renderebbe di gran lunga piu de boli, & meno atti alle fatiche dimestiche, & à gli essercitij militari. Della qual cosa gli Inghilesi stessine posson dare vnfamiliare essempio, se'farranno compara­tione del tempo piu adietro, quando viueuano col loro semplicissimo liquo­re composto di orzo decotto in acqua semplice, con certa prescritta prepara­tion di quello, & proportion di quello, & di quella, La compara­tione e pur troppo vera. & dal fuoco regolata (come l'esperienza haueua ritrouato, che far si douesse) al tempo, che è di poi seguito, nel quale hanno▪ da i Fiaminghi lasciato introdurre diuerse sorti di Ceruogie, & semplici, & mezane, & doppie, cose piu atte à render gli huomini imbriachi, che à mantenergli sani; oltra, che non bastando quel­lo, lagran quantitâ del vino, che pur nell'Isola si porta da diuerse parti del mondo è cosa marauigliosa. Onde l'eta delle persone s'èfatta languida, & cagioneuole per diuerse malattie nō prima conosciute da loro antichine ima­ginate dalle scuole Greche, Arabiche, ò antiche Latine, Non tutte le infirmita eran conosciute da g [...]i antichi, però non di tutte si pote­uano essi pre­sumere di es­ser regolatori. auuezzando si in modo i giouanetti alla crapula non meno del bere, che del mangiare, chesi po­trebbe ancor dire, che gli huomini giouani di anni sieno vecchi di forze, & di vigor d'animo. La qual cosa auuiene sopra tutto à quei, che non tengono vn ragioneuole vso di temperato viuere; Chi non è temperato nella bocca non sarà mai lungo vec­chio sopra la terra. facendosi per se medesimi in questa parte gli huomini di questi due Regni differēti da gli altri con loro danno, et biasimeuol pregiudicio. Ma perche'non suole essere in noi cosa alcuna senza il suo contrapeso; hauendo questo natural vitio queste nationi, che noi habbi­amo di sopra discorso; hanno poi hauuto sempre dal primo di, che'riceuerono la fede Christiana vn costante, Quanto egli­no habbino meritata lode della loro co­stanza Chri­stiana. & dritto pensiero di conseruarla con ogni diligenza; in tanto, che nel vero principio, non solamente l' abbracciarono con semplicita di core (come ben fù desiderato dal primo fondator di essa fe­de Iesu Christo) ma vollero hauerne scuole, & particolari professori: per la qual cosa e'potettero poi mandar ancora sino in Francia, & in Germania huomini, & donne di vita essemplare, & di lodeuole eloquenza per instrui­re i popoli di quelle contrade alle pie lettere (come bene noi habbiamo ricor­dato nella nostra Selua di casi diuersi, et nel nostro Comentario delle Donne Illustri de i medesimi Regni. Et Cesare, & Tacito ancora fanno mentione, come i Britanni erano grandemente inclinati alle cerimonie della Religione; & che'i Druidi Sacerdoti famosi appresso de i Galli vscirono di Bretta­gna, hauendo essi la loro principal residenza nell'Isola Mona, Testimoni­anza di Cesa­re, & di Taci­to. nella quale bi­sognaua, che andassero quelli, che voleuan dar opera secondo i riti loro alle co­se sacre, sino à tāto, che riceuerono la vera, et sacrosanta Religiō Christiana, [Page 8] la quale hanno di poi mantenuta lunghi secoli senz'alteratione alcuna; la quale alteratione forse gia mai non sarebbe accaduta, se la non fusse stata quasi, che proccurata dalla corruttion de i tempi, i quali sdrucciolano, & precipitano non che corrono con tutte le cose da loro comprese al fine del viaggio loro; Necessità at­tribuita della corruttion de i tempi, & à vn certo in­flusso delle stelle vniuer­sale. la qual cosa essendo quasi ne i medesimi tempi auuenuta in di­uerse parti del mondo, sino in quelle tra se stesse opposite, & contrarie; con­tendendosi con l'armi tra le nationi grandissime la gara delle loro oppinioni di nuouo prese; parendo, che'cio sia stato vn certo vniuersale influsso delle stelle per trauagliare, & metter sotto sopra con interne discordie, & guerre ciuili tutte le genti della terra. Sino à qui noi habbiamo in vn certo modo de­scritto superficialmente quel, che ci è parso necessario di quei popoli, che ha­bitarono quest' Isola, & da i quali poi sono discesi quei, che da noi sono stati conosciuti; però noi torneremo al nostro primo proposito di parlar del Re­gno di Scotia, poi che per ciò cominciamo à scriuere. Nel Regno, che hora si chiama Scotia adunque i Pitti tennero vna gran portione, & con tanta vnione con gli Scoti, che di buona concordia per anni mille cento settanta; il che non è accaduto gia mai per memoria delle historie tra l' altre nationi; fe­cero guerra contra de i Britanni, Vedi questa cosi lunga a­micitia, la quale pur al fine si roppe per la ambiti­one cagione delle discor­die publiche. & poi contra de i Romani ancora; & al­cuna volta come nemici della pace rompendo gli accordi, & le tregue passa­rono rono hostilmente contra de i loro predetti nimici senza cagione alcuna; sino à che tra di loro medesimi rompendosi, cercarono di sopraffarsi gli vni gli al­tri contrastando si, che vennero à manifesta guerra; Onde doppo diuerse stragi, Pitti estinti da gli Scoti. & danni graui, che tra di loro seguirono; al fine gli Scotti ne rima­sero tanto al disopra, che e potettero spegnere il nome, & le genti de i Pitti in tutto di quel Regno. Di poi gli Scotti vincitori, benche ancor'essi re­stassero grandemente abbattuti dalle guerre passate. Hebbero nondime­no tanta victù, che si mantennero, si confermarono, & si accrebbero in mo­do, che sino ad hora hanno con varij casi di Fortuna data à gli huomini ma­teria da scriuere della lor natura, & del lor valore, & de gli ingegni loro in pace & in guerra fiorendo hoggi forse non meno di quel, che s'habbino fatto per il passato. Quello, che noi habbiamo generalmente parlato di so­pra de i costumi di tutti i popoli d' Albione possiamo noi senza dubbio diuide­re, Natura de gli Scozzesi di piu vigor che non sono gli altri dall'Iso­la, & la cagio­ne. & compartire, ò secondo la natura delle regioni, ò secondo il caso. Per­cio che gli Scotti, i quali da noi da qui inanzi si diranno Scozzesi, posti à Tramontana non sono cosi delicati di animo, & di corpo, come sono gl'In­ghilesi; & però sono essi alquanto piu atti alle fatiche, & à i disagi, & à sopportare il freddo, & i giacci. Et non sono nel vero anche cosi ciuili, & [Page 9] humani come gli Inghilesi sono. Et perche per la loro lontananza non han­no hauuto cosi largo commertio co i forestieri (come hanno gli Inghilesi) e non sono per tempo alcuno riusciti tanto inclinati alle superfluità delle vesti, Le delitie so­no strumenti della lussuria & la pouerta spesso e la si­curia delle nationi intere & della liber­ta loro. & di altri apparati & delicie strumenti della humana lussuria (co­me gli altri sono) se gia di ciò non fusse stata in gran parte cagione la loro tenue facultà, per non dir pouerta; per la quale si può dire ancora, che si sie­no conseruati liberi cosi lunghi secoli. Dell'ardir dell'animo, & della fede, & della scienza militare, & dell' arte della pace, & natural giudicio, che siano, ò piu, ò meno in queste due nationi, non è l' vfficio nostro di giudica­re, ma ne rimetteremo il lettore alle loro historie. Il dar senten­za de i meriti tra natione, & natione e cosa temera­ria. Itermini del Regno di Scotia dalla parte del mar Germanico sono stati fatti dalla Regione Deera, prouincia gia de i Pitti, i quali scacciati che furono, l'ottenne il nome di Marcia, che altro non significa, che confino; per cio che spenti i Pitti gli Scotti all' hora passarono sino al fiume Tueda, Circons [...]ritti­one del Re­gno di Scotia il quale diuide la Marcia dalla Northumbria. Dall' altro lato dell'Isola vn certo piccol riuo chia­mato Cumbriarab, ch' ha origine dal monte Cheuiota, & da alcuni minori monticelli vicini, & mette nel fiume Soluea, diuidendo la valle Annan­dia, correndosene con la Soluea al mare Hibernico: pone il fine con le sue acque à gli antichi termini de i primi Scotti. Ma le parti mediterranee veramente sono dal monte Cheuiota, & da alcuni piccoli riui da quello sur­genti, oltra i due nominati, & grandi assai, terminate, & diuise dalla Britannia, la quale da qui innanzi diremo Inghilterra. La Marcia a­dunque ha da vna parte il mar Germanico; da vn altra il fiume Tueda, & da vn' altra la prouincia Laudonia çon le lagune, che fà il fiume Forthea nel suo scontrarsi col mare; & in questa sono le piu notabili piazze Bar­uico, & Ordolucio, gli habitatori del qual luogo da gli antichi Ordoluce furon detti. La Tueda ha il suo principio da vn piccol fonte, il quale à poco à poco accresciuto da diuersi riui sene corre al mare, al quale fatto vi­cino mescolato con il suo flusso, & reflusso, fa di se vna larga, & profonda foce in esso mar Germanico. La prossima prouincia oltra la Tueda dentro à i termini del Cheuiota è la Tifedalia chiamata cosi dal fiume Tifo; di la dal quale è l'Escedalia detta dal piccol fiume Esca, che corre per il mezo di essa. A quelli poi, che caminano verso il lito contrario per Ponente si mostra l'Eusdalia detta dal fiume Eusso, il quale mescolandosi con l' An­nandia fiume, di compagnia accrescano l'acque della Tueda. Doppo questi luoghi lungo il lito del mar Hibernico è la valle Annandia, la quale al­quanto tra terra s'inalza, & cosi chiamata dal nome del suo medesimo [Page 10] fiume, il quale passa per il mezo del paese nel confine di Nidisdalia; in mo­do, che questa prouincia vien cinta dal fiume Eusso dal Soluea, dal parto di Annandia, & dal mar Vergiuio. In questa Regione è vn lago detto Lou­mabain pieno di pescagione, & doue sono alcuni pesci non soliti di trouar­sine gli altri luoghi, Ladronecci peculiari à gli Scozzesi. appresso del quale è vn castello assai forte per repri­mer la violenza de i malfattori; soprabbondando per l'ordinario tuttà la Scotia in tutti i tempi di gran quantità di ladri, conoscendosene le cagioni ben vere nel libro nostro delle vite delle donne illustri dell'Isola, & per le loro historie. Ma noi non stimiamo, che sia da tacere, che non lungi dal fiume Soluea; Vedi questa marauiglia. che abbonda molto di pesce diogni forte; l' arena è di tal natu­ra, che à coloro, che vi volessero caminare sopra, senza punto di consisten­za cede, & dà luogo al peso della persona, che cio voglia ardir di fare; per­che la sarebbe inghiottita cosi presto, che la vi hauesse voluto firmare i pie­di. La ualle Annandia gia Ordouicia fu chiamata, & gli habitatori suoi da i Romani distrutti Ordouici furon detti: & haueuan questi se­condo la diuolgata oppinione in costume di pascersi della carne humana de i loro prigioni di guerra. Vsanza non meno barba­ra, che dan­nosa. Ma ben questo si tien per vero, che le loro Donne ammazzauano i loro mariti quando e non ritornauano vincitori dalla guer­ra, per gastigargli con vna diceuol pena (ma non sempre bene intesa) del timor superfluo, ch'haueuano hauuto dell'inimico fuggendo vna morte viri­le, & honorata per riserbarsi ad vna vile, & vergognosa. Da questa parte lungo il lito del mare Hibernico andando verso Tramontana si tro­ua Nidisdalia detta dal fiume Nid, la quale mostra la sua fronte stretta al mare, allargando si nondimeno nella parte Mediterranea. In essa è vn ca­stello detto Dunfrè, nominato per i panni lini finissimi, & candidissimi, che vi si tessono, i quali alle nationi forestiere doue vanno le naui Scozzesi sono di commodità & di ornamento. Allato à questa è posta la Gallouidia­gia detta Brigantia diuisa in due parti dal fiume Crea, delle quali quella, che è piu vicina à Nidisdalia si chiama inferiore, & quella di là dalla Crea superiore vien detta. In quella è Kytkoubre luogo non punto ignobile per il concorso de i mercanti, che vinegotiano. In questa poi è Candida Casa, pur luogo anch'esso nominato per il negotio mercantile, & fù molte frequen­tato per la religione, percio che e'fù dedicato al diuo Niniano vn monaste­rio, che vi è stato sempre riuerito per la sepoltura, doue si riposauano l'ossa di quell' honorato padre da i popoli del Regno gia grandemente stimate, & spesso perciò visitate. Et poco piu oltra è il castello Vittona, lontano dal quale è vn lago detto Mirtheo, nel quale vna parte dell' acqua secondo il co­stume, [Page 11] et natura dell'altre acque si congela l'inuerno; l'altra, ne per l'inuerno, nè per qualunque piu rigido freddo si può congelar gia mai; Marauiglia ma pur con qualche ra­gione ricono­sciuta. & però par cosa degna di esser considerata da i curiosi inuestigatori delle cause naturali delle cose; la cagion della qual marauiglia nondimeno si puô risoluere con attri­buirne la virtù à qualche minera di zolfo, ò d'altra calda sustanza, che sia nelle viscere della terra da vna piu, che dall'altra parte. Sono in Gallouidia ancora due laghi, l'vno è detto Salseit, & l'altro Neutramen non grandi, & quasi di circonferenza, & di buona profondita vguali. Oltra di cio la Gallouidia con vn gran Promōtorio detto Angulo del Mulo si mostra molto, il quale distendendosi in mare fa due larghi seni detti laghi marini detti l'v­no Louus, & l'altro Louthrea, quasi di pari larghezza; ma questo di lun­ghezza di se dici miglia, l'altro del doppio si dice; impediti nondimeno da grandissimi scogli; all'intorno de i quali è la region Caritta. In questi seni si trouano Ostriche, Aringhe, Congri, Conche d'ogni sorte, et sassatili in gran quantità, con altre sorti di pesci assai. Ma bene sono stati alcuni, che hanno chiamata Brigantia quella, che hoggiè detta VVallia sotto la Corona d'In, Errori di al­cuni antichi, scrittori. ghilterra, nella quale si ritirarono le reliquie de gli antichi Britanni scaccia­ti da gli Angli Sassoni, ma con poco fondamento s'hanno cio essi creduto. Scriuono gli scrittori Romäni, che l'Isola Mona è à rincontro per dritta li­nea alla Brigantia; & nel mezo del viaggio di coloro, che nauigano d'In­ghilterra, in Irlanda; la qual cosa sino ad hora si troua esser vera; benche i liti dell'vna, & dell' altra terra sieno alquanto mutati per la lunghezza del tempo, il quale inuecchiandosi va ancora cambiando tutte le cose dallà lor prima forma, ò molto, o poco. Et la latitudine, & l'altezza del Polo, che Tolomeo attribuisce alla Brigantia, hora corrispōde benissimo alla Gal­louidia, la quale è lontana dalla VVallia non poco; percioche Mona quasi tre­cento miglia si troua lontana da quella, & pur come s'èdetto all'incontro di Gallouidia si rimane. Oltra di ciò non solamente bisogna considerar l'histo­rie della gente Scotta, ma de gli Hiberni ancora, & de gli Spagnuoli; per le quali si ha, che dalla Brigantia di Spagna (la quale hora Compostella vien detta) fù gia mandata vna Colonia in Hibernia con numero piu, che medio­cre di popolo, & che essendone capitano Fergusio, passarono di là in Albio­ne per il piu commodo passaggio; et che il primo luogo da loro preso nell'Isola fù da essi detto del nome del lor paese naturale; onde Fergusio di Capita­no riusci il primo Re de gli Scozzesi; le quali cose da Cornelio Tacito autor graue, & veritiero sono assai ben confermate, quando e' dice quasi cō queste parole. I Briganti popoli di Spagna cominciarono ad hauere habitatione, [Page 12] & stato nella piu lontana parte di Britannia, Parole di Cornelio Tacito. doue ne ancora i Britanni stessi, ô altri sino all'hora non erano peruenuti. Percioche Tacito chiama tutta l'Isola Britannia; & però questo basti d'hauer detto per questo pro­posito. Abbondano queste regioni Annandia; Nidisdalia, & Gallouidia oltra la lana candidissima: di numerosi, & copiosi armenti d'ogni sorte, tra i quali sono i buoi di grandezza notabile; di carne tenerissima, & dolce al gusto, percioche il suo grasso è tanto delicato, che quasi si strugge come l'olio. Et hanno diuerse sorti di frumenti, o biade (per meglio essere inteso) ma po­co grano. Abbondanza in Scotia di Animali & di altre vetto­uaglie. Sopra la Gallouidia si descriue la Caretta digia accennata gia par­te della Siluria; et nō si ha ben per chiaro, se la fusse chiamata cosi della nobil Città Carettonia, della quale ancora si ritrouano le vestigia, ò da altra cagio­ne. Spesse sono in questa prouincia le Rocche de i particolari secōdo la natu­ra del paese assai forti di sito, & di opera, le quali come le sono sicurità di i lor proprij signori, Le fortezze de i partico­lari in vno stato rendo­no i loro si­gnori sicuri & insolenti, et il lor prin­cipe piu de­bole. & diffesa nelle loro partialità naturali, & perpetue; cosi le sono ancora cagione, ch'essi sono l'vno cōtra l'altro piu ingiuriosi et insolenti, dalla qual cosa auuiene, che la Corona n'è piu debole. Di poi seguita il paese detto Kyl, ò piu tosto Coil, da Coila Re de'Britanni quiui stato ammazza­to in vna battaglia. Egli e in questa parte vna pietra lontana dal castello Aer, alta circa dodici piedi, & di lunghezza di piedi trenta, et di grossezza di tre cubiti; chiamata da i paesani Pietra sorda, & nō senza ragione, per­cioche, Gran mara­uiglia par questa. se da vna delle teste di essa si facesse qualunque gran romore; et fusse ancora vn' artiglieria; l'huomo dall'altra testa nō ne sentirebbe piu di quello, che si farebbe se ne fusse ben lunghi, ma allontanādosi cō vna debita propor­tione all'hora l'vdito farà il suo vfficio per la discretione della distāza sud. Appresso a Coila, è Cunigamia terza parte di Siluria häbbitata gia da popo li bellicosissimi; et come riferisce Tacito sempre inquietä contra de i Roma­ni, Nota costume antico de gli Scozzesi che ancora si mantiene. et ribellante; et auuiene ancora, che ritenēdo le genti i medesimi animi, et costumi fanno il medesimo verso i loro medesime Regi. Vn lago è in Coila detto Dum, ò Dun; dal qual esce il limpidissimo fiume Duna, il quale passan­do per il mezo del paese se ne corre al mare. Et in Cunigamia ancora è vn si­mil lago detto Garnott famoso per la eccellētia de i pesci suoi da gli huomini golosi ricercati; et vi ê vn castello detto Largo di Alessandro terzo Re, nomi­nato per vna battaglia, che lui v'hebbe cōtra i Pirrati Noruegiani. Il fiume Cluda, ò Gluda; ò Alcluth, ò pur secōdo Tacito Glota, dalla parte di sentētrio­ne separa la Cunigamia dalla Baronia detta Rainfrou; et nasce questo da vn piccol mōte posto nel mezo della selua Calidonia; dal quale ancora ha origine l'Annandia di sopra nominato, che per lungo se ne va à discaricar nel mare [Page 13] Hibernico. Nè molto è lontano di qui il fonte di Forthea, che con largo letto fa nella sua foce entrādo nel mar Germanico vn grande Estuario, del quale à miglior luogo si parlerà. Ma Cluda, di poi, che l'ha tenuto alquanto il suo corso piu dritto a settentrione vrtando nel monte Grampio, et da quello essen do rispinto sene torce col suo corso verso Austro sino al mar Hibernico, con tanto larga foce (secondo Tacito) che i Romani hauendola passa­ta, si pensarono, che quella fusse vna vera diuisione fatta dal mare, d'onde e fussero passati iu vn'altra Isola. Et qui appresso di spatio bene stret­to tra questo luogo, & il paese detto Lennos, viene ad esser la Baro­nia di Rainfrou, la quale distendendosi sin qui, fra terra s'allarga alquan­to piu; & poi è Cludeualle doue la Cluda si va torcendo. In Rainfrou, sono due laghi, l'vno è detto Quhynzouth di circuito di venti miglia; l'altro Leboth di miglia dodici, & l'vno, & l'altro abbondantissimi dipesce. Ma in Lennos, che da Tolomeo è detta Lelgouia, & che sopra Rainfrou guarda il mare (come s'è dimostro) è vn lago, che di lunghezza passa venti quattro miglia, di larghezza otto; chiamano questo gli Scozzesi Loumund, nel qua­le son trenta piccole Isole, alcune delle quali hanno qualche habitatione, nel­l'acque del quale sono alcuni pesci, che non hanno penne, ò aliette, niente di meno hanno il moto cosi veloce come gli altri, & suauissimial gusto. La natura al­cuna volta ha piacere di scherzar seco medesima nella procrea­tion delle sue cose Oltra di cio egli auuiene alcuna volta, che queste acque sēza punto di vento si com­muouono in tal maniera, et fanno cosi fatta tēpesta, che i piu sicuri nauiganti non ne stanno senza timore, & molte volte ne riuscirebbero con danno nota­bile quando nō si potessero saluare à qualch'vna delle Isole. Et la terza cosa degna di marauiglia è vna di quelle Isole di buon terreno da pascere, la quale si muoue in quà, e'n là come da i venti ell' èagitata, et mossa. Questo lago viene appunto ad essere à i piedi del mōte Grampio gia confine, & termine tra gli antichi Scotti, et Pitti; Il qual mōte cominciādo dal latodi Aberdonia al mar Germanico alla foce del fiume Dea, et venēdosene storto, et aspro, et inculto per mezo la Scotia verso l'altro mare finisce à questo lago à punto; et egli per la sua asprezza chiamato Granzebain, del quale ancora Tacito fa mētione. Ma perche si è parlato de i cōfini de i Pitti, egli è da sapere, che essinōtenne­ro tutto il paese sino al monte Grampio: Percioche gli antichi Scotti passato il lago Loumund tēnero tutti i campi vicini ad esso lago, co i nomi delle pro­uincie (come di sopra si è detto) et quiui tra l'vno, et l'altro popolo furon po­sti certi, et proprij confini; nè gia mai i Pitti penetrarono sino al mare Hi­bernico. Appresso al Lago Loumūd è il castello Doumbrittō gia detto Britā ­noduno, luogo senza dubbio fortissimo, nel qual luogo il fiume Leuino entra [Page 14] nella Cluda, & quiui ristringendosi i liti l' Argadia detta da gli antichi, Argathelia, la quale riguarda nel mare alcuni altissimi scogli contrapposti al suo lito; & è in vn certo modo diuisa questa in tre parti da due laghi; Fyn & Loguho chiamati, dicendosi tutto quello spatio, che è tra l'vno, & l'al­tro lago, Knapadaces. Nel lago Fyn, oltra la gran diuersità di pesci, vi si trouano Aringhe in tanta copia, quanta à pena è pare, che sia credibile, che se ne possa trouare in qualunque altro luogo. Et nel lago Loquho non minor quantità si troua pur de i soliti pesci, che si dilettano dell' acqua dolce. Di piu sono in questi laghi dodici Isole, & due Castella dette Enconell, & Glenar­guhart; & è la lunghezza di ciascuno di essi laghi miglia venti quattro, es­sendo di larghezza ambidue vgualmente quattro miglia. In Argadia e buona pastura per gli armenti, ma non è vtile per le biade; ma sarebbe vti­le molto per le minere, se i paesani ne fussero intendenti, ò ci volessero durar fattica. Et è ferma fama, che quiui nasce vna pietra di tal natura, che se vi sia posta sopra alcuna cosa atta à prender facilmente il fuoco, subito s'accen­de. Nota la natu­ra di questa pietra. Sono oltra quei primi, sette altri laghi in Argadia de i quali alcuno è di buon circuito; et alcuni di poca circonferenza; vno de i quali vien detto Gar­boil, del quale vsci l'anno. 1510. nell'aurora intorno al solstitio dell'e­state; & cio fù veduto da vn certo Dumcano Lampobello Caualier hono­rato di quel tempo; Nota tutta questa histo­ria, & attri­buiscine la cagione à qual segreta cagione piu ti piace. vn' animale grande come vn buon leuriere, co i piedi a­quatici cartilaginosi, et era di tanta gran forza quella bestia, che senza quasi punto di fatica abbatteua con la coda ogni cosa, che si gli paraua innanzi, il quale subito andò alla volta di alcuni cacciatori, che si trouauano per loro mala sorte intorno à quei luoghi, et n' ammazzò tre cō tre soli colpi, fuggen­dosi gli altri, che hebbero, migliori occhi, & gambe piu spedite sopra gli alberi; & dicono, che quello animale di poi sene tornò da se stesso non cacciato da nessuna forza altrui à sommergere in quel lago: I prodigii so­no stati di sor­te diuersa in piu luoghi & appresso à diuersi popo­li. & e stato lasci­ato in memoria, che tale animale è stato veduto apparire altre volte, ma ra­re; & che sempre e stato stimato cattiuo prodigio. Alla Argadia è congiun­ta la Lorna gia parte dell' antica Argathelia: questa si distende nel ma­re Hibernico quasi sessanta miglia; & si chiamò gia questa punta No­uantia, che hora si dice Canter, cio è Capo di terra; & tanto è vicina questa punta all'Hibernia, che non vi sono piu di sedici miglia di passaggio per linea dritta. Sono nondimeno stati alcuni, i quali hanno sotto il nome di Nouantia compresa l'Argadia, & questa punta tutta ò Chersoneso in­sieme; percioche Tolomeo facendo memoria di questa parte sola, di Ar­gathelia non parla altrimenti. In Lorna si troua questa commo­dità, [Page 15] che la terra per produrre Orzo si vede sempre feconda; seguitando di poi la Loguhabria, & la Mathaa gia antica parte di Varare, doue è ab­bondanza di ferro, di piombo, & di pastura ancora; non vi mancando del­le selue, de i laghi, & de i fiumi; tra i quali due sono ricordeuoli per la gran quantità de i Salmoni, & d'altre spetie di pesci bonissimi, [...] è cosa mi­rabile la pro­uidenza della natura per benefitio publico. tanto marini quanto delle propie acque; onde quasi senza alcuna fatica se ne può pren­dere ad ogni piacer de i pescatori quel che lor bisogna, & copiosamente; percioche' non si crede, che in tutto il resto dell'Isola tanta copia trouar sene possa, quanta in quel luogo continouamente sene troua, & pesca: Il nome del quale è Louthea. Dicendosi l'altro Hispana il qual nome quantunque noi non pensiamo, che gli sia stato messo à caso, non ritrouiamo però chi ne sia stato l'autore. Louthea nasce da vn certo lago non piu lontano dal lago Nessa, che otto miglia; dal quale ancora vn fiume del medesimo nome esce, & si va à discaricar nel mar Germanico in vn seno assai grande, tra il quale, & la foce di Lothea, si sporge nel mare vna peninsola con vn pro­montorio assai alto detto Ardnomorth per poco spatio diuiso dall' Isola Ila. Alla foce di Lothea è posta la Citta Enuerlothea, gia celebrata, & ricca per il commertio di diuerse nationi per il traffico de i pesci, & di altre mer­cantie, ma di poi per le guerre hauute con quelli di Noruegia, Le guerre so­no cagioni delle distrut­tioni de i luo­ghi & la negligenza de i principi che non sie­no ristorati. & di Dane­marcha, essendo stata mal trattata, fu ancora abbandonata; ne da quel tem­po in qua è stata ristorata; ò cio sia stato per inuidia de i vicini, i quali non habbino voluto veder altrimeglio profittar di quel che fanno loro; ò pur per la negligenza di coloro, à i quali piu cio s'apparteneua, di qua da Lothea è il fortissimo Castello Euonio, che hora si chiama da gli habitatori Dowsta­phage, si come s'è dimostro esser di là la foce del fiume Hispana. Segui­tando inanzi, ci occorre la Rossia gia detta Lugia, certo paese stretto; ma lunga assai fra terra, in tanto, che la scopre l'vno, & l'altro mare; ma aspra molto da quella parte, che guarda l'Hibernico, per i monti, & per le di­rupate, & scoscese balze; & però in quella parte piu tosto sono ascondi­gli [...] da fiere, che habitationè da huomini; come che ella sia dalla parte del mar Germanico frutteuole per le biade, & commoda per i pascoli sempre herbosi; percioche le sue valli sono rigate, & bagnate da viue, & chiare acque, & da fiumicelli copiosamente ripieni di pesci; onde l'herba per tut. to non solamente rallegra sempre chi guarda, ma contenta grandemente gli stessi armenti, che vi pascono. Oltra che vi sono alcuni laghi, tra i quali n'è vno grande assai detto Loumbrina abbondantissimo di Salmoni, & d'al­tri i pesci di sorti diuerse non comuni ne gli altri luoghi dell'Isola. Egli [Page 16] è vn seno ò lago marittimo nella Rossia, detto Crommarte, & non senza proposito da molti; per cio che nell'vltimo fine ha vn porto salubre per quei, che nauigano, Porto di salu­te detto dal­l'assetto. & opportuno; & per cio e'vien detto Porto di salute, essendo la salute de'nauiganti: concio sia che quel mare in ogni parte sia ordinaria­mente molto turbato, & infedele. In questa prouincia è ancora il castello Thana nominato per le ossa del Diuo Deuthaco vescouo, le quali quiui lun­go tempo furono conseruate; & doue per ciò da tutte parti del Regno, come ancora sino dall'Inghilterra, si faceua frequente corso di popolo per cagio­ne di diuotione verso la memoria di quell'huomo di santa vita; inanzi che la Religione cambiasse faccia, Vedi la forma di questi due templi de i qualisitrona, che erano edificati de pie­tre grandi soprapposte l'vna a l'altra con grande atte. forma, & costumi. Essendo nella Rossia ancora due chiese non grandi, la fabrica dette quali è tirata in alto in for­fima di due campane, ma aperte assai di sopra per ostentar forse la bizar­ria di chi edificar vele fece, ò forse edificate à gli Dij termini, essendo anti­che assai. Doppo la Rossia è la Strathnauerna estrema regione della Sco­tia volta al mar Deucallidonico; il lito della quale si piega però al mar Germanico in tal modo, che hauendo da settentrione in parte il mare Deu­callidonico, & in parte Cathanesia; & da Oriente la Sutherlandia, da Mezo giorno ha la Rossia; & ha da Occidente esso Deucallidonico. Oltra di cio e'sono tre Promontorij, che fanno nell'vltimo lito due seni tra di lo­ro, Houbuon è il primo in Strathnauerna, il quale veramente è molto grande; gli altri due, i quali vengono ad esser della Cathanesia, cio è Hoy, & Dounesbe, (detto questo dà Tolomeo Dume) sono assai minori. Di quiui distēdendosi il lito al mar Germanico si troua cōgiunta alla Cathane­sia la Sutherlandia prouincia da non esser dispregiata; percioche ella è vti­le per le biade, ma molto piu profitteuole per le pasture; come ancora sono le due di sopra nominate. A questa è vicina la Morauia; datole però lo inter­mezo di quanto tiene la Rossia, della quale habbiamo detto; che arriua sino à questo mare, che tien ben poco per larghezza: questa fù detta anticamen­te Varare; & benche l'habbia cambiato nome; la ritiene nondimeno i me­desimi confini di prima. Imperò che come ell'era prima serrata dal fiume Hessa, & dal fiume Spea; si distendeua con quei termini nel mare Hiber­nico, cosi hora di là essendo separata tra la Spea, & Kessoka, doue è il pas­saggio della Rossia, si distēde sino all'Occeano Germanico. Tra la Rossia et la Morauia la terra con vn gran seno s'incurua, nel qual seno cinque fiume si discaricano: ciò è Hessa (del quale ancora parleremo) Hairdin, Findorna, Lossa & Spea, il quale supera tanto gli altri nel suo corso veloce, et rapido, che incontrandosi con l'onde del mare crescente; come che grande oltra modo [Page 17] vi sia il flusso, come egli tale è intorno à tutta la Isola; nondimeno senza esser punto ritenute le sue acque dalle salse di mare si fà conoscer per vn lūgo trat­to superiore à loro. Hessa fiume, che dal lago del medesimo nome nasce (come siè detto) non piu lontano, che otto miglia dal lago, d'onde nasce Loathea, che se ne va nel mare Hibernico, di gia da noi dimostrato, non cresce gia mai, come non fa anche, nè si altera per pioggia alcuna, che si sia, ò neue, che caschi dal cielo il suo lago▪ & ciò, che di diacciato, ò di congelato nel­l'vno, ò nell'altro sia posto, subito si distrugge; & però sono vtili le sue ac­que à i caualli, che sono per il viaggio tal'hora fangosi, & pieni di diaccio; auuenendo forse ciò per qualche vena di minere calde, sopra le quali, o per le quali surgono, ò corrono quell'acque. Egli è alla foce del fiume Hessa vn Castello detto Enuornesgia di molta stima per la gran copia del­l'aringhe; ma hora per colpa, & per l'ingiurie de gli huomini maluagi priuo di lode, & di quel beneficio. La cagione di ciò è attribuita alla insolenza di alcuni, i quali essendo rozi, & crudelmente partiali per mortale auaritia; vitio pestifero, & infame de gli huomini; combattendo tra di loro per ca­gion di quei pesci, che Dio haueua prodotti, accioche fussero à profitto co­mune, macchiarono quell'acque del sangue humano, I doni della natura comu­ni al publico non si deue­no vsurpare per i partico­lari. & piu che troppo: d'on­de di poi non molto, cominciando à mancarui il pesce, tanto aringhe, & conche, come d'ogni altra sorte; il luogo se ne rimase al fine, senza punto di pescagione, smarritisi, & disuiatisi tutti i pesci di tutta la marina allo in­torno; cosa nel vero non meno marauigliosa ad vdire, che à scriuere; & per cio ì poueri per i quali Dio, suol conceder cosi fatti doni, vennero à patire assai la pena della malitia de i piu potenti. Caualli salua­tichi in Scotia De i fibri hab­biamo veduti nel Danubio, ma quiui det­ti Pibri & habbiamo nel nostro Itinerario Germanico parlato della lor qualita, natura, & vir­tu del suo sangue, & del modo di pi­gliargli. Vedi in che modo si pren­dono i Sal­moni alla marina in Scotia. Intorno allago Hessa per venti & quattro meglia sono grandi, & foltissime selue, & però visi trouano gran copia di fiere; come sono Cerui, Caualli salmatichi, Caprioli, Mar­tore, Foine, Volpi, & Lepri; & in quelle acque Fibri, & Lontre in quan­tità grande; le pelli delle quali i Forestieri per piacere, & per pompa com­prano per pregio piu, che mediocre. Oltra la copia del frumento, & delle biade, delle noci, & delle pome di sorti diuerse, che in queste terre all'intor­no nascono; la copia dei Salmoni, i quali si pescano in quel mare è da non esser creduta; & tale, che la simile in nessuno altro luogo ritrouar non si può. Ma con nuouo modo, & non vsato altroue gli vsano di pigliare; Però che costoro tirano le reti loro a quel proposito fatte per il mare asciutto nel suo discrescimento per vn lungo spatio, & in cerchio le fermano con pro­portionata misura forte nel suolo, ò fondo della terra ò sabbioni si, che sono tre, & quattro volte le reti allo intorno aggirate quasi in figura di chioc­ciola; [Page 18] sormando bene le dette reti in ogni parte, oltra i capi, i quali ancora sono in se medesime bene ringirati; contra le quali reti i pesci, crescendo il mare, sono dall onde portati, & aggirandosi tra quelle inuolture, per se medesimi si vengono ad intrigar in modo, che non è piu loro facile l'vscirne ancora che l'acqua à lungo vi rimanesse alta; La natura del flusso, & re­flusso marino si disputa da i filosofi an­cora con non piccola con­tentione La quale per el suo natural reflusso ritiratasi nel suo stesso corpo, rimangono le reti come prima in a­sciutto con tutti pesci, che vi hanno dato dentro. Egli è vn lago in Morauia detto spina notabile per l' abbondanza de i Cigni: nasce in esso vna certa herba il seme della quale auidamenteè mangiato da quelli, onde la n'ha ac­quistato il nome del herba de i Cigni. La natura sua è, che gittata ne i cam­pi, Considera questa ab­bondanza di pesci qua­si superflua, & la cagione. gia mai la si putrefà. Et ancora è auuenuto, che benche per lo spatio di quasi cinque miglia si distenda il lago; egli è vna lunga ricordanza de gli huomini, che e'sia tanto abbondato di pesci, & specialmente di Salmoni, doue quell'herba cominciò à nascere, che doue prima per tutto era libero à ciascuno, che voleua nauigar per quelle acque; di poi per la gran moltitudine de i pesci multiplicatiui si serro del tutto la nauigatione delle solite barche, che vi si vsauano, non vi si potendo à modo alcuno ringirare. In vna Chiesa di Petta nella Morauia si conseruano le ossa d'vn certo chiamato per con­trario senso il piccolo Gianni; Gigante anti­co. la figura del quale, & la quantità dell' ossa dimostrano, che fusse stato di quattordici piedi geometrici lungo, con proportionata misura del resto; & fu veduto ancora da chi fece hauere à noi questa informatione non molto innanzi, l'osso della coscia di colui non men grosso di tutta la gamba di vn'huomo con la sua polpa insieme; nella concauità del quale esso potette mettere vno dei suoi tracci assai largamen­te; I giganti so­no stati veri, & siano stati generati co­me si voglino inditio veramente chiaro, che quello, che fu scritto de i giganti di Albio­ne da gli antichi non fu sogno; concio sia, che noi ancora habbiamo veduto in Londra nelle case del Caualier Giouanni Rateliffo nobile Inghilese vn dente di Gigante, al quale mancaua vna delle barbe, & era nel suo piano, ò riscontro superiore per vn lato largo la larghezza di tre dita, & per l'al­tro quella di quattro; Qual costume ci hanno la­sciato i gigan­ri, & con no­stro danno. & da quelle persone tanto differenti dalle nostre cir­ca la disposition de i corpi si è forse hereditata l'usazza di inghiottire, ò di diuorare piu tosto, che di mangiare il cibo, il quale sempre abbondante, & copioso è da i popoli di tutta l'Isola desiderato. Egli è oltra di questo in Morauia vn castello detto Elgein non lontano dalla foce del fiume Spea, frequentatissimo: da i mercatanti, & in quello è vna chiesa gia stata ho­norata, & magnifica, la quale fù lungo tempo residenza episcopale, doue ancora era vn collegio di Canonici essemplari per gli studi delle buone let­tere, [Page 19] & per la qualità de i costumi loro; & nel vero per tutta la Morauia erano monasterij, & Abbatie; le prime delle quali erano nominate Kyllos, Hora non ac­cade parlar di questi luoghi. & Pluscatre, ambidue dell'ordine Benedettino, Cistertiense però, & Clu­niacense. La ricchezza di queste contrade consiste in armenti, in pasture, & in frumenti; & perche vi sono foltissime selue vi è abbondanza ancora di fiore, & di cacciagione. Sopra il fiume Douerna è Bannof castello abbon­dantissimo per pescagione; & sotto à questi luoghi è la Buthquhania ri­piena anch'ella di pecore, & d'altri armenti; onde vi si raccoglie la lana mi­glior di tutte l'altre vicine contrade; & i fiumi suoi soprabbondano di Sal­moni; eccetto, che vno detto Ratra, il quale per cio che mena poca acqua, quei pesci non amano; cercando essi sempre l'acqua abbondante per la loro natura. Al castello detto Slano è vn'antro, ò spelonca di natura marauiglio­sa appresso di quella gente; percioche l'acqua, che da quella si distilla; Caua di mar­mo candidis­simo: creato dalla natura per trasmu­tatione. & è assai; rimamendosi sul luogo in corso di tempo si indura, & si fa marmo can­didissimo; in modo, che se ogni cento anni non ne fusse cauato, gia sarebbe ripiena la sua concauità, quantunque grande la sia; la qual cosa noi veggia­mo auuenire ne i monti di Carrara in Italia, doue si cauano i marmi; & nel­le petrarezze di Toscana della pietra azurra, & de i treuertini, & di altri luoghi; come ancora nella ferrarezza dell'Elba, doue si caua il ferro, con v­na perpetua somministration della natura di nuouo marmo, di nuoue pietre, & di nuouo ferro, ma non gia per trasmutatione come si vede questa di Sco­tia, della qual cosa altra volta si parlerà piu commodamente. Non genera questa terra, ne nutrisce topi grandi di quella spetie che si dicon Ratti, on­de l'esperienza n'ha dimostro, che quei che d'altronde vi son portati vi si muoiono. Nota qual sorte di aue­na sia questa. Vi nasce in molti luoghi l'Auena da per se stessa come fanno l'altre herbe ne i prati senz'alcuna cultura; ma di tal qualità dicono essi, che se gli huomini andranno espressamente per segarla, & per preualersene, la trouer­ranno vana, & senza granella; ma se impensatamente (come auuiene ta­l'hora à i passaggieri, ò altri huomini spensierati) se ne prenderanno in ma­no come per trastullo delle sue gambe, la trouerranno all'hora piena, & buo­na; la qual cosa, perche noi non pensiamo, ne giudichiamo, che si possa dalla natura operare, Il settentrio­ne abbonda d'illusioni d [...] Demonij. siamo sforzati à credere (se pur il caso stà cosi) che ciò sia vna illusione di Demonij; come anche in diuerse altre parti del Setten­trione, molti di tal sorti illusioni accaggiono, le quali hora si tacciono percio­che sono fuori di proposito. Seguita di poi la prouincia detta Marria, la qua­le si distende dal mar Germanico insino à Badzenota per sessanta miglia, doue non mancano caualli, buoi, et altri armenti si, che non habbino assai; & [Page 20] in questa è Aberdonia cinta da due fiumi, Dona da vna banda, & Dea dall'altra; luogo illustre per l'Accademia generale quiui introdotta da Gu­glielmo Elphinstoun vescouo del luogo amator delle lettere, Vssitio del buon Vesco­uo e di gioua­ [...]e a i suoi po­poli. & delle virtù, & però buon conoscitor del suo vfficio; doue ancora egli edificò vn Colle­gio honoratissimo per gliscolari con gran profitto della sua natione; & cosi Aberdonia per la sedia episcopale, per la sua vniuersità delle buone lettere, per vn nobil Collegio di Canonici, & per vn suo magnifico tem­pio, fù senza dubbio da gli Scozzesi stimata sempre grandemente: I suoi fiumi Dona, & Dea ancora hanno qual che lode straordinaria, cosi come i Salmoni, de i quali abbondano, sono piu aggradeuoli al gusto delli altri. Vi­cina alla Marria è la Mernia marittima prouincia ancora: doue la terra è molto grassa, & però feconda alla pastura; & vi è il castello Dounotio luo­go munitissimo: & vi è ancora il castello Forduno, doue lungamente fu­rono conseruate le reliquie di Palladio Apostolo di Iesu Christo appresso de gli antichi Scotti; le quali hora nella riuolution delle cose di quel Regno, con strano cambiamento de i costumi ancora, sono insieme con altre molte affatto dispregiate. Il confine della Mernia è il fiume Eska detto commu­nemente Northeske; & però l' Angusia, che segue gia parte d'Hore­stia è bagnata da tre fiumi, de i quali il gia detto Northeske soprabbonda di Salmoni; & l'altro ancora chiamato pur Eskama detto Sutheska, è tra gli altri di Scotia per tal rispetto nominatissimo; come ancora è ben ricordato il terzo detto Tao da i Romani conosciuto assai; douendosi conoscere per in­telligenza de i nomi aggiunti à Eska di North, & di Suth, che ciò fù fatto per mostrar la dispositione de i medesime fiumi, Quali sempre per tutta l'Iso­la si aggingne à i nomi pro­prij de i luo­ghi il nome del vento ver­so i quali essi luoghi son posti. per cio che North significa tramontana, & Suth Mezo giorno. Da questa prouincia esce sopra il mare vn promontorio detto Rubro molto alto, & apparente à chi nauiga. Ma il Tao ha il suo principio oltra il monte Grampio da vn lago del medesimo no­me lungo miglia venti quattro, & largo dieci, nel quale sono alcune isolette, et rocche; & hauendo buonissima acqua ha ancora buoni pesci; corre adun­que questo fiume per lungo tratto per diuerse contrade insino, che al fine se ne sbocca nel mare alquanto di là dal castello Deidono, che fù gia nomi­nato Aletto, & patria di colui huomo virtuoso, per il cui fauore noi poi, v­sandoci diligenza in notar quel, La gratitudi­ne è virtù che poco si rico­nosce hoggi da gli huomi­ni nella cor­ruttion del secol nostro. che habbiamo veduto, congiugnendo, & ri­scōtrādo le cose habbiamo potuto far la presente descrittione, del quale anco­ra si sarebbe detto il nome, se di ciò e si fusse contentato, essendo l'vfficio di huomo gentile il confessar il beneficio riceuuto da altri, et da me le debite lo­dial chiunque se ne sia l'autore. Questo paese è molto conosciuto per la bōtà [Page 21] della lana, che vi si raccoglie; doue sono alcune altre città, & castella, & Abbatie gia chiare, come il Monte delle Rose, gia detto Celurca, & Bra­cheno luoghi episcopali, & altre diuerse. Ma non è da tacere, che Forfarea gia città frequentata molto haueua due castella Regali, delle quali hoggi non si veggono altro che rouine, essendo quella ridotta al meno, & quasi po­uero villaggio, doue pur son rimasti alcuni laghi, & vn monasterio sino à i nostri tempi detto Resthenoth, habitato à lungo da i Canonici Augustinia­ni; & due altri Aberbroth, & Cupro, questi fù de i Cisterciensi, & l'altro de i Turonensi. Dicono; che vna parte di Angusia detta la valle di Eska, Lana eccel­lentissima tra tutta l'altra d'Inghilterra. le pecore portano la lor lana tanto bianca, & molle; tanto delicata, & sottile, che à gran pena egli è possibile ritrouarne della simile in tutta l'Isola. Dal­l'altra parte del fiume Fao è Fisa, gia la miglior parte di Ottolinia. In questa oltra ogni sorte di frumento, & di biade, che vi si trouano, vi è ancora vna gran quantità di pecore, & di buoi, & altri armenti, & vi si caua vna par­te grande di pietra negra, la quale serue per carbone, come ancora in Inghil­terra se ne caua molta intorno à Nouo castello, Carbone di pietra & sua natura. doue per l'odore da quello essalante pare, che le persone viuino assai meno, ne cosi sane anche ne sieno per il tempo che vi viuono. Et di questa terra il paese di Liegi ancora è ab­bondante; et è di tanto calore il fuoco di questa pietra, che con facilità gran­de con esso si liquefà il ferro; & però l'vsano i fabbri, si per facilitar la loro arte, come per rispiarmar la spesa, non essendo vsata in Scotia meno an­cora in tutti quei luoghi, che sono lontani dalle selue, et in Inghilterra verso Londra si vsa ancora di quella di Nouocastello assai, non solamente per le brauerie della ceruogia, & dell' Ala, & per i fabbri, Secōdo i pre­cetti de i phi­sici e pare che il fuoco di questo carbo­ne debba riu­scir nociuo v­sato nelle cu­cine. ma ancora per le case valendo meno del carbone ordinario, & delle legne, & in qualche parte del Regno di Francia pur dalla Scotia se ne porta non poca; però si viene à ri­spiarmare nelle case grandi, & nelle pouere assai per l'vso di quella, che percio vien detta carbon dimare, perchesi nauiga in tanti luoghi: Ma vuol questo esser tenuto sempre sotto il camino raccolto, & stretto insieme fa­cendo quasi vn certo conglutinamento i pezzi cosi vniti per la molta loro grassezza, & vntuosità spintane fuori dal calore del fuoco si, che il suo fu­mo sulfureo è densissimo, & di graue odere; dal quale diuersi sono, che rimā ­gono à lungo andare offesi; d'onde si potrebbe pensare, che sia causato, che à Nouocastello, & allo intorno i piu vecchi non passino quasi mai anni cin­quanta insino in sessanta. Il fumo del carbon di pie­tra nociuo al­l'vniuersale. Et perche nell'abbruciare suo primo e porge tale odore (come s'e detto) sulfureo, et nel vero non punto piaceuole, sono vsati gli Scozzesi piu ricchi vsarne per le loro camere di quello, che di gia è stato [Page 22] abbruciato alquanto vna volta, & alcuni due volte lo fanno accendere innanzi, che per le camere l'vsino, si che non ha tanto, ò ben poco del suo graue odore: oltra di cio bisogna, che sempre stia vnito, altrimenti rimossa che se ne fusse vna parte subito si spegne. La sua cenere non serue ad vso al­cuno, & ne lascia molto poca. Cauasene pur qualche volta in alcune vene di quello, che non è di tanto graue odore; & fra queste sono ancora alcune ve­ne del medesimo piu concotte, & risolute dalla parte sulfurea, delle quali si cauano buoni pezzi di pietra, Pietra da dis­seguare caua­ta di vene del carbon di pie­tra. la quale, benche fragilissima sia serue taglia­ta, & segata in piccoli pezzi, ò stili à dissegnare par li Pittori, & per li scrittori, cancellandosi dipoi facilmente i suoi segni con vna midolla di pane; & è questa di color non cosi negra come'l carbone, ancora che lucente co­me quello, ma piu tosto pende nel bigio come vn succido piombo. Hora que­sta pietra, ò carbone si troua tra i fiumi Tao, & Tina nella Scotia, & non in altro luogo di quel Regno, & questo basti di esso.

Il sale dall'ac­qua marina cauato in Sco­tia non ri­esce, & la ca­gione.In questa prouincia si può far ancora (come dicono) per arte di fuoco del sale dell'acqua marina; niente di meno per le proue, che ne sono state fatte ai nostri giorni cio non riesce punto profitteuole, montando piu le spe­se del fuoco, et dell'altre circostanze che non è [...] il profitto del sale ancora che sia bello & candido, et acre assai. Vi sono ancora alcune città stimate nobili tra le quali è Santo Andrea luogo Archiepiscopale & primate del Regno doue è vna publica vniuersità per l'arti liberali. Fû questa degnita datale da Sisto quarto al tempo di Iacobo terzo Re di Scotia, Quando su attribuito alla Scotia l'Arci­uescouado di Santo Andrea & la cagione. & di Eduardo quar­to Re d'Inghilterra per cio che per le molte guerre, che erano tra gli Inghi­lesi, & gli Scozzesi, l'Arciuescouo di Iorke non poteua tonere in officio il clero Scozzese, hauendone per lo passato hauuto sempre la maggioranza, & anche per che pareua cosa strana, che quel Regno non hauesse sedia pro­pia, doue si douesse ricorrere per gli auspicij delle cose sacre, & della reli­gion commune; et può esser, che Iacobo terzo proccurasse ciò ancora perche i danari del suo clero non fussero traportati in Inghilterra par le cause eccle­siastiche come prima auueniua: Considerati­on ragione­uole. onde fu Santo Andrea dissegnato Arciue­scouado, & al predetto Arciuescouo furono assegnati nel Regno dodici Ve­scouadi in gouerno; Tutti questi furon leuati dall'Arciue­scouo di Ior­ke. come sono Glascuense; Rossense; Brechnense; Dou­keldense; Doumblacense; Aberdonense; Cathanense; Candidacense; Li­smorense; Morauense; Orcadense; & Sodorense, il quale è nell'Isola Mona suggetta alla Corona d'Inghilterra, & però pare, che il suo vescouado s'ac­costi all' Arciuescouado di Iorke, come faceua prima; & perche ciò piu fa­cilmente habbia da seguire, gli Inghilesi non hanno lasciato mai crearui Ve­scouo, [Page 23] perche non vi sia huomo d'autorità, Questo è sat­to per la sicut­tà del Regno, & con gran ragione. che habbia punto da far con gli Scozzesi, onde vi fanno risedere vn Suffraganeo, & Vicario, che sempre è di natione Inghilese. Ma le altre terre, che sono in questa prouincia non sono da esser taciute come: Diserto; Kiloaldo; Kilgo­ra, Cupro, & Doumfermile, doue si è veduta vna Abbatia comun se­poltura de i Re; & vi sono state altre Abbatie ancora sotto il nome di Maria vergine madre del Signor nostro, non meno gia honorate ne i tem­pi antichi per religione, che per che le fussero scuole delle buone lettere; del­le quali quattro sono state le piu stimate; Cukoy; Balmure; Petmoa­co, & Pettinwein. Ancora in Fisa sono alcuni laghi, i maggiori de i quali sono Torrè, & Leuino, nel quale è vna rocca fortissima, & vi sono ancora alcune altre piccole isolette, in vna delle quali fù frequen­tata la Chiesa del Diuo Silano. Caminando per lo lito si passa in Laudo­nia, separata da Fisa per il fiume Forthea, il quale ha la sua foce lar­ghissima, chiamato gia Forthmon; ò piu tosto Forthmouts, cio è boc­ca di Forthea; essendo questo buon porto, riceuendo il fiume in se per lungo tratto il flusso del màre abbondante d'ostriche, di Conche, & di altri sassatili, di vitelli marini, & quasi d'ogni altra sorte di pe­sci, che quel profondo occeano genera, & manda all'acqua dolce.

In questa foce sono alcune Isole, delle quali fù da i nostri padri ben considerata Maia per le antiche reliquie, che vi erano del Diuo A­driano, & de i suoi campagni martirizati in quei paesi per la religio­ne Christiana. Acqua dolce nel mezo del mare. Quiui allo incontro nel mezò del mare si scopre vno scoglio altissimo, dal quale esce vna fontana copiosissima di acqua dolce con non minor marauiglia della natura, che per gran commo­dità de i nauiganti. Et ci è vn castello detto Bass giudicato da gli huo­mini inespugnabile. In questa larghezza di acqua ancora è vno sco­glio, Vedi questo scoglio, sua natura, & sua commodità. il quale ha vn ridotto per la bocca del quale appena può entrare vna naue da pescatori, & doue non sono edificate case, ne altra fab­brica; nientedimeno è talmente incauato dalla natura, che vi si ac­commoda gentilmente, che ridurre vi si voglia, come se'fusse in vna casa con tutti gli ordini fabbricata; come in Italia ancora se ne veg­gono nella Thoscana, & territorio Romano vicino all'antica Sutri non picol numero di simili habitationi, chiamandosi cotal pietra commune­mente Tufo; non pietra gia; ma spetie di terra conglutinata; & che ha riceuuta vna certa qualità adusta, per la quale, quantunque sia facile à ri­ceuer ogni taglio, & forma, ritiene nondimeno lungo tempo essa for­ma [Page 24] à volonta de gli huomini. In questo scoglio è cosa marauigliosa à vedere, Solandi vccel­li, & la loro marauigliosa natura, & la virtù dell'olio loro. che gli vccelli da gli Scozzesi detti Solandi, non dissimili da quelli, che Plinio chiama Aquile acquatiche, ci habitano in gran nume­ro, in tal maniera, che quasi in nessun'altro luogo se ne vede di quei paesi se non in quello. Questi vccelli quando vengono da prima, cio è verso la primauera, portano con essi tanta copia di legni piccoli, & fuscelli per far i lor nidi, che coloro, che habitano là vicini, seruen­dosene doppo di loro n'hanno per loro vso per tutto l'anno, senza che gli vccelli se ne sdegnino, i quali pare, che siano sempre in moto per portarne de i nuoui. Nutriscono essi i loro giouanetti di pesci delicatissi­mi: impero che hanno in costume, che volando sopra l'acque, con veloce occhio quando veggono vn pesce buono per lor preda calandosi sotto ac­qua se lo prendono; ma se in quel mezo ne vedranno vn'altro, che piu loro piaccia, lasciano il primo per prender il secondo; & quando gli hahbino portati à i figliuoli, & che sien lor leuati, di nuouo ri­tornando alla pescagione forniscono i giouani quanto possono; in tal modo, che ancora se li rubano loro i loro giouani vccelli, senza che i vecchi si disuijno; onde ne torna non piccol profitto al Signor del luogo; percioche togliendo loro la pelle, & il grasso ne cauano olio di non poca importanza; oltra, che questi vccelli hanno vn piccol budel­lo ripieno ordinariamente d'vn certo olio di singular virtù per diuer­se malattie; come per la Sciatica, per la gotta, & per altri dolori di simil sorte; la qual cosa è fatta dalla stessa natura, accioche' si conosca, La natura pa­re, che da o­gni parte hab­bia prouedu­to à i rimedij per le nostre infirmità, se noi vorremo affaticarci per ritrouarli. Nota questa herba & la sua natura. Nota questa pietra, & la sua virtù. che anchora questo vccello per altro forse da altri poco stima­to, ha in se virtù tale, che non è punto da gli huomini saui da esser dispregiato. Nasce ancora in questo scoglio vna certa herba molto soaue al gusto (in quel paese però, & non altroue) percioche se la sarà traspor­tata, ò trapiantata in altro luogo, nè al gusto riesce soaue, nè crescere, ò prosperar può in maniera alcuna. In quella medesima rupe, ò scoglio fù gia trouata vna pietra porosa in forma di spugna, che da vna parte è concaua; & se quel concauo ripieno di acqua salsa, si faccia, ò la­scisi passar l'acqua all'altra parte ella si fa dolce; & questa pietra e­ra sino al tempo, che ne furon date gran parte di queste annotatio­ni passata per molte mani per contentar gli occhi de gli huomini hono­ratamente curiosi; ma bene vltimamente si conseruaua nel castello det­to Fast. Nel medesimo Estuario è l'Isola Emonia, nella quale s'e [Page 25] veduto vn monasterio habitato gia lungamente da i Canonici Augusti­niani, da i quali s'è vsato di scriuere, & di conseruar l'historie del Regno; il quale vfficio non si potendo piu far da loro scacciati del­le case propie douerrà passar in altri, se forse Giorgio Buccanano hi­storico satirico, & amaro non si fusse lui di gia vsurpato tale vffi­cio, per lasciar di se piu odio, che lode tra gli altri suoi. Et sono nelle medesime acque molte altre Isolette piu atte à produrre de i co­nigli, & ad asciugar le reti de i pescatori, che ad altro. Notinsi que­sti mostri, & si consideri quanto la na­tura sia po­tente. Appari­scono alcuna volta, & non senza male augurio in queste acque alcu­ni mostri marini, i quali scoprendosi sino alla metà mostrano la fac­cia humana, & in capo vn non so che, quasi simili à i cappucci de i monaci, & questi si chiamano Bassinati. Laudonia gia detta Pitt­landia, propia habitatione de i Pitti, & da gli Scozzesi di poi oc­cupata, per grassezza di terra supera tutte l'altre contrade vicine, & haueua molte Abbatie, & castella assai ben munite; delle qua­li le piu chiare sono Hadinthone, Doumbar, Northberuico possedu­to hoggi da gli Inghilesi su i confini; & vi è Letha, & la principa­le Edimborgo, Questo pare che si douesse dire Castello a [...]ato, leggi il Camdeno. doue è la sua Rocca detta da gli antichi Castello del­le pulzelle, celebrato da autori grauissimi; & hora, come lungo tem­po innanzi sedia de i Re di Scotia, i quali quando vi habitano si ten­gono nel castello, essendo cosi la persona loro piu secura da gli insul­ti del popolo. Da Edimburgo lontano due miglia in circa è vna fon­tana, nell'acqua della quale si trouano spesse gocciole d'olio, che vi nuo­tano à galla con questa natural sorte, che per qualunque quantità, Questa mara­uiglia si rise­risce al mira­colo ma se può esser co­sa naturale i filosofi lo di­sputino. che se ne ricolga, & caui, non apparisce di scemar in parte alcuna la sua quantità nella fontana; come ancora per lungo tempo, che si stia senza cauarne non cresce pur d'vna minima parte: la qual ma­rauiglia ha la sua origine secondo l'oppinione antica, & di poi nel­la gente confermata in questo modo: che essendo stato portato in Sco­tia à Santa Margarita Vergine dell'olio, che si dice scaturire nel mon­te Sinai dalla Sepóltura di Catherina Vergine Illustre la quale marti­rizata per il nome di Iesu Christo, merito dà lui la palma del suo martirio, & da gli huomini il nome di Santa, & versato quello olio, non si sa se à caso, ò per diterminato consiglio in quella fontana; ha di poi sempre ritenuto qualità, & virtù simile alla sua originale; essendo buono, & vti­le à diuerse malattie esteriori del corpo; delle quali cose fanno fede il nome, [Page 26] & la stima di quell' acqua molto da ogni vno apprezzata, la quale tiene ancora il nome di Santa Catherina; & appresso vi è vna cappella del suo nome, dicendosi che da essa Margharita fù edificata in honor di lei. Oltra di cio alla foce di Forthea è il castello Doumbar munitissimo tra tutti gli altri di Scotia, & gia residenza de i Conti della Marcia; appresso del qual castello era vn Collegio di sacerdoti ampio, & gia molto stimato. Di poi appresso vi e' la Marcia, dalla quale hauendo cominciato la nostra descrittione, & hauendo trauersata l'Isola per il mediterraneo, & sempre lungo il lito, ò costa di poi proceduto siamo ritornati al punto d'onde ci partimmo; però noi habbiamo dimostro quanto ci pareua neces­sario delle parti marittime del Regno Scozzese, & di quelle, che piu vicine al mare si ritrouano; & per questo ce ne passeremo hora alle parti mediterranee.

Sotto la Marcia, & la Tenidalia è la Tuedalia detta dal fiume Tueda; parte non piccola della Laudonia. Sotto le altre Dalie, cio è Valli, (per­cioche tanto suona quella parola Dalia in quella lingua) sono la Dris dalia, Valcopdalia, Douglassdalia, & Cludisdalia, cosi dette da i fiu­mi Dris, Vauth, Douglas, & Cluda. Di Cludisdalia è il principal castello Glasgua, doue è vna scuola libera assai honorata, la quale por­ta il nome del Diuo Chentingerno, Minera di oro non stimata per la infin­gardaggine altrui, e per altra cagione. & è luogo Episcopale (come s'è di­mostro) in questa regione è vna minera di oro stimata gia assai ricca, ma tralasciata per fatal negligenza di chi ha gouernato il Regno. Et quiui si troua il colore azurro assai buono, il quale quasi con nessuna, ò con poca fatica si Caua; & vi si sono trouate alcuna volta ancora del­le gemme, come Turchese, Robini, & Diamanti, essendo questa sta­ta trouata nel tempo di Iacobo quarto. Vicino alla Argadia verso Lennos, pur nel mediterraneo, è il paese di Sterlingo, & di Mon­thet, doue e' il castello Sterlingo con vna fortissima Rocca, il nome del quale fù gia Monte Doloroso; & qui furono i priucipij della Selua Callidonia; rimanendone ancora e' nomi antichi Callendar, & Caldar; la qual selua passando per Monthet, & Ernoualla per lun­go tratto ha il suo fine in Atholia, & Loquhabria.

In questa selua soleuano essere alcuni buoi candidissimi, ò Tori per­dir meglio, Tori candi­dissimi: & lubati come i Leoni. con la iuba dinanzi, come hanno i Leoni; ma hora non sene troua, se non in vna parte della selua detta Cummirnald, essen­do mancati per il superfluo desiderio della gola de gli huomini, percio­che la lor carne è suauissima al gusto, ancora che alquanto cartilaginosa. [Page 27] Là natura di queste fiere è tale, che sono ferocissimi animali, La natura di que [...]to [...]i, & lo [...] forza, & odio. & sem­pre indomiti, & saluatichi, fuggendo la vista dell'huomo, & la sua pratica, in tal modo; che, se' sentiranno con l'odorato; il quale han­no essi potentissimo; doue l'huomo habbia calpestata l'herba, ò tocco arbori, ò piante con le mani, fuggiranno da quel luogo, & abhorren­dolo per molti giorni non vi si accosteranno; & se son presi viui, il che pur è difficil cosa, che auenga, senza voler riceuer cibo alcuno, se ne lasciano morir di dolore. Quando e' sentono i cacciatori, & che'si veggono esser da loro riserrati, & coi cani, ò con strumenti da caccia ò arme assaliti, senza altrimenti cercar di fuggire si muouono con impeto incredibile ad assaltar la piu folta schiera, senza punto ha­uer timore, nè de gli huomini, nè de i cani, nè di ferro, nè di frecce, Questo non si deue dir valo­re non vi es­sendo la ra­gione, ma vn natural furo­re, come au­uiene in altri molti anima li ferocj. ò di lance di alcuna sorte, ma fracassando ogni cosa lasciano spesso dolorosa memoria delle cacce fatte loro; perche in effetto non temono cosa alcuna, & il fuggir, che'fanno dall'odor de gli huomini non nasce da altro, che dall'odio, che'portano loro, come ancora per il medesimo odio vengono in disperatione della propia salute, & fanno ogni sforzo per vendicar sestes­si, amando piu presto il morire, che lasciar si prendere. Egli è tra le memorie de gli Scozzesi, Historia di Roberto Bru­sio intorno a i tori predet­ti. che Ruberto Brusio huomo tra tutti i Re di Scotia Illustre & honorato andando per cagion di sollazzo alla caccia, si trouò veramen­te vicino al pericolo della morte; percioche penetrando per la selua piu negligentemente, che non si conueniua, & male accompagnato (come nel cacciar tal'hora auuiene) eccoti, che vn di quei tori gia stato ferito da vna freccia lo scontrò tutto furioso, & pieno di rabbia per la ferita riceuuta; in tal maniera, & cosi alla sprouista; che esso Rè per se stesso non si poteua aiutare, nè alcuni di quei pochi, che vicini gli erano lo pote­uan difender dall'acute corna, & dal fiero empito di quella terribil fiera; se vn huomo, il quale per sorte à piedi seguiua la caccia, Vedi, che la virtù si può trouar eccel­lente ancora nelle persone da noi dispre­giate. ò spinto da oc­culto desiderio d'honore, ò da cupidità di guadagno, ò da vero amore, che'portasse al Re suo signore, non si fusse messo nel mezo à riceuer l'im­peto della desperata bestia; in tal modo, che presala per le corna con am­be le mani, & con forza mirabile; essendo anch'esso d'indomito vigore; & con molta destrezza dibattendosi con essa la gittò à terra, Egli è vfficio di buon prin­cipe il rimu­nerar bene chi ben serue, sa­ria bene, che hoggi fusser tutti tali. senza far si egli altro danno; onde la fù da gli altri coi dardi, & altre armi vccisa. Hauendo adunque il Re scampato vn cosi manifesto pericolo ricompen­sò anche magnificamente colui, facendolo gentilhuomo, percioche gentilmente haueua operato, & dandogli il cognome di Turubub, [Page 28] che s'interpreta atterrator del Toro; & accompagnando la sua nuoua de­gnità, & gentilitia con premij conuenienti al merito, & al grado del quale e'l'haueua ornato, L'honor delle parole, senza i fatti non ba­stano, cosi dis­sero i soldati di Ottauiano benemeriti di lui. & senza la qual cortesia ogni honore, ò lode attribuita al valente huomo saria stata vana, & ridicula; i successori del quale ancora sono in essere honoratamente conseruatori della lor guadagnata lode per la virtù di quel solo huomo à gli altri principio del lor migliore stato, essendo à gli altri essempio di fedeltà. Enerualle è dalla parte d' Oriente di Mon­thet, & ha all'incontro dalla medesima banda Fisa, nella quale è Orna piccol fiume, che se ne corre nel Tao, appresso al qual luogo, doue esso perde il suo nome, intorno à quattro miglia è vna pietra, non gia considerabile per la sua grandezza, Guarda que­sta pietra, & la sua strana qualita. ma si ben per la marauigliosa qualità sua, per cio che ella si può bene assai commuouere, & agitare; ma non gia mai leuar di quel luogo doue la si stà con quante forze, & artificio, che vi possino vsare; & quel, che ancora accresce la marauiglia è, che piu facilmente si può commuouer da vn solo, che da piu huomini, & che da cento ancora. Dall' altra riua del Tao è Gourea, Angusia, & Stermunda nobile per coltura, & per pastura. Et presso à que­sta verso Settentrione è l'Atholia irrigata da fiumi ameni, & abbon­danti di pesci, ne i quali si trouano Murene (se pur cio sia vero) & dal mare vi penetrano Lupi marini, & altri animali, & pesci diuer­si, & i campi sono cosi fertili, che quasi senza fatica alcuna, ò con po­chissima rendono il frutto de i semi gittatiui, & con perfetta maturi­tà corrispòndono al desiderio de gli huomini; Nota questa cosa, & vedi se cio dalla natura sola si puo aspettare. & spetialmente intorno al villaggio detto Lud, doue la terra è tanto fertile, che se diligentemen­te la sia lauorata la produrrà per se medesima l'orzo molto buono senza ha­ueruj gittato seme alcuno, la ragione della qual cosa si ricorda nella no­stra Selua di casi diuersi. Vi sono nondimeno altre cose contrarie alla natura, Se il grano si conuerte sem­pre in loglio è considera­bile la cosa, & la ragione di cio. che in qualche parte di essa terra il buon grano seminato si conuerte, & deggenera in loglio, il che auuiene ancora in vn certo luogo del contado di Liegi in terra ferma, come nel nostro itinerario Germanico habbiamo scritto. Sotto la Buthquania, & sotto la Boina dalla parte di Occidente sono Bogaualle, & Sareota regioni ferti­li, & buone per i pascoli, & per le biade; & ci è vn monte det­to Dounder, Nota come la natura va scherzando cō la sua arte à marauiglia nostra. cioè Aureo da paesani; & creder si può, che e' sia detto cosi, per cio che le pecore, che vi pascono hanno la lana gialla, & i loro denti pur ancor di color d'oro, & le loro carni tinte del co­lore del Zafferano, cio è alquanto piu oscuro di quello della lana lo­ro. [Page 29] E ancora in quel paese in vn certo luogo com'vn gran cerchio, ò corona di pietre grandissime, le quali risuonano nell'esser battute, co­me le fussero di rame; Può esser che sia vna illusi­one Demoni­aca. & si crede da gli studiosi delle cose antiche di quel Regno, che in quel luogo fusse vn tempio gia dedicato à gli Dei Idoli de i gentili. Doppo questi son altri luoghi susseguenti come Braidalbaim, Stratsbraim, Badzenota, & piu altri con alcuni Laghi, de i quali non par­leremo piu oltra, poi che non habbiamo cosa in essi di tal marauiglia, ò consi­deratione, che noi stimiamo douerne tenere occupato chi legge: & però ha­uendo sino à qui parlato di tutte le particulari Regioni, & di quelle cose, che ci sono parse degne di memoria in esse; noi ci riuolteremo hora à dir tut­to quello, che noi giudichiamo essere à proposito nel generale del Regno Scozzese. Adunque tutto il Regno, doue per gli habitatori la terra non sia occupata con la cultura, ò con i pascoli, ò con altra industria, è pieno di lepri, di caprioli, di cerui, & di caualli saluatichi, i quali con inganni, & insidie presi da i paesani nello inuerno, riescono poi mansueti & bnoni. Hanno ancora lupi; & volpi assai, delle pelli delle quali bestie ne cauano piu che mediocre profitto, benche da i lupi siano lor fatti danni grandissi­mi ne i greggi, & ne gli armenti per tutto saluo che in vna valle di Angusia detta Glemeres, doue le pecore, Particular do no di natu­ra è questo per certo. & altri simili animali possono pascer senza alcuna paura ò pericolo di loro stessi; ma le volpi concio sia che le sie­no nemiche à gli animali domestichi minori di loro, & alle galline, & altri simili vccelli, che per le case si nutriscono, sono anche astutissime, verso de i boschi, & verso i monti, doue la lor caccia è piu difficile; in modo, che con nuouo, & inusitato consiglio cercano di remediare gli huomini à quel peri­colo, il qual modo forse ne gli altrui paesi potrebbe seruir di essempio. Vsa­no di tenere adunque, & di procacciar delle volpi giouanette, & le nutri­scono a lor modo sino che ammazzatole poi, Modo da dif­fender dalle volpi i loro pollami ca­salinghi. & mescolate le loro carni cotte con l'altre cose che fanno mangiare à gli altri lor animali perseguitati dalle volpi, possono esser securi per due mesi, che non saranno dalle volpi offesi; le quali hauendo in questo vn tale instinto, che le fuggono, & abhorrt­scono l'esca della loro spetie; il che si conosce in questo modo facilmente. Che se sarà vna gallina, ò vn'oca, ò altro simile, alla quale à posta non si sia dato tal cosa à mangiare, benche la si troui in compagnia di molte altre, quella sola fra tutte sarà ricercata dalla rapace volpe, & l'altre abhorrite. Ma singular dono della natura è stato, Qualita di Cani di Sco­tia per la loro natura eccel­lenti. che vi si trouano tre sorti di cani d'industria naturale forse non vdita gia mai in altri paesi, & grandemen­te dimestichi, vna sorte è commoda alla caccia (come noi diremo) Leuri­eri [Page 30] audacissimi, Prima sorte. & velocissimi, & forti, non solamente nelle fiere, ma anco­ra ne i nemici, & ne i ladri, & specialmente se vedranno il signor, ò con­duttor loro essere assaltato, Seconda sorte ò offeso. La seconda sorte ha tal dote, che col solo odore ricercano i caualli, le fiere, gli vccelli, & che piu i pesci ancora tra gli scogli sotto l'acqua perseguitano talmente, che' danno non piccolo spasso à i lo­ro padroni. Terza sorte & degna di esser conside­rata. La terza sorte di questi cani è di tal natura, et qualità, che il loro colore il piu delle volte è ruffo & macchiato di nero, ò per contrario nero, & macchiato di ruffo, & di tanto odore, & sagacità, che possono perseguitare i ladri, ò à cauallo, ò à piedi, che si siano, se hauranno per sorte rubbato alcuna cosa al patron loro; & trouatili non gli lasceranno mai di offendere in ogni maniera, che potranno. Ma se alfine la loro traccia gli guider à à qualche fiu­me, conoscendo all'hora, che i ladri hanno passata l'acqua si mettono à pas­sar anche essi, & passati, che sono, aggiratisi su per la riua tanto che ritrouino la corrispondente traccia de i ladri la seguitano velocemen­te sino à tanto che arriuano al luogo doue i ladri si sono riparati. Que­sta cosa parrebbe quasi impossibile à credersi, se non accadesse, che gran parte di quei, che son vicini à i confini d'Inghilterra gli vsano di nu­trire per loro profitto, e sicurta conosciuta da ogni vno, si per il tem­po delle guerre, come della pace; & però al tempo di pace se si tro­uasse, che vn di questi cani spinto dal patrone per qualche danno rice­uuto corresse nemicheuolmente dietro ad alcuno, & che colui tra le altre genti fusse solo dal cane ricercato (come sarebbe senza alcun dubbio) ò che ritiratosi in qualche casa, ò altro luogo si fusse serrato, nè volesse al cane desideroso di entrare aprire, quel tale senza dubbio cade per cio in manifesta sospittione di furto, & come ladro, ò sospetto almeno può es­ser preso, & essaminato, sono ancora in Scotia. Aquile, falconi, spar­uieri, Abbondanza di vccelli di acqua. & altri simili vccelli darapina,; ma il numero de gli vccelli d'ac­qua è tanto grande, & cosi diuerso, che il volerne far vna compita rela­tione sarebbe stimata, ò troppo marauigliosa cosa, ò presontuosa: ma dire­mo d'vna sorte, che non hanno gli altripaesi: questi sono della grandez­za de i corui, Vccelli stra­uaganti & ottimi. Primà sorte. o alquanto maggiori, detti Auercalze, cioè caualli saluati­chi, i quali si pascono delle cime delle foglie de i pini, & vna sorte di minor grandezza detti galli, ò galline saluatiche si astengono dal mangiar tutte quelle cose, Secunda sorte che nascono per via di seme, vsando di pascersi delle foglie del citiso; & l'vna, & l'altra sorte di vccelli è dolce, & soaue al gusto. Vna terzaspetie simile al fagiano di fattezze, Terza sorte & di sapore di carne, ma di piuma negra, & con le sue palpebre rosse è chiamato Gallo saluatico del [Page 31] campo, & viue questo di frumento, & di questi n'habbiamo veduti in Ger­mania verso l'alpi. Vccelli strani grandi, & buoni, mache odiano l huo­mo a marauiglia & lor natura. Oltra di questo nascono alcuni vccelli nella Marcia det­ti Gustarde di colore delle piume, & di sapor della carne non differenti dalle perdrici, ma alquanto piu grandi de i Cigni, & son questi rari, & abhoriscono il vederle persone; si trouano ancora di questi cosi fatti vccèlli nel contado di Essessia in Inghilterra, & dicesi, che per la loro gra­uezza non si posson leuare à volo, ma che col vento al quanto gagliardo fanno illor viaggio, non si allontanando però molto da i loro luoghi. Pon­gono questi vccelli l'huoua loro nel nudo terreno, & se conosceranno all'o­dore, che l'huomo l'habbia tocche, il che per dono di natura conoscer possono; rimanendo offesi se pur le siano state vn poco mosse, ò col fiato ancora alte­rate, & all'hora stimatole inhabili à generare, & però inutili ad desser couate l'abbandonano, & se ne vanno à partorire dell'altre huoua, & à co­uarle in altro luogo: & questo basti di questi vccelli, perche il resto sono come ne gli altri paesi. Abbondanza di Salmoni. Dei pesci (come à bastanza si è detto) tanta co­pia n'ha la Scotia, & particularmente de i Salmoni quanta in tutte le altre regioni di quei mari insieme appena se ne può desiderare; nientedimeno non ci dispiacerà di raccontar quello, che siè sperimentato della natura de i Salmoni forse da altri sino ad hora non stato scritto, che noi almen sappia­mo. Nel tempo dell'autunno questi pesci si riducono ne i piccoli riui; Historia de i Salmoni, & della loro ge­neratione. & luoghi di non molta acqua, ma larghi; & quiui spinti dal natural deside­rio della procreatione si congiungono coi ventri; & l'huoua loro partorite ricoprone tra la sabbia, ò arena; dal qual tempo rimangono essi veramente tanto magri si i maschi per essersi priuati del latte, come le femine per hauer prod otte l'huoua, che non sono se non la pelle, & le spine, perche la carne, che època non val nulla; & però non solamente sono eglino all'hora cattiui da mangiare, ma hanno seco tale infetta qualità, Nota questa cosa, & guar­dati come tu vsi la lor car­ne. che con qualunque altro Salmone buono, et sano, che non hauesse ancora generato essi si riscon­trassero gli darebbero della loro maligna qualità da quella parte doue si toc­cassero insieme; cosi questi pesci, ò sono presi bonissimi, ò del tut to malua­gi, però questa medesima consideratione si può hauendo gli altri pesci tut­ti ne i tempi de i loro congiugnimenti, ancora che non cosi atti alla putre­fattione come i Salmoni sono; onde errano i golosi, che piu amano i pesci, Costume scioco dei golosi. che hanno l'huoua, che quei, che hanno il latte, perche sono piu magri sen­za dubbio quelli, che questi, come l'esperienza dimostra. Hora di quelle loro huoua ricoperte nell'arena nascono la primauera & non prima pesci­olini cosi molli, & teneri, che non passando la lunghezza d'vn dito sono [Page 32] ancora, trattandosi con mano, quasi con liquido humore insieme congelato & arrendeuole; Vedi questa cosa naturale, che par quasi vna maraui­glia. & passati quanto prima possono nell'acqua salsa tra lo spatio di venti giorni, & non piu crescono alla grandezza, che noi poi gli veggiamo piu marauigliosa à chi sa come nascono, & crescono, che non à gli altri, i quali solamente gli guardano, & considerano perche gli agra­discono alle gole loro; come che diuersamente si crede dalla gente della lor propagatione. La natura glitira al primo loro instinto. Questi poi in diuersi tempi, & occasioni ricercano di ritornare all' acque dolci doue nacquero, & per questa cagione e'sono communemente pescati nelle riuiere dell' acqua dolce, & intorno alle foci de i fiumi; & in questo è veramente da considerar vna cosa rara, che al­cuni fiumi hauendo, & qua, & la certi stretti luoghi tra le rupi & gli sco­gli, che impediscono il dritto corso dell' acque, et qualche volta da balze alte cadendo l'acque fanno à i pesci la salita difficilissima; però non si volendo i Salmoni ingorgare nel pelago, Quasi che la prudenza na­turale non si possa rimo­strare assai meglio di quella, che noi stimiamo solamente sicura, che dell'esperien­za, & dalla lunga età ci è stata di­mostra. che fà l' acqua sotto la sua caduta per non hauere à contrastare col dritto filo, & col peso dell'acqua, che cade, essi innanzi, che si accostino à quel punto, solleuandosi dall'acqua, per vn pro­prio instinto di natura, & inarcandosi si scagliano per aria con grande strepito del lor violento moto sopra l'acqua superiore; & certo con maggior violenza si sforzano di far quel salto ò lancio, che huomo non potrebbe stimare, che potessero far giamai, benche gli hauessero l'acqua libera, & aperta. A quelli adunque, à i quali non è data tanta forza di potere sforzare il corso dell'acque, & che per cio sono, ò traportati da quelle ò sbattuti à tetra, con ingegni proprij, & insidie accommodate al proposito, sono da i paesani presi, Ogni anima­le ha il suo destino. & stimati cari per la dolcezza della lor carne. Ma quelli, che (come habbiamo detto) solleuatisuperano il trabocco del fiume, subito vanno à ritrouar (se non sieno presi prima) il luogo doue nacque­ro l' autunno, per rimanersi quiui sino al tempo di nuouo parto; i quali pesci in questo solo hanno da gli huomini tanto di tregua, che per tutto il predetto tempo egli è vietato per legge il poterne pescare: Ad ogni sorte di animali la natura per varie cagio­ni ha proue­duto tra i molti peri­coli suoi qualche bre­ue riposo. il qual tempo comincia al mezo del mese di Settembre, & finisce almezo di No­uembre. Prendonsene assai nel Reno di Germania; nella Schelda di Brabantia; nella Mosa, & nella Tamigia d'Inghilterra; in Irlanda, & in altre riuiere, & coste di mare delle parti settentrionali; & tanti in altri luoghi qualche volta, che egli apparisce chiaro, che non sempre è si prendono nell'acque doue nascono, nè nelle vicine à quelle; ma che traportati dalle fortune del mare se ne entrino poi in quelle ri­uiere, che piu son loro commode quando per loro natura eglino appetiscono [Page 33] l'acqua dolce. La natura sforza tutti viuenti a ri­cercar, ò al meno à desi­derar, di ritro­uar i luoghi de i loro prin­cipij. Ancora que­sto è incogni­to alla curio­sità de gli huomini. Non hauendo noi gia punto di dubbio che nella dol­ce e'non siano nati & nella salsa non sieno nutriti; per ritornar­sene per natura à ricercar la dolce, come piu propria per la procreatio­ne, & generation loro. Diche cosa questi pesci si paschino, ò co­me non ci è ben chiaro; percioche noi non habbiamo gia mai vdito, che si sia ritrouato nel loro ventriculo altro, che vn certo spesso, & denso humore non conosciuto da nessuno; & questo basti de i Sal­moni.

Hora noi parleremo delle Conche ritorte, ò vere chiocciole marine, & delle perle loro; & nel vero, conciosia, che sieno diuerse le spetie delle conche in quei mari, alcune piccole, Nota tutta questa histo­ria delle con­che, perche ell'e dillette­uole. le quali essendo fre­sche son molto grate al gusto; & alcune maggiori, di quella forma, che sono quelle, che hanno la porpora, benche queste non n'habbino; so­no nientedimeno diletteuoli, per esser di sapor delicato, & però da non esser dispregiate. Ma quelle, che sono allo'ntorno del corpo loro intor­te, & che hanno i lorcapi, ò teste tutte macchiate di colori diuersi, su­perano tutte l'altre di bontà; in tal maniera, che per la loro delicatezza sono state chiamate delitie delle donne vedoue; & hanno appresso de i grandi, ò pur de i golosi ottenuto il primo luogo tra le viuande delitiose di quel paese: benche nel fiume Dea, & nel fiume Dona non si trouino ne di quella bontà, nè di quella stima. Trouansene assai per la Scotia, Singulare accuratezza di questi a­nimali ami­cheuoli per hauerne à compiacere alla lussuria humana. & specialmente ne i fiumi chia­ri, & limpidi, che hanno il fondo di ghiara, & di pietruz­ze netti dal fango, & da ogni altra sorte di limo, ò di grossa ma­teria; percioche le si rallegrano di stare in quei luoghi, doue le non s'habbino punto ad imbrattare, ò mescolare nella fordidezza della terra, ò torbidezza dell'acqua; & in quei chiari, & purga­ti letti de i fiumi concepono elleno le parle, in questo modo procac­ciando virtu à se stesse. Intorno all'aurora quando il Cielo è sere­no, & temperato, le si solleuano con tutta la lor casa, Nota questo studio natu­rale. ò guscio alla superficie dell'acqua, in tanto, che le possino col capo loro, che le caua­no al quanto fuori, mostrarsi all'aria sopra l'acqua; doue cosi standosi per qualche spatio di tempo, riceueno la rugiada ingordissimamente, che cade; del qual cibo senza dubbio si gli ingenerano le perle, Cagioni principali della qualita delle perle. le quali poi vengono ad esser piu, ò meno in numero, ò piu grosse, ò minori, secondo il tempo, che le l'hanno portate, & secondo la disposition dell'animale, & la proportione [Page 34] che hara hauuto seco il cibo uolta per volta, o tempo per tempo; che quan­to al colore di esse perle non si ha da far dubbio, che quando le son piu chia­re, o piu oscure, cio nasce dalla purità ò minore, ò maggiore di essa rugiada, che cade; & ancora ciò forse può auuenire per la qualità del fondo, doue le si posano. Gelosia natu­rale dei frutti proprij & ra­gioneuol­mente lecita. Il loro vdito è tanto sottile, che se quando le si stanno à riceuer la rugiada, qualch'vno dalla terra vicina parli vn poco alto, ò che pur vn piccolo sassolino getti nell'onde, ò nell'acqua, subito le si nascondono tutte, hauendo solerte cura di conseruar quello, che per vn certo naturale instinto le conoscono, ch'è desiderato dall'huomo; & però i pescatori osseruano tra l'altre cose questo nel pescare. Modi di pe­scare le perle. Entrano nell'acqua quattro, ò cinque di lo­ro in cerchio, & tra di loro compartendo le reti, con vn piede le tengono cia­scuno per la sua parte ben ferme in terra, & con l'altro piede aiutati dal­l'occhio, il quale per la limpidezza dell'acqua può scorgere sino al fondo; vanno ricercando delle loro conchiglie, non potendo cio far con le mani per esser l'acqua alta in simili luoghi ordinariamente, & doue le si posano sino alle loro spalle; le quali ritrouate, tuffandosi essi, & presele, le danno poi à i compagni piu scioperati; auuertendo bene nel prenderle di metter la mano sopra la bocca ò testa loro prestamente, & forte tenendo saldo, perche ogni piccol tempo, che l'hauessero, le vomiterebbero le perle, & sarieno perdute. Qualità del­le perle di Scotia. Hora queste perle sono stimate non poco, & sono assai splenden­ti, & ben ritonde, & di grandezza tal'hora dell' ugne del dito minore d'v­na ragioneuol mano d'vn huomo, & son di peso leggieri; la qual cosa non si deue attribuire à miglior conditione di esse, per quello, che l'esperienza, & l'vso ci ha fatto conoscere; & come si mostrerà per la testimonianza delle perle orientali. Di questa sorte di perle di Scotia habbiamo parlato à ba­stanza quanto alla lor genernatione, & modo di prenderle; delle quali noi non trouiamo, Non si adiri­no quei, che studiosi de gli antichi scrittori, han­no conosciu­to, che non tanto sapeua­no quell i, che alcuna cosa non fos­se rimasta da sapere à chi di poi è venu­to. che nessuno de gli antichi Greci habbia fatto mentione; come ancora nō fu fatto mentione dell'altre, che nascono dall'ostriche, ne da Dio­scoride, nè da Galeno, delle quali noi habbiamo vedute alcune in Inghilter­ra, ma piccole come grani di miglio, & di panico, & trouate à caso quando si approno l'ostriche per nostro mangiare, benche vna grossa come vn grosso pisello attaccata alla conca, ò guscio dell'ostrica ne vedemmo portar ancora d'Inghilterra in Italia l'anno 1551. dal dottissimo & vero filo­sofo Daniel Barbaro Orator Veneto, alla cui honorata memoria restia­mo noi ancora in singular obligatione. Ma accio che non manchi perfettio­ne alcuna al proposito delle perle; Noi riferiremo qui quello che ne dice il Mattioli solertissimo inuestigatore, & accorto indagatore delle cose natu­rali [Page 35] soprâ il volume di Dioscoride. ‘Dice adunque (recitandoui le parole de Plinio intorno à questo proposito) Plinio al cap. 35. del nono libro, che gli animali, Parole di Pli­nio intorno alle perle. che producono le perle nascono nell'Occeano Indico attorno al­l'Isola Taprobana, Toide, & Poniuola promontorio d'India; ma che le mi­gliori vengono dal mar Rosso di Arabia. Et non sono gli animali, che le producono (come dimostrano veramente le madri perle, che cisi porta­no) molto dissimili dall'ostriche. Hanno questa proprietà, che quan­do il tempo dell'anno le stimola à generare, si aprono la notte, & em­piendosi, & nutricandosi di rugiada generatiua; Conuengono in natura con quelle di Sco­tia. della quale ingraui­dandosi, partoriscono poscia le perle, essendo chiare, & torbide secon­do la qualità della rugiada, che ricolgono. Se quando s'ingrossano è tem­po nubiloso, producono le perle pallide, & torbide; grosse le fanno, quan­do abbondantemente si satiano, & piccole sono, quando non pigliano rugiada à bastanza; nella qual cosa l'impediscono, i baleni, Nota. per­cioche balenando quando le s'ingrossano s'impauriscono, & si ri­serrano innanzi, che le sieno piene di rugiada à sufficienza, & il me­desimo fanno perli tuoni, per colpa de i quali generano perle vane, Nota tutte queste parti­cularita. & piene di vento. Nell'acqua le perle son tenere, ma subito, che le se ne traggono s'induriscono. Dicono alcuni che le madri perle vanno à schie­ra, & che l'hanno il loro Re di corpo assai maggiore dell'altre; & però non poco s'affaticano i pescatori per prendere il lor cāpo; percioche pre­so quello, conducono piu facilmente l'altre nelle reti: & se s'accorgono quando sono aperte della mano del pescatore, che le voglia prendere, la serrano talmente, che gli tagliano crudelmente le dita; Modo di chia­rir, & di nettar le per­le. facendo per se medesime le loro vendette. Le prese si mettono in alcuni vasi di terra con molto sale; percioche consumandosi cosi la carne, riman­gono poscia le perle nette nel fondo del vaso. Le piu stimate sono le grosse, lucide tonde, & graui; le quali conditioni rare volte si ri­trouano vnite insieme in vna perla sola. Et Iuba scriue, che le Madri perle d'Arabia sono simili ad vn pettine, spinose come il riccio marino, dentro alle quali si trouano le perle simili à i grani della tempesta. Et Plinio ancora scriue, che non si trouano piu, che quat­tro, ò cinque perle per animale. Ma Amerigo Vespuccio gentil'huo­mo fiorentino, del nome del quale hoggi si chiama America tutta quella parte di terra, ch'egliscopri per l'Occeano Atlantico sotto il cerchio dello Equinotio nel mezzo giorno, afferma egli hauere hauuto tal Madre perla, che ve ne furono ritrouate dentro conto trenta;’ & altri doppo [Page 36] à lui, Nota questa marauiglia comprobata dall'esperien­za. ch'hanno nauigato all'Indie nuoue dicono di molte piu, & ne recitano historie assai diuerse da quello, che nescrisse Plinio. Questo tutto recita il Matthiolo sopra il proposito delle perle, circa le quali è da considerare la differenza della chiarezza esser la vera differenza della bont à loro, & ciò l' esperienza ci mostra; & doue è la rugiada piu chiara, & piu pura, co­me ell'è verso Arabia, India, & sotto Mezo giorno; quiui ancora conuie­ne, che le perle sieno migliori; con pace de gli Scozzesi; nientedimeno Giulio Cesare delle perle di Scotia fece fare vna ricca corazza per presen­tarla nel tempio di Diana, Corazza di perle di Giu­lio Cesare. la quele per qual tempo fù molto stimata. Ma noi ci ricordiamo d'hauer veduto l'anno, 1551. in Spira città di Germa­nia nel tempio maggiore molti paramenti da sacerdoti di panno d'oro, ch'ha­ueuano i loro fregi larghi, & ampli tutti ricamati con nobil lauoro di perle; nel qual lauoro senza dubbio ven'andaua vna quantità inestimabile; & erano queste perle di Scotia, Habiti Eccle­siastici ornati di perle di notabil lauo­ro in Spira, andati male per colpa del­le guerre ci­uili di Ala­magna. & di tante sorti, & grandezze, & forme, che ne riusciuano le figure di quell'opera di Mezo rilieuo con singular propor­tione, & discrettione & giudicio di chi le haueua lauorate, ad vna gran per­fettione. Questi furono doni di diuersi Imperatori, i quali poi tutti per­uennero alle mani rappaci dell'essercito del Marchese di Brandeburgho, quando discorde da gli illustri baroni, & principi di quella Imperial pro­uincia procacciò danno ad ogni natione, & gente di quella inestima­bile. Sono ancora intorno alla Spagna delle Conche molto belle da ve­dere, le quali à Venetia son chiamate Cappesante, forse perche le sono state conosciute per li pellegrini, i quali ne portano ne i loro cappel­li ritornando da santo Iacopo di Galitia, ma le non sono frutteuoli di perle, quantunque le siano a mangiar molto delicate, & massime in Venetia: hauendone anche la Scotia in qualche parte della sua co­sta delle simili, Oppinione intorno alle perle ripro­uata. le quali non generano perle & dicono gli Scozzesi, che cio loro auuiene, perche le si nutriscono assolutamente nell'acqua sal­sa, il che se fusse lor propio impedimento, ne anche l'altre ricorda­te di sopra in regioni diuersissime non ne generarebbero; la quale op­pinione si proua esser falsa per l'esperienza, che se ne vede intorno à tutta l'Isola d'Inghilterra & Scotia, non pur nelle chiocciole Scoz­zesi ricordate ma nelle ostriche ancora oltra l'esperienza delle ma­dri perle orientali; delle quali ancora che si sia parlato di autorita di Plinio quel che ne pottette intender lui: non ci parra superfluo di rimo­strar in questo luogo quanto ne hanno ritrouato i moderni Portoghe­si, à i quali di tal perfetta cognitione hanno ad hauere obligo [Page 37] gli huomini di erudito ingegno tutti; & sia con pace de i partiali de i Greci, E ragioneuo­le di prestar fede a chi di­ueduta ha te­stificato le cose, delle quali si tratta. che s'hanno per innanzi creduto, ch'altra conoscenza, che la da loro propo­sta non ci fusse; & con tanta ostinatione, che ancora gli altri, che cio non hanno creder voluto, da essi quasi nemici dell'humana natura sono stati perseguitati. Ritornando adunque al proposito nostro delle perle, dicia­mo, che Don Garzia dall' Horto nel suo trattato, che fà delle cose medicina­li, che ci son portate dall'Indie orientali parlando delle perle ne scriue quel­che segue. ‘Rimane à dir delle perle, le quali non solamente per ornamen­to sono desiderate, ma etiandio per medicina. Le perle, Quanto reci­ta Don Gar­zia dell'horto intorno al­le perle. Vniones, & Margarite perche cosi dette. che sono grosse sono dà latini dette vniones; & la causa è questa, perche à pena ne ritrouerete due della medesima grandezza figura, & nitidezza. Le picciole sono dà latini semplicemente dette Margharite. Da gli Arabi, & dai Persiani, Lulù. Da gli Indiani, Moti. In Malauar, Muto. Et da i Portoghesi, Aliofar, che in Arabico vuol dire, Fulfar, il quale è vn porto nel mare di Persia, doue ne nascono delle perfettissime. Imperò che au­uenga Dio, che in Barem, in Catifa, in Cemarin, & in altri porti di que­sto mare, sene ritrouino delle buone, perche da i nostri fu prima conosciu­to questo porto da gli altri, Nota tutta questa histo­ria particula­rissima. hanno da quello dato il nome in lingua Arabica Aliofar alle perle; & di qui è auuenuto ancora, che quelle sono chiamate orientali, imperò che questo seno del mar Persiano, in comparatione della nostra Europa è orientale. Si generano anco le perle dal promontorio di Corin per insino all'Isola di Zeilan. La qual pesca è rendita del Re di Por­togallo; ma'queste la maggior parte sono minute, & non si possono con le gia dette pareggiare, perche sono tutte grandi, & perfettissime, & però queste si comprano anco à piu vil prezzo. Et ne sono ancora nell'Isola di Burneo, le quali quantunque sieno grandi, non però cedono alle gia dette di bellezza. Di questa medesima sorte ne trouerrete nella China, ma vera­mente non son belle. E'cosa chiara, che anco nel mondo nuouo ne sono, ma veramente non si possono in nessun modo paragonare alle orientali; impero­che, ò sono oscure, & di color nubiloso, ò non sono ritonde, nè lisce. Nasco­no le perle nell'ostriche. Quelle Conche, che nuotano piu sopra l'acque del mare, generano piu grosse perle. Et quelle, che sono nel prefondo del mare, le fanno piu minute. Queste Conche esposte all'aria si serrano, & s'approno, & poi nella carne si trouano le perle, hora assai, hora poche, secondo la gran­dezza delle conche. Se ne troua anco nelle nostre ostriche, & ne conchili, ma sono meno gentili. Di tutte le conche, quelle sono haute per migliori & per piu atte à far le perle, che sono bianche, & liscie, & da i paesani [Page 38] chiamate Cheripo; delle guscia delle quali si fanno poi cucchiari, & vasi da bere. Ma qui è da sapere, che quel Cheripo non è quella, che volgarmente si dice Madre perla; percioche questa i paesani la chiamano Chanquo; & se ne fanno tauole da mangiare, castelli, & pater nostri. Se bene questa sor­te di Conchili chiamato Cheripo è di fuori scabroso, & ruuido; nella parte di dentro è liscissimo, & bellissimo à vedere. Portansi queste sorti di Con­chili per mercantia in Bengala, doue si puliscono, & se ne fanno vasi da be­re; Nota questo costume lo deuole. ma della maggior parte se ne fanno armille, & altre cose. Era antica­mente in queste parti vn costume, che le vergini di sangue nobile, non pote­uano esser corrotte, & suerginate, se non haueuano le braccia ornate di questa sorte di armille: ma hora non si osserua piu, & per questa cagione so­no venuti questi conchili in piu vil prezzo. I mercanti di questo paese, han­no certi strumenti di rame perforati, col quale sogliono fare il prezzo alle perle. Onde quelle perle, che passano per li for ami piu piccoli sono di vn prezzo; quelle, che passano per li forami vn poco piu grandi, sono di piu gran prezzo; et cosi di mano in mano secondo la grandezza de i forami, & delle perle si fà il loro prezzo. Ve ne sono delle cosi minute, che non si posso­no in nessun modo forare, percioche l'arte è quella, che le fora, & non nascono (come si credono alcuni) cosi forate; & però restano queste mi­nute alli maestri, & sono di poi portate in Europa, delle quali tal volta si vende l'onza due assi Franzesi. Peso, & valu­ta di alcune perle. Le maggiori perle, che si trouano nel Promontorio di Comorin pesano cento acini di frumento; & sogliono queste tal volta valere mille cinquecento ducati l'vna. Io n'ho vedute delle molto piu grandi, le quali diceuano essere dell'Isola de Burneo, ma non era­no cosi belle, come le dette di sopra. Ne ho trouata vn'altra qua; che pesa­ua sessanta acini di frumento. Dicono, che inuecchiate, mancano di peso, & perdono di colore. Ho io sperimentato, che le perle fregate ben be­ne col mezo rotto, Modo di lu­strar le perle. Nota. & con sale; racquistano il primo vigore, & la nitidezza. Chiara cosa è, che le perle prese doppo del plenilunio, diminuiscono col tem­po; ma quelle, che son prese innanzi del plenilunio, non sono à questo sug­gette.’ Appresso de gli Indiani di rado si seruono ne i medicamenti di perle; ma i Mauritani assaispesso, si come facciamo ancora noi, mettendo le perle nelle medicine cordiali. La loderagio­neuole d'vno scrittore, è fō ­data sopra la diligenza vsa­ta da lui con l'occhio in­torno alle co­se delle quali lui ha scritto. Sino à qui parla Dō Garzia delle perle, molto parti­cularmēte, et di esperiētia, come quello, che piu anni erastato, et era ancora in quei paesi, ne però non punto dubbio autore in cosi fatto proposito. Et questo è quāto habbiamo hauuto à dire di cosi fatti animali; nel che, bēche siamo stati alquāto lūghi, nō douerrà parere strano à chi legge, poi che si e trattato di cosi [Page 39] nobil gioia. Ritrouansi nel mare di Scotia ancora pesci di forme inusita­te, alcune con le squame grandemente aspre, altri con ossi in cambio disqua­me, come le locuste, alcuni ritondi come palle, con la pelle forata in tal mo­do, che per quella parte per la quale e' prendono il cibo, per la medesima an­cora ne mandano fuori gli escrementi. Dell'altre sorti, Da poi che l'elemento dell'acqua è cosi copioso di animali non e mara­uiglia, se ne produca di spetie diuerse, & quasi infi­nite. come sono i Rombi, Capitoni, Magarelli, ò vero Sgombri, Pettini, Chiloni, Scotti, Scari, Spari, Spondili, Ostriche, Vitelli marini, Foche, Ceti, de i quali molti non sono conosciuti nei mari mediterranei; & aringhe chia­mate da i marinari i Re de pesci, & di tante altre spetie, che diremo? Da poi che egli è certa cosa che della Germania ogni anno passano in Scotia vn numero grande di nauilij per cagione di pescare, & non senza loro gran profitto; & è tanta la gran quantità de i pesci minori intorno alla costa per la benignità di Dio (il quale col mezo della madre natura in cambio di alcune altre cose comprese tra le delitie, che in Scotia non sono, l'ha pro­ueduta) che il frutto, che si caua di loro, largamente mantiene i popoli; Doue la na­tura ha man­cato in vno emolumento à gli huomi­ni ella ha sup­plito con vn altro, in tanto, che si vede la stessa natura hauer proueduta piu pescagione doue s'ha minore occasione, ò modo di hauer del grano, ò altre biade. Essendosi con l'esperienza trouato, che nel medesimo luogo, doue un giorno se ne sia presa gran quantità; il giorno seguente non se n'è presa minore; quasi che sian piu presto, per straccare i pescatori, che i pesci si suijno da i loro cōsueti ridot­ti; chiaro inditio della so prabbondanza de i pesci di quello Occeano immen­so, dal quale la costa n'è per ogni tempo fornita, per i tempi diuersi dell'an­no con diuerse spetie, & sorti di essi, come meglio ha proueduto la natu­ra, che à gli huomini douesse essere, ò piu necessarie, ò di piu piacere. Per i luoghi inculti riser bati per gli armenti nasce per se medesimo il Ci­tiso vtilissimo à i bestiami, & gratissimo alle api, Citiso, & sua historia, ap­presso de gli Scozzesi. come anche da gli antichi egli è stato conosciuto per tale; benche vogliono alcuni di loro, et de i moderni ancora, che il Citiso sia pianta, et non herba, quantunque per le parole di Co­lumella se ne potesse stare in dubbio: ma dicendosi da loro, che è pastura per le pecore, et alle galline e par pure, che sia cosa bassa come è l'herba, et nō fruti­cosa come il mirtho, ò altro simile; ma accordandosi i piu chiari autori, che cre sca come fanno i virgulti, & i mirthi non occorre altrimenti affaticarsi in questo dubbio, hauendo il Matthiolo assai parlato; dicendosi sol questo, che in Scotia, ò sia per la qualit à del terreno, che tale lo produce, ò per il poco vehe­mente sole ò peril troppo, quasi sempre sforzato vento, che vi si genera, il Ci­tiso non cresce à misura alcuna considerabile di pianta, ma sene sta basso, & commodo ad ogni sorte di animali. Porta questo il suo fiore il mese di luglio [Page 40] di color purpureo, Beuanda composta di Citiso, & al­tre cose ap­presso de i Pitti perduta con quella gente. & di sapor dolcissimo. Di questo i Pitti soleuano com­porre vna loro sorte di beuanda (come bene dall'antiche memorie di quelle genti si può ritrouare, non meno vtile, che diletteuole: Ma perche il modo del farla, & il suo tasto, & la dichiaratione delle cose, che vi si metteua­no, mancò insieme con la stessa natione, quando furono i Pitti da gli Scot­ti cacciati; & del tutto distrutti, non se ne può hoggi ritrouar piu il vero essempio; & finalmente nessuna parte è della terra di Scotia per quanto possa lei essere sterile, che non sia vtile almeno per le minere del ferro, ò di qualche altro metallo; benche quelle molto piu vtili si trouino nelle Iso­le vicine suggette alla Corona di Scotia; alle quali (hauendo noi di gia par­lato per l'altrui verace, & fidele informatione, & per la nostra propria cognitione assai largamente di questa parte della gran Brettagna) ce ne passeremo. Sono vicine alla Scotia nel mare Hibernico quaranta tre Isole, delle quali alcune sono lunghe sino à trenta miglia; ma larghe non piu di do­dici, Isole Hebri­de in numero. 43. da alcuni dette Ebonice, & da altri Hebride; la prima delle quali è l'Isola Mona, dal volgo detta Man, la quale nondimeno è della Coro­na d'Inghilterra, ma della giuriditione del Conte di Derbi; della quale Iso­la si dice, che gli antichi soleuano portar corona di piombo. Hor questa Iso­la è appunto contrapposta alla Gallouidia, & alla Inghilterra, in tal modo, che da settentrione ella è alla Gallouidia vicina piu, che non è all' Anglisea, che vicinissima si troua all'Inghilterra da Mezo giorno da quella parte, che VVallia si dice; della quale Anglisea par esser senza controuersia della par­te d'Inghilterra, noi non parleremo; dicendo, che Mona viene ad esser nella larga bocca di vn largo seno di mare quasi fronte alla costa del Ducato di Lancastro, sino alla quale quel seno si distende; ella fù gia se dia de i sacer­doti Druidi come Giulio Cesare, Isola Mona & sue quali­ta & Corn: Tacito bene assai dimostrano. La sua lunghezza da settentrione à Mezo giorno è di miglia trenta due; la maggior larghezzaè di quindici miglia, ell'ha dieci et sette parrocchie: pro­duce lino, & canape assai, Grano, orzo, & auena per il suo bisogno, benche vsano piu far il pane di auenä, che di altro; hanno del bestiame minuto as­sai, vn buone pasture, ma non son gia le pecore cosi grandi quiui come nell' In­ghilterra, non hanno boschi, & però in cambio di legne ardono vna certa sorte di herba quasi simile alla fiaminga, nel cauar della quale, dicono, che spesso si sono trouati sotto terra alberi grandi, & interi quasi che conuerti­ti nella propria sustanza della terra; La natura, & il caso ancora operano spes­so cose gran­demente stra­uaganti. la qual cosa, ò dimostra la bizaria della natura, ò dimostra, che quell'Isola hora nō sia altro, che vna aggregation di terra per cagione accidētale, che habbia ricoperta la sua prima parte, ò suolo [Page 41] quale ei si fusse et innalzatala all'altezza et superficie, che hoggi si vede. Nel mezo di essa la si innalza con alcuni monti altissimi, della cima de i quali al cielo sereno si scorge non solamente benissimo la Scotia, ma l'Inghilterra, et l'Hibernia antora. De i luoghi che vi sono il primo è Russin verso mezo di chiamato volgarmente villaggio del castello; Castle-town percioche nel suo castello vi si tiene vn poco di guardia, ma ve ne è vn piu popolato, che questo non è, che si dice Douglas, doue è vn buonissimo porto, doue vanno mercanti con Sa­le, coiami, lana, roza, Chi vuol piu curiosamente conoscere di queste Isole legga Gugliel nio Camde­no nella sua Britannia. Arana. Botha. Helau. Rothesa. Aliza. Solande vc­celli. Ila. e carne salata di boue le quali mercantie da quel popolo sono compre auidamente. Da Tramontana di Mona è l'Arana detta Botha; percioche il beato Brandano vi edificò vna casa, che nella lingua comune si dice Both. Poi oltra il cantero è Helau, & Rothesa, dal capita­no Rothesao, il quale primo di tutti per essa condusse gli Scotti d'Hibernia in Albione; & non lontana da questa è Aliza abbondante di quelli vccelli, che noi dicemo chiamarsi solande: & altre seguitano con i loro nomi di­stintamente, & poste tra settentrione, & ponente; le quali sono copiose di metalli: ma la maggior de tutte è Ila oltra la punta di Nouanto alla vista di Loquihabria lunga trenta miglia abbondante di biade, & di metalli, se vi fussero chi diligentemente vi lauorasse, Cumbrea. Mula. ò che non vi fusse tanta carestia di legne, quanta ven' è. Di poi seguono Cumbea, & Mula, non inferiori in cosa alcuna ad Ila, ma in Mula è vna fontana limpidissima lontana due mi­glia dal mare; dalla quale escono certe huoua piccoline come perle, La natura non si stracca mai di pro­durre cose à gli ingegni nostri mara­uigliose. Iona Isola ce­lebratà per la cagione. piene di humore, & splendenti, & candide, le quali per vn rio, che fa la fon­tana sono portate ad vna certa gran fossa, la quale non lungi di là mette poi capo nel mare: nella qual fossa, condotta dalcorso dell'acqua, innanzilo spa­tio di dodici hore, con marauiglia della natura stessa riescono Conche ra­gioneuolmente grandi. Presso à queste seguita l'Isola Iona tanto ricordata per molti huomini santissimi, che vi hanno habitato, quanto perche ell' è sta­ta sepoltura comune à i Re doppo Fergusio secondô, dal quale fù ricupara­to, & rischiarato lo splendor della natione Scozzese, quasi prima, che oscu­rato & rouinato del tutto. Fù Iona da Beda detta Hy, & Hu, & da i Pitti donata à huomini religiosi, i quali con habito particulare come mo­naci viueuano, percioche da essi i Pitti haueuano conosciuto per via delle lo­ro predicationi la fede christiana, Colombo a­postolo de i Pitti. tra i quali Colombo huomo santo otten­ne il primo nome di lode, & di apostolo christiano per la sincerità della sua vita essemplare; per memoria ancora di lui sino al tempo di Beda, Sodore, onde Sodorensis e­piscopatus; & insula So­dorensis. l'Isola fù detta Columbkill, quasi cella di Colombo. Et in questa Isola di poi assai in vn piccol vellaggio detto Sodore, ò Sedoro, fùmesso la Sodia episcopale [Page 42] per quei luoghi, Sodore, onde Sodorensis E­piscopatus; & insulae So­dorenses. Leuissa. Nota. onde tutte quelle isole furon dette Sodorensi, stimandosi che le sieno tutte suggette nello spirituale à quel Vescouado. Doppo Iona alquanto piu oltra nel mar Deucallidonico è posta l'Isola di Leuissa lun­ga sessanta miglia, & larga trenta; la quale ha vna riuiera di tal natu­ra, che se la sarà passata à guazzo da qualche donna, nessun Salmone per quell'anno vi comparirà, benche de gli altri pesci d'ogni tempo vi si troui quantità grande; cosa marauigliosa è, & da far, che i filosofi stes­si non si debbino presumer di saper tutti i segreti della natura; facendo ve­ra quella sentenza, che di tutte le cose, che ci si potrebbero sapere, gli huomini ne sanno vna menomessima parte. Skia. Rona. Di poi è Skia; poi Rona, nelle quali i vitelli marini, forse per ciò, che vi compariscono à schiere, non temono l' aspetto humano; Hirtha. & l'vltima di tutte è Hirtha la quale ha di sua eleuatione sessanta tre gradi; onde non passando Mona gradi cinquanta sette; si egli s'ha da credere a gli Astronomi, & principal­mente a Tolomeo, che ogni grado celeste corrisponda in terra miglia sessan­tadue, & mezo; viene adunque ad esser da Mona, che si conta prima del­l'Hebride ad Hirtha, che è l'vltima miglia. 375. di distanza. Il nome fu posto à questa Isola dalle pecore, le quali in lingua antica e' dicono Hierth: genera capre assai, & i loro becchi sono grandissimi, & hanno le corna lunghissime, & grosse, & le code lunghe sino in terra, & la situatio­ne di questa Isola, & il suo consistente è tale, che rupj altissime à modo di scogli tutta la cingono allo intorno si, che àppena riceue in vn certo ri­dotto ò piccol seno, che l'hà vna meno che mediocre naue; doue gia non poteua cosi ageuolmente entrare, come hora fa, se non nel solstitio del­l'estate; nel qual tempo vn Sacerdote sino nel tempo di Iacobo quinto passaua da Leuissa nell' Isola, Vedi che go­uerno spiri­tuale era que­sto. & battezzaua tutti i bambini nati in quell'anno, & vi si fermaua per alcuni giorni ministrando loro le co­se sacre; doppo il qual termine, hauendo riscosse, & riceuute à buo­na fede le decime di quello anno dal popolo se ne ritornaua in Leuis­sa; costume, & abuso non meno disconueuole in quel luogo, che si sia in molti altri; poi, che cosi come vi nascono huomini, & vi si nutrisco­no, L'auaritia so­la è conside­rata, & la cha­rità Sacerdo­tale del tutto è smarrita ap­presso di que­sta gente. vi potrebbero ancora viuere i Sacerdoti ò ministri ecclesiastici se gli hauessero tanta cura di quelle creature, che nascono, come l'hanno di dimandar le loro decime; ma cio non toccando à not di trattare lasce­remo questo proposito ad altri. Due chiese sono in quest' Isola, vna det­ta San Pietro, l'altra San Clemente, & è anticata memoria tra quel­la [Page 43] gente; Che essendo mancato vna volta molti secoli adietro il fuoco in questa vltima Chiesa, Nota questo miracolo, il quale puo per questo essere accettato, per cio che Dio riguarda be­nignamente sopra quei che sono hu­li, & semplici di core. la qual fu stimata prodigio superstitioso da quei rozi habitatori del luogo, & non hauendo il modo, nè sapendo come se ne poter procacciar altroue; fù posto dalle persone, le quali semplicemente, & con la fede sincera verso Dio procedeuano, vn fa­scio di legne da ardere sopra l'altare dell'altra Chiesa, & facendo il diuoto popolo oratione per la loro commune intentione, & desiderio di ottenere il fuoco dalla prouidenza di Dio per il rimedio dello spen­to per la lor negligenza; piacque ad esso Dio, il quale risguarda i cuo­ri de gli humili suoi serui di prouederne loro col fare accendere instan­temente quel fascio di legne, dal qual caso essi consolati, potette­ro ancor meglio riconoscerlo per loro protettore, & sempre con essi vnito. Presso à questa è ancora vn'Isola dishabitata, doue sono cer­ti animali non dissimili dalle pecore quanto alla forma, ma saluatichi, nè si possono prendere senza inganno, & hanno il pelo, ò lana lo­ro d'vna certa qualita mezana tra la lana delle pecore, & quella del­le capre; nè altra sorte di animali non vi si trouano. Tra queste Iso­le sono molti passi maluagi alla nauigatione quasi Chariddi, Passaggi pe­ricolosi nel mare. con ritro sie pericolosissime fra i loro scogli; Ma il piu infame passaggio di tutti gli altri è Corebrecho, ben notato nelle carte di questi paesi; Dal quale so­no rapite le naui, benche sieno piu d'vn miglio lontane, con la vehemen­te, & rapace attrattione, che ne fà l'acqua ritirandosi (come si dee credere) in qualche profonda voragine, che sia nel suo profondo letto; la qual naue co­si attratta, & aggirata dalla vehemenza dell'onde si, che la non può senza la sola gratia di Dio prender corso salubre à se stessa, ne viene da esso in­ghiottita miseramente. Hora si è detto quello, che dell'Hebride ci è parso à proposito, delle quali la possessione fù anticamente comprata da gli Scozze­si con alcuna quantità di denari, & non molta, da i Noruegi, L'Hebride compre da i popoli di Noruegia. i quali hauen­do scorso, et altre volte acquistato terra nella Brettagna s'haueuano ancora occupato intorno della Scotia quelle Isole. Et quanto alla lingua, che i popoli dell'Hebride parlano si conosce tanto simile à quella de gli Hibernici sel­uaggi, che si può conoscere bene assai, che furonogia tutti vna gente. La lingua de i popoli del­l'Hebride, & d'Irlanda è si­mile. Clakis vccelli, & loro histo­ria. Et que­sto è quel che se ne può per hora dire: però ce ne passeremo à parlare dell'o­che, ò anitre chiamate Clakis, credute dal volgo, & da molti scrittori anti­chi & moderni nascere ne gli alberi di quell'Isole; delle quali noi diremo quel tanto, che per lunga diligentia, & studio habbiamo potuto ri­trouare per vero di esse. Certa cosa è che le nascono de i legni tagliati [Page 44] di quelli alberi, quando però vi concorra la qualità & sostanza dell' ac­qua marina alla generatione; imperò che tali vccelli si sono sempre veduti generare, e nascer nel mare: in tal maniera, che se tu gitterai di quei legni nel mare, con vn certo spatio di tempo, vi nascono dentro alcuni vermi, i quali nel nascere fanno vedere, che non sono altro, che putrefattione del legno medesimo (come auuenir veggiamo in tutti i legni dolci, i quali gene­ralmente per la loro vecchiezza generano quei vermi, che da gli Italiani son detti tarli) rimanendosi incauato par tutto il legno medesimo. Questi vermi come sono nati formano capo, piedi, & ale, & sempre si pascono del­la materia sustātiale del legno (come anche fanno i tarli) et in tanto mettono à poco a poco le piume, crescendo di giorno in giorno di corpo sino alla gran­dezza di vn'oca mezana; & all'hora se ne partono essi volandone via co­me gli altri vccelli. La qual cosa si vidde chiaramente l'anno. 1490. dal popolo in Buthquhania prouincia da noi di sopra ricordata; percioche es­sendo stato traportato dall'onde del mare, ò per tempesta, ò per altra cagio­ne al Castello Pethslege vn grandissimo legno di quella sorte, fece non po­co marauigliar le genti della sua grandezza; & alcuni l'andarono ad accu­sare al signor del luogo; il quale venuto à vederlo, & imaginando si quello, che potesse essere, lo fece segare; il che fatto, subito apparirono in gran mol­titudine i vermi di gia in esso generati; parte di essi senza alcuna precisa forma, parte con qualche distintione delle lor membra, & parte con le membra di gia del tutto formate, tra i quali alcuni ve n'erano con le piume giouanette; della qual cosa hauendo preso singular piacere il signore, fece portare per vna lunga memoria di quel naturale auuenimento il legno co­si come egli era nel tempio di santo Andrea di Tera (questo è nome del luo­go) doue sino ad hoggi è stato conseruato cosi sforacchiato, ò corroso per tut­to, come da i vermi fu lasciato. Et due anni di poi fu pur traportato vn simil legno dall' onde marine nella foce del Tao, presso al Castello Buthe, il qua­le fù da molti veduto, & ritrouato dalla medesima sorte, che l'altro. Et non fù diuerso il caso da questi due, che occorse circa due an­ni doppo di vedere à tutto il popolo nel porto di Edimburgo, & fu tale. Vna grandissima naue, il nome della quale, & l'insegna era di San Chri­stophoro, essendo stata rimenata da vna dell'Isole dell'Hebride, doue l'e­ra stata all' ancora tre anni interi; fù tirata in terra, & fù trouato per tut­to, doue ella era stata sotto acqua hauer ripiene le sue tauole, & legni prin­cipali di cosi fatti vermi, tanto principiati, che senza forma, quanto di gia ben formati; & però si potrebbe pensare, che tal virtù fusse veramente [Page 45] ne i legni tagliati de gli alberi di quelle Isole, & che quella naue fusse stata fabricata di cosi fatto legname; sopra il qual proposito, lasciando conside­rare à chi legge quel che glie ne pare; noi diremo vn'altro simil caso pur na­turale, che accompagna necessariamente i sopra detti. Vn gentil'huomo Scozzese studioso molto delle cose degne di consideratione detto Alessandro Gallouidiano sacerdote della Chiesa Kilkedense, trouandosi alla marina, & pigliando dalla riua di quell' aliga, Marauiglia della natura alla quale di­scorso huma­no non può arriuare. che ordinariamente vi si ritroua in copia; trouò tra i sermenti di essa sino alla radice ò principio suo, & per tutto alcune piccole conche, per la qual cosa marauigliatosi molto, & cer­cando ancora piu oltre, ne apri curiosamente alcune; per il che se prima si era marauigliato, all'hora ne rimase stupefatto; percioche non vi trouò altrimente dentro pesce (come dell'altre Conche auuiene) ma vccelli dentro de i nicchi loro, & cosi grandicello ciascuno, come la grandezza della Con­che capiua in sua proportione. La qual cosa egli mostrò ad altri largamen­te si, che non si hebbe punto di dubbio sopra la cosa per se stessa, ma si bene sopra la cagione di essa còsa. Onde per questo essempio diuerso dal primo, noi pensiamo di potere attribuire la virtù di tal procreatione non tanto à gli alberi soli, quāto allo stesso mare occeano ancora, Occeano Pa­dre delle cose, cosi detto da Homero. interuenendoui la materia accidentale atta à ricceuere diuerse forme da quello, come da principale a­gente; per la qual cosa Homero lo chiamò Padre delle cose. Onde noi possia­mo facilmente conoscere, che Enea Siluio Piccolomini nobile Sanese, il qua­le fu poi per le sue virtù chiamato al Pontificato, huomo per altro nelle sci­enze eruditissimo, nel suo itinerario, ò descrittione delle tre parti, Il Piccolomi­ni non s'in­gannò, ma fù ingannato. del mon­do, tenne altra oppinione in questa cosa, di quello, che n'è la verità: per­cioche seguitando dalle persone non conosciute scritti, o memoriali incer­ti, non essendo lui gia mai stato in Scotia; riferisce, che i pomi di quelli albe­ri di quell'Isole caduti nel mare si conuertono in vccelli; pensandosi che quei pomi cosi come caggiono si trasmutino con poco, et breue intermedio in que­gli animali, ma cio apparisce esser falso, Non essendo i pomi di ma­teria consi­stente, & dura non par veri­simile, che i vermi, che ne possino na­scere prendi­no forza, & vigore come gli altri ve­celli che na­scono delle­gno. percioche della corruttion di essi po­mi à poco à poco, & non subitamente si generano i vermi, come ancora ne i legni gia detti (se pur anche de i pomisia vero che naschino, del che non ha­uendo da gli Scozzesi tal chiarezza hauuta, ci risoluiamo à non lo credere) i quali poi cresciuti per interualli alla perfettion da noi descritta i pomi re­stano in nulla: la qual cosa non essendo stata à bastanza considerata, è stato creduto, che cio sia per via di miracolosa trasmutatione, piu tosto, che per natural cambiamento di natura come egli è col mezo lungo della putrefat­tion della materia preparata à cio fare, quando la sia dal suo principale [Page 46] agente, che è il mare, aiutata. Et qui faremo fine di parlare in tutto dell'Iso­le le Hebride, Thule fù no­me commune di queste Iso­le settentrio­nali. se non, che noi ridurremo in consideratione del lettore, che il nome dell'Isola Thule è commune ad altre Isole ancora, oltra la propia, & vera Thule; la qual cosa è ben dimostrata da Tacito, dicendo lui, che l'armata Romana mandata à costeggiare allo intorno la Brettagna da A­gricola, all'hora presidente dei Romani nell'Isola, vide, & scopri l'Isola Thule; il che non si può intendere à modo alcuno della vera Thule, la quale si troua secondo Tholomeo posta tra le Isole Scothlandice pur assai di là dal­le Orcade, & vicina alla Noruegia, per la gran distanza che vi è. Ma per cioche dagli Scozzesi è chiamata sino ad hora prima Thule l'Isola d'Ila, & seconda Thule l'Isola di Leuissa da noi ricordate tra l'Hebride; si può fare euidente coniectura, che vna di queste fusse stata conosciuta da i Romani, & non quella da Tholomeo descritta, & da gli huomini venuti di poi ben co­nosciuta lontana dalla Scotia trecento miglia, se gia non hauessero essi hauu­ti gliocchi lincei, poi che non si ha memoria, che i Romani si allargassero dal­la costa per ricercar alcuna ventura in alto mare. Islanda. Et Islanda ancora Isola costa nel mar congelato, & stimata vltima à settentrione, & doue si nauiga per il traffico de i pesci, Farina di pe­sci in Islanda. si chiama tal volta da gli scrittori Thule. In que­sta i pesci sono in luogo di pane à i suoi popoli; percioche risseccati i pesci si­no all'vltima durezza, ne fanno farina, la quale poi composta à lor modo ne fanno pane, il quale si mangiano cotto sopra de i carboni. Appresso all'He­bride sono le Orcadj, Orcadi Isole in numero. 30. Pomonia. parte di esse nel mar Deucallidonico, & parte nel Germanico; delle quali la piu nobile è Pomonia, non essendo l'altre di tal consideratione, che nessuna di esse meriti particular descrittione, come che l'arriuino al numero di trenta, diuise, & separate dall'Occeano, l'vna vici­na all'altra con spatij breui, & angusti; si che alcuna ancora ve n'è ben pic­cola, & ancora non habitata, ne calcata da gli huomini se non da i pescatori, ò da i corsari, ò pirati. Et gia furono sotto la giurisditione de i Pitti, le quali da i Sassoni quando cominciarono ad aiutare i Britanni, chiamati da loro furono assaltate, & spogliate, di poi venute per spatio di tempo sotto la potestà de i Noruegi, & de i Dani presero i loro popoli la lingua del vinci­tore, et quella parlano sino ad hora cio è Gothica; sino à che Christierno Re de i Dani nel 1472. come luoghi lontani, & a se di poco profitto, & di mol­ta spesa, riceuendo vna certa somma di denari, & non grande, ne consegnò la possessione à i Re di Scotia con ogni sua ragione. Diconsi queste nella lingua Orkney, quasi Argath, la qual parola si interpreta, sopra i Geti, che piu tosto si potrebbe dire sopra Cath. percioche il promontorio di Ca­thanesia [Page 47] prouincia di Scotia si dice Cath, & queste Isole gli sono all'incon­tro. Hora Pomonia fù da Solino chiamata Diutina, perche l'habbia il gior­no lunghissimo l'estate, & hora da i suoi paesani si dice Mainland, che si­gnifica, Terra cōtinente, parendo à quei popoli rozi di esser nati, et cresciuti in vna larga, & ampla terra, ancora, che quella Isola non circondi piu di mi­glia trenta in circa. In questa Isola soleua gli anni passati hauer la sua stan­za il Vescouo di tutte l'Isole in vn piccolo castello detto Kirkuale, doue è vn tempio magnifico cosi come in quet tempi antichissimi i Principi, & i po poli à gara concorreuano allo edificar magnanimamente i luoghi sacri piu tosto che i profani, & per vso loro. Et vi sono ancora due altre castella per la conditione del luogo, & delle genti ben diffesè da i pirati; Qualità del­l Isola Pomo­nia. in questa co­me in alcune dell'altre si trouano le vene dello stagno, & del Piombo, matutte mancano di legne, ne producono il grano, ma si bene di orzo, & di altre biade sono abbondanti; non hanno serpenti, ne altri animali vele nosi, & il medesimo si conferma d'Hibernia, della quale noi habbiamo parlato in altro luogo; però non ci partendo dalle Orcade si dice, che l'or­zo è il loro piu familiar nutrimento, perche di esso fanno il lor pane, se pur qualch'vno non si facesse portar del grano di fuori, & la loro ceruogia, la quale essi sanno cosi ben fare, & cosi buona, che essi ancora beuen­done assai (& beuitori sono straordinarij senza dubio) non punto s'im­briacano per quello, ò mostrano parte alcuna di minor sentimento, Natura de gli huomini del­le Orcadi. nè nella loro allegrezza, nè dipoi, come all'altre genti auuenir veggiamo tra l'altre nationi; procedendo cio (s'io non m'inganno) percioche volti à Settentrione hanno le loro complessioni forti, & gagliarde per resistere ad ogni straordinario disordine: la qual cosa si proua con la esperienza generale di tutti loro nella sanità propia; perche sono sanissimi sino alla e­strema età, nè vi si vsa alcuna sorte di medicine; i corpi loro sono robu­sti, di carne candida, & delicata quanto alla vista, & dimostratione. Fecondità delle pecore delle Orcadi. Le pecore vi sono cosi feconde, che quasi tutte vi partoriscono due agnelli alla volta, & tal hora n'hanno partoriti tre. Hanno tanta copia di vccelli sal­uatichi, & dimestichi, quanti à pena sene potranno trouare in tutta la Bret­tagna; ma i loro caualli sono ben piccoli, & minuti di corpo ne maggio­ri, che gli asini; sono nondimeno questi molto forti alla fatica. Nota la qua­lità, & natura di questo pe­sce, il quale per la sua son­nolentia à se­stesso nuoce, et ad altri gio­ua. De i pesci saria superfluo di parlarè, essendouene di tutte le spetie tanta abbondan­za, che, ò sarebbe impossibile il rimostrarle, ò incredibile all'vdirle: ma ben diremo di vna sorte, per la marauigliosa sua natura degno d' esser conosciuto, & dalla penna descritto. Egli è vn pesce grande ancora piu [Page 48] d'vn gran cauallo, il quale quasi sempre è sonnacchioso, ò sonnolen­to, & ha per vsanza di attaccarsi con i denti; i quali egli ha gran­dissimi, & fortissimi; à gli scogli, che soprauanzano l'acqua, & là doue e' sono piu aspri, & quiui se ne resta sorpreso da vn sonno in­credibile, all'hora se per sorte di là passano nauilij, i marinari veden­dolo cosi pendente dal sasso, gettano l'anchora; & hauendoui legato vna fortissima gomina, con la barca portano il resto della gomina al­la volta del pesce, con la quale essi lo legano verso la coda; hauendo pri­ma per cio meglio poter fare incauata ò tagliata la sua pelle con al­quanto della carne; Si potrebbe fauoleggian­do dire, che cosi fatto ani­male sia vno de gli assisten­ti allo Dio del sonno. tanto è quella bestia fissa nel sonno; & per fer­mar meglio la legatura, & che la gomina non lo lasci; poi facendo vn grandissimo strepito, & grida, & battendolo ancora con le pie­tre, ò altro se' possono, sino che al fine egli con gran fatica destan­dosi dal sonno, & volendo saltar di nuouo nel mare, & trouandosi impedito, comincia à sbattersi grandemente, con tutte le sue forze, tenuto nondimeno sempre forte dall'anchora si, che non può vscir del laccio, onde conoscendo di affaticarsi in vano, & confessandosi in vn certo modo vinto si disquoia, Nota che la naturà in o­gni animale ha infusa vna certa naturale sagacità. ò si dispoglia, per dir piu chiaramente, della sua propria pelle; per la quale lui per suo naturale instinto co­nosce di essere ricercato, & si rimane come mortó sopra l'acqua resu­pino: Però i marinari tolto su la pelle; pigliano lui & ammazzando­lo cauano dal grasso suo gran quantità di olio; & la pelle adoperano in luogo di corde per cosa durabile per lungo tempo senza rompersi, ò guastarsi. Ancora que­sti hanno le loro proprie ricchezze. Oltra l'Orchade per cento miglia sono le Scethlandice, le ric­chezze delle quali Isole consistono in pesci risecchi al sole, ò piu tosto al vento, & in pelli di animali, & cuoia, come di buoi, di pecore, di capre, di martori & simili: & doue vanno ogni anno gli Olandesi, ei Zelandesi, & altre nationi sul mardi Germania, mercatantandole piu per cambio di altre mercantie loro necessarie, che in altro modo. Hanno pochi frumenti, ò biade, se non di quelle, che vi sono portate di fuori; onde percio si può comprehendere, che il sole non vi sia molto gagliardo, ma che il vento, che nel vero regna molto, & grande, & asciutto nel setten­trione gli aiuti assai nel seccare i loro pesci. Quanto al viuer loro il medesi­mo n'auuiene, che à quei dell'Orchade, perche non hanno gia mai nessuno, che si mostri, Sobrietà na­turale forse non cosi vni­uersale cono­sciuta fra di noi. ò pazzo, ò imbriaco, ò fuori del douuto senso; benche con mi­nor marauiglia, che nell'Orchade, conciosia che in queste Isole beuono acqua [Page 49] pura, & mangiano temperatamente. Sono oltra le Scethlandice alcune al­tre Isole della medesima qualità, benche non hanno l'vso del frumento à modo alcuno, nè della carne, se non, che viuouo del pesce cosi risecco, & pe­sto molto bene, & mescolato con acqua fattone fogacce, Austerità no­tabile ma che pur basta à mantener le gēti in buona disposition dei corpi loro. & cottele sopra il fuoco se le mangiano; essendo il fuoco loro fatto di ossa secche di pesci; nien­te di meno viuono cosi sani, come gli altri, che abbondano di tutte le commo­dita humane: & forse piu contenti della loro sorte; percioche non hanno contentione per le ricchezze, le quali essi non conoscono, non risse, non gare, non quistioni: ogniuno per lo inuerno si prouuede con la pescagione, per la quale sola attendono à fare i fatti loro, & sono in essa grandemen­te diligenti. Sono lontane da essi le guerre, & i pensieri di quelle; Felicità da molti deside­rata & da pochi cono­sciuta. vsan­do charità, & semplicità naturale, & cambieuole tra di loro sino all'vltimo de i loro anni; tenendo puramente la fede christiana senza alcun puntiglio & scrupulo, ò superstitione come la fù lor data dal principio, à i quali vna volta l'anno passaua gia come è detto, dell' Hebride vn' huomo di Chiesa, ò pur dall'Orchade della cui Diocesi sono, per ministrar loro le cose sacre; percioche tutte queste Isole sono della iurisditione di Scotia, & quella Co­rona riconoscono quantunque assai liberamente. Il Sacerdote adunque, ò Sa­cerdoti ò ministri hauendo fatto l'vfficio loro consueto si nel battezar tutti i nati di quell'anno, come in altri casi, essi prendeuano le decime dell'an­no, le quali non sono di altra cosa, che di pesci, & se ne ritornauano al­la loro residenza nell'Orchade, lasciando i popoli sino all'anno d'auueni­re con la medesima negligenza, che noi diceuamo esser lasciati quelli del­l'Hebride, ancora che la loro negligenza forse non è noceuole in queste Iso­le, quanto nelle Hebride, essendo questi popoli naturalmente semplici, & lontani da i vitij comuni dell'altre genti. Tali con la vita loro sono essi, che se noi dobbiamo stimare essere ricchezze le parti apparenti di noi medesi­mi, essi sono ricchissimi tra tutti gli altri; perche sono di bellissima statu­ra, & di robuste forze, & sanissimi; non hauendo ne cognitione, nè pas­sione di nissun morbo, come noi altri, L'arte medicinale appresso di loro non viene ad ha­uer luogo alcuno. però viuono sino ad vna estrema età essenti da ogni dolore di corpo, ò di mente. Et tale informatione di queste genti vsci dal Vescouo, che si ritrouaua all'hora dell'Orchade sino al tempo di Iacobo quinto Re di sopra nominato, la quale noi come cosa degna della cu­riosità de gli huomini l'habbiamo voluta includere in questa nostra descrit­tione, & giustamente, poi che la Corona di Scotia drittamente ha imperio sopra quelle terre cosi lontane, & da gli antichi non altrimenti conosciute à [Page 50] bastanza. Nota le quali­tà lodeuoli di questo huo­mo Scethlan­dico. Haueua quel Vescouo all'hora nella sua famiglia vn'huomo di queste Isole Scethlandice di statura cosi grande, che facilmente superaua ciascuno altro maggiore, che si fusse potuto trouare tra gli altri huomini, & di bellissima, & di giustissima proportione; & di tal forza, che nessuno poteua stargli à petto, ò giocasse alla lotta, ò à qualunque altro gioco, si volesse; & nella delicatezza delle carni gli poteuano ancora ceder le donne; era di semplicità ingenua, di affabilità, & di charità singula­re, come sono gli altri di quei paesi: Però sono degni di riprensione quel­li, L'oppinione guadagnata nelle scuole non riesce al­la esperienza, pero bisogna, che la dottri­na ceda alla p [...]oua. i quali in vn certo modo ostinatamente contendono, che doue il sole non si scopre cosi bene, & non si mòstra vgualmente come à noi altri, le gen­ti non possino esser altrimenti, che infelici, & barbare per esser poco scoperte da quello; conciosia che nella memoria delle historie non s'hab­bia cognition di gente contenta, ò piu beata per se medesima di questa, se noi gia non vogliamo andar dietro alle fauole de i poeti, de i quali non fa punto bisogno di seruirsi per la intelligenza delle cose vere delle natio­ni della terra, se non quanto in alcuna parte e si sieno voluti concor­dar con chi n' habbia scritta historia ferma, & verace. Hauendo noi detto quanto ci era necessario, & di piacere di tutte le genti sotto­poste alla Corona Scozzese, diremo hora, che in queste Isole nasce il succino intorno à gli scogli, Nota questa historia del succino, ò ambra. il quale i Greci chiamarono Electrum, & Plinio Chryselectrum, & Dioscoride Pterygophoron, percioche ei ti­ra à se per sua occulta proprieta le paglie, & le festuche, & altre co­se leggieri; egli è di color d'oro, & da gl' Italiani detto Ambra gialla; della qual materia quando ella è indurata come cristallo di rocca, ò di mon­tagna, se ne fanno vaghi vezzi, braccialetti, & corone, per le don­ne, Cosi come l'oro dimo­stra l'auaritia altrui bene spesso, cosi parimente scopre la poca honesta della donna, che le porta sopra le sorze sue. Qualità del­l'ambra & suo discorso. & nell'Inghilterra le donne nobili l'vsano hoggi molto in braccia­letti, & gratiosamente piu che di oro; poi che l'oro è venuto comune ad ogni vna purche la se lo sappia guadagnare; cosi ancora in terra fer­ma le figliuole altrui honeste per ornamento loro propio ne forniscono con delicati vezzi i colli, & i petti proprij. & quantunque fresca questa ambra la sia odorata (come si dirà) non fu ben conosciuta da molti filosofi. Sono ancora dell'ambre nere bellissime le quali hanno la medesima proprietà, che le gialle, anch'esse risplendenti molto, & or­namento nel modo, che l'altre gialle alle giouani, alle vedoue, ò di qual­che età, Ornamento proprio delle donne pudi­che, & caste. perche le di mostrano con il lor fisso colore vna certa grauità accompagnata con temperata leggiadria, desiderata dalle matrone diri­guardeuole [Page 51] honestà, & stato. Nasce questo succino, Come si ge­neri, & può chiarire & ri­soluere i diuer si discorsi che da gli antichi ne sono stati fatti. ò ambra attac­cato à gli scogli, rotti, & scoscesi dall'assidua agitatione, & ripercoti­mento dell'onde del mare, il quale a poco a poco vi aggiugne materia, co­me vna schiuma bianca, viscosa, & crassa di qualità; accrescendone à lungo andare la massa in tal modo, che cresciuta, ò per il peso, ò per le tempeste distaccatasi da gli scogli, sene va poi portata dal mare hor qua, hor là. Dicono coloro, che hanno hauuto sorte di vederne spesso di quella, che ancora appiccata à gli scogli non è condotta a perfet­tione, per non essere stata battuta la massa dall'onde à bastan­za, esser piena di vesciche come vna spugna, & di nessun vigore, Come la bon­tà si gli porga, & accresca. ò virtù; onde si comprende, che tutta la bontà, & virtù gli peruiene della sua maturatione; cio è quando à complimento la sia stata ben ri­battuta dalle onde, & che per quel ribattimento la sia del tutto ben ripiena sino ad vna perfetta spessezza, ò densità, & poi ancora agi­tata dal mare, & veduta dal sole si venga per il lungo suo moto à far piu perfetta; & spesse volte auuiene, che con questo succino, ò ambra si troua dell'aliga, traportata anch'essa dall'onde, & con la sua massa facilmente quando è fresca, & tenera attaccatasi, & mescolatasi, onde in quella parte, doue l'aliga si mescola, l'ambra viene ad esser men buona. Noi sappiamo, che egli è stata diuersa l'oppinione di altri da quella, che noi habbiamo scritta, circa il nascimento del succino, ò ambra; Ogni cosa detta, ò rimo­strata à profit­to altrui è lo­uole. & però ci è piaciuto di hauere hauuta vna tale occasione per profitteuole intelligenza de i piu solerti, & suegliati ingegni; per il pia­cer de i quali si racconterà quello auuenne nella costa di Scotia intorno al proposito di questo succino, ò ambra. Intorno all'anno. 1546. Nota questo caso dell'am­bra. fu trasportata dall'onde marine à i liti di Buthquhania di gia tanto da noi nominata vna massa di questo Electro, ò ambra, maggiore del corpo di vn bue; la quale essendo veduta da i pastori, i quali in quei luoghi guardauano i loro armenti, nè sapendo, che cosa la si fusse, pur la tirarono tra terra, & spezzandone vn pezzo, & mettendone à caso vn poco sul fuoco, ne sentirono vn buono odore, onde essi subito con la lor simplicità saluaggia, O piu tosto balordaggi­ne. corsono à ridirlo al prete della loro prossima Chiesa allegramente, mostrandogli d'hauer ritrouato vna cosa cosi vtile come l'incenso per la sua Chiesa, se lui la volesse andar à vedere, & pren­derne vna parte: ma egli ignorante non meno, che essi grossolani si fussero, andando là, ne prese solamente quel tanto, che pensò che gli [Page 52] potesse bastar qualche mese, Questo doue­ua essere vn prete più che grossolano. lasciando tutto il resto nel lito alla ventu­ra, nelle mani de i pastori, i quali fattolo in pezzi, se lo abbrucia­rono in cambio di candele, innanzi, che tal cosa venisse in cognitio­ne di persone di alcun giudicio: in modo, che si potette dir, che cio fusse stata quella gioia ritrouata dal gallo, il quale di essa fece man­co stima, che d'vngrano di frumento. Essendo nondimeno (benche tar­di) auisato di tal cosa colui; La natura più che violente­mēte ne ven­ne à rimanere offesa. per lo fauor del quale noi habbiamo potu­to poi hauer tutte queste particularità; correndo egli là à gran pena fù à tempo ad hauerne vna piccola parte, hauendo quei buoni compagni consumato tutto il resto, che valeua il peso dell'oro, per riceuerne tan­ta commodità quanta n'harebbero hauuta per venti cinque libre di can­dele. Et questo sia il fine del nostro parlare sopra l'Hebride, sopra l'Or­chade, & sopra le Scethlandice Isole tutte suggette alla Corona di Scotia, quantunque molto piu ancora se ne potesse dire; ma cio è stato il meglio, & piu lodeuole, per nostra elettione, & degno di esser raccontato senza biasimo di prolissità. Non volendo in questo fine rimaner di rispondere ad vna tacita obiettione, ò marauiglia, che potrebbe trouarsi allo in­contro di chiunque haurà letto questo nostro discorso; come che sia possi­bile, che la corona di Scotia habbia cosi poca entrata, hauendo il paese tanto vtile quanto l'habbiamo descritto, sapendosi certo, che innanzi, che vi si alterasse la Religione, Senza dubbio le pouerta del Regno è tale che e' pare che i Resiano sforzati di sottogiacere à molte indi­gnità, et molti pericoli come senza dubbio si puo cono­scer da chi ne puo parlare. Modo di ser­uire à i loro. Re. la corona non arriuaua à scudi cento mila l'anno; al che si risponde la molta libertà, che hanno hauuta i popoli sempre, ha tenuta la corona pouera, & però ancora à i suoi sudditi, & nobili, & ignobili molto suggetta, & impedita nelle sue imprese il piu del­le volte: però che nella guerra le seruano comandati per qualche poco di tempo, prouedutisi per se medesimi di Vettouaglia. Onde finito il tem­po, se ne sbandano, & cosi fanno per le loro partialità; essendo in que­sto intenti piu à seruire à i loro particulari oggetti, che alla vera vbbi­dienza, douuta da i fedeli popoli à i buoni Re; & questo basti per risolution di cotal dubbio.

Sè l'opere al­trui haueran­no ne i loro finj alcuna parte essem­plare, mostre­rā sēpre, e spe­cialmente a gli vditori vna piaceuol di­lettatione di­se medesimi.Et per cio per por fine al nostro proposito con qualche singular maraui­glia fra le molte, che naturali habbiamo hauuto à recitare in queste carte; Noi scriuerremo quanto hebbero à ridire huomini prudentissimi Ambascia­dori di Iacobo quarto Re di Scotia, mandati al Re di Francia; de i quali il capo era Iacobo Olgiuio vno de gli Scolari principali della vniuersità Aber­donense; costoro essendo entrati nel mare al viaggio destinato non molto [Page 53] di poi da vna grauissima tempesta surono traportati in Noruegia, & essendo per la stanchezza, & per il fastidio del mare preso sbarcati in terra in luogo non del tutto scommodo, Huomini sal­uatichi, et la loro malua­gia natura. videro ne i prossimi monti (& era verso la sera) huomini saluatichi, cio è in effetto pelosi andar correndo per tutto; per la qual cosa restando essi grandemente attoniti, furono auuertiti da quei, che habitauano alla marina, & che gli haueuano riceuuti, che coloro, che essi vedeuano non erano altrimenti huomini, ma si ben fiere con forma humana, & mutole, Natural costu­me è d'ogni animale ben­che fiero et crudele di hauer paura dell'huomo. & nemicissime dell'huo­mo; benche per loro natural timore non ardischino di assaltarlo di gior­no; ma che la notte e' sono soliti à squadre di assaltare i villaggi; nè han­no gli huomini il miglior rimedio, che il tener copia di cani, percioche quelle bestie temono il loro abbaiar marauigliosamente, & da quello fug­gono quanto possono. In modo tale, che se la notte vadano in alcun luo­go, doue non sieno cani, essi rotte, & spezzate le porte per forti che le si siano, & forzate quelle boscarecce habitationi, tutto quel­lo, che trouano di viuo vccidono, & diuorano. Nota che for­za veramente bestiale. Sono queste bestie di tanta gran forza (se à quegli huomini alpestri fù rettamente cre­duto da quegli honorati, & riguardeuoli) che gli alberi, che non ecce­dessero di grossezza vna certa conueniente forma sbarbauano con le ma­ni (se mani dire si deuono quelle di cosi fatti animali) & con i rami gros­si poi tra di loro combatteuano terribilmente, per la quale informatio­ne essendo impauriti gli Ambasciadori fecero far per tutta la notte con­tinoue guardie, & grandissimi fuochi; & di poi il giorno seguente, senza hauer altrimenti riceuuto danno alcuno da quelle fiere, lascia­rono quella costa infame, & ripigliarono il viaggio loro con miglior successo di quel, ch' essi haueuano hauuto prima. Riferendo i me­desimi, che non lontano da quei luoghi doue e' s'erano fermati, L'arte et l'in­dustria sono multiplici ne gli huomini, in modo che chi manca d'vna suppli­sce con vn'al­tra. vi era vna gente, la quale non hauendo nè arte, nè materia da farsi delle reti vanno sopra il mare notando per far preda di pesci con altri lo­ro ingegni; & che l'inuerno, non potendo ciò fare, & essendo le ne­ui altissime sopra la terra, perseguitano le fiere per la neue, aiutan­do se medesimi con portar alcuni legni à i piedi, & certi bastoni nel­le mani per non vi sprofondar dentro; & cosi hauendo alcuni dar­di in mano quelle impagoiate nella neue percuoteno, & feriscono si­no alla morte, le quali portate alle loro cauerne se ne cibano, ser­bandosi le pelle per l'vso loro, & per ricoprirsene. Et qui si farà [Page 54] fine alla Descrittion della Scotia, desiderando, che il discreto lettore con­sideri bene quello, Il cortese let­tore sempre deue ricono­scere con la gratitudine dell'animo le fat. che altrui. che harà letto, accioche delle cose ordinariamente natu­rali, & delle marauigliose ancora da noi scritte, ci dia quella lode (se però di far tanto gli piace) che conuiene alla diligenza nostra, & de gli amici no­stri, i quali ci aiutarono à far ciò; percioche ancora noi con honorato insti­tuto dell'animo nostro riconosciamo da i galanti huomini quelle commodità, che essi, non punto con scrupulosa superstitione ritenuti, ci fecero di po­ter riferir quel tanto, che da noi non s'era potuto vedere ne scoprire, ac­cioche quella humanissima sentenza fusse per loro opera, & confermata ve­race; Sentenza hu­manissima, & rimostran­za verace che noi non a noi medesimi siamo nati; ma gli vni à gli altri, o se­guitar voglia­mo la legge christiana, ò la naturale de i gentili. Che l'huomo per l'altro huomo è nato; & per non si far simile à quel­li animali della costa di Noruegia, muti, & fieri, contra di altri, & tra se stessi crudeli; non mancando forse, chi (pur miglior forma di quelli hauen­do) di natura, & di costumi non troppo differenti da essi vanno i migliori trauagliando; come vuole il destino di questo nostro secolo inquieto, nel quale poco lume si scorge, che non habbia allo in contro graui, & oscure nubi piene di procella per oscurarne quel, che più di chiaro, & sereno se ne aspetta.

IL FINE.

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